"Costa molto una lezione?" Decido d'intervenire nella chiacchierata.

"Oh... non molto e poi mi metto sempre d'accordo in un modo o nell'altro. Il tennis è troppo bello per non provarci almeno una volta."

Gli sorrido. "Mi divertirebbe..."

Michele diventa professionale. "Ma tu sai giocare?"

"Mai provato, magari però sono portata. Vado bene nello sport. "

Clod annuisce facendo vedere che non dico bugie. Alis fa la faccia sufficiente. Non so perché è un po'"gelosa a volte delle mie situazioni. Ma scusa, potevi parlare tu, no? Sembra che facevamo tutti scena muta.

Clod si è un po'"ripresa e decide di intervenire. "Io una volta ci ho provato... Non sono andata male." Cudini non se la lascia scappare.

" Sì, è fortissima nello sport... all'ora di pallacanestro poi la usiamo come palla! " e scoppia a ridere da solo. Come al solito deve rovinare tutto, proprio in quel momento per fortuna entrano due infermiere,

"Scusate, dovete lasciare la camera... Dobbiamo fare le pulizie, controllare i malati prima che passino i professori. Grazie." Una delle due è bionda, un po'"cicciotta ma carina forte, un po'"troppo truccata forse, ma con un seno che neanche mia sorella quando esagera di push up ci arriva. E infatti Cudini poggia i gomiti sul letto e si tira un po'"indietro con il sedere, come per darsi una certa sistemata, per rendersi più presentabile, sempre che questo sia possibile. E per la prima volta sembra essere d'accordo con una richiesta ufficiale.

"Sì, sì, dovete uscire..." Mamma e zia lo sbaciucchiano, stavolta in maniera più frettolosa e alla fine ci troviamo tutti nei corridoi dell'ospedale.

"Ciao..." Michele e Giorgia ci salutano.

Michele è come se volesse dire ancora qualcosa, ma poi ci ripensa e se ne va. Anche la mamma di Cudini ci saluta. "Arrivederci ragazze, grazie di essere passate." E anche la zia. " Sì, siete state molto carine."

Così rimaniamo per un po'"nel corridoio a chiacchierare.

"Oh... ma qui non c'è una macchinetta della cioccolata o altre cose da bere?"

"Clod, ma ti sei mangiata poco fa tutti i cioccolatini da Cudini..."

"E infatti ora mica ho fame, ho sete. Ma possibile che non c'è nanche una fontanella, niente?"

"Sì, sì, te che c'hai sete."

"Ho sete, ho sete, mi sto disidratando... e poi sapete che bere aiuta a dimagrire, scioglie i grassi."

"Sì ma non quello che vuoi bere tu... la cioccolata!"

"Madonna come sei fiscale..."

In quel momento passa un dottore. "Scusi." Clod gli si avvicina. "Che, sa se ci sono delle fontanelle, quelle con lo zampillo in su... insomma per bere dell'acqua?" e guarda noi, anzi per essere più precisine, come a dire hai visto... cosa ti credevi? "Sì guarda, la trovi di fronte ai bagni, giù in fondo." E così Alis, Clod e io ci dirigiamo in fondo al corridoio. Clod, forse per il fatto che finalmente si leva la sete, sembra risvegliarsi. "Oh, comunque non era male il cugino di Cudini." Anche Alis sembra d'accordo. "Se non altro è più educato... E poi è pure carino."

Anch'io sono d'accordo con loro. Poi vedevo che mi guardava e non c'è niente da fare, quando ti accorgi che a uno tu gli interessi, automaticamente un po'"ti piace... o almeno per me adesso è così.

Clod si mette a ridere.

"Che c'è, perché ridi? A cosa stai pensando?" Clod si avvicina alla fontanella. "Che era troppo fico... tutto vestito sportivo..."

Alis alza un sopracciglio guardandola. "Bè, come diceva Cudini prima, tu sei la palla da basket, io invece vorrei essere la sua pallina da tennis!"

Clod gira la manopola e si mette a bere. "Aho, ti stai cudinando."

Clod smette di bere e mi guarda. Ha ancora le labbra bagnate e la faccia da bambina curiosa. "Ma che vuoi dire, Caro?"

"Che Alis sta diventando proprio bora!"

"Se, figurati, vuoi dire che a te non ti piaceva Michele."

"Non mi piaceva" dico serena senza problemi.

"Ma ti guardava..."

"Sentite, che facciamo?" Clod si intromette nella nostra discussione. "Perché non andiamo a..."

"No, io devo studiare..."

"Anch'io e poi domani c'è il compito di matematica,"

"Alla seconda ora... Hai voglia a studiare."

"Ma alla prima che c'è?" "Religione."

"Appunto... stai a posto, puoi pure fare la preghiera sperando che ti vada bene."

E usciamo così, ridendo divertite dal'ospedale. Certo se uno poi un po'"ci pensa, non dovremmo farlo, visto che le persone che entrano lì lo fanno perché hanno qualche problema. Ma il fatto che Cudini stia così, bè, a noi ci fa solo allegria e l'ospedale ala fine è un posto come la scuola... della serie, se non tocca a te è il massimo! Ma quando arriviamo fuori dal cancello, vicino alle macchinette di Clod e Alis, lì dove vorrei tanto che ci fosse anche la mia, invece c'è lui: Michele. Sta in piedi con la sacca delle racchette da tennis sulle spalle e l'aria un po'"imbarazzata.

Alis, Clod e io ci guardiamo. Clod sorride.

"Sta aspettando me."

Ma Alis in questo è sempre terribile. "Sì, magari! Sta aspettando Caro..."

"Sei sicura?"

"Mille per mille."

Io non ho detto niente. A volte conviene star fuori da certe discussioni. Però alla fine per essere un po'"carina con Clod ho detto "Ma perché dici così?".

Man mano che ci avviciniamo in effetti non ci sono più dubbi. Michele viene dritto verso di me, Alis alza il sopracciglio e guarda Clod. "Visto? Che ti aspettavi?"

Clod, che non sa come risponderle, cerca di uscirne alla meglio. "Dicevo tanto per dire... stavo scherzando."

Michele ormai è quasi di fronte a me. Clod e Alis mi fanno un bellissimo sorriso come se fossimo super amiche, che poi lo siamo eccome, solo che ce la stavamo un po'"giocando con lui "Caro, noi andiamo...".

"Sì, ci vediamo domani a scuola."

Michele le saluta alzando la testa e le lascia andare via.

"Hai anche tu la macchinetta?"

Che palle, ecco, comincia bene, mette il dito nella piaga.

"No."

"Ah, allora posso darti un passaggio?"

"Certo, come no."

Inizia a camminare.

"Ma scusa, non avevi il torneo?"

Michele mi sorride. "Sì, ma ero finito contro Grazzini. Avrei perso di sicuro. E il più forte. Così è meglio se non ci vado, così posso sempre immaginare che avrei avuto la possibilità di batterlo."

Sorrido "Giusto. Però prima o poi dovrai affrontarlo questo Grazzini. "

"Prima o poi. Meglio poi!" E ridendo mi apre lo sportello di una Smart Cabrio troppo carina. E l'ultimo modello, la Double two. Fa il giro e mette la sacca con le racchette dietro. Cavoli, è bella all'interno, sedili in pelle, tutto il cruscotto nero, la radio con ed e schermo piatto per il dvd. Bellissima. E una macchina da grande. Ma quindi lui è grande! Oddio, questo non lo avevo pensato.. Si infila nella Smart e sorride. Anch'io sorrido, leggermente imbarazzata però Madonna, ma quanti anni avrà? Ecco perché è così preciso, il torneo, la macchina, quel modo di parlare, le sue risposte per far sentire a proprio agio Clod... Basta, non ce la faccio più. Meglio che glielo chiedo subito.

"Scusa ma... questa macchina è proprio bella." Non ce l'ho fatta. E che, la prima domanda che faccio a uno è quanti anni hai? E come ammettere che ho paura di qualcosa. Ma di cosa poi. Per fortuna interviene nei miei pensieri.

"Ti piace... Me l'hanno regalata i miei due mesi fa... Per il mio compleanno." Lo guardo e gli sorrido. Poteva dire però quanti anni aveva fatto, no? "Per i miei diciott'anni."

Sembra leggermi nei pensieri. Poi Michele mi guarda.

"Ah..." sorrido tutta felice.

"Posso farti una domanda?"

"Certo..."

"Ma tu quanti anni hai?"

Rimango per un attimo in silenzio.

"lo?"

"Sì" mi sorride di nuovo. E certo. A chi lo poteva chiedere, che stupida.

"Quattordici..." Tralascio qualche mese. A volte ci sono dettagli che non sono poi così importanti, no? Michele sorride. Sembra soddisfatto della mia risposta.

"Senti, ma devi andare subito a casa o possiamo fare un giro? Tanto ormai il torneo è saltato. "

"Facciamo un giro."

E così parte ed è troppo divertente. Sembrava serioso e invece no! Apre il tettuccio della macchina e mi passa un cappellino e gli occhiali.

"Sai, ne porto sempre un doppio. Magari l'altra persona non li ha."

"Già." Sorrido e m'infilo il cappellino e me lo tengo con la mano. E mi metto anche gli occhiali. Dei grossi D&G con le lenti sfumate e le sigle grosse sulle stanghette, un po'"anni settanta, niente male però. Coprono bene gli occhi e non arriva un filo di vento. In realtà un paio di occhiali ce l'ho in borsa. Ma mi sembrava brutto dirglielo. E" così gentile. Carina questa Smart. Non c'ero mai salita, con il tettuccio tutto aperto poi è bellissima. Anche Rusty James vorrebbe tanto una macchina. Scoperta poi è il suo sogno. Mi ha detto che per lui il massimo sarebbe una di quelle vecchie Mercedes, una Pagodina celeste. Mi ha detto che non costano molto quelle vecchie. Certo però chissà quando potrà permettersela, per adesso ha potuto prendere il barcone e già mi sembra una bella cosa. Anche i mobili da Ikea però, anche se mi ha detto che li pagherà a rate. Anzi, chissà se gli sono arrivati. Più tardi lo voglio proprio chiamare.

"Ehi, ti va qualcosa di caldo?"

Sì, in effetti siamo a novembre, è un po'"assurdo andarsene in giro così. Sembriamo due tipi fanatici a Miami con cappellino e occhiali da sole su quelle macchine che corrono lungo la spiaggia. Solo che qui in effetti un po'"fa freddo.

"Sì, volentieri!"

Michele mi sorride e fa una curva portandomi chissà dove. Non glielo chiedo. Non ho fretta. Sono curiosa e rilassata. Mi appoggio allo schienale e mi sento un po'"padrona del mondo. Chissà, magari un giorno avrò anch'io la mia macchinetta. Ci vorrebbe un po'"di musica.

"Che hai qualche cd, Michele?"

"Chiamami Lele... Tieni, attacca questo." Mi passa l'iPod. "Nel cruscotto c'è il cavetto. Poi scegli il pezzo che vuoi."

"Ok, grazie... Caro."

"Cosa? Ma che mi dici "grazie carò?"

"No, scusa." Scoppio a ridere. "Ti dicevo grazie per l'iPod e poi Caro... Caro è come invece mi puoi chiamare tu! "

"Ah, non avevo capito. " E continuiamo a ridere. Ed è stata proprio buffa la situazione e alla fine scelgo Moby che mi piace un sacco, In My Heart. Certo, non vorrei che sembrasse un messaggio. Ma ride Michele, anzi Lele. E sembra non farci troppo caso. Sto bene e non ci voglio pensare. Alla fine mi porta in un posto fichissimo a via del Pellegrino che si chiama Sciam e ha tutti i tipi di te anche le tisane. E poi puoi fumare il narghilè. Così lo facciamo. A me sembra più una specie di canna tipo quelle che si fa Cudini ogni tanto e che solo a respirarla t'instupidisce! Cioè è vero che ti fa sorridere. Ma ti deve fare anche male. Clod, che un po'"fuma, una volta ha provato a dare qualche tiro ma nel pomeriggio ha vomitato. Era disperata. Secondo me più perché in qualche modo era dimagrita che per il resto. Comunque ci stiamo divertendo un sacco, io e Lele. Scelgo un narghilè alla rosa canina e miele. Niente male. E poi ci portano dei dolcetti, buoni sul serio, e così ne mangio qualcuno, sono leggeri e poi è bello perché qui intorno si sentono un sacco di odori: liquerizia, gelsomino, frutti tropicali, essenze naturali, miste a tabacco. Poi arriva un certo Youssef, credo che sia il proprietario, che ci fa notare appeso sul muro un cartello con la scritta Vietato fumare. "Qui da noi sono banditi sigari e sigarette, è permesso solo il narghilè. E" una cosa del tutto naturale..." E così ci fa provare una pipa per due persone e fumiamo insieme un po'"di tabacco toscano con del miele ed essenza di mela! E un po'"rido e un po'"mi viene da tossire però alla fine è stata una cosa forte. Ecco, sono di nuovo nella Smart, ho un sapore buono in bocca, un po'"dolce e non mi da fastidio e sembriamo tutti profumati di incenso.

"Ehi grazie, sono stata molto bene."

"Figurati, anch'io mi sono molto divertito. Tu abiti qui?"

"Sì" gli indico il mio palazzo. "Al quarto piano."

"E come ti chiami di cognome?"

"Bolla..."

"Ok, tieni, ti ho scritto qui il mio numero di telefonino," e mi da il foglietto del locale dove siamo stati, "così puoi scegliere. O vai a prenderti una tisana con qualcuna delle tue amiche o mi chiami... Ho dato disposizioni che non ti facciano entrare accompagnata da un altro. Eh, scusa, quel posto te l'ho fatto scoprire io!"

"Va bene..." prendo il biglietto e me lo metto in tasca. E vorrei dire qualcosa di spiritoso. Ma alla fine credo che non mi venga un granché. "Allora neanche tu ci devi portare un'altra però."