Babi è sul letto. Sta sfogliando delle riviste.
"Ciao mamma. Scusa, non ti avevo sentito. Guarda, sto scegliendo
questi, ti piacciono?" Le fa vedere alcune foto.
"Molto. Mi sono presa uno spavento. Ho sentito un rumore nel
boschetto vicino al portone e m'è preso un colpo."
"Ah, non ti preoccupare. È Alfredo."
"Alfredo?!"
"Sì, sono due giorni che si nasconde di notte là dietro."
"Ma non può fare così, terrorizza la gente. E poi la settimana
prossima io ho una cena qui a casa. Molti lo conoscono, se lo
vedono
così, cosa penseranno?"
"Ma che t'importa." Ma vedendo che Raffaella resta della sua
idea, Babi continua. "Va bene. Se fa così anche la prossima
settimana,
vuol dire che ci parlo. Ok, mamma?" Le mette davanti un
altro giornale. "Allora guarda, ho deciso e mi ha aiutato anche
Smeralda.
Prendiamo questi: spiga e grano che portano pure bene, ok? "
"Sì, ma..."
"No, mamma. Sei uscita e te ne sei andata a giocare, lo so. Basta,
abbiamo deciso, no? Sennò qui non si va mai avanti. Ti giuro,
io sto troppo male, mi sembra ancora tutto per aria, per
favore..."
Raffaella la guarda e sorride.
"Va bene Babi, mi sembrano perfetti." La vede rilassarsi, più
tranquilla.
"Sul serio?"
"Sì, sul serio."
"Non è che me lo stai dicendo solo per farmi contenta?"
"No, davvero, questi sono i più belli."
Babi torna raggiante. Raffaella decide di farsi un regalo anche
lei.
"Senti Babi, ti volevo chiedere una cosa."
"Sì, dimmi."
"Ti ricordi quella volta che papà si doveva vedere con Step, che
doveva dirgli di lasciarti perdere?"
"Mamma, ma ancora stai pensando a quella storia? Sono passati
più di due anni, stiamo decidendo una cosa importantissima e
tu ci pensi ancora?"
"Lo so, lo so, ma non è che ci penso, è solo una curiosità. Ecco,
non è che ti ricordi se quella sera, per caso, hanno giocato a
biliardo?"
"Sì, certo che me lo ricordo e hanno pure vinto! 200 euro mi
sembra."
"E con chi stavano?"
"Come con chi stavano?
Babi squadra la madre. Vede che è strana, assorta. Babi sorride
scuotendo la testa.
"Mamma, ma ti pare che alla tua età ti fissi e fai la gelosa... ma
dai, mamma!"
"Scusa, hai ragione. È che ha comprato una stecca da biliardo
proprio qualche tempo fa. Però sembra che l'abbia regalata a
qualcuno."
"E allora, scusa, che male c'è? E poi quel posto dove hanno
giocato credo l'abbiano anche chiuso!"
Raffaella a questa notizia si tranquillizza del tutto.
"Va bene, hai ragione. Allora, fammi vedere le altre cose belle
che hai scelto." Apre il giornale. Babi le indica le sue
preferite.
"Allora, queste mi piacciono moltissimo, ma mi sa che costano
tanto."
Proprio in quel momento compare Daniela sulla porta.
"Mamma, ti devo parlare."
"Oddio, non t'avevo sentito, m'hai fatto prendere uno spavento.
Ma che stasera ce l'avete tutti con me! Comunque ora no Daniela,
che stiamo decidendo delle cose importanti. "
"La mia è molto più importante credo. Sono incinta! "
"Cosa?" Raffaella si alza dal letto, seguita da Babi. "È uno
scherzo?!"
"No. È così."
Raffaella si mette le mani nei capelli, passeggia su e giù per la
stanza. Babi si lascia cadere sul letto.
"Proprio adesso..."
Daniela la guarda senza parole.
"Eh, proprio adesso, proprio adesso... ma sentila. Scusami se
ho scelto proprio questo momento ! "
Raffaella si avvicina e la scuote.
"Ma com'è possibile? Non sapevo neanche che uscissi fissa con
un ragazzo!" Poi capisce che la sta trattando troppo duramente.
Allora lascia cadere le braccia lungo i fianchi e le fa una
carezza.
"Mi hai colto alla sprovvista. Ma chi è lui?"
Daniela guarda la madre, poi Babi. Tutte e due aspettano la sua
risposta. Anche loro hanno la bocca semiaperta in questa attesa
spasmodica, esattamente come Giuli. Ma loro la prenderanno meglio.
Sono sicura. Almeno mia madre. Della sua reazione Giuli rimarrà
sorpresa. Lo so.
"Ecco mamma, vedi... c'è un piccolo problema... cioè, per me
non è un problema poi, eh, spero che non lo sia neanche per voi."
Proprio in quel momento, sul pianerottolo di casa, è arrivato
Claudio. Ha visto la macchina di Raffaella e quella di Babi
posteggiate,
e perfino la Vespa. Sono tutti a casa. Dovrebbero già stare
dormendo. E la sua serata è stata perfetta... di più. Altro che lo
Spaccone o lo Scuro di Nuti. È stata la partita di biliardo più
bella
della sua vita. Ma non fa in tempo a finire di pensarlo che un
grido
frantuma la sua serata. Un urlo nella notte, una sirena, un
allarme.
Peggio. Lo strillo di Raffaella. Claudio passa in rassegna ogni
possibilità: hanno chiamato dall'albergo perché abbiamo fatto
troppo
casino, ci ha visti una sua amica che la odia e le ha spifferato
tutto,
c'ha messo dietro un detective da quattro soldi che le ha appena
consegnato delle foto. Ma non gli viene in mente niente se non
scappare. Troppo tardi. Raffaella lo vede.
"Claudio, vieni subito qua, vieni qua! " Raffaella continua a
urlare
come una forsennata. "Vieni subito a sentire cosa è successo! "
Claudio non sa più che fare. Ubbidisce, totalmente assoggettato
a quell'urlare che sbriciola ogni sua possibile reazione, ogni
sua certezza o tentativo di difesa.
"Allora, vuoi sentire cos'è successo? Daniela è incinta!"
Claudio tira un sospiro di sollievo. La guarda. Daniela è in
silenzio.
Ha gli occhi abbassati. Ma Raffaella non si ferma lì.
"Aspetta eh, aspetta! Mica è finita qui! Vuoi sentirla tutta? È
incinta e non sa di chi! "
Daniela a quel punto alza gli occhi e guarda Claudio, implorando
un qualsiasi tipo di perdono, un po' d'amore, una solidarietà
di qualunque genere. Poi c'è Babi, che guarda schifata la sorella
pensando che abbia deliberatamente deciso di rovinare il suo
momento.
E dall'altra parte della stanza c'è Raffaella. Anche lei si
aspetta
qualcosa da Claudio. Uno schiaffo, un urlo, una qualsiasi
reazione.
Ma Claudio è completamente svuotato. Non sa che dire, che
pensare. In parte è sollevato. Per un attimo ha temuto di essere
scoperto.
Allora decide di uscirsene così, anche se è sicuro che la pagherà
per molti anni.
"Io vado a dormire. Scusate, ma ho anche perso a biliardo."
Capitolo 48.
Musica. Prima sala. Gente che entra, gente che esce, gente che
scherza, gente che beve, gente che ride. Ragazzi che cercano di
farsi
sentire, donne che ascoltano e ogni tanto una risata. Gente
immobile,
gente che guarda, gente che spera, gente che chissà cosa pensa.
Seconda sala.
Uno strano dj, troppo normale per esserlo veramente, mette
della bella musica. Ballano tutti ed è difficile farsi strada.
Qualche
esibizionista si è portato su un terrazzino. Su qualche altra
sporgenza,
abbandonata a caso da chissà quale architetto, ballano delle
ragazze. Una cubista spogliata. Una donna marinaio. Una solo
vestita di reti. Una ragazza militare. Belle. Almeno così
sembrano.
Musica e luci a volte però giocano brutti scherzi. Il Ballerino si
fa
strada, spinge, in modo gentile, altri ballerini meno muscolosi di
lui ma forse più ritmati. Piano piano avanziamo in questa specie
di trincea umana.
Terza sala. La sala Vip.
Un tipo con la benda sull'occhio e dall'aria potente canta a più
non posso, ultimo baluardo di quell'ipotetica band alle sue
spalle.
Non canta male.
Qualche Vip sufficientemente sconosciuto siede su un divano
nella sala Vip ricavata da un mezzo soppalco. Un tipo all'entrata
di
questo piccolo ring controlla che nessuno entri in quell'eden
privato.
O forse che quei pochi Vip entrati non se ne vadano prima
di una certa ora. Il Ballerino ci porta due fette di torta.
"Adesso Walter vi dà un tavolino e due bicchieri di champagne.
Oh, scusa Step, ma io devo tornare all'entrata."
Mi fa l'occhiolino e sorride. È migliorato, però. Non me lo
ricordavo
anche con questa strana ironia.
Rimaniamo così in mezzo alla sala, con quelle due fette di torta
in mano. Gin con la forchetta di plastica, in uno strano
equilibrio,
prova a piluccarne un po'.
"Che c'è, sei arrabbiata?"
Mi sorride.
"No, che c'entra. Quello era proprio uno stronzo. Lo avrei fatto
anch'io se avessi potuto. Magari con meno violenza."
La guardo e divento serio. Mi fa tenerezza. Cerco di essere
gentile.
"A volte non puoi scegliere. Allora è meglio abbozzare, fare finta
di niente. Ma nel mio caso sei tu che hai scelto..."
"E non ho fatto bene?"
"Certo. Comincio a conoscerti. So solo che se esco con te devo
essere in forma. "
"Secondo te gli servirà di lezione?"
"Non credo, ma non potevo fare altrimenti. Magari era pieno
di coca. Con i tipi così non puoi parlare. O lui o io. Con chi la
volevi
mangiare questa torta?"
Prende veloce un altro pezzo di torta. "E buona." Mi sorride
mangiandola di gusto. Ha la bocca piena e riesce appena a farsi
capire.
"La voglio mangiare con te..."
Arriva Walter, un tipo sui quarant'anni dalla camicia bianca con
qualche fronzolo. Sembra uscito dal Settecento francese.
"Questi sono per voi."
E lascia su un tavolino due calici di champagne. Poso la torta.
Mi finisco il mio. Anche Gin beve il suo tutto d'un fiato. Ne
prendiamo
un altro al volo da una ragazza che passa con un vassoio.
Gin fa quasi cadere il suo, ma riesco ad afferrarlo. Sono un po'
ubriaco ma ancora lucido.
"Vieni, andiamo."
La prendo per mano e la porto verso l'uscita di sicurezza. In
un attimo siamo per la strada. Vento notturno, vento leggero,
vento
di ottobre. Qualche foglia per terra o poco più. Mi guardo in
giro.
Poco lontano c'è l'entrata del Follia, il tipo è ancora steso per
terra. Ora è poggiato sui gomiti, mentre la sua ragazza è lì
davanti
che lo fissa con le braccia sui fianchi a mo' di anfora. Chissà
cosa
pensa. Magari sotto sotto è soddisfatta che qualcuno l'abbia
conciato
così. Certo non glielo può far vedere. Magari le cose fra i due
cambieranno. Magari, sì, magari... E difficile. Ma non me ne frega
più di tanto. L'ha scelto lei mica io.
"Ehi, si può sapere a cosa stai pensando? Non mi dire che ti
stai ancora beando di come hai ridotto il tipo. È stato solo
sfigato,
l'hai detto tu. Lui o te. Questione di attimi. E lui è partito
dopo.
L'hai preso alla sprovvista. In un incontro normale non so come
sarebbe
finita."
"Io non so come finisci tu se non la smetti. Monta in macchina,
va .
"E ora dove mi porti? Abbiamo preso anche il dolce, e pure a
sbafo. "
"Manca la ciliegina."
"Cioè?"
"Cioè tu."
Alzo la musica in maniera che Gin non possa rispondere, la
metto al massimo e ho culo. "Un'altra come te ma neanche se
l'invento
c'è... Mi sembra chiaro che..." Gin sorride scuotendo la testa.
Riesco a prenderle la mano e portarmela alla bocca. La bacio
dolcemente. E morbida, è fresca, è profumata. Vive di una vita
tutta
sua, malgrado tutto quello che ha toccato. E la bacio ancora. Solo
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