di interessarsi a un angolo qualunque della scenografia. Alla

fine,

per sfogarsi con qualcuno, se la prende con la sua mano destra

e comincia a mangiarsi le unghie.

"Quelli sono gli autori. Romani è anche il regista, te lo ricordi

no?" me lo dice in modo ironico.

"Come no. È quello che ci dà lavoro."

"Gli altri due, quello robusto e quello magro, sono Sesto e

Toscani,

il semipelato e il pelato. Li chiamavano 'il Gatto e la Volpe',

e da sempre sono i due schiavi di Romani. Poi hanno provato a fare

un programma da soli, gliel'hanno chiuso dopo due puntate e

da allora li abbiamo ribattezzati 'il Gatto & il Gatto'. In quel

gruppetto

l'unica vera volpe è solo Romani, e di razza. Poi oltre a il Gatto

& il Gatto, c'è Renzo Micheli, il Serpe. Quello bassetto e un po'

cicciotto con i capelli lunghi e il naso adunco, è di Salerno, ha

le

mani in pasta dappertutto e un fiato da imbarazzare perfino un

topo.

Romani se lo porta dietro da più di un anno. Credo sia figlio

obbligato di un favore costato troppo. Lo chiamano Serpe perché

parla male di tutti, perfino di Romani, anzi soprattutto di lui

che è

il suo unico skipass in quest'ambiente. E la cosa più assurda è

che

Romani lo sa benissimo."

"Serpe, forte come soprannome."

"Step, attento a lui, ha quasi quarant'anni, molti amici nel

potere

e ci prova con tutte, soprattutto con le ragazzine. "

"Allora ti sbagli Mazzocca, se è così, è lui che deve stare

attento

a me. E ora fammi vedere dove è la nostra postazione. "

Capitolo 25.

"Gin, non ho capito perché ti ostini a portarmi con te ai provini,


non hai capito che sono l'eterna scartata?"

Guardo Eleonora e sorrido. Lei invece scuote la testa.

"Cioè, secondo me, tu Gin ci godi a vedermi bocciare. Ti devo

aver fatto qualcosa in un'altra vita o chissà cosa in questa."

"Ma Ele, non dire così. È che mi porti fortuna."

"Ho capito, ma non potevi essere come tutte, che ne so, portarti

un cornetto in tasca, un animaletto tipo una ranocchia, un

porcellino,

l'elefante con la proboscide in su?"

"No, Iwant you."

"Sembri lo zio Sam con i poveri soldati americani. Ci manca

solo che decidi di fare un provino in Vietnam."

"E tu naturalmente mi seguiresti."

"Certo, come no... ti porto fortuna! "

Poi uno scontro improvviso.

"Porca puttana, il mio frozen."

Marcantonio ha tutto lo yogurt versato sulla giacca. Gin scoppia

a ridere: "Porti fortuna, ma non a lui".

"Ehi, ragazze, ma perché non guardate avanti mentre camminate?"


"Ma perché scusa tu invece che guardavi? Il tuo yogurt?"

"Sì, solo che adesso vivo di ricordi."

"E allora perché devi dare la colpa a noi?"

Esco poco dopo con il mio frozen ancora intatto. E vedo Gin.

Non ci posso credere. Anche lei qui. Mi viene da ridere. Mi

avvicino.


"Guarda, guarda chi si vede. Aspetta, ho capito. Vuoi che ti offra

anche il pranzo."

"Io? Ma che, scherzi? Una cena basta e avanza. Piuttosto, che

ci fai qui da Vanni? Aspetta, ah, ho capito, mi hai seguito."

"Calma, calma. Perché pensi sempre che tutto ruoti solo e

sempre intorno a te? Non lo vedi? Prendo un frozen con un mio

amico."

"Strano. È una vita che vengo qui e non ti ho mai incontrato."

"Una vita non credo. Forse sei venuta in questi ultimi due anni

che ero fuori. "

Marcantonio interviene: "Scusate, non è che vi dispiace se mentre

fate tutta la vostra cronistoria io entro a pulirmi... E poi

sbrigati,

Step, che noi abbiamo un appuntamento importante".

Marcantonio rientra da Vanni scuotendo la testa. Eleonora

alza le spalle: "Che cafone il tuo amico, non si è neanche

presentato".


"Non ho capito, gli fai rovesciare addosso il suo frozen e

pretendi

pure che ti faccia l'inchino. Mi sembra di capire che sei una

degna amica di Gin. " Poi mi rivolgo a lei.

"Be', allora? A parte fare danni, che combinate da queste parti?"

Eleonora risponde spavalda: "Siamo venute a fare un provino".

Gin le dà una gomitata. "Ahia."

"Non ti sbilanciare, non lo conosci neanche e lo metti al corrente

delle nostre cose."

Do un'assaggiata al mio frozen. Buono, non c'è male: "E chi

siete, un nuovo gruppo? Le Spy Girls?".

"Ah, ah... Sai Ele, lui ha delle battute fenomenali. Tutto sta a

capire quando sono o non sono battute. "

"Ah, ecco."

"Be', no, questa non era una battuta, è una realtà. Molte ragazze

vengono prese per lavorare in agenzie investigatrici. E i tipi

come voi danno poco nell'occhio."

"Sì, un cazzotto nell'occhio ti dovevo dare. Ieri sera quando ci

provavi come un disperato..."

Ele ci guarda sorpresa: "Questa non me l'avevi raccontata!".

Gin sorride guardandomi.

"È stata una cosa così poco importante, che mi era passata di

mente!"

Mi levo il cucchiaino dalla bocca e cerco di raccogliere del

frozen

sul fondo della coppetta.

"Le hai detto che a un certo punto sospiravi?"

"Vaffanculo!"

"Questo ieri sera non mi sembra che lo hai detto."

"Te lo dico oggi, due volte: vaffanculo! "

Sorrido. "Adoro la tua eleganza."

"Peccato che non puoi apprezzarla del tutto. Be', noi dobbiamo

andare, mi dispiace solo di una cosa... Ele, scusa ma non potevi

rovesciarlo addosso a lui lo yogurt, acido per acido."

Si allontanano. Le guardo andare via. Gin la dura e l'amica sua,

un po' più bassa. Ele come la chiama lei, Elena, Eleonora o chissà

cos'altro. Fanno ridere. "Ehi salutatemi Tom Ponzi!"

Gin senza neanche voltarsi alza la mano sinistra e in particolare

indica il cielo con il dito medio alzato. Arriva Marcantonio

giusto

in tempo per vedere quel saluto.

"Ti adora, eh?"

"Sì, è in visibilio per me."

"Ma che gli farai tu alle donne, devo temerti, cazzo, devo

temerti.

"

Gin ed Ele continuano a camminare. Ele sembra sul serio scocciata.


"Si può sapere come mai non mi hai raccontato nulla?"

"Ma ti giuro Ele, mi è passato di mente, sul serio."

"Sì, senz'altro... Cioè, tu ti baci con quel bono della miseria e

ti passa di mente!"

"Sul serio ti piace così tanto?"

"Be', bono è bono, però non è il mio tipo. Io preferisco

quell'altro.

Sembra Jack Nicholson da giovane. Secondo me ha un sacco

di pensieri spinti. Mi dà più l'idea del porco."

"E ti piace un porco?"

"Be', il sesso deve essere anche fantasia e io l'avrei

sbalordito...

Mi mettevo a leccargli tutti i vestiti che gli ho sporcato di

frozen e

poi cominciavo a strapparglieli via con i denti. "

"Sì, e poi ti arrestavano davanti a Vanni."

"Piuttosto chi è quel bono della malora?"

"Della miseria avevi detto."

"Va be', quello che è. Che fa, dove abita, come l'hai conosciuto,

sul serio vi siete baciati, ma come si chiama?"

"Altro che Tom Ponzi, sei molto peggio. Ma che, devo rispondere

veramente a questa smitragliata?"

"E certo, che aspetti?"

"Allora rispondo a tutte, eh? Non lo so, non lo so, l'ho

conosciuto

ieri sera, c'è stato un bacio, si chiama Stefano."

"Stefano?"

"Step."

"Step? Step Mancini?"

Eleonora strabuzza gli occhi e mi guarda.

"Sì, si chiama Step e allora?"

Mi prende per il giubbotto e mi scuote tutta.

"Non ci posso credere, yaoo! Passeremo agli annali. Minimo

quando racconto la notizia usciamo su 'Parioli Pocket'. Step il

picchiatore,

il duro. Ha una Honda 750 Custom blu scura, corre come

Valentino Rossi, ha fatto a botte con mezza Roma, stava fisso a

piazza Euclide, amico di Hook, di Schello e per la sua donna ha

litigato

perfino con il Siciliano. Step e Gin incredibile! "

"Oh, ma lo conoscete tutti 'sto Step, l'unica a non conoscerlo

ero io."

"E lui con chi si mette? Con te!"

"A parte che non ci siamo messi insieme, primo. Secondo, chi

è questa sua donna?"

"Ah, allora ti interessa. Sei crollata!"

"Macché! Sono curiosa e basta."

"Stava con una un po' più grande di noi, credo, una bella ragazza,

andava alla Falconieri. È la sorella di Daniela, quella dedotta

che stava con Palombi, quello che stava..."

"Ho capito che stava con Giovanna che stava con Piero che stava

con Alessandra eccetera eccetera. La tua rete infinita. Va be',

non conosco nessuna di queste persone e soprattutto non me ne

frega niente. E ora andiamo a fare il provino che ho bisogno di

soldi.

Mi voglio comprare il motorino per me e mio fratello."

"Ma non puoi chiedere i soldi ai tuoi?"

"Non se ne parla. Dai, tira fuori i documenti."

Gin ed Ele prendono la carta d'identità e la mostrano al tipo

alla porta. "Ginevra Biro ed Eleonora Fiori, dobbiamo fare il

provino

come centraliniste, ma in video, cioè appariamo."

Il tipo dà un'occhiata ai documenti, poi controlla sul foglio di

una cartella. Segna con una penna al bordo del foglio. "Aho e meno

male. Entrate che cominciano fra poco. Mancavate solo voi."

Capitolo 26.

Ragazze schierate al centro del palcoscenico. Alte, bionde, brune,

leggermente rosse, appena tinte di henné. Più o meno eleganti,

casual o pseudokitsch nel disperato tentativo di mettere insieme

due cose fintamente intonate. Scarpe da ginnastica sotto perfetti

completi grigi, la moda del momento, vecchie zeppe troppo alte

per una moda ormai smussata. Nasi dritti o malamente rifatti, o

non ancora ritoccati per insufficienza di soldi. Alcune

tranquille,

altre nervose, altre ostinate con quel piercing spavaldo, altre

ancora,

più timide, rimaste bucate da un piercing sbullonato da poco.

E tatuaggi più o meno scoperti, chissà quanti altri nascosti. Le

ragazze

dei provini. Gin ed Ele si infilano di nascosto tra le ultime.

"Allora..."

Romani, il Gatto & il Gatto, il Serpe e qualche altro addetto ai

lavori sono tutti seduti in prima fila pronti al piccolo grande

spettacolo,

un po' di divertimento prima delle vere fatiche.

Mi siedo in fondo alla fila, con il mio frozen ancora da due

cucchiaiate

e mi gusto da lontano la scena. Gin non mi vede. Sembra

sicura di sé, tranquilla, con le mani in tasca. Non so dire a che

gruppo

appartiene. Mi sembra unica. Pure la sua amica non scherza.

Muove ogni tanto la testa nel tentativo di portare indietro i

capelli.

Il coreografo ha un microfono in mano.

"Allora, adesso fate un passo in avanti, vi presentate, nome e

cognome, età e che lavori avete già fatto. Guardate la telecamera

centrale, la due, quella con la lucetta rossa dove c'è sopra quel

signore

che ora vi saluta. Saluta Pino! "

Il tipo seduto sulla telecamera centrale, senza staccare il volto

dal suo monitor, lascia per un attimo la telecamera, alza la mano

e

saluta verso di loro.

"Ok! Avete capito?"

Qualche ragazza accenna un sì incerto con la testa. Gin

naturalmente,

come potevo immaginare, non si muove.

Il coreografo deluso butta giù le braccia, poi al microfono: "Ehi

ragazze, fatemi sentire la vostra bella voce, ditemi qualcosa...

Fatemi

sentire che esisto". Dalle ragazze si alza un mezzo coretto

scoordinato

di sì, va bene, d'accordo, perfino qualche sorriso.

Il coreografo sembra più soddisfatto.

"Bene, allora cominciamo."