tra la macchia bassa, tra il verde brullo, sulla sabbia quasi

rarefatta,

sotto un sole guardone, mi distendo sul suo pareo. Ora siamo

a terra. E lei viene su di me, senza il costume, mia. E con il

caldo, gocce di sudore scivolano giù, portate da rivoli di capelli

biondo cenere, perdendosi sulla sua pancia già abbronzata, più

giù, tra i suoi riccioli più scuri e ancora più giù, tra i miei...

E quel

dolce piacere, il nostro. Babi si muove su di me, su e giù,

lentamente.

Poi lascia andare indietro la testa, sorridendo verso il sole.

Felice di essere amata. Bella, in tutta quella luce. Menta.

Arancia.

Menta. Arancia. Menta... Aranciaaaaa...

Basta. Sono fuori. Dai ricordi. Dal passato. Ma sono anche fuori

di testa. Prima o poi le cose che hai lasciato indietro ti

raggiungono.

E le cose più stupide, quando sei innamorato, te le ricordi

come le più belle. Perché la loro semplicità non ha paragoni. E mi

viene da gridare. In questo silenzio che fa male. Basta. Lascia

stare.

Metti tutto di nuovo a posto. Ecco. Chiudi. Doppia mandata.

In fondo al cuore, lì dietro l'angolo. In quel giardino. Qualche

fiore,

un po' d'ombra e poi dolore. Mettili lì, ben nascosti, mi

raccomando,

dove non fanno male, dove nessuno li può vedere. Dove

tu non li puoi vedere. Ecco. Di nuovo sotterrati. Ora va meglio.

Molto meglio. E mi allontano dall'albergo. E guido piano. Via

Pinciana,

via Paisiello, dritto verso piazza Euclide. Non c'è nessuno in

giro. Una macchina della polizia è ferma davanti all'ambasciata.

Uno dorme. L'altro legge chissà cosa. Accelero. Supero il

semaforo,

poi giù per via Antonelli. Sento il vento fresco che mi accarezza.

Chiudo gli occhi per un attimo e mi sembra di volare. Un respiro

lungo. Bello. Il servizio della hostess poi è stato impeccabile.

Eva. Persa in quel "blu perso". Bella. Ha un corpo perfetto. E poi

mi piace una donna che non si vergogna del suo desiderio. Dolce.

Dolce come un cocomero. Anzi, di più. Imbocco corso Francia. È

notte fonda. Allungo sul cavalcavia. Ora fa quasi freddo. Alcuni

gabbiani si alzano in volo dal Tevere. Si affacciano sul ponte. È

come

se timidi salutassero. Poi si rituffano giù, verso il fiume. Fanno

dei versi leggeri, un richiamo, una richiesta. Piccoli gridi

soffocati,

quasi avessero paura di svegliare qualcuno. Scalo e giro su per

via

di Vigna Stelluti. Poi mi metto a ridere da solo. Eva... Che

strano.

Non so neanche il suo cognome.

Capitolo 11.

A Castel di Guido la festa impazza. All'interno la musica è

assordante.

Luci rosse, viola, blu. Delle cubiste ballano su balle di

fieno, completamente nude. Un culturista incatenato con un

cappuccio

in testa, dal corpo oliato coperto solo da un perizoma

grecoromano, finge di ringhiare, di staccarsi dalle catene del

muro per

cercare di prenderle. Dani e Giuli gridano divertite. Un cavaliere

e la sua donna nuda attraversano il salotto a cavallo. Su un

divano

abbandonati ragazzi e ragazze bevono, ridono, si baciano nascosti

dalla penombra, illuminati a tratti da un piccolo faro verde che

attraversa

le stanze seguendo la musica. Camerieri in perfetta giacca

bianca passano con vassoi servendo da bere a tutti alcolici al

top,

dal rum John Bally al gin Sequoia. Chicco ne prende al volo due e

se li scola. Poi balla sul posto alzando le braccia al cielo.

"Ma questo posto è stupendo! È l'inferno per soli ricchi, quindi

è solo per noi... Grande! " Poi prende Daniela e le fa fare un

giro

a tempo di musica, ride con lei, l'abbraccia e la bacia

delicatamente

sulle labbra. Poi la lascia andare così, con un piccolo volteggio

di danza più o meno azzeccato.

"Aspettate qui, bambole, che vado a prendervi qualcos'altro

da bere!"

Giuli lo guarda andare via, poi si gira verso Daniela e la fissa

in

silenzio.

"Dani... ma sei veramente decisa?"

"Non ce la posso fare..."

"Ah, ecco!"

"Ma no, mi piace un casino, è solo che mi devo lasciare andare,

e tu mi rendi tutto ancora più difficile."

"Io?"

"E chi sennò! Mi devo stonare. Solo che se bevo, poi mi sento

male."

"Dani guarda, ma quello non è Andrea Palombi?"

"Sì, è lui. Mamma! È una vita che non lo vedo! "

"Si è trasformato. Ma che gli hanno fatto? Gli hanno menato?"

"No, da quando ci siamo lasciati ha avuto un crollo."

"Totale! Ecco, con lui dovevi avere la tua prima volta, con uno

che almeno ti amava sul serio, ma quanto siete stati insieme?"

"Sei mesi."

"E in sei mesi non c'è stata occasione?"

"Ci sarà pure stata, ma se sto così vuol dire che alla fine non

c'è stata! Quindi... E comunque non è che sono cose che si possono

stabilire a tavolino ! "

"Ma che dici! Ma se stasera stai facendo tutto a tavolino! "

"Basta, mi stai intonando. Non ce la farò mai. Devo prendere

un'ecstasy! Ecco, quello mi ci vorrebbe."

"Sì, fichissimo. Io l'ho presa alla festa di Giada, quella sì che

t'aiuta"

"Che t'ha fatto?"

"Niente^ Stavo benissimo. C'era pure Giovanni e abbiamo fatto

l'amore. È stato bellissimo con lui."

"E ti credo, stavi sotto ecstasy."

"Ma che c'entra, io con Giovanni sto sempre benissimo! Mi sono

sempre trovata bene con lui da quel punto di vista, abbiamo una

grande intesa sessuale, che ti credi?"

"Certo, lui l'intesa sessuale ce l'ha con chiunque respiri! "

"Be', adesso l'acida sei tu, eh. Allora scusa potevi andare con

Giovanni direttamente invece di farti tanti problemi, no? ! "

"Basta, dai, non litighiamo. Ma dove la trovo?"

"Che cosa?"

"Giovanni?! Macché... un'ecstasy! Ma oh, ti sei rincoglionita?"

"Guarda, lì c'è una gangsta."

"Chi?"

"Una gangsta. Sei proprio out. Le gangste sono quelle toste,

quelle che hanno la roba. La vedi quella lì coi capelli a

treccine?

Dai cavoli! È lì vicino alla consolle? Ecco, lei c'ha di tutto.

L'ho vista

all'entrata. Hai capito qual è? Eccola là, l'hai vista?"

"Sì, ma sta vicino a Madda."

"A chi?"

"A Madda Federici. Quella che ha fatto a botte con mia sorella

due anni fa."

"Ma che ti frega. Ma tu poi che c'entri, scusa? E comunque

quelle lavorano insieme. Tu salutala e vedrai che non ci saranno

problemi. "

"Dici?"

"Vai."

Daniela prende coraggio e attraversa il salone. Madda da lontano

la vede arrivare. E la riconosce. Non le ha mai dimenticate.

Nessuna delle due. Si rivolge alla gangsta.

"Sophie, che t'è rimasto?"

"Un'ecstasy e uno scoop."

"Oh, vedi quella che arriva adesso?"

La gangsta guarda verso Daniela.

"Sì, embe'?"

"Be', se ti chiede qualcosa dalle comunque lo scoop."

"E quanto le chiedo?"


"Cazzi tuoi."

Daniela arriva. Si ferma davanti alle due. La gangsta alza il

mento

come a dire "cerchi qualcosa?". Daniela saluta per prima Madda.

"Ciao, come stai?"

Madda non risponde. Daniela continua.

"Scusa, volevo sapere se hai un'ecstasy."

"E io voglio sapere se hai i soldi" fa la gangsta.

"Quanto ti dovrei dare?"

"50 euro."

"Ok, tieni." Daniela li prende dalla tasca dei pantaloni e glieli

passa. La gangsta li fa sparire in un attimo nelle sue saccocce

davanti.

Poi tira fuori dal bracciale una pasticca bianca. Daniela la

prende e fa per andarsene.

"Ehi, ferma. " Madda la blocca. "Quella roba non la porti in giro.

La prendi ora e qui. Tieni" e le allunga la mezza bottiglia di

birra

che stava bevendo.

Daniela la guarda preoccupata.

"Ma non mi farà male con la birra?"

"Se sei venuta fino qua, non può che farti bene! "

Daniela s'infila la pasticca in bocca e dà un lungo sorso. Poi

torna giù e riprende fiato. Deglutisce e sorride.

"Fatto."

Madda la ferma.

"Fai vedere? Alza la lingua."

Daniela ubbidisce. Madda controlla per bene. Sì, ha preso sul

serio la pasticca.

"Ok, ciao e divertiti."

Daniela si allontana proprio mentre Chicco Brandelli ha raggiunto

Giuli con due bottiglie di champagne. Madda e Sophie restano

a guardarla.

"Capirai, quella va fuori di testa. Se non hai mai preso nulla,

uno scoop ti sfonda. Non ti ricordi neanche quello che hai fatto."

"Je sta bene. Così porta i miei saluti a sua sorella! "

"Mai mettersi contro di te, eh?"

"Mai. È solo questione di tempo."

"Be', Madda, io vado."

"E con l'ultima ecstasy che ci fai?"

"Me la frullo a casa. C'è Damiano che torna presto stasera. Almeno

facciamo un po' di sesso."

"Ok, godi sore'. Mi fai un ultimo piacere? Hai presente la

macchina

di Ernesto?"

"Sì, quella blu sfondata."

"Ecco, vieni che ti spiego cosa devi fare."

La musica sembra salire. Lo scoop sta facendo effetto. Dani

balla sfrenata davanti a Giuli.

"Come stai?"

Da sogno.

"E che effetto ti fa?"

"E che ne so? Non lo so. Non capisco più niente, so solo che

voglio scopare! Voglio scopare!"

Daniela salta come una pazza gridando, coperta a volte dal suono

della musica, a volte no. Proprio come quando finisce davanti

ad Andrea Palombi.

" Io voglio scopare ! " urla Daniela a squarciagola. Andrea le

sorride.

"Finalmente!" Le fa eco. "Anch'io!"

"Sì, ma io non con te! "

E Daniela continua a correre urlando, saltando di gioia, facendo

casino, persa tra le braccia che la toccano, bevendo bicchieri

che le passano davanti, ballando con sconosciuti, fino a trovare

quelle mani, quelle labbra, quel viso, quel sorriso... Ecco.

Cercavo

te. Mi piaci. Sei proprio bello. E lo vede biondo e poi bruno

e poi non lo vede più. E poi si trova in una camera e lo vede

spogliarsi.

E si vede spogliarsi. Il cellophane del materasso viene sfilato

via come la carta di un gelato, di un gelato da leccare. Ed è

quello che lei fa. Poi si perde distesa su quel materasso freddo.

Delle mani la prendono da sotto, le allargano le gambe. E piano

piano si sente accarezzare. Ahi, mi fa male... Fa male... Ma deve

far male? È così, pensa. Sì, è così. È bello anche perché fa male.

E

continua a vedere quello strano mare intorno a sé. E tutto

ondeggia.

E su e giù. E su e giù. Come quel corpo su di lei. E poi sorride.

E ride. E ha un'unica domanda. Ma domani mattina qualcuno

scriverà qualcosa sul muro per me? È così che funziona, no?

Una scritta d'amore solo per me... E sorride. Addormentandosi.

Non sapendo che non ci sarà nessuna scritta, di nessun genere. E

neanche un nome, se è per questo.

Più tardi. È l'alba.

"No, non ci posso credere!" Ernesto corre distrutto verso la

sua macchina blu.

"Mi hanno sfondato il finestrino! "

"Capirai," fa Madda salendo in macchina, "è già tutta sfondata! "

"No, ma non hai capito, m'hanno fregato un bellissimo regalo

che avevo preso per te! Non sai, avevo speso un sacco di soldi.

Era

quel giubbotto rosa, quello che ti piaceva tanto ! "

"Sì e tu hai scucito ben 1000 euro per me?! E cosa volevi mai

in cambio? Eh? A furbo! Domani ce credo. Portami a casa, va', che

sono stanca e ho sonno! "

"Te lo giuro, Madda! Te l'avevo preso."

"Sì sì, va bene. Senti, io devo andare a casa che domani mattina

parto presto."

"Per dove?"