E mi sembra incredibile. Ma lo faccio. Ubbidisco, e lei comincia
a urlare come non aveva mai fatto, e quasi svengo dal piacere,
dal desiderio, dall'assurdo di quella situazione, dall'amore di
ciò
che non credevo possibile. Sono ancora affannato di piacere nel
ricordo
e quasi mi manca il respiro...
"Ehi, Step!"
"Sì?"
Improvvisamente torno. È Paolo.
"Ma che succede? Ti sei fermato in mezzo alla strada."
"Eh?"
"Ma così mi sorprendi. Siamo diventati gentili? Non ti avevo
mai visto fare una cosa del genere: dare la precedenza a una
ragazza
che neanche ce l'ha! Incredibile. O l'America ti ha fatto
veramente
bene e sei cambiato sul serio. Oppure..."
"Oppure?"
"Oppure quella ragazza ti sembrava qualcun altro."
Si gira verso di me e mi guarda.
"Ehi... Non ti dimenticare che siamo fratelli."
"Appunto, è questo quello che mi preoccupa... È una 'sbattuta',
se non l'hai capita."
Paolo ride. Io riprendo a guidare cercando di nuovo il controllo.
Lo trovo. Poi un respiro lungo. Più lungo. E il dolore di sapere
che quell'alta marea non mi abbandonerà mai.
Capitolo 4.
La Z4 è una macchina meravigliosa. Darei non so cosa per farmela.
Claudio Gervasi è a Porta Pinciana, fermo davanti alla vetrina
della concessionaria BMW. La guarda come se fosse un bambino,
estasiato, desideroso, dispiaciuto perché non la può avere. Se
solo
Raffaella sapesse cosa sta desiderando, sarebbero dolori. Se poi
sapesse
tutto il resto, sarebbe morto. Preferisce non pensarci. Non
lo saprà mai. A questo punto visto che è arrivato fino lì, tanto
vale
entrare. Non c'è niente di male ad avere un desiderio. O anche
questo
rientra nel novero dei peccati sociali? Claudio cerca di
convincersi.
Tanto mica m'impegno in qualche modo... voglio solo sapere
anche quanto mi danno per un'ipotesi di permuta. Magari mi
calcolano bene la mia Mercedes 200. Certo che ne ha fatti di
chilometri.
Però l'ho tenuta così bene... Gira intorno alla macchina.
Tranne quella piccola strusciatura dovuta a Babi e a Daniela e
soprattutto
a come posteggiano la loro Vespa. Be', sentiamo cosa mi
dicono... Entra nel negozio. Gli si avvicina subito un giovane
commesso,
impeccabile, con una cravatta bella grossa, blu come il suo
completo dalla giacca misurata e i pantaloni perfetti a tubo, col
risvolto
che si accompagna morbido ai suoi mocassini scuri, semplici,
ma perfettamente lucidi. Proprio come quella macchina. Vista
da vicino sembra ancora più bella. Un celeste pallido e l'interno
un
po' più scuro, con le rifiniture di un beige leggero e della pelle
nera
che in maniera morbida riveste ogni punto, dal volante al cambio.
Irresistibile.
"Buonasera, posso aiutarla?"
"Sì, vorrei sapere quanto viene questa BMW. È la Z4, vero?"
"Certo, signore. Allora, full optional, chiavi in mano con l'ABS
completo e i cerchi naturalmente in lega... vediamo un po'...
Signore,
lei è fortunato, siamo in un periodo di promozione. Per lei,
sono 42.000 euro. Euro più, euro meno, s'intende."
Sicuramente più. Meno male che sono fortunato e che è il periodo
di promozione. Allora il commesso che lo vede leggermente
deluso gli sorride.
"Guardi che questa è stata la macchina di James Bond."
Claudio non crede ai propri occhi.
"Proprio questa?"
"Ma no, non questa!" Il commesso lo guarda cercando di capire
se lo sta prendendo in giro apposta. "Anche perché credo che
quella che hanno usato in quel film sia la Z3, la BMW della serie
precedente e, per essere precisi, sarà anche stata demolita o
messa
a qualche asta! Però questa è ancora più precisa, è stata usata
anche nel film Ocean's Twelve, o Eleven?, ora non mi ricordo bene.
Comunque l'hanno portata: George Clooney, Matt Damon,
Andy Garcia, Brad Pitt e ora... lei! "
Claudio abbozza un sorriso.
"Forse..."
Il commesso capisce che ha davanti a sé un indeciso cronico.
Non sa la verità. Ha davanti a sé un'ombra spietata, un ologramma
terribile, una proiezione a laser, Claudio avvolto dal pensiero
di sua moglie. Il ragazzo decide di riscaldare il possibile
cliente con
un po' di informazioni. Gira intorno alla macchina dando dati:
velocità,
consumo, prestazioni d'ogni tipo e naturalmente eventualità
d'ogni ipotesi di leasing.
"A proposito..." a questo ultimo dato Claudio acquista un po' di
speranza, "ma nel caso, voi prendete indietro una macchina, no?"
"Certo, come no! Anche se adesso, in questo momento, il mercato
dell'usato è un po' debole, signore."
Claudio non aveva dubbi.
"Gli può dare un'occhiata? Ce l'ho qui fuori."
"Certo, andiamo a vederla."
Claudio esce dal negozio accompagnato dal commesso.
"Eccola, è questa."
Mostra fiero la sua Mercedes 200 grigio scuro metallizzata. Il
ragazzo ora è attento, serio, minuzioso. La guarda toccandola ogni
tanto, controllando eventuali lavori di riparazione subdolamente
nascosti. Claudio cerca di rassicurarlo.
"Ho fatto sempre tutti i tagliandi, ho cambiato da poco anche
le gomme..."
Il commesso gira attorno alla macchina e guarda l'altra fiancata,
quella rovinata dalla Vespa. Claudio allora cerca di distrarlo.
"E ho fatto anche la revisione completa proprio l'altra
settimana."
Ma a un commesso come quello non sfugge nulla.
"Sì... però qui ha preso una bella botta, eh! "
"Eh, le mie figlie. Gliel'ho detto mille volte d'incollare la
Vespa
al muro, niente! "
Il commesso alza le spalle come a dire "E io che ci posso fare?
.
"Be', comunque andrà rimessa a posto. Il motore poi lo dobbiamo
controllare, eh? La vedrà il capo tecnico. Be', se non ci fossero
problemi io credo che il suo valore sia sui... 4.000, 4.500 euro."
"Ah..." Claudio rimane senza parole. Sperava almeno nel doppio.
"Ma è del'99."
"Veramente io pensavo del 2000, comunque il prezzo che le ho
detto glielo confermo, va bene?"
Va bene? Va bene sì! E ti credo che va bene. A voi dovrei dare
37.500 euro, euro più, euro meno. Ma Claudio decide di non
pensarci.
"Sì, bene... certo..."
"Allora la saluto. Noi per qualsiasi cosa siamo qui."
Il giovane commesso gli stringe con forza la mano, certo di averlo
più o meno convinto. Poi gli dà un bigliettino con tanto di
nominativo
e marchio BMW. Claudio lo guarda allontanarsi. Quando
ormai il commesso è dentro il negozio e non lo può più vedere,
Claudio strappa il biglietto e lo butta in un cestino lì vicino.
Ci manca
solo che Raffaella trovi questa traccia. Sale sulla sua Mercedes.
Poggia le mani sul volante. Cara, lo sai che io non ti tradirei
mai!
Poi prende il telefonino, si guarda intorno, e scrive un sms. Lo
invia
e naturalmente un secondo dopo lo cancella. Infine, come ultimo
gesto di grande libertà, si accende una Marlboro.
Capitolo 5.
"Ecco Step, è il 237. Aspetta che apro il cancello. Posteggia qui.
Il numero 6, è il mio." Paolo ne è fiero. Prendiamo le borse.
"L'ascensore
parte direttamente dal garage." È fiero anche di questo.
Arriviamo al quinto piano. Apre la porta come se fosse una
cassaforte.
Allarme, due serrature, porta blindata. Sopra c'è il suo nome.
Paolo Mancini, un bigliettino stampato su una piccola targa
bordata d'oro. Orribile, ma non glielo dico.
"Hai visto? Ho messo uno dei miei bigliettini nella targa. C'è
anche il numero di telefono. Buona idea, no? Ma perché ridi? Non
ti piace, vero?"
"Come no. Ma secondo te, perché dovrei dirti sempre bugie? Mi
piace sul serio, fidati." Sorride un po' più rilassato e mi fa
entrare.
"Ok, vieni, allora guarda, ecco..."
La casa non è male all'interno, parquet nuovo, colori chiari,
muri bianchi.
"Manca un po' d'arredamento ma pensa che l'ho fatta tutta rifare.
Guarda, ho messo dei dimer così le luci le puoi regolare quanto
vuoi, vedi?"
Ne prova una alzando e abbassando una luce. "Forte, no?"
"Fortissimo." Rimango all'entrata con le sacche in mano. Paolo
sorride felice della sua idea.
"Ti faccio vedere dove puoi stare."
Apre una camera in fondo al corridoio. "Dadan! "
Paolo rimane sulla porta con la faccia sorridente.
"Eh..." Ci deve essere qualche sorpresa. Entro.
"Ho recuperato la tua roba e te l'ho portata qui. Qualche
maglione,
le magliette, le felpe. E guarda qui..." Mi mostra un quadro
attaccato al muro.
"Era rimasta una tavola di Andrea Pazienza. Questa non l'hai
bruciata."
Mi ricorda, senza volerlo, quel Natale di due anni e mezzo fa.
Forse lo capisce e un po' se ne dispiace.
"Be', io vado in camera mia. Sistemati come ti pare."
Poggio la sacca sul letto, apro la zip e comincio a tirare fuori
la roba. Maglioni, giubbotti. Un track jacket Abercrombie. Jeans
scoloriti, marca Junya. Una felpa color sabbia Vintage 55. Camicie
ben piegate Brooks Brothers. Le metto dentro un armadio bianco.
Ha diversi cassetti. Apro anche l'altra valigia e li riempio
tutti.
In fondo alla sacca c'è un pacco incartato. Lo prendo e vado di
là. Paolo è in camera sua disteso sul letto con i piedi che
sbucano
fuori.
"Tieni" gli lancio il pacco sulla pancia. Lo prende come se fosse
un cazzotto e si piega in due accogliendo il pacco sul letto.
"Grazie, e perché?" Cerca sempre una spiegazione.
"È l'ultima moda americana."
Lo scarta e lo stende davanti ai suoi occhi. E un po' perplesso.
"È il giubbotto della Fire. Lì lo mettono quelli che sono
arrivati."
Ora che gliel'ho detto gli piace di più.
"Me lo provo ! " Se lo infila sopra la giacca e si guarda allo
specchio.
Cerco di non ridere.
"Cazzo, è forte! " Quell'espressione non è da lui. Gli è piaciuto
sul serio.
"Hai azzeccato pure la misura."
"Tienilo bene. Vale un pezzetto della tua casa."
"Sul serio costa così tanto?"
"Ehi, la tua camera però è più bella, più grande."
"Sì, lo so Step, ma..."
"Paolo... stavo scherzando."
Paolo tira un sospiro di sollievo.
"No, sul serio, comunque l'hai veramente messa su bene."
"Non sai quanto ci ho speso."
Ecco che risbuca fuori il commercialista. Me ne torno in camera.
Comincio a spogliarmi. Ho voglia di una doccia. Paolo entra
in camera, ha ancora il giubbotto addosso con il cartellino che
gli penzola dal collo e un pacchetto in mano. "Anch'io ho una
sorpresa
per te." Fa per lanciarmelo, ma poi ci ripensa e me lo passa
piano. "Non si può lanciare. È delicato."
Lo apro incuriosito. "È per il tuo compleanno." Riesce a
imbarazzarmi.
"Cioè veramente è per il compleanno che hai passato
in America. Abbiamo potuto farti solo una telefonata. "
"Sì, l'ho trovata in segreteria." Continuo a scartare il regalo.
Cerco di non pensare a quel giorno. Ma non ci riesco. 21 luglio...
Stare fuori apposta tutto il giorno per non aspettare inutilmente
davanti al telefono. Poi tornare a casa e vedere la segreteria
lampeggiare.
Un messaggio, due, tre, quattro. Quattro messaggi, quattro
telefonate ricevute. Quattro possibilità. Quattro speranze. Via
con la prima. "Pronto, ciao Stefano, sono papà... Auguri! Credevi
che me ne fossi dimenticato, eh?"
"Ho voglia di te" отзывы
Отзывы читателей о книге "Ho voglia di te". Читайте комментарии и мнения людей о произведении.
Понравилась книга? Поделитесь впечатлениями - оставьте Ваш отзыв и расскажите о книге "Ho voglia di te" друзьям в соцсетях.