"Ehi."

"Eh." Non mi guarda in faccia, forse un po'"si vergogna. "Che "è? Cosa vuoi?" Finalmente mi guarda. "Sei contenta che sei venuta di là, che ci hai scoperto?"

E io scuoto la testa: "Ma che dici, ma ringrazia che coprivo la porta... Vi ho dato tempo: se entrava tua madre e vi trovava che guardavate quel giornaletto tutti arrapati... Pensa che figura ci facevi, proprio il giorno della tua cresima!".

"Ma che c'entra mica è peccato quello! Era un divertimento e con gli amici..."

"Sì, ma dopo quando lei ti ha chiesto cosa facevate, tu le hai mentito... Proprio il giorno della tua cresima..."

"Oh senti, ma hai finito di rompere? Sì, mi scoccia, mi sento in colpa per questo, l'ho pensato. Ma tu cosa vuoi? Perché mi stai facendo tutta questa storia, eh? Cosa vuoi da me?"

"Quel giornaletto."

"Quello?" Mi guarda con gli occhi sbarrati, poi torna a sorridere. "Ma non l'avevi già letto?"

"Dai..." Non mi voglio far vedere imbarazzata, questa volta sono io che non lo guardo.

"Ok Caro, te lo do... però posso chiederti una cosa?"

"Che cosa?" Lo guardo di nuovo negli occhi.

"A che ti serve?"

"Non mi va che noi donne arriviamo sempre del tutto impreparate."

"Aaaah" e fa uno strano accenno con tutta la testa, come se sul serio avesse capito qualcosa.

Ora, il resto del pomeriggio era passato tranquillo, tranne qualche sguardo stupido che mi aveva lanciato Biondi prima che finisse la festa alludendo a quello che avevamo visto in camera. E alla fine della giornata vado in camera di Mat, lui è lì che mi aspetta. Ha già messo il giornaletto dentro una busta e me lo passa in fretta.

"Presto, mettilo nella tua borsa." E io ce lo infilo in fretta e furia ma prima di andarmene faccio finta di dover andare in bagno. Sapete non vorrei che poi una volta arrivata a casa ci trovo dentro "Topolino" o "Dylan Dog" o peggio uno di quei fumetti manga che tappezzano praticamente la camera di Matt. E così vado in bagno, apro la borsa e dentro quella busta c'è proprio lui, quel giornaletto spinto con tanto di vietato ai minori di diciotto. Richiudo in fretta e furia come se qualcuno potesse vedermi e quando esco qualcuno mi chiama. "Carolina è arrivata tua madre, è giù che ti aspetta." E così vado spedita verso la porta del salotto e quasi non saluto nessuno talmente ho il cuore a duemila. Esco sul pianerottolo e sono tutta felice perché sto per prendere l'ascensore da sola. E invece all'improvviso arriva Biondi con suo padre e non faccio in tempo a uscire, che lui ha già spinto il bottone con la T. "Scendi con noi?" "Sì certo." E così mi faccio quei piani con Biondi che mi fissa e sorride. E poi all'improvviso...

"Che fai Carolina... Dormi subito o vedi la tivù quando arrivi a casa?"

"Boh, non lo so, perché?" Salivazione a zero.

"Bè, perché non si sa mai. Magari c'è che ti metti a letto e leggi..." e sorride e mi sento morire. Matt gliel'ha detto! E infatti mi guarda e poi guarda la borsa e alza il mento come a indicarla. "Non ti piace leggere?" Oddio, mi sento svenire e se ora cado, scivolo e si apre la borsa e il padre vede quel giornaletto? Che figura ci faccio? Ma per fortuna mi viene in soccorso proprio lui.

"E dai, lasciala stare... Ma farà quello che vuole! Se è stanca va a dormire."

Faccio un sospiro. Fiuuu...E proprio il padre che mi salva. "Dai esci, siamo arrivati" e lo spinge fuori dall'ascensore. "Saluta i tuoi, Carolina."

"Grazie..." Non so di cosa veramente lo ringrazio ma quello stupido di Biondi insiste.

"Ci vediamo domani a scuola così poi... mi racconti."

Non lo saluto, non lo calcolo proprio. Vado alla macchina di mia madre e mi ci infilo come un razzo. Mi guarda. Di sicuro mi trova pallida.

"Ehi, che hai, non ti sei divertita alla festa?"

"Ma che! Avevo paura che mi tiravano un gavettone dall'alto! "

Mia madre non è tanto convinta di quello che le ho detto. Si sporge, guarda dal vetro anteriore. Non c'è nessun terrazzo con le luci accese. Mi fissa negli occhi cercando di scoprire qualcosa, di cogliere anche il minimo impercettibile battito di palpebre diverso. Io guardo avanti. Faccio la vaga.

"Uhm...?" Mi fìssa ancora. Non ce la faccio più. Pensa se mi esce ora dalla borsa il giornaletto porno, le prenderebbe un colpo. Allora mi giro lentamente verso di lei, curiosa, ingenua, un po'"sorridente ma non troppo. Ma soprattutto... falsissima.

"Che c'è mamma? Perché mi guardi così?"

"Niente.."

In questi casi conviene partire sempre al contrattacco. Perché Ii spiazzi e quella che può essere stata la loro sensazione giusta, diventa solo un qualcosa di strano che si vede avevano avvertito, sbagliando. Infatti mamma fa un bah, solleva le spalle, poi accende il motore e fila via spedita verso casa. Mentre io, senza farmi accorgere, tiro un sospiro di sollievo.

La notte sto fuori di testa. Mi agito nel letto e non riesco a prendere sonno, controllo ogni due minuti lo zainetto sotto la sedia dov ci stanno i libri di scuola e soprattutto... il mitico pornogiornaIino! Penso a quel deficiente di Biondi che ha immaginato me che sono tornata a casa e mi sono chiusa in camera a leggerlo! A Biondi... ma mica sono tutti malati come te! Non ho neanche avuto il coraggio di tirarlo fuori dalla busta! L'ho infilato direttamente così dentro lo zaino di scuola. E anche il giorno dopo. Da paura! Nel vero senso della parola. Sono andata a scuola in autobus come sempre. Ma non so com'è, quella mattina tutti quelli che stavano sull'autobus sembrava che sapessero, sì, che in un modo o nell'altro ce l'avessero con me. Sai quando vedi quelle facce che sono proprio furbe, che sembra che ti dicono "A bella... A chi la vuoi dare a bere eh? E dai faccelo vedere anche a noi... Lo so che cosa c'hai lì sotto, che ti credi!". E poi quegli altri, quelli un po'"più viscidi, quelli più laidi... Quelli sembra proprio che guardino te, solo te, e soprattutto che ti dicano "Te piaciuto, eh? Ora hai capito che cosa facciamo tutti noi...".

Insomma mi sentivo in colpa, tanto che sono scesa alla fermata prima e ho iniziato a correre come una pazza per arrivare in tempo a scuola prima che chiudessero il cancello. Sono entrata quasi in scivolata mentre Lillo, il custode, lo stava proprio chiudendo. "Buongiorno! Corri corri Carolina... che oggi sono guai!" Oddio! Pure lui lo sa! O l'ha detto tanto per dire?!? Non ci penso, continuo a correre su per i gradini a due a due, e anche a tre a tre, ma ce la faccio solo una volta, poi quasi inciampo al secondo tentativo e arrivo tutta trafelata nel corridoio che porta alla mia classe. Rallento un attimo. No sul serio, ci ripenso. Ma che voleva dire Lillo? Oggi sono guai? E perché mai ha detto così? Ma che, mi beccano sul serio il giornaletto? O cos'altro può succedere? E così nel dubbio provo a chiamare Jamiro. Faccio al volo il numero del telefonino ma niente, è staccato. Uffa, ma il mio cartomante di fiducia dorme fino a tardi? Ma uno che se ne fa delle previsioni astrologiche da mezzogiorno in poi?!? Per noi è la mattinata la base della nostra vita, è da come purtroppo andranno le cose a scuola che dipende molto di quello che accadrà nel pomeriggio e ancor di più se ci sarà o meno la possibilità di uscire la sera! Riprovo, niente. Staccato. E così non ho più dubbi. Devo prendere una decisione da sola. E improvvisamente sento il bisogno di andare in bagno. E quando ne esco mi sento molto più leggera. Forse perché mi sono tolta un peso fondamentale, ma non fisiologico... diciamo spirituale. Quello con la mia coscienza. Ho mollato il giornaletto in alto, dietro lo sciacquone del bagno. Lo conosco perché una volta a casa ho aiutato mio fratello R. J. ad aggiustarlo! E stato uno spasso Ero la sua assistente idraulica, alla fine ci siamo fracicati completamente perché si è rotto un tubo! Ma non sai le risate, sono quelle cose che non ti dimentichi più. E anche se l'acqua schizza e fa danni e prendi secchi e stracci e cerchi di trovare una soluzione, alla fine scivoli, cadi e ti appoggi o ti attacchi a una tenda e la strappi o rompi qualcos'altro e subito dopo magari semplicemente si rovescia un secchio che avevi appena riempito d'acqua e inizi a ridere come una sciocca. E qualcosa capita anche a lui. E ridete ancora di più. E vi guardate e vi sembra che tutto vada nel verso giusto per farvi ridere, e allora ridi, e ridi ridi ancora e sembra che il destino sia d'accordo con te, sì, val roprio la pena di ridere un sacco. Ecco, credo che ancora oggi sia una di quelle cose che ricordo con più piacere, perché abbiamo passato un pomeriggio di quelli che veramente ti si stringe la pancia e ti fa male per quanto ridi. In quegli attimi non c'è cosa più bella di quella risata, ti dimentichi un po'"tutto quello che ti è andato storto e ti senti veramente in pace con il mondo. E allora finisci di ridere, fai ancora qualche piccola risata nervosa, ma poi ti senti quasi soddisfatta e tiri un sospiro lungo, come di sollievo. Ecco, questo è vivere, ridere così, alla grande, con una persona che ami e che ti fa sentire amata. E anche se spero che ne accadano di meglio, so già che quella storia del tubo e dell'acqua sarà una delle cose più belle che mi ricorderò!

E comunque entro di corsa in classe, proprio appena in tempo prima che arrivi il prof della prima ora. No. Non ci posso credere! Non me lo ricordavo. Ma vi rendete conto dell'assurdo? E" don Gianni! Cioè avrei fatto la prima ora di religione con il peccato accanto a me... Gli sarebbe bastato uno sguardo, il mio rossore e patatrac, avrebbe fatto di sicuro una perquisizione a fondo.

"Ehi Clod..."

"Che c'è?"

"Chiama Alis."

"Che le devi dire?"

"Una cosa che dico anche a te."

"Ok... Alis!"

Alis si gira e ci vede che la stiamo fissando. "Che volete? Non si parla di colazione già da adesso."

"No," scuoto la testa guardandola, "ma figurati! Ho una cosa incredibile per voi quando suona la ricreazione, non scendete subito, fermatevi al piano che vi devo far vedere una cosa."

E così le prime tre ore sono volate. Non ce la facevo più, vedevo che ogni tanto Alis e Clod mi guardavano cercando di capirci un po'"di più. Niente. Sono riuscita a non dire niente. E alla fine ricreazione.

"Venite. Venite di qua..." Passiamo lungo i corridoi strusciando quasi contro i muri, sembriamo le tre di quella serie che mi piace da morire, Charliè s Angels o ancora peggio tanto per rimanere in tema, quelle di Sex and the City con qualche piccola differenza.

Noi siamo più giovani!

"Ecco. Entrate qua dentro." Mi guardo solo un secondo in giro e vedendo che non c'è nessuno le spingo una dopo l'altra nel bagno.

"Ehi ma che vuoi fare?" Clod è piuttosto preoccupata. "Ma che, c'hai la droga?"

"Ma che!" Alis alza le spalle! "Al massimo vuole fare una di quelle scritte sfigate che ogni tanto qualcuno fa... E vuole il nostro aiuto. "

"No... Ho una cosa da farvi vedere."

Salgo con i piedi sul water e mi sporgo con la testa dietro lo sciacquone. Metto la mano, poi più in fondo, ancora, e cerco, frugo, sempre più veloce. Poi riscendo giù.

"Niente! Che stronzi! Qualcuno se l'è fregato."

"Ma cosa? Cosa avevi là dietro?"

Gli racconto tutto, la cresima di Matt, la festa, i Topi chiusi in camera, la scoperta del giornaletto porno, il nascondiglio di stamattina nel bagno e alla fine il furto. Mi ascoltano curiose ma alla fine le vedo indecise.

"Che c'è, non mi credete?"

Le guardo tutte e due.

"Non credete che ci fosse un giornaletto porno là dietro?"

Alis fa una strana smorfia "Oh sì, sì...". Ma sai quando te lo dicono tanto per dire, senza crederci neanche un po'. Clod invece ha già tutt'altri pensieri.

"Sentite, scendiamo giù che tra un po'"finisce ricreazione?"

E così poco dopo siamo già per le scale che portano in cortile.

"Comunque vi assicuro che c'era..." E alla fine lasciamo stare il discorso e facciamo ricreazione. Clod si sfonda come al suo solilo, affoga in un pacchetto di Chipster, dimenticando subito la storia del bagno, del giornaletto e di tutto il resto.

Alis, dopo aver mangiucchiato una pizzetta e averla poi buttata perché non era di suo gusto, mi da una pacca sulla spalla. "Dai Caro, non era così importante." E si allontana lasciandomi comunque nel dubbio che lei non ha mai creduto sul serio a tutta quella storia del pornogiornaletto.

So solo una cosa, ho evitato in tutti i modi di incontrare Biondi e Matt, che avevano spifferato tutto e gli altri Topi, che di sicuro sapevano. E poi un'altra cosa mi ha colpito di quella giornata... Quando sono uscita di scuola, Liio, il custode, mi ha salutato sorridendomi. "Ciao Carolina! " Non l'aveva mai fatto prima. Ed era particolarmente strano, come se fosse stanco ma anche allegro e soddisfatto. Ma che me l'abbia fregato lui quel pornogiornaletto?