"Buongiorno!" Entro alla Feltrinelli di galleria Sordi, in piazza Colonna, cioè prima in realtà ho fatto un salto da Zara. Avete presente qual è? E" quel negozio fichissimo lì di fronte, che vende tutta roba spagnola che costa molto meno di quella che abbiamo noi. E il materiale è pure bello, vi giuro. Solo che non mi sono comprata niente. C'era un giubbotto che mi faceva impazzire. Ma in questo periodo sono veramente a corto, dovrei inventarmi qualcosa con mia madre o forse con mio fratello. Rusty James un giubbotto così me lo farebbe subito ma anche lui è messo quasi peggio di me. Nonna. Nonna potrebbe essere la mia carta vincente. Nonna Luci. Si chiama Lucilla mia nonna e io sono la sua prima nipote, nel senso di nipote preferita come dice lei, ma anche questa è un'altra storia molto romantica. Di sicuro ve la racconterò per bene ma in un altro momento, perché oggi mi sento molto più portata per le scienze.

Questa storia di Alis non mi suona bene e non mi va che ho sofferto il solletico solo per ignoranza! Voglio sapere, documentarmi, capire. E non so se io e Lore siamo fidanzati, se ci siamo messi insieme, sì insomma, quella roba lì... So che quel bacio mi è piaciuto moltissimo e la cintura, il pantalone, sì, insomma, anche tutto il resto... E conservo la bottiglietta con la sabbia e la conchiglia per non dimenticare il nostro appuntamento. Ma non voglio più arrivare impreparata.

"Scusi, dov'è il reparto di scienze?"

"Anche qui..."

"Ah." Mi guardo in giro. C'è un po'"di tutto. Il signore con tanto di cartellino con scritto "Sandro" e sotto "Feltrinelli" mi guarda curioso.

"Che cercavi?" Ehm... Non so veramente cosa rispondergli, che gli dico?! Aiuto. Mica posso dire un libro che mi spieghi bene tutto così quando Lore mi tocca lì non soffro più il solletico! Immagino la sua faccia. Cerco di essere la più seria possibile.

"Un libro sull'educazione sessuale."

Il commesso con grande professionalità mi indica un reparto.

"Guarda, tutto quello che abbiamo lo trovi laggiù."

E così faccio un bel respiro e mi dirigo verso quel reparto. Ehi, ma c'è un sacco di roba qui. Pensavo che le cose da sapere alla fin fine non fossero poi così tante!

Educazione sessuale (10-13 anni) Educazione sessuale come prevenzione. Nuovi modelli per la famiglia, la scuola, i servizi: La sessuologia del 2000 e l'educazione all'amore.

E questo poi... La tana del coniglio. Consigli e suggerimenti per l'educazione sessuale degli adolescenti. Con schede operative. La tana del coniglio! Ma quindi stando a questo libro... io sarei come una coniglietta? Un po'"come quei giornali che una volta ho visto a R. J., sì, una coniglietta di "Playboy"! Aiuto!

Inizio a sfogliarne uno. Nelle prime pagine ci sono un sacco di spiegazioni tecniche e di termini. Eiaculazione precoce. Frigidità. Orgasmo. Petting. Punto G. Punto K e C. Punto L. Vaginismo. E quei disegni che sono impressionanti rispetto a quello che ci stava proponendo Alis. Apro il libro a metà. "L'adolescenza con le sue trasformazioni fìsiche (pubertà) richiede anche alcune conoscenze che ci permettono di capire meglio che cosa stia succedendo al nostro corpo e quali siano le più importanti novità del nostro "crescerè e della nostra diversa sessualità di ragazzi e di ragazze." E fin qui... Sfoglio ancora. "Prendetelo come un gioco, insomma. E solo questione di esercizio e poi si proverà ugualmente un intenso piacere con la massima sicurezza..." E capendo il significato quasi arrossisco. E lo chiudo di botto e mi guardo subito in giro sperando che non ci sia nessuno che conosco. Ci manca solo di incontrare un parente o peggio un insegnante. Ecco, una come la profesoressa Boi per esempio, quella spiffererebbe tutto a mia madre. Bè certo, non è come quel giornaletto che hanno tirato fuori i Topi a quella festa.

Mi ricordo il giorno che Matt aveva fatto la cresima, ci aveva invitati tutti a casa sua nel pomeriggio. Ed eravamo andati tutti lì.

Ed era niente male sul serio. C'era un bel sole che entrava dalle finestre e avevano preparato un buffet di quelli proprio buoni, dove ci sono i tramezzini come si deve che non sono asciutti, con il pane alto e morbido, di quelli proprio gustosi insomma e con un sacco di scelta. Devi solo spostare quello sopra se non ti piace e andare a cercare un po'"più sotto finché non trovi quello giusto. Giusto... che poi uno giusto non c'è! Quello che piace a te insomma, che ne so io, per esempio cercavo quello con il caviale... Che poi, mi ha spiegato Clod che sa tutto su queste cose, in realtà sono uova di lompo! Oppure mi sarebbe andato bene anche uno di quelli all'uovo e salame che mi piacciono da morire, solo che non li mangio mai, non fosse altro per la ipotetica possibilità di baciare qualcuno, cosa che allora non era ancora successa. Metti caso che finalmente uno ti si avvicina, magari spalanca e tu.. ti basta un respiro uovo e salame e l'hai bello che steso! Quindi non si proponeva proprio lontanamente l'idea... Va bè, insomma, comunque era un buffet da sballo, c'erano pure le pizzette rosse, quelle prese da Cutini a via Stresa, fresche e piene zeppe di pomodoro, una vera rarità. Di solito le trovi asciutte e con poco pomodoro, non so perché, non credo che ci sia un costo diverso. Mah...

E Clod era lì, praticamente spalmata su quel buffet, felice come una Pasqua. Anche questa cosa, felice come una Pasqua, la dice sempre nonna Luci. Ma io mica l'ho tanto capito bene cosa significa. Cioè, perché uno a Pasqua deve essere per forza felice? Mi ricordo che per esempio Ale, mia sorella, si è lasciata proprio a Pasqua con il ragazzo. E per lei quei giorni sono stati drammatici! Aveva comprato un uovo con tanto di sorpresa dentro ed è stata tutto il giorno seduta a un tavolo a guardarselo e una cosa è sicura, non era felice proprio per niente, anzi! E allora in quel caso come si dice? Era triste come un Natale? Anche se magari è proprio Pasqua. Bè, lasciamo stare anche perché Ale alla fine ha rotto quell'uovo e non ha fatto in tempo a finire tutta la cioccolata che già si era messa con un altro, ma anche questa è un'altra storia.

Ma a quella festa la cosa più strana era Clod. Cioè mentre si ingozzava di tramezzini e di pizzette, riusciva contemporaneamente a mettersene perfino alcune nel piattino, come se ci fosse il pericolo che finissero! Cioè voi l'avreste dovuta vedere, sembrava un "polilame", il polipo della fame. Non so se esiste un animale del genere, ma so solo che Clod muoveva le mani come se ne avesse mille. Con una mangiava, con l'altra prendeva un tramezzino e lo metteva nel piatto, di nuovo con l'altra prendeva una pizzetta e se la metteva in bocca e con l'altra mano ne poggiava una nel suo piattino, insomma una macchina da guerra o meglio una macchina da fame!

Io invece ero un po'"a dieta e così me ne andavo girando per il salotto, sai quando non hai niente da fare e un po'"ti annoi e allora guardi le foto e cerchi di capirne un po'"di più di quella famiglia, la foto dei genitori da giovani quando si sono sposati, e poi i genitori dei genitori quando si sono sposati pure loro e poi quando è nato qualcuno, le prime foto di Matt da piccolo, che poi sono uguali alle mie, cioè quando si è piccoli sembriamo un po'"tutti uguali, abbiamo gli occhi sbarrati di fronte alla macchina fotografica e non possiamo certo immaginare cosa accadrà.

Bè, a un certo punto mi guardo intorno e mi accorgo che, non so com'è, la maggior parte dei ragazzi che erano in salotto sono spariti. Mi avvicino allora a Silvio Bertolini. Oh, è un tipo simpatico lui. Bè, simpatico forse è una parola esagerata. Insomma ogni tanto ti fa ridere. Il problema è che non lo fa volontariamente! Ha degli occhiali spessi e un apparecchio ai denti e la madre, una signora grassa, una certa Maria Luisa, gli sta sempre addosso. Appena lo vede uscire di scuola gli mette a posto la sciarpa e poi il cappello, li tira su il cappotto, insomma lo fa veramente soggetto e lui inciampa, cade, sbatte, insomma gli succede di tutto. Secondo me è colpa della madre! E comunque noi lo chiamiamo Silvietto.

"Ma che fine hanno fatto gli altri?"

Quasi si gira di soprassalto. Ha una strana tartina tra le mani e sia cercando di levare tutta la maionese perché non gli piace. La spalma sul tovagliolo poggiato sul tavolo. E quando lo chiamo fa un tale balzo che la tartina gli salta via dalle mani, fa una capriola su se stessa e atterra proprio sul tovagliolino, rimischiandosi a tutta la maionese e rendendo così del tutto inutile il lavoro fatto fino a quel momento.

"Eh! Che c'è?"

"Dicevo dove sono gli altri? Non vedo più nessuno dei maschi!"

"Di là!" Indica infastidito un corridoio nella penombra.

"Ok, grazie." Silvietto riprende la tartina e ricomincia meticoloso il "toglimaionese" come se null'altro lo interessasse. Io mi infilo nel corridoio: ci sono alcune vecchie stampe attaccate al muro, sopra un termosifone c'è una piccola mensola con sopra un vasetto in legno. Lo riconosco, è quello che abbiamo fatto nell'ultima lezione di applicazione tecnica. Dentro ci sta qualche fiore secco visto che è stato fatto in cotto, ma è talmente brutto che se ci si mette l'acqua dentro si rischia di innaffiare tutto il parquet e fare nascere lì sul serio qualche fiore!

Matt non è stato capace di farlo per bene, ha un sacco di crepe! A me è venuto meglio, ho preso buono, ma quando l'ho portato a casa è sparito. Devo indagare. Mi sa che mia sorella l'ha regalato a qualcuno dei suoi fidanzati inventando pure che l'ha fatto lei. Se è così rischia grosso, visto che sotto c'è scritto con tanto di pennello a olio Carolina III B. Ma anche se questo capitasse, lei sa sempre come uscirne.

Ecco, vedo una luce. L'ultima camera in fondo al corridoio ha la porta socchiusa. E sento uno strano silenzio. Mi avvicino in punta di piedi e mi appoggio alla porta. Forse non c'è nessuno. No, no. Guardo dalla fessura, stanno tutti qui, alcuni seduti sul letto e altri per terra. Ma perché stanno così in silenzio?

"Ohhhh." All'improvviso un'esclamazione di stupore e qualche altro commento che però non afferro bene. Apro la porta e tutti si girano all'improvviso, stupiti, attoniti, senza parole, quasi spaventati.

"Ma che state a fare?"

Matt è il più veloce di tutti. "No, no, niente..." e cerca di chiudere qualcosa che ha lì sul letto in mezzo agli altri. Ma qualcuno lo tiene fermo apposta e così io lo vedo. Delle figure, delle foto, e senza volerlo spalanco la bocca.

"Noooo. Non ci posso credere."

Donne nude e uomini e altre donne che tengono in mano il loro "coso" e altre ancora che ne combinano di tutti i colori.

Matt prova di nuovo a chiudere quel giornalino ma Pierluca Biondi, che è da sempre quel maiale porco allupato che io e tutte le mi amiche conosciamo, gli ferma il braccio.

"Ma no no, lasciala guardare, così magari ci da la sua interpretazione..." e poi mi fissa con una faccia da lupo, tipo quelli dei cartoni animati, con un sopracciglio che si alza e un po'"di bavetta che gli si forma all'angolo della bocca. E sorride, il porco. "Allora Caro... che ti sembra, eh? Che ne pensi?"

E io faccio una smorfia e sorrido maliziosa peggio di lui.

"Ah quello... E" vecchio. Dovete vedere l'ultimo, lì sì che ci sono belle scopate!"

Ma proprio in quel momento una mano si poggia sulle mie spalle.

"Ragazzi, ma che fate qui?" È la mamma di Matt.

Il giornalino stavolta sparisce in un attimo, finisce sotto il cuscino del letto e Pierluca Biondi ci si siede sopra con una specie di tuffo.

"Anche tu Carolina, cosa dicevi?"

"Eh no dicevo, non è bello che ve ne andate..."

"Infatti, sì, ha ragione."

"Sì, mamma, ma stavamo decidendo per la prossima partita di pallone di domenica al campetto della scuola."

"Sì lo so Matteo ma non è carino, dai... Gli altri stanno tutti in salotto, forza, venite di là a parlare..."

E così piano piano uno dopo l'altro, Pierluca, Matteo e tutti gli altri arrapati lasciano la stanza e la madre, una volta che sono usciti tutti, chiude la porta.

"Dai, andate di là che vi porto i dolci."

"Sì, mamma." E lei sorride. E Matteo torna a essere uno dei bambini più buoni del mondo. Almeno questo è quello che può credere sua madre.

Quando entriamo in salotto, Bertolini è finalmente riuscito a pulire la tartina. Se la guarda tutto fiero del suo lavoro, la sta per mangiare ma Pierluca gli da una pacca sulla schiena.

"Bella Silviè." E la fa volare di nuovo, questa volta per terra e ;i faccia in giù.

Ora non so com'è, ma perché ogni volta che qualcosa deve restare pulita cade per terra e soprattutto cade a faccia in giù sporcandosi irrimediabilmente? È strana questa storia. E" un po'"come quel diario della Legge di Murphy, quello che fa tanto ridere Rusty James e i suoi amici. Quello delle regole sciocche, che se una cosa deve andare male andrà male... E così via. Boh. Loro ci ridono un sacco. Comunque raggiungo Matt nel salotto.