"Si vede che gli piace moltissimo..."

"Sì ma poi non vuole il risotto scotto o freddo! Non si può avere tutto!"

"Eccomi... Eccomi... Hai visto come sono stato puntuale?" Si sorridono e si danno un bacio leggero sulle labbra e io, non so perché, un po'"mi imbarazzo e guardo da un'altra parte.

Ci sediamo a tavola tutti e tre, il nonno da il primo boccone e fa la faccia stupita. "Ma è buonissimo... Chi è questa cuoca così brava?"

"Lei..." Diciamo in coro nonna e io indicandoci e scoppia a ridere e continuiamo così, godendoci tutto quello che abbiamo preparato che ha un gusto diverso rispetto a quando mangi al ristorante. Alla fine del pranzo nonno si alza.

"Ferme lì... Non vi muovete." Nonna Luci prova ad alzarsi.

"Ma intanto metto su il caffè."

"No, no, un attimo solo... Torno subito." E sparisce veloce nel salotto lì vicino ma poco dopo eccolo che riappare. Ha la sua macchina fotografica in mano. "Eccoci, eccoci, a posto, a posto..." E mette la macchina fotografica su una mensola lì vicino, preme il pulsante dell'autoscatto e corre verso me e la nonna, ci abbraccia appena in tempo. Click! "Ecco la foto di noi tre belli sazi!" E ci abbraccia forte. "Ecco Carolina, questo è per te..." E puff... Appare da dietro la sua schiena un libro. "Nonno, grazie!"

Mi guarda tutto fiero e felice. "Sono sicuro che diventerai una gran cuoca..." E così lo prendo e vado di là in salotto e mi butto su quella grossa poltrona bordeaux con anche il poggiapiedi. E" di un comodo, tanto nonna quando lava i piatti e mette a posto la cucina non mi vuole tra i piedi. Mi ha regalato Kitchen di Banana Yoshimoto. Lo apro.

"Non c'è posto al mondo che io ami più della cucina. Non importa dove si trova, com'è fatta: purché sia una cucina, un posto dove si fa da mangiare, io sto bene. Se possibile le preferisco funzionali e vissute. Magari con tantissimi strofinacci asciutti e puliti e le piastrelle bianche che scintillano. Anche le cucine incredibilmente sporche mi piacciono da morire. Mi piacciono col pavimento disseminato di pezzettini di verdura, così sporche che la suola delle pantofole diventa subito nera, e grandi, di una grandezza esagerata. Con un frigo enorme pieno di provviste che basterebbero tranquillamente per un intero inverno, un frigo imponente, al cui grande sportello metallico potermi appoggiare..."

Lo chiudo e me lo poggio sulle gambe. Guardo dal salotto mentre nonna è li che infila i piatti dopo averli sciacquati dentro la lavastoviglie. Mi piace la cucina dei nonni perché la usano davvero, la vivono. Poi arriva il nonno, le va vicino. Prende un bicchiere, ci versa dell'acqua, poi le dice qualcosa e ridono. Lei si asciuga le mani nel grembiule che ha intorno alla vita e poi si sistema i capelli. Hanno ancora tanto da dirsi. E così mi rituffo nel libro che nonno mi ha regalato. Ecco. Mi piace perché la loro è una cucina piena d'amore.


12 ottobre.



Il prof ci ha fatto studiare la scoperta dell'America per via dell'anniversario. Ci ha ricordato che è grazie a Cristoforo Colombo che noi oggi possiamo mangiare la cioccolata! E Clod ovviamente mi faceva tutti i versi dal banco, tipo V di vittoria e poi mimava con le mani un cerchio sulla testa stile aureola! San Cristoforo! Però poi le vengono i brufoli e si lamenta! Ottobre è anche il mese delle castagne. Mamma a volte, quando ha il turno di mttina e torna verso le due, anche se si è alzata presto (alle sei, povera! ), si mette a fare il castagnaccio! Anche quello mi piace da morire.

Tolgo sempre tutti i pinoli, uno a uno e li mangio prima della fetta! Sì, ottobre è proprio un bel mese... il mese del gialloarancione, dei primi giubbotti tirati giù dalla soffitta, aspettando Halloween. Però è anche il mese prima di novembre che invece non mi piace per niente.

Comunque sono stata tutta la sera su MSN con Clod e Alis sempre per il discorso di Filo.

Clod non aveva dubbi.

"Ma perché non l'hai baciato? E" diventato un figo, e poi è troppo simpatico, è il primo ad aver personalizato la macchinetta molto prima di Gibbo! "

Alis invece era esattamente sull'altra posizione.

"Brava, fallo soffrire, che poi questi se ne approfittano, che ti credi, è solo una gara tra maschi, se tu non avessi baciato Gibbo credi che gliene sarebbe importato qualcosa di te?" Ecco, questa dev'essere la seconda legge di Alis! Insomma tutta una serie di valutazioni che chiaramente lasciano il tempo che trovano. Anche perché io dalla mia rispondevo al volo cercando di spiegare la mia posizione all'una e all'altra.

"A parte che già l'anno prima me l'aveva chiesto lui di baciarlo! "

E Alis e Clod: "Sì, sì, sono d'accordo, ma ora che fai? Li fai litigare?".

"Ma che, siete matte? Come se i miei baci fossero la carità! "

"Ma no, è che è carino..."

"Può essere anche molto carino, ma io penso solo a Massi ora."

"Ma se hai baciato Gibbo."

"Ma che c'entra! Quello è perché avevo perso la scommessa, era come un gioco, se no non lo avrei mai baciato. Io penso a Massi! "

E Clod "Ma quando lo rivedrai mai quello lì! La tua è solo immaginazione, secondo me ti piace proprio perché non c'è!".

E Alis ancora più determinata: "Lo vedi? Volevi Lorenzo e una volta che lo hai avuto... Tac, ora non fai altro che cercarne altri".

Avuto poi. E" una parola bella grossa... Ma non faccio in tempo a rispondere che entra mamma.

"Caro! Ma sei ancora al computer? Ma quando dormi, ma domani hai scuola... Ma..."

Ma quanti ma!

"Ma mamma, stavamo discutendo le ultime cose sulla tesina di scuola."

Le lascio solo un attimo di respiro.

"Però ora chiudo perché in effetti è tardi! "

E mi infilo a letto.

"Hai lavato i denti?"

"Certo, prima, appena finito di mangiare! Senti..." E le faccio un sospiro lungo. E mamma si mette a ridere e agita la mano davanti al viso. "Uhm terribile... Ci sono ancora i broccoletti che vi ho fatto stasera!"

"Ma mamma..." E faccio fìnta di essermi offesa e mi tiro su le coperte fin sopra la testa! Poi non sentendo più niente, mi rigiro dalla sua parte e mi accorgo che sta fissando il muro. C'è l'articolo di Rusty James che ho fatto incorniciare da Salvatore, il signore in fondo a via della Farnesina.

Mamma lo guarda e fa un lungo sospiro. Mi siedo sul letto e la guardo.

"Bello vero? E" un racconto bellissimo per me, parla dei sogni dei giovani... Lo sai che sono stata la prima di tutti a vederlo? Me l'ha detto lui!"

"Sì, l'ho letto diverse volte. E" bravo." Poi esce dalla stanza. Leggermente dispiaciuta o preoccupata, chissà. Certo per noi Rusty James non può che essere bravo... Ma lo è sul serio? Bè, per me lo è! E con quest'ultima convinzione mi addormento. E sogno non so bene cosa. Ma quando mi sveglio sento che quella sarà una giornata diversa. Ma sai di quelle sensazioni, ma di quelle sensazioni... che alla fine senti che deve accadere per forza qualcosa! Così scendi dal letto, ti prepari, fai colazione, saluti al volo tutti, esci di corsa e ti guardi in giro... Senti che sei in ritardo su tutto e per fortuna fai in tempo a entrare a scuola prima che chiudano il cancello e in classe passa tutto liscio come l'olio.

Nessuna interrogazione, nessuna discussione ne con il prete ne con gli altri prof. E alla fine, quando esco di scuola... La sorpresa.

Lo sapevo, lo sapevo, me lo sentivo proprio! Attaccata al cancello c'è una busta con scritto "Caro" III B, mi avvicino, la prendo, dentro c'è un biglietto con una scrittura a stampatello che non riconosco proprio.

"Seguimi... il filo di Caro!" E c'è un cucchiaino con attaccato u filo, uno di quei fili morbidi, strani, come di gomma che credo usino per legare le piante. Così inizio a seguirlo e lo arrotolo mentre cammino. E mi sembra di stare dentro una favola, ma non mi ricordo bene quale, vista tutta la confusione che faceva sempre mia mamma quando me le raccontava da piccola.

Mi ritrovo a camminare dentro il piccolo parco dietro la scuola, con dei signori che mi guardano mentre arrotolo questo strano filo... di Caro! E delle bambine su un'altalena mi indicano, diverite da questa buffa ragazza che passa seguendo un filo, ma lungo.

Alla fine arrivo in un angolo del piccolo parco, il filo sparisce li, dietro l'ultimo cespuglio. Così chiudo gli occhi prima di girare. E un sogno... anzi no, è un miracolo. Ora giro e ci sarà lui, Massi. E così supero il cespuglio lentamente, con il lo ancora in mano e lì dietro c'è lui: Filo.

"Nooo!" Scoppio a ridere. "Ma sei matto!"

Si è messo un grembiule bianco e ha davanti a lui, disposte su un tavolino di legno, diverse coppette di gelato. E si è fatto pure un cappellin con un foglio bianco a quadretti ripiegato più volte come quelli che usano i gelatai. Almeno quelli che conosco io! Ha una bacchetta in mano e diversi cucchiaini colorati nel taschino della camicia. "Allora signore e signori... Vado a illustrare i prodotti di questa nuova gelateria: Fic! Ma non capite male... Filo ice cream."

Ce la mette tutta, anche un po'"di inglese! Dopo la prima delusione, nel non aver trovato Massi, ora mi sto divertendo un sacco. E batto le mani e sembro proprio una bambina.

"Sì, sì, vediamo." E mi metto su quella sedia che ha portato n lì con tanto di tavolino e ascolto annuendo le proposte di questo strano gelataio.

"Allora se non ricordo male... ecco qui, i suoi gusti preferiti sono cioccolato bianco e fondente, crema, zabaione, gianduia e pistacchio e naturalmente castagna!"

Se li è ricordati proprio tutti tranne...

"E cocco...!"

Anche quello! Incredibile. Filo mi sorride.

"Giusto? Ti vedo sempre mangiare il Bounty! "

"Che memoria, ma dove li hai presi?"

"Giù da Mondi."

"Uhm, il mio preferito. Allora mi faccia una coppetta..." e inizio a ordinare uno dopo l'altro dei bicchierini gustosissimi. E me li spolvero che è una meraviglia. E" un gelato talmente buono che mi dimentico completamente i miei propositi di dieta. Tanto sto a quarantanove, quindi un po'"posso sgarrare.

E alla fine Filo si siede per terra vicino a me e se lo mangia pure lui di gusto. E ha anche i fazzolettini di carta e perfino un po'"di panna. Bè, che dire? È stata proprio una bella sorpresa. Ora però ci sarà il piccolo pegno. Piccolo... Dipende dai punti di vista. E così dopo aver fatto questa bella e dolce scorpacciata, riportiamo sedia e tavolino al bar e torniamo verso casa.

"Hai visto? Sono stati proprio gentili, eh?"

"E già."


Rimango per un po'"in silenzio mentre camminiamo verso casa mia. Alla fine decido che tanto vale affrontare subito l'argomento.

"Senti Filo, è stata proprio carina come sorpresa."

"Grazie." Filo mi guarda curioso, poi alza il sopracciglio. "Però..."

Mi giro e gli sorrido.

"Però?"

"Sì, ho capito, mi stai per dire qualcosa che inizia con però..."

Sorrido. "Infatti. Credo che sia meglio se non ci baciamo."

"Non hai messo il però ma il senso è lo stesso. Ma scusa, avevi detto che ci voleva la sorpresa, e la sorpresa te l'ho fatta, o non ti è piaciuta? "

"Sì che mi è piaciuta."

"E infatti l'ho visto, non è rimasto neanche un gusto, hai finito con il dito anche la panna. "

"Sì, infatti era tutto buonissimo."

"E allora cosa c'è che non va? Scusa, ti ho chiesto prima di lui di baciarmi, hai detto che lui ti ha fatto una sorpresa e ora te l'ho fatta anch'io. Siamo a posto, no?"

"No. Non siamo a posto. Le cose devono capitare per caso, questa è troppo..."

"E" troppo?"

"E" troppo costruita! "

"E sì sì... Ma inventatene un'altra! Se ti facevo una sorpresa non costruita era troppo facile, invece te la faccio bene con il filo, i gusti che ti piacciono... allora è troppo costruita! "

"Ma che c'entra, non la sorpresa... la situazione!"

"Ma se me l'hai detto tu!"

"Ma cosa?"

"Che ci voleva una sorpresa! E non può capitare così per caso, senza una situazione costruita, come ci può essere la sorpresa? E" impossibile!"

"Va bè lasciamo stare, rinuncio."

"Che vuoi dire rinuncio? Eh no! Io la sorpresa te l'ho fatta! Ora voglio il bacio!"

"Shhh, ma che ti urli! Dicevo che rinuncio a spiegartelo. Vieni."

Apro il cancello e lo faccio entrare. Andiamo nell'androne e per fortuna il portone è aperto. Ci infiliamo dentro.

"Seguimi" apro un'altra porta.

"Ma dove stiamo andando?"

"Shhh, che ci sentono... Siamo nelle cantine." Chiudo la porta alle mie spalle. Poi rimaniamo nella penmbra. Solo qualche spiraglio di luce entra da sotto le porte di ferro che conducono ai garage.