"Sì..." la cameriera sbuffa. Come se quello non fosse il suo compito. E certo che non lo è. Comunque viene pagata. Anche per essere gentile, no? Mentre aspettiamo, Alis da un ultimo sorso al suo frappé. Poi sicura ci sorride.

"Ora vi faccio vedere. Comunque è chiarissimo, si vede che anche per Lore era la prima volta."

"Questo non gliel'ho chiesto!"

Alis si tira su le maniche. "Calma, calma, ora vi spiego..."

Proprio in quel momento al tavolo arriva un foglio con una penna.

"Ecco qua... Poi ridatemi la penna."

La cameriera si allontana scuotendo la testa. Ma che roba, non ci posso credere! Che poi è una specie di Bic! Comunque Alis sta iniziando la sua spiegazione.

"Allora, voi sapete che Laura, mia sorella più grande, è medico, no? Si è laureata in Medicina."

"Eh...e allora?"

"Allora mi ha spiegato tutto! Come si prova piacere e non solletico per esempio..." E fa uno strano disegno, una specie di ovali. Che quando capisco a cosa si riferisce rimango senza parole.

"Alis, ma veramente vuoi farci una lezione sul sesso qui?"

"Certo, perché no? Un posto vale l'altro..."

"Ok, come vuoi."

"Vai avanti." Ma poi me ne viene in mente un'altra. "Ma tua sorella non è ortopedico?"

"Sì, ma che c'entra?"

"Come che c'entra, ti avrà spiegato cosa si deve fare quando ci si rompe un braccio o una gamba. Ma ancora di quella parte lì non ti si è rotto niente!"

"Come sei cretina!"

"Salve ragazze, che state facendo qui?" Rosanna Celibassi. La signora più snob, ma che dico snob, più super snob di tutto il Farnesina. Ci si piazza davanti e ci guarda curiosa e pungente come sempre. Non c'è niente da fare, è tutta sua figlia. Michela Celibassi. Sono identiche. La figlia vuole sempre sapere tutto di tutti, si informa addirittura, fruga nei diari anche per sapere quello che faciamo. Io per fortuna tengo tutte le informazioni, pensieri, riflessioni, decisioni, e soprattutto fidanzamenti, sempre che accada qualcosa, dentro il mio cellulare. Il mio fantastico Slide Nokia 6500. Ci sono affezionata da morire. L'ho chiamato NokiToki. Ma questa è un'altra storia, un po'"più triste o forse più bella non lo so, so solo che oggi non mi va proprio di parlarne. Anche perché ora c'è il problema Celibassi!

"Oh, salve signora, niente... prendevamo un frappé..." Alis è veloce a piegare il foglio e nasconderlo dentro la sua agenda Comix. "Stavamo chiacchierando."

"Alice, ti ricordi di domani sera vero?"

"Certo signora."

"È alle 21. Sto andando a ordinare tutto proprio per voi..." la signora Celibassi rimette il suo elegante portafogli in borsa. "Sarà felice Michela, vero? Anche lei mi ha parlato di questo posto, dice che ha le torte zabaione e cioccolato più buone di Roma. Sai se le piace qualcos'altro? La vorrei fare proprio felice..."

Alis sorride e piega un po'"la testa. "No no, così va benissimo, non mi viene in mente niente altro. "

"Ok, allora ci vediamo domani." La signora Celibassi si allontana con tutto un rumore di ciondoli e catene e bracciali e ogni tipo d'oro che penzola da tutte le parti. Roba che se qualcuno la spogliasse, dopo un primo spavento, si potrebbe fare di sicuro due settimane alle Maldive. Clod aspetta che si sia allontanata.

"Ehi, non ci avevi detto niente."

Alis è un po'"imbarazzata.

"Di cosa?"

"Sì, fai pure finta di non capire."

"Cioè... c'è la festa di Michela domani sera?"

"È che non vi volevo far rimanere male."

Clod alza le spalle. "Figurati, non ci sarei mai venuta... vi annoierete."

Alis fa segno di sì con la testa.

Poi Clod la guarda meglio. "Ma chi ha invitato, lo sai?"

"Boh." Anche Alis alza le spalle. "Non lo so. Qualcuno della classe..."

"Ma ci sono anche Marchetti, Pollini, Faraoni, insomma loro?" Clod è andata in agitazione. Loro sarebbero i Topi. Ma vi pare che un gruppo di ragazzi più o meno deficienti può avere come soprannome i Topi? Boh, stanno nell'altra sezione, la D. E fanno solo casino e sono degli idioti. Oddio, qualche volta mi hanno pure fato ridere un sacco. Sono stati alla festa della Bezzi, Arianna, quella che si crede quasi più della Celibassi e uno di loro, ancora non si è saputo chi, ma io qualche sospetto ce l'ho, ha fatto una cacata pazzesca. Ma non una cacata tanto per dire. Una cacata sul serio e l'ha pressata dentro la lavatrice, dove c'erano i panni bianchi. Camicie, camicette, golf di tutta la famiglia e poi l'ha fatta partire a tutto spiano. Ora vi renderete conto che razza di frullato è uscito lì in mezzo? I Topi hanno fatto anche altri scherzi alcuni troppo divertenti ma ora non me li ricordo. E comunque mi ha raccontato tutto sempre Matt. Matt, vero nome Matteo, piuttosto grassottello ma carino di viso, ha i capelli lunghi biondocastani, un po'"più scuri dei miei ed è molto simpatico, poi veste sempre molto fico, ha le magliette e i pantaloni giusti, almeno è così da quando ci siamo lasciati a luglio scorso. Non l'ho ancora rivisto. È lui che mi ha raccontalo del soprannome del gruppo dei Topi. Io gli ho chiesto da dove veniva ma non mi ha voluto dire più di tanto. "Un giorno forse te lo spiego..." È stato piuttosto vago, si è tenuto "sghiscio" come diciamo io e le mie amiche, insomma quando uno nasconde qualcosa, ma io una vaga idea di quel soprannome me la sono fatta, ma temo che sia una borata super. D'altronde quei Topi là se non dicono porcate non si divertono.

Comunque questa cosa della festa della Celibassi non mi va giù. Alis prende subito il biglietto del conto.

"Pago io... " Me lo strappa quasi dalle mani quando arriva la cameriera. Secondo me si sente in colpa. È anche vero che ha sempre pagato lei i conti!

Clod si è mangiata un ultimo pezzetto di cioccolata rubandolo dal mio piattino e alla fine siamo uscite. Ce ne siamo andate un po'"ciondolanti, sai quelle amiche che comunque vivono una certa amarezza. Insomma, forse pensandoci bene Clod ha ragione, Alis ce lo avrebbe dovuto dire.

"Ciao ciao... Ci vediamo..."

Ecco, me ne accorgo subito che c'è qualcosa che non va, non mi viene da fare il mio solito ciauuu! E così me ne vado. Alis sale sulla macchinetta. Clod la saluta e monta sulla sua. Io faccio fìnta di niente e cammino per conto mio, ma appena svolto l'angolo, faccio subito uno squillo a Clod. No! Cavoli, non ci voleva! Ho fìnito il credito. Speriamo che mi richiami. E dopo un secondo mi arriva un messaggio. "Che succede?"

Vorrei poterle rispondere ma non ho credito. Uffi. Sempre nelle situazioni più diffìcili. Oddio non è che sia così complicato, poi. Speriamo che Clod capisca. Dopo un altro secondo mi squilla il cell. È lei. Rispondo.

"Scommetto che non hai credito."

"Brava! Allora?"

"Allora che?"

"Madò, brutta "sta cosa di Alis, eh?"

"Pessima." Rimane per qualche secondo in silenzio, chissà cosa sta pensando. Tanto paga lei. Poi come se finalmente avesse messo a fuoco. "Forse non dovremmo vederla più, eh?"

"Ma, non so, mi sembra troppo..."

Altro silenzio. "Sì, hai ragione. Ma che, vuoi un passaggio?"

"No, no, ora mi faccio una camminata, mi voglio rilassare, questa cosa mi ha troppo innervosita."

"Sai dovremmo farle capire che avrebbe dovuto rinunciare per solidarietà."

"Già..."

Ma sento che non siamo convinte nessuna delle due e così decido di chiudere.

"Va bè ci sentiamo. Ci becchiamo più tardi su MSN, ok? Tanto..."

Che poi non so cosa voglia dire quel tanto, però è un periodo che lo uso un sacco. Cioè secondo me è bello, ti da libertà... Lascia comunque un po'"di spazio all'immaginazione... E" come a dire: "Tanto qualcosa può accadere... Tanto è solo una festa oppure tanto la vita va avanti". O almeno io lo uso e lo leggo così.

"Sicura che non vuoi un passaggio, eh?"

"No, no, te l'ho detto, ora voglio camminare. Grazie, torno più tardi con i mezzi."

"Ok. Allora a dopo."

"Sì, a dopo."

Clod è quasi spaventata a volte. Cioè ha paura di chiudere le telefonate, pensa sempre a cose strane, come se mettendo giù ci si perdesse per sempre. Forse perché i suoi lavorano sempre e a casa sua non c'è nessuno. Boh. Non è che la mia situazione sia diversa, eppure non ho come lei questa necessità continua di sentirmi con qualcuno.

Alis è quella che sembra soffrirne meno di tutti. E dire che i suoi sono separati e lei ha una sorella che non c'è mai. Mah! Questi sono i misteri della vita. Anzi, i misteri del mondo. Soprattutto il fatto che lei è sempre quella invitata alle feste, anche se noi abbiamo parlato molto più spesso di lei con la Celibassi. Ah, ma questa volta non la mando giù. E in un attimo mi viene l'idea. E sorrido. Ho trovato il modo per essere anch'io a quella festa!

"Buongiorno, desidera?"

"Volevo fare una sorpresa alla mia amica del cuore, Michela Celibassi, dovrebbero ritirare più tardi la torta per il suo compleanno."

"Ah sì, certo."

"Ecco allora le spiego, io e le mie amiche abbiamo pensato questa cosa..." E non so com'è ma riesco a convincerlo e mi lascia fare e mi porta in cucina e si distrae un attimo, quell'attimo che basta perché io possa mettere a punto tutto il mio piano diabolico.

"Grazie, ho fatto! Lei è stato veramente gentile. Li fa tutti lei questi dolci, vero? "

"Bè, sì."

"Ecco, lei è il pasticciere migliore che io abbia mai conosciuto!" E il tipo con il suo bel cappelletto in testa, certo non alto e grosso come quelli che vedi di solito in tivù, un cappelletto più semplice, insomma tipo quello che usano i medici di ER solo che è tutto bianco, mi sorride felice. Poi si compiace con la sua assistente lì vicino, una donna con quello stesso tipo di cappelletto, e divide con lei tutto quello che si merita. "Sul serio, siete bravissimi..." E li lascio così, fieri del loro lavoro. Anch'io sorrido. D'altronde quello che volevo fare l'ho fatto.

E così esco da Ciòccolati e mi sento un po'"più sollevata. Mi suona il telefonino. E" Clod.

"Eh, che c'è?"

"Ma secondo te siamo le uniche due della classe che non ha inviato?"

"Ma che ne so... Ma che ti importa. Comunque in un modo o nell'altro ci andiamo anche noi due a quella festa."

"Cioè? Ci imbuchiamo?"

"Non proprio... saremo una sorpresa. Poi ti spiego."

"Caro, sei troppo forte!"

"Ora scusa ma devo proprio attaccare."

"Ma mica spendi tu? Ti ho chiamato io!"

"Lo so lo so, ma devo fare una cosa! "

Che piattola Clod quando ci si mette. Non ti molla più. Io a volte ho bisogno di stare da sola. Oggi poi sono proprio in vena creativa! Cammino sul ponte e mi sento una di quelle straniere che vedo per Roma. Vanno sempre dritte per la loro strada e a volte non hanno neanche una cartina in mano! Si lasciano portare da quello che vedono.

La prima cosa che voglio fare, quando potrò, è viaggiare. Mi piace troppo l'idea e così cammino sorridente, un po'"straniera e un po'"no, attraverso il ponte Cavour e a un certo punto guardo giù. Che bello. Abbiamo sotto questo grande Tevere, che scorre e che ne ha viste di tutti i colori. Dagli antichi romani, agli anni sessanta quando ancora ci si faceva il bagno. Ogni tanto mi è capitato di vedere di mattina, quando sono restata a casa perché stavo male, quei film in bianco e nero dove c'era un attore tutto muscoli e belloccio con la faccia simpatica che mi sembra si chiamasse Maurizio e del quale non mi ricordo bene il cognome. E lui e i suoi amici si tuffavano nel Tevere, e c'erano poche macchine e tutti sembravano simpatici e ospitali e le feste erano aperte.

"Scusa..." Si ferma davanti a me un boro in motorino, con un casco bello alto, anzi enorme, sotto una fascia colorata gialla che raccoglie i suoi tanti capelli da semirasta. Oddio che vorrà? Già lo immagino. Adesso prova a rimorchiarmi.

"A bella, che sai dò sta via Tacito?"

Allora primo, già il fatto che mi chiami così, ma chi ti conosce. Secondo, ma che sono il tuo navigatore?

"Sì certo, allora guarda, devi tornare indietro, dopo il semaforo sempre dritto, prendi verso via della Conciliazione e poi giri a sinistra. E" lì."

"Va bè, se vede..." E parte con il motorino, sgasando e con la marmitta mezza sfondata. Insomma fa un casino.

E terzo, non mi hai detto neanche grazie. Ma questo già lo sapevo e un po'"me lo aspettavo. Ma la cosa più grave è che mi hai fermato non per conoscermi, ma per chiedermi una strada! Ma ti rendi conto? E così riprendo a camminare, un po'"scocciata all'inizio, ma poi serena e divertita. Io straniera per la mia città. E sorrido e poi comincio a ridere e inizio a correre per il ponte. Via, via, veloce. Che se mi ribecca quello... E chi lo ha mai saputo dove sta via Tacito!