Alle quattro le ha detto "Oh, che vieni in camera mia che facciamo roba?"
Ora non so se Alis ci sarebbe andata o meno, ma c'è anche un modo migliore per chiedere certe cose, o no? Va b", che quello della Sardegna è un villaggio per ricchi, e i ricchi a volte, soprattutto i ragazzi, anche perché sono i solo che ho conosciuto, hanno un modo sgraziato di muoversi, insomma per dirla tutta sono proprio bori. Anzi vorrei coniare un termine proprio per loro: sono "chiapposi", cioè a volte dicono delle cose che uno potrebbe proprio evitarsi, come quel Luigi là.
Clod invece è andata in quei campi da tennis dove va sempre lei e quell'estate che ha baciato, è diventata perfino "cerbiatto scelto". Newl suo racconto ha dato un bacio a un ragazzo molto carino del suo corso che però era ilo più scarso di tutti a tennis. ora, non dico che uno carino non possa essere scarso, ma secondo me Clod non ce la racconta giusta. Oh, non so com'è ma nella vita i belli e i ricchi sono sempre bravi in tutto e se uno è scarso a tennis non me lo figuro tanto carino. Boh, è come dire che non mi tornano i conti... Che ne so, ogni volta che a Roma mi capita di andare a vedere gli Internazionali con i miei nonni che amano tanto il tennis, vedo solo giocatori bravi anzi bravissimi che sono tutti dei grandi fichi, anzi per essere precisi dei grandi fìchissimi, giusto? Ora, quello lì o impara in fretta a giocare a tennis o si da a un altro sport oppure, cosa purtroppo probabilissima, non è così carino come racconta Clod!
Comunque, finalmente le ho raggiunte e devo dire che il fatto che fossi rimasta un po'"indietro mi stava sinceramente preoccupando. Non per la mia bellezza, insomma diciamo che è vero, non gioco proprio a tennis ma in quel caso le donne non fanno testo. Non sono forse elegante come Alis ma neanche rotonda come Clod, insomma ero perfettamente in linea con la mia possibilità di essere baciata almeno quanto le mie amiche. Solo che fino a questa estate non era mai successo. Ma quello che è capitato poi, a metà agosto, non era mai successo neanche a loro.
Così le guardo e alla fine decido. "Ok, voglio raccontarvi tutto, ma proprio tutto tutto..." e vedo all'improvviso Alis e Clod che cambiano espressione. Capiscono subito che quello che sentiranno è veramente qualcosa di nuovo.
Notte. Notte incantata, leggera, fatata. Notte di stelle cadenti, di desideri pazzeschi e folli, quasi stupefacenti. Era la notte di quella settimana dove ognuno esprime il suo desiderio più segreto seguendo le stelle cadenti. Eravamo tutti lì, sul bagnasciuga, Stefania, Giacomo, Isabrutta che si era ripresa dal morso del colubro e un sacco di altra gente. Ma soprattutto c'era Lorenzo. Non ci eravamo più parlati da quel giorno che ci eravamo baciati. Mi aveva quasi evitato. Ogni tanto cercavo di incrociare il suo sguardo ma lui era come se non mi vedesse. Cioè io mi accorgevo che guardava nella mia direzione, ma poi, quando cercavo di incontrare i suoi occhi non mi dava mai soddisfazione, non incrociava mai il mio sguardo. Era come se fuggisse. Boh, valli a capire certi ragazzi. Bè, non è che in realtà avessi tutti questi esempi, Lore era il primo che avevo baciato... e soprattutto l'unico! Ma questa cosa non mi dava preoccupazione anzi, per certi lati mi faceva sentire sicura. Boh, so che non mi sto spiegando molto bene ma sono quelle cose che quando le provi vanno così e basta. Eravamo comunque tutti in torno a un pattino, qualche asciugamano poggiato sulla sabbia tutti seduti a cercare di tenere il sedere all'asciutto ma era talmente umido, che alla fine i miei jeans erano un po'"bagnati.
"Ecco ne ho vista una! Ho espresso il mio desiderio."
"Ne ho vista un'altra!"
"Anch'io, l'ho vista anch'io!"
"Ma io non riesco a vederne neanche una!" Cioè, secondo me mi stanno prendendo in giro. Ma ti pare che le vedono sempre e solo loro.
"Scusate, scusate... Ho una domanda da fare. Ma se si vede la si essa stella insieme, allora il desiderio vale a metà? " E tutti mi guardano male. Ma un dubbio gliel'ho messo. Vedo Giacomo che fìssa Lorenzo, Lorenzo che guarda Isabrutta che a sua volta guarda Stefania che, guardando gli altri del gruppo, stavolta alza le spalle.
"Non lo so..." ammette sconfitta. E per me è già una vittoria. Poi cerco di recuperare.
"Ma no, ho letto una volta su "Focus Junior" che comunque la stella che cade è un semplice riflesso avvenuto anni luce prima e vale per intero per chiunque l'abbia vista..."
Lorenzo fa un sospiro. "Meno male..." Chissà cosa ha chiesto nel suo desiderio!
Poi Corrado tira fuori dalla sua fodera scura, in pelle, una chitarra ultimo grido, dice lui. Corrado Tramontieri è un tipo impeccabile nel vestire. Bè, almeno secondo lui. Non fa altro che vantarsi delle sue scelte e citare tutta una serie di negozi che io sinceramente non ho mai sentito. Porta delle camicie assurde tutte a righine e alla fine c'è un super colletto celeste con un superdoppio bottone blu e anche i polsini sono dello stesso colore. Corrado Tramontieri è di Verona, dicono che anche lui sia molto ricco ma a me sembra solo molto sfigato. Gli è successo di tutto in questa vacanza. Tanto per dirne una, hanno fregato la macchina al padre e quello stesso giorno, mentre era fermo dal gelataio prima di Villa Borghese dove si comprano dei gelati che non è che sono più buoni, sono gli stessi ma costano un po'"meno, gli hanno fregato la bicicletta, così padre e figlio si sono incontrati a Villa Borghese e se lo sono raccontato! Si sono abbracciati divertiti. Cioè, nessuno dei due era rimasto male per il furto. Ora dimmi tu se questo non è un insulto alla povertà.
"Questa chitarra è quella che ha usato Alex Britti nel suo primo concerto." Poi ci ripensa un attimo e capisce di non essere credibile.
"È lo stesso modello..."
E comincia con qualche accordo. Poi guarda la luna come se cercasse l'ispirazione. Rimane così con gli occhi chiusi, in silenzio davanti a un falò che abbiamo acceso. Secondo me non si ricorda le parole. Di nessuna canzone. E comunque alla fine alza le spalle e attacca.
"O mare nero o mare nero o mare ne... tu eri chiaro e trasparente come me..."
Lo sapevo, lo sapevo. E la stessa che ha fatto l'altr'anno. E anche l'anno prima! Certo che con tutti i soldi che c'ha, invece della bici nuova, si potrebbe prendere qualche lezione con un maestro di chitarra !
Mi avvicino a Lore e glielo dico all'orecchio. "Secondo me sa solo questa..."
Lore scoppia a ridere.
"Vieni." Mi prende per la mano e mi tira via e quasi cadiamo sul fuoco e ci bruciamo e saltiamo su con tutte e due le gambe e ridiamo e corriamo via verso il buio della notte, con il fiato corto per la corsa e mi trascina dietro di lui e affondiamo nella sabbia fredda. Arranco dietro di lui. "Ehi, non ce la faccio più! " E improvvisamente si ferma davanti a una barca a vela grossa, poggiata lì, su dei cavaletti, con la prua verso il mare. Sembra quasi già pronta a spiccare il salto per prendere il largo verso il buio di chissà quale orizzonte. Ma così non è.
Lorenzo si appoggia allo scafo. Io mi avvicino. Ho il fiatone.
"Finalmente... non ce la facevo più."
E all'improvviso mi tira verso di sé. E mi da un bacio che mi avvolge, che quasi mi rapisce, mi aspira, mi risucchia... Bè, non so come spiegarmi... Ancora non sono così pratica. Ma insomma mi prende tutta, mi toglie il respiro e le forze e ogni pensiero. E vi giuro che comincia a girarmi la testa e allora apro gli occhi e vedo le stelle. E per un attimo vedo passare una luce lassù e vorrei dire eccola, è la mia stella cadente e vorrei esprimere mille desideri ma alla fine è uno, è lui. È questo momento, e non ho bisogno di chiedere niente. È già esaudito. Sono felice. Felice. Sono felice! E vorrei gridarlo al mondo intero. E invece rimango in silenzio e continuo a baciarlo. E mi perdo in quel bacio. Lore... Lore... Ma è questo l'amore? E sappiamo di sale, di mare e d'amore! Boh, sì, forse è proprio questo. E le nostre labbra sono così morbide, come quando sei in acqua e magari lotti su quei canotti e scivoli e perdi l'equilibrio e ridi e cadi in acqua. E allora un po'"bevi e un po'"ridi e un po'"riprendi la lotta. Ma la nostra non è lotta. No! Sono baci morbidi, prima lenti poi improvvisamente veloci che si mischiano al vento della notte, al rumore delle onde, al sapore del mare. E io faccio un respiro lungo. E quasi lo sussurro tra le labbra.
"Finalmente..."
Lore apre un occhio e anche lui sospira tra le labbra. "Finalmente cosa?"
"Finalmente mi hai baciata un'altra volta..."
"Eh..." sorride nella penombra, "non sapevo se ti era piaciuto."
Questa volta sorrido io e non so cos'altro dire. Certo che mi è piaciuto! Mi è piaciuto un casino. Forse in certi casi è meglio star zitti per non sembrare banali e così continuo a baciarlo tranquilla. Sapete quando una è proprio rilassata, no? E mi piace perché le sento che mi fa una carezza lenta sulla guancia, poi si infila tra i pelli e io mi appoggio con la testa alla sua mano... Sai quelle coi che hai visto in certi film e che ti piacciono un casino? E c'è puif una musica lontana ma non quella di Corrado, che è sempre la stessa, è una musica più forte di qualche discoteca. Non ci posso credere. Hanno scelto per noi un pezzo di Liga. Voglio volere. E mi piace un sacco tutto questo e mi lascio andare ancora di più. "Voglio trovarti sempre qui ogni volta che io ne ho bisogno. Voglio volere tutto così voglio riuscire a non crescere. Voglio portarti in un posto che tu proprio non puoi conoscere." Sembrano perfette queste parole... E chiudo gli occhi e canto dentro di me, baciandolo, tranquilla, serena, sicura, quando all'improvviso... sento qualcosa. Un movimento strano. Oddio che c'è? No, forse mi sono sbagliata. Ma che sbagliata! E la mia cintura! Sì! Aiuto! L'altra sua mano è alle prese con la mia cintura. La mia cintura? Sì! Me la sta aprendo. E io che faccio? Ma per fortuna risolve tutto lui.
Mi sorride e mi fa: "Posso?".
E che gli dici in questi momenti? Certo, prego... certo, prego? Ma che! Oppure: sì, sì, approfitta pure... approfitta pure? No, non posso dirglielo! Ma neanche posso dire, scusa meglio di no... Non so neanche di che si tratta! Cioè, un po'"me lo immagino... Ma non so bene cosa accade veramente. Alla fine gli dico un mezzo sì facendo solo cenno con la testa. E Lore non se lo fa ripetere due volte. Prende improvvisamente velocità e diventa quasi famelico e respira più veloce e quasi mi preoccupa. Anzi è affannato, si agita, lotta con la mia cintura. E alla fine vince e infila la mano nei miei jeans. Ma qui improvvisamente rallenta, lo sento... e per fortuna la sua mano è calda e si sposta lungo il bordo delle mutandine. E Lore mi da un bacio più lungo, quasi per rassicurarmi e poi, senza pensarci due volte, infila del tutto la mano.
Mi fermo nel racconto. Prendo un po'"di tisana. Bevo lentamente e le guardo.
"E allora?" Clod è nervosissima. Anche Alis è stranamente attenta. "Sì, sì, e poi?"
Clod mi scuote prendendomi con una mano per le spalle facendomi quasi rovesciare la tisana. "E dai! Vai avanti! Vai avanti! " E mangia a ripetizione tutti i possibili pezzetti di cioccolato che trova nel piattino, briciole minuscole che raccatta poggiandoci sopra le sue dita cicciotte e poi se le spiaccica sulla bocca. Le sorrido.
"E poi... mi ha toccata lì."
"Lì... lì?" Fa Clod spalancando gli occhi sorpresa, stupita, non crede alle sue orecchie.
"Lì... lì. E certo. Lì! E dove se no..."
Ma guarda che questa qui è assurda certe volte!
Alis ha ritrovato il suo autocontrollo, sta sorseggiando il suo frappé in maniera tranquilla, come se niente fosse, come se sentisse cose di questo genere ogni mattina. Poggia il bicchiere sul piattino in maniera delicatissima. Poi mi guarda negli occhi.
"E ti è piaciuto?"
Anche Clod subito la segue. "Eh sì, sì... ti è piaciuto?"
"Boh, non so... Mi ha fatto un po'..."
"Un po'...?"
"Un po'..."
"Male?"
"No, ma che! È stato dolcissimo."
"Quindi ti ha fatto bene! " Alis e la sua praticità. Se non è male, è bene!
"No... mi ha fatto..."
"Ti ha fatto?"
"Il solletico."
"Il solletico?"
"Eh sì, il solletico, cioè mi veniva da ridere. Certo non è che sono scoppiata a ridere in faccia a Lore mentre mi toccava! Però dentro di me mi tenevo da morire. Vi giuro non sapete come stavo..."
Alis scuote la testa. "Senti un po', ma dove ti toccava?"
"Te l'ho già detto..."
"Sì, lo so, ma in superficie?"
"Cioè?" La guardo interessata. "Ora ti spiego. Scusi?" Alis chiama la cameriera. "Che, mi può portare un foglietto e una penna?"
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