Ridevo da mezza deficiente ogni volta senza dire niente.

"Ah... ho capito, peggio, stai a dieta!"

"Ma che... per niente ! Sto benissimo, mi piace il posto ed è buonissimo tutto."

"E allora?"

"Non ho particolarmente fame..."

"Ah, tutto qui? Meglio così!" Prende il mio piatto e azzanna quello che è rimasto, se lo mette in bocca in maniera vorace. "Vuoi dire che risparmio! "

E io provo a colpirlo. "Cretino! Sei un boro..."

E lui mangia apposta a bocca aperta.

"E dai, mi fai schifo! Non ti bacio più! "

E allora lui volutamente esagera, muove ancora di più la testa, su e giù, come a dire "Allora sì che lo faccio! ".

E facciamo casino, lo tiro per la manica della camicia per farlo smettere, lui prova a farmi il solletico, scherziamo, litighiamo per finta e continuiamo a ridere. La verità è che quando sto con lui è come se mi passasse la fame. "Tregua, pace?" Non ce la faccio più, alla fine mi arrendo. "Ok." Lui sorride, mi versa un po'"d'acqua, poi se ne versa un po'"anche lui. Ci guardiamo mentre beviamo e ci viene la stessa idea a tutti e due, fìngiamo di spruzzarci con l'acqua che abbiamo in bocca. Faccio una faccia preoccupata. Alla fine Massi si spinge verso di me e apre la bocca come se volesse schizzarmi ma l'ha già mandata giù. Scuoto la testa, sorrido e piano piano diventa tutto più tranquillo. Lo guardo, mi batte il cuore, mi si emozionano gli occhi. Mi si tingono d'amore. Che ne so io che mi succede? Mi guardo allo specchio lì vicino. Altro che dieta... Questo è amore! E" amore, amore, amore. Tre volte amore. Sono rovinata!

Oggi andiamo a vedere Juno. Troppo forte! Scritto da Diablo Cody, una giovane blogger che ha vinto l'Oscar alla sua prima sceneggiatura. Gli americani sono un mito. Sono davvero lo stato della grande occasione. Come quando lì vincono al loro Enalotto o al casinò vedi subito delle foto con un assegno gigantesco con scritta sopra la cifra vinta. E le persone che l'hanno vinta le vedi sul serio, dal vivo! Persone vere, con un bellissimo sorriso stampato sulla faccia. Da noi non si sa mai niente, al casinò esce solo la notizia di quando vince Emilio Fede, il giornalista di Retequattro. Lì invece, senza essere minimamente conosciuta, questa blogger Diablo Cody ha vinto l'Oscar. Pensa se qui accadesse a Rusty James! Mi metterei in tiro e andrei con lui fino a Los Angeles a ritirarlo e farei come Benigni: salirei in piedi sulla poltrona gridando "Rusty James! Rusty James è mio fratello!".

Già mi ci vedo, scivolo e cado per terra!

Comunque è finito il primo tempo. Film fichissimo, pieno di battute e troppo divertente. Attrice giovanissima e bravissima, Ellen Page mi sembra si chiami. Juno è la storia di lei che decide di farlo con il suo ragazzo, un tipo buffo un po'"sfigato ma carino, tenero... e rimane incinta!

"Certo che se succede..."

Massi entra nei miei pensieri. "Bel casino."

"Non so proprio come se la cava così tranquilla lei... Forse perché è un film..."

Massi mi tocca la pancia. "Che faresti?"

Chiudo gli occhi... "Certo che mi piacerebbe da morire un bambino, ma ho quattordici anni!" Li riapro. "A parte che lei ne ha quindici! Quindi avrei ancora un anno di libertà..."

"Ma se già la vedi come una schiavitù, non va. Sul serio, non ti piacerebbe?"

"Ma guarda, l'ideale è che succeda al doppio di quello che ho vissuto... quindi a ventotto anni..."

"Ok, mi sembra giusto. Mi prenoto per allora..."

E mi sorride e mi prende la mano.

Ha diciannove anni, uno in meno di mio fratello. Cosa direbbe Rusty se lo conoscesse? Sarebbe geloso? E mentre penso questo, mi appoggio alla sua spalla. I miei capelli biondi sparsi sul suo golf blu. Tranquilla, prima che ricominci il film.

"Carolina, vuoi popcorn, una Coca, qualcosa da bere?"

Ci penso un secondo e guardo l'omino dei gelati che sta lì, nell'angolo in basso vicino allo schermo, con tutta quella gente intorno a lui.

No! Non ci posso credere. Vedo alzarsi dalla fila davanti a me Filo e poi c'è Gibbo e alcuni della classe, la Raffaeli e Cudini e anche Alis, e Clod con Aldo.

"No, no, grazie, non voglio niente." E scivolo piano un po'"più giù nella mia poltrona. Non so perché. Ma mi scoccia. Non voglio farmi vedere. Non con lui. Massi è mio. Non voglio dividerlo con nessuno. Cioè, non è neanche questo. E" che sono troppo felice e la mia felicità mi sembra così fragile, ecco, come se fosse una di quelle ragnatele. Sì, è fatta di sottili fili di cristallo e io sono al centro, distesa prigioniera, con i miei capelli biondi sparsi sulle mie spalle e Massi avanza, cammina a quattro zampe e mi guarda, splendido uomo ragno, Spiderman in nero... E basta un niente perché la nostra magica rete svanisca, puff... e io cada giù.

Così scendo un altro po'"nella mia poltrona, quasi sparisco. Poi per fortuna si spengono le luci. Seguo Juno ma non mi diverto come prima. Da lontano li vedo, riconosco le loro sagome anche nella penombra della sala. Ogni tanto qualche scena più luminosa del film li illumina un po'"di più e allora li vedo ancora meglio. Ma d'altronde li conosco a memoria! Li vedo da tre anni ogni giorno. Anche nelle loro più piccole sfumature. Come posso confondermi? Sono i miei amici. E su questa considerazione mi sento un po'"più tranquilla, mi agito meno, mi siedo meglio sulla poltrona. E riprendo a seguire il film tranquilla, e rido di nuovo come tutti, con li stessi tempi, lasciandomi andare, confusa nella platea, proprio come loro, come i miei amici, così, senza pensieri.

Finisce il film. Mi alzo subito anche se di solito mi piace vedere i titoli di coda e capire bene chi era quell'attore o quel pezzo musicale che magari mi è piaciuto. Mi giro, do le spalle ai miei amici e vado verso l'uscita. Massi è dietro di me. Le sue spalle larghe mi tengono nascosta.

Poco dopo siamo fuori, ma appena svoltato l'angolo...

"Carolina..."

Mi giro, è Gibbo. "Ma dai, c'eri anche tu al cinema, non ti ho visto!" E si avvicina e in un attimo arrivano tutti.

"Ti è piaciuto?

"Si, un casino."

"Aho, pensa a ritrovarmi incinta a quell'età! A te non può proprio succedere!"

"Perché? Magari il prossimo anno..."

"Sì, con l'aiuto dello Spirito Santo."

"Ma che, neanche! Neanche con un miracolo!"

"Sì, sì, un miracolo del..."

E alcuni ridono, anche se non c'è niente da fare, Cudini è sempre un boro. E continuano così e giù battute e scherzi e spinte, come sempre quando ci si vede in gruppo. Poi vedo che qualcuno me lo guarda curioso.

"Ah, lui è Massimiliano."

"Ciao!" Alza la testa come a salutare un po'"tutti.

"Lei è Clod, Aldo... lui è Cudini, poi Filo, Gibbo, lei è la mia amica Alis. Te la ricordi? Ti ho parlato di Clod e Alis..."

Si danno la mano, si guardano negli occhi e io provo qualcosa di strano.

"Sì, sì, mi hai parlato di tutti..." Ma Massi è eccezionale, dice questa cosa fichissima e alla fine mi passa subito. E così, divertita, guardo l'espressione di tutti mentre lo guardano. Come lo studiano, curiosi e curiose, come fanno finta di niente, come distratti, forse sul serio, ci lasciano andar via.

"Simpatici i tuoi amici..."

"Sì, è vero. Stiamo in classe ormai insieme da un sacco..."

"È carina la tua amica..."

"Sì..." Vorrei colpirlo, ma faccio finta di niente. "E" fidanzata."

Massi sorride. "Mica sono geloso."

Questa battuta l'ho già sentita. L'ha detta una volta Paolo, un ragazzo di Ale... Mi è stato così antipatico quando l'ha detta. Poi guardo Massi. Bè, con lui fa comunque tutto un altro effetto. Lui se ne accorge, si mette a ridere e mi salta addosso abbracciandomi. "E dai, lo dicevo apposta per darti fastidio..."

Faccio la sostenuta. "Bè, mi dispiace... Non ci sei riuscito!"

Cerca di baciarmi, lottiamo un po', ma poi alla fine, su questo, piacevolmente cedo.

Ma la cosa più bella mi è capitata a fine maggio.

Mattina presto. Cioè non tanto presto. Arrivo trafelata a scuola. Chiudo il motorino con tanto di catena e raccolgo lo zaino buttato lì vicino. Quando mi rialzo c'è Massi con un pacco in mano.

"Ciao! Che ci fai qui?"

Mi sorride. "Voglio venire a scuola con te."

"Dai scemo, lo sai che non si può... Ma non devi studiare?"

"Hanno spostato l'esame di diritto a metà luglio."

"Meglio, no? Non ti entrava molto in testa." Poi lo guardo curiosa. "E questo pacchetto?"

"È per te!"

"Che bella sorpresa, sul serio? Grazie!" Mi scoccia baciarlo e saltargli addosso qui, davanti a scuola ma lo farei di un volentieri... Solo che se mi vedono gli altri? Cioè mi porterebbero sfiga. Sono emozionatissima comunque, anche se cerco di non darlo a vedere. Scarto veloce il pacchetto.

"Ma... è un costume!"

Lo apro meglio, blu polvere e celeste, bellissimo.

"Hai anche azzeccato la taglia." Lo guardo perplessa. "Ma sei sicuro che è per me?"

"Certo" mi prende per mano. "Sono sicuro che non ce l'avevi."

"Questo no... ma altri sì."

"Non ce li avevi qui. Perché adesso..." arriva vicino alla moto e tira fuori da sotto un secondo casco e ci monta sopra, "andiamo al mare." E in un attimo vedo il prof di italiano, quella di matematica, la terza ora di storia e poi la ricreazione e poi inglese... E sono preoccupata, non perché io abbia problemi con la lingua, no, perché non andare a scuola, così, senza averci neanche pensato, ragionato, inventata già una scusa nel caso che... Poi lo guardo e con una tenerezza che non so raccontarvi lui mi fa: "Allora...?". Ma così delicato, ingenuo, quasi già dispiaciuto di fronte a un mio ipotetico no. "Andiamo?" Mi sorride e non ho più dubbi. Prendo il casco e me lo infilo al volo e un attimo dopo sono dietro di lui, lo stringo forte, appoggiata alla sua schiena. E guardo il cielo e quasi strabuzzo gli occhi. Ho fatto sega! Non ci posso credere. Non ci ho pensato più di un attimo, non ho avuto un pensiero, una paura, un sospetto, un'indecisione, un dubbio. Ho fatto sega! Lo ripeto dentro di me, ma non ci sono già più...

La città sfila sotto i miei occhi. Una via dopo l'altra, sempre più veloci, muri, saracinesche, negozi, palazzi. Poi più niente. Campi verdi appena fioriti, secche spighe che si piegano al vento, fiori gialli, grandi e tanti che riempiono quadrati. Andiamo via così, il Raccordo e poi giù, più giù, verso Ostia.

La pineta. non c'è nessuno. Ora ha rallentato. La moto borbotta leggera portandosi verso quell'ultima spiaggia, lì dove sfocia un piccolo fiume. Si ferma. Si toglie il casco.

"Ecco. Siamo arrivati."

Un cartello. Capocotta. ma non è quella spiaggia di nudisti? Non lo dico. Il sole è alto, bellissimo, fa caldo ma non troppo. Massi tira fuori gli asciugamani, dal bauletto là dietro, ha pensato a tutto.

"Vieni!" Mi prende per mano, arranco dietro di lui e corro felice, ridendo verso quell'immenso mare azzurro che sembrava aspettare solo noi.

"Ecco, mettiamoci qui."

Lo aiuto a stendere gli asciugamani. uno vicino all'altro. Non c'è vento. La spiaggia è vuota.

"Sai, questo è il posto dove di solito vengono i nudisti."

"Sì, siamo fortunati però, oggi non c'è nessuno."

Mi guardo in giro. "Già..."

"Possiamo fare noi i nudisti."

"Cretino! Mi vado a mettere il costume."

Per fortuna c'è lì accanto, a pochi metri, una casa mezza diroccata, uno di quegli antichi ruderi che facevano parte di chissà quale importante villa romana. Giro un po', poi trovo un angolo nascosto per cambiarmi. Che bello. Per fortuna non c'è veramente nessuno.

Il costume mi sta bene, almeno mi sembra, non c'è uno specchio qui purtroppo. E così mi rimetto sopra la camicia ed esco fuori da quel vecchio ridere.

Massi si è già cambiato. E" in piedi vicino agli asciugamani. Ha un bellissimo fisico, asciutto, definito ma non troppo magro. E non troppi peli. Un costume nero, largo, non troppo lungo. Mi accorgo di guardare lì e un po'"mi vergogno e arrossisco. Ma tanto lo so solo io.

"Ho indovinato la taglia?"

"Sì" sorrido. "E questo non mi piace."

"Preferivo sbagliassi... Vuol dire che hai troppo occhio. E che sei allenato!"

"Sciocca..." Mi tira a sé. Mi bacia e il fatto di essere così vicini senza niente addosso, senza quasi niente, mi fa strano, ma non mi vergogno. Anzi.

Poco dopo siamo sugli asciugamani. Lo spio. Lo guardo. Lo ammiro. Lo desidero. E" a pancia in su che prende il sole. Gioca con la mia gamba, mi accarezza. Mi tocca l ginocchio, poi sale su. Poi ridiscende giù. Poi sempre un po'"più su. E il sole. Il silenzio. Il rumore del mare. Non so. Mi sto eccitando. Mi sento tutta calda dentro. Che strana sensazione. Non capisco più nulla. Massi a un certo punto si gira lentamente verso di me. Anche se ho gli occhi chiusi lo sento. Allora giro lentamente il viso verso di lui e li apro. Infatti. Mi sta guardando. Sorride. Sorrido anch'io.