madre. "Che c'è mamma?"

"Oggi pomeriggio hanno portato queste per te."

Avvolta da un grande mazzo di rose rosse la mamma si affaccia

nella sua camera, le sorride poggiandole sul letto.

"Hai visto che belle? E poi guarda... c'è una rosa bianca nel

mezzo. Sai che vuol dire vero?"

"No, che vuol dire?"

"È una richiesta di scuse. Qualcuno ti ha fatto qualcosa, qualcuno

si deve scusare?"

"No mamma, è tutto a posto. " Ma alle mamme non sfugge niente.

Quegli occhi arrossati di Gin poi non lasciano dubbi.

"Tieni..." Le passa un fazzolettino da naso e le sorride.

"Quando vuoi, siamo a tavola."

"Grazie mamma. Ma ora non mi va di mangiare."

"Va bene. Ma non te la prendere troppo. Non ne vale la pena."

Gin sorride alla mamma. "Magari..."

Prima di uscire la mamma le consegna un biglietto. "Tieni, c'era

questo tra le rose. Forse è la spiegazione di quella rosa bianca."

"Forse..."

La mamma la lascia sola, sola con il suo dolore, sola con i suoi

fiori, sola con il biglietto. Ci sono momenti che una mamma

conosce

bene. Forse perché ci è passata. Forse perché sa che una figlia

si può amare anche da lontano. Forse perché a volte quando c'è di

mezzo il dolore tutto quell'amore non può essere che d'intralcio.

Chiude la porta e la lascia lì. Con quel biglietto tra le mani. Il

mio

biglietto. Gin lo apre. Gin legge curiosa l'inizio.

"Me l'hai chiesta tante volte. Io ho detto sempre di no. Avrei

voluto regalartela per il tuo compleanno, per Natale, per una

festa

qualsiasi. Mai per chiederti perdono. Ma se dovesse servire, se

non

bastasse, se ne dovessi scrivere ancora mille e mille e mille

ancora,

farei anche questo perché non posso vivere senza di te. " E Gin

continua

a leggere. "Ecco quello che volevi. La mia poesia." Sorride e

legge, legge. Scivola tra le parole, piange, tira su con il naso e

ride

di nuovo. Si rialza e continua. I nostri momenti, la nostra

passione,

il viaggio, l'emozione. E continua sorridendo, tirando ancora

su con il naso, asciugandosi gli occhi, sbiadendo una mia parola

con qualche lacrima sfuggitale di mano. E va avanti così, fino

alla

fine. Non le dico di mia madre. Solo di noi. Non le parlo di altro

se non di me, del mio cuore, del mio amore, del mio errore. Rubo

le parole di un film visto e rivisto tante volte a New York...

"Voglio

che tu leviti, voglio che tu canti con rapimento... Abbi una

felicità

delirante o almeno non respingerla. Lo so che ti suona smielato,

ma l'amore è passione, ossessione, qualcuno senza cui non vivi, io

ti dico: buttati a capofitto, trova qualcuno da amare alla follia

e che

ti ami alla stessa maniera. Come trovarlo? Be', dimentica il

cervello

e ascolta il tuo cuore. Io non sento il tuo cuore. Perché la

verità,

tesoro, è che non ha senso vivere se manca questo. Fare il viaggio

e non innamorarsi profondamente, be', equivale a non vivere. Ma

devi tentare, perché se non hai tentato, non hai mai vissuto..." E

io

spero di averla convinta che lo aveva già trovato, quel qualcuno.

Un qualcuno che spera di essere un giorno perdonato. Ma non ho

fretta. "Ti aspetterò. E aspetterò. E aspetterò ancora. Per

vederti,

per averti, per sentirmi di nuovo felice. Felice come un cielo al

tramonto."

Gin si mette a ridere. Poi ha una strana sensazione, improvvisa.

Si gira di botto. Guarda sul suo tavolo. Lì nell'angolo dove

li ha sempre tenuti nascosti. E improvvisamente capisce. E si

sente morire. Corre subito di là.

"Mamma! Ma lo hai fatto entrare in camera mia! "

"Ma era quel ragazzo simpatico, quello dello champagne, no?

Sembra così per bene. E poi ti aveva portato quei bellissimi

fiori...

Non potevo dirgli di no, mi sembrava scortese. "

"Mamma... Tu non sai cosa hai combinato."

Capitolo 78.

Sono seduto nella mia stanza. Mi sento un ladro. E in effetti

lo sono. Ma sono troppo curioso. Quando li ho visti sul suo tavolo

non riuscivo a crederci. Tre diari, uno per ogni anno. Dalla

sua prima liceo. Gin è incredibile. Sempre disordinatissima, poi

improvvisamente precisa. Inizio a sfogliare il primo. Ha fatto un

sacco di scritte molto divertenti. Chissà chi è questo Francesco.

Fra'. Come lo chiama lei. E tutti cuoricini poi. Comunque non

l'ha avuta. Mi ha veramente sorpreso il fatto che non fosse mai

stata con nessuno. Non avrei mai creduto, sul serio. E troppo

tenera.

È bella poi... È com'è. Unica. Ha una forza, una determinazione...

A volte sembra distratta, invece sta seguendo tutto, si

guarda intorno, anche alle feste, mentre chiacchiera con un'amica

magari, e invece controlla con chi parlo, con chi non parlo, cosa

succede in fondo al salotto, chi è appena entrato, chi dice cosa

e su chi... E ride come una pazza e ha sempre una battuta

pronta...

Gin. Mi dispiace per quello che è successo. Ma la situazione

con Babi mi è sfuggita di mano. Non sapevo che cosa stavo facendo,

avevo bevuto. Sì... Dai Step, sembra che ce l'hai davanti

e le stai rispiegando tutto... è assurdo. A volte cerchi solo

l'amore.

Sì, ma non ti accorgi che quella donna che hai tanto amato è

fuggita, non c'è più. Eri tu ad averla inventata? Cerchi in quel

bacio

il disperato sapore di quello che hai tanto sentito, provato...

ma non c'è più. Chi te lo ha tolto? Nascosto? Rubato? Chi? Ho

ritrovato i suoi occhi, ma non quella luce, non quel sorriso che

mi è tanto mancato. Così, staccandomi da lei quella sera,

improvvisamente

ho capito: la mia Babi non c'era più. Niente, solo

i suoi capelli spenti come quel sorriso naufragato chissà dove.

Allora

ho richiuso gli occhi e sono fuggito lontano, in mezzo ai ricordi,

ballando ancora con loro, come un grande, unico carosello,

tutti per mano, ridendo, scherzando. E ho rivisto quella ragazza,

la Babi di allora, bella come un primo mare a primavera,

fresca e impaurita, desiderosa di amare ed essere amata, timorosa

anche del semplice togliersi un reggiseno. Eccola, lei per sempre

mia e di nessuno più... Ma i ricordi a volte non vanno disturbati.

Basta. Non ci voglio più pensare. Quel che è fatto è fatto.

Gin capirà. Deve capire. Se non lo avessi fatto avrei sempre

vissuto

nascosto, non sarei mai venuto allo scoperto. Tornare alla luce

dell'amore. Capirà. Deve capire. In fondo non sapeva nulla di

me, non mi aveva mai visto.

Ma cos'è qua? Inizio a leggere.

28 maggio 2002.

Oggi sono felice, felice come non sono mai

stata! Ho finalmente dimenticato del tutto Francesco,

cancellato, esploso, via, per sempre...

E ti credo, chissà che gaggio era...

Perché ieri è successa la cosa più incredibile

della mia vita. Ero a una festa da Roberta

Micchi, una più grande, una che se la tira una

cifra del quinto. Mi ero imbucata con altre due

amiche (Ele e Simo) e ce la stavamo divertendo

un casino quando sono arrivati loro... gli imbucati,

i Budokani.

Cavoli, non ci posso credere, dice di noi? Ma di quando sta

parlando?

Di quale festa? Continuo a leggere velocissimo.

Ho scoperto che si chiamavano così mentre tiravano

la torta della festeggiata e hanno centrato

Giò (il farlocco che ci prova con Ele) in

pieno viso!! ! Che mira. Hanno fatto un casino.

Secondo me è sparita anche un sacco di roba. Insomma

sono fuori. Sono completamente fuori per

lui. Mi ha urtato appena entrato. Mi ha chiesto

scusa però, e per non farmi cadere mi ha preso

al volo e mi ha tenuto abbracciandomi... Cavoli!

Ci siamo trovati col viso a un millimetro e

sono andata fuori di testa. Chissà se l'ha capito.

Ho saputo solo che si chiama Step! Buffo

come nome. Bello da morire come tipo! Spero solo

di rincontrarlo presto...

Cioè, ci siamo conosciuti. Ci siamo incontrati. O meglio, ci siamo

scontrati... Ma che vuol dire tutta questa storia? Cavoli, ma vuoi

vedere che alla festa dove ho conosciuto Babi, dove ho fatto la

doccia

con lei sulle spalle, lì c'era anche Gin? Ci siamo scontrati...

non

me la ricordo. Ma forse non è quella volta... Continuo a correre

veloce,

a sfogliare altre pagine, a cercare altri momenti, altri ricordi,

altre verità. E vado avanti come impazzito, sorpreso, imbrogliato.

Sfoglio veloce le pagine del diario. Gli occhi volano tra le

righe...

Avanti, indietro. Ecco.

L'ho visto! Sono le due e mezzo di notte e non

riesco a dormire. Sono stata sull'Olimpica e lui

era lì con il suo amico, Pollo credo che si chiami.

Ha vinto anche una gara! Mi piace da morire,

ma vedo che scherza un sacco con quella deficiente

del quinto, la Gervasi! Porca trota, Step, se ti

ci metti mi cali una cifra. Quella è una deficiente

(mi ripeto...), tutta casa e chiesa! Anzi,

non so neanche perché stava lì, ha fatto perfino

la Camomilla!!! O tu le trasformi Step, oppure

non so che pensare. Devi avere un dono magico

e non so proprio dirti quale, non vorrei essere

bora, ma certo con quella "bacchetta" ne combini

di casini!!! C'era anche quella trucida di

Maddalena. Chissà se è vero quello che dicono,

che hai una storia con lei. Be', non so proprio

che pensare. Ehi, magico principe! 10 e lode o

come cavolo ti chiamano, prima o poi ti accorgerai

anche di me (spero). Mi ero messa anche la

cinta Camomilla! Mi sei passato davanti e non mi

hai degnato di uno sguardo... Allora? TRASFORMAMI...

Sennò ti strego io. Be', vado a nanna.

Rimango senza parole e vado avanti. Ecco di nuovo qualcosa

che mi riguarda.

Ecco, lo sapevo, sta con gli altri e sono passati

a piazza Euclide. Me lo ha detto Ele che

fanno base fissa qui...

Vado ancora avanti. Sfoglio due, tre pagine veloci...

Non ci posso credere! Si sono messi insieme!! !

Step, ti odio!!! Come se non bastasse, quella

gnoccolona della Gervasi ha fatto a botte con

The Body! Con Madda Federici! Allora è vero che

avevi una storia con lei! A Babi le ha detto pure

bene... Gliele ha date. Non c'è giustizia,

cazzo... Eh, quando ci vuole ci vuole! Ma come

cazzo hai fatto a metterti con una così, Step!!!

Ti giuro che un giorno me lo dovrai spiegare. Ma

non ti accorgi che quella tipa non ha le palle?!

Che per lei tu sei un giocattolo che costava

troppo? Una volta che ti avrà avuto finirai nell'armadio

con tutti quei giocattoli del passato

che l'hanno già scocciata! Certo che a volte voi

uomini siete di un ridicolo, di un banale, non

vi accorgete dell'oro che avete vicino (io!) e

andate a cercare il rame lontano (lei!!!). Però

che culo che e'ha... voglio proprio vedere come

se la caverà. Porca trota se lo voglio vedere!!!

E infatti fa così. Sfoglio le pagine e mi accorgo che non mi ha

mai mollato un attimo. Pagina dopo pagina. Gin... Hai segnato

tutto.

C'eri sempre.

Ieri sono stata a Fregene. Ero da Mastino. È

passato. Mamma, da sogno. Già abbronzato, insomma

vorrei urlarlo! Step sei bono da paura!!

Stavamo giocando a rubabandiera mentre quella

morta della Gervasi stava seduta su un pattino

e a momenti neanche se n'è accorta che eri arrivato!

! Ma quanto può essere scema una così?!

E lui troppo fico l'ha fatta salire sulla sua


moto e l'ha bendata per portarla chissà dove...