Federico Moccia SCUSA MA TI VOGLIO SPOSARE Romanzo

Proprietà letteraria riservata

(c) 2009 RCS Libri S. p.A., Milano

ISBN 978-88-17-03230-8

Prima edizione: luglio 2009

www. rizzoli. eu

In copertina: fotografia Le Mont Saint Michel

(c) nagelestock. com Alamy;

fotografia dell'autore (c) Basso Cannarsa;

progetto grafico di Mucca Design.

L'autore

Federico Moccia. Fin da giovanissimo ama molto leggere e si ripromette di scrivere un romanzo prima dei trent'anni. Ci riesce: è il 1992 e Tre metri sopra il cielo, prima rifiutato e poi pubblicato da un piccolo editore, sarà il caso editoriale del 2004. Nel 2006 pubblica il seguito, Ho voglia di te, e diventano due film evento che lanciano la moda del "lucchetto" Nel 2007 esce il libro Scusa ma ti chiamo amore, un successo clamoroso che poi diventa film campione d'incassi del 2008 diretto da Federico, con Raoul Bova e Michela Quattro- ciocche. È del 2008 Amore 14. I suoi libri sono tradotti in oltre quindici Paesi.


Scusa ma ti voglio sposare

Ai miei amici. Sposati e non.

E a tutti quelli che ci stanno pensando.


La Corte Costituzionale riconosce illegittimo l'art. 559 del Codice penale, che prevedeva fino a un anno di reclusione per la moglie adultera ma non la stessa pena per il marito infedele.

Italia. 1968.


"È meglio essere infelicemente innamorati che essere infelicemente sposati. Alcuni fortunati riescono in tutte e due le faccende."

Guy de Maupassant


Sempre più coppie nel Sud degli Stati Uniti optano per la polizza matrimoniale, che garantisce il rimborso delle spese di allestimento e del rinfresco nel caso in cui uno dei due sposi non si presenti all'altare.

U.S.A.


Ti sposerò perché

mi sai comprendere

e nessuno lo sa fare come te

ti sposerò perché

ti piace ridere

e sei mezza matta proprio come me

ti sposerò perciò

ci puoi scommettere

quando un giorno quando io ti troverò


Eros Ramazzotti, Ti sposerò perché


Uno


"Ti amo."


Vorrebbe quasi pronunciarlo in silenzio, sussurrandolo. Invece Alex semplicemente sorride e la guarda. Dorme così, tra le lenzuola, abbandonata. Dolce, morbida, sensuale, con la bocca leggermente imbronciata, con quelle labbra dischiuse che sanno ancora d'amore. Il loro amore. Il loro grande amore. Si ferma, si irrigidisce. Un dubbio. Niki, ma ti è mai piaciuto qualcun altro? Alex rimane in silenzio perfino con i suoi pensieri, immobile, si allontana un po'"come a mettere più a fuoco. Sorride. Ma no, non è possibile. Ma cosa sto dicendo? A Niki piace un altro… È impossibile. Poi di nuovo qualche dubbio, qualche breve penombra, qualche spazio della sua vita dove lui non ha mai avuto accesso. E la sua fragile sicurezza si scioglie subito, come un gelato al mare nel giorno di Ferragosto in mano a qualcuno che ha deciso di stare a dieta.

Ormai è passato un anno da quando sono tornati da quel faro, dall'Isola Blu, dalla splendida isola degli innamorati.

E in un attimo è di nuovo laggiù.

Fine settembre.

"Alex, guarda… Guarda… Non ho paura!"

Niki è su degli scogli in alto, completamente nuda, quasi disegnata sul sole alle sue spalle, poi un sorriso in controluce. E un urlo.

"Mi buttooo!" E salta nel vuoto. E i suoi capelli scuri, lunghi, con qualche riflesso schiarito dal sole e dal mare, da tutti quei giorni passati sull'isola, rimangono leggermente più indietro e poi pluff! È in acqua. Mille bollicine blu intorno a lei che scompare nell'azzurro di quel mare. Alex sorride e scuote la testa divertito.

"Non ci credo, non ci credo…"

Poi si alza dallo scoglio più in basso dove leggeva il giornale e si tuffa anche lui. In un attimo affiora vicino a quelle bollicine e la vede riapparire che già sorride.

"Allora ti è piaciuto, eh? Tu non lo sapresti fare, non hai coraggio."

"Ma che dici?"

"E allora vai… dai, forza, buttati!"

"No, ora no… Ho di meglio da fare…"

E ridono divertiti e si abbracciano, nudi, con i piedi che si muovono veloci sott'acqua per rimanere a galla. E un bacio salato, lungo, morbido, quel sapore dolce d'amore. E i loro corpi caldi che si avvicinano e si uniscono in quell'acqua fresca. Soli. Soli in mezzo al mare. E un bacio e un altro e un altro ancora. Poi quella folata di vento. Il giornale vola via, abbandona lo scoglio, si alza, svolazza lontano, su, più su, come un aquilone senza filo che, furioso e ribelle, improvvisamente si apre e spiega le ali, ed è come se si moltiplicasse in altri identici giornali, puff, anche loro si aprono al vento e poi cadono giù, in picchiata su Alex e Niki.

"Nooo! Il mio giornale…"

"Alex, ma che t'importa! Cosa dovevi sapere?"

E allora si dividono e nuotano veloci e raccolgono pagine bagnate, una pubblicità, una cattiva notizia, conti economici, cronaca, politica, spettacolo. "Ecco, vedi… è il mio giornale…" Ma è un attimo. Poi Alex sorride. È vero, cosa dovevo sapere? Di cosa ho bisogno? Di nulla. Ho tutto. Ho lei.

Alex guarda Niki mentre fa un sospiro e si rigira nel letto come se avesse sentito tutti quei suoi ricordi. Poi Niki fa un sospiro più lungo e riprende a dormire come se nulla fosse. E allora Alex come d'incanto ritorna laggiù, davanti a quel fuoco acceso sulla spiaggia, quella stessa sera, mangiano il pesce fresco di giornata arrostendolo sopra del legno raccolto nella macchia lì vicino. Poi restare per ore di fronte a quelle fiamme che vanno via via spegnendosi, ascoltare il respiro del mare e fare il bagno di notte sotto la luna in quelle pozze che si sono formate dopo l'alta marea. Quell'acqua di mare, imprigionata durante la giornata di sole ora è calda.

"Ecco, vieni, dai, mettiamoci nella grotta segreta, anzi no, nella grotta riflessa oppure nella grotta arcobaleno…" Dare il nome a ogni angolo di spiaggia, dalle pozze naturali agli alberi, alle rocce, agli scogli. "Ma sì, quello è lo scoglio elefante!" Solo per la strana curva simile a un buffo orecchio. "E quello invece lo scoglio luna, e quello lo scoglio gatto… E quello lo riconosci?"

"No, cos'è?"

"È lo scoglio sesso…" E si avvicina dando un morso ad Alex.

"Ahia, ma Niki…"

"Che noioso che sei… Io pensavo che su quest'isola eravamo come in Laguna blu!"

"Veramente, io pensavo a Robinson Crusoe e al suo Venerdì…"

"Ah sì… Allora faccio sul serio il selvaggio!" E dà un altro morso ad Alex.

"Ahia, ma Niki…"

Perdere il senso del giorno e della notte, del tempo che scorre, dei non appuntamenti, mangiare e bere solo quando se ne sente davvero il bisogno, non avere un problema, una discussione, una gelosia.

"Ma questo è il paradiso…"

"Forse sì, e comunque ci si deve avvicinare molto…"

"Ehi…" Niki sorride. "Che fai?"

"Ho voglia…"

"Ma così andiamo all'inferno…"

"In paradiso, scusa ma se ti chiamo amore ho il lasciapassare…"

Niki fa delle bollicine con le labbra, come un leggero borbottio di una piccola bambina indecisa su cosa veramente dire, come se avesse bisogno comunque di essere un po'"considerata. E amata. Alex la guarda e sorride.

Ormai sono tornati a Roma da più di un anno. E ogni giorno è stato diverso, come se tutti e due avessero preso alla lettera quella canzone dei Subsonica. "Abitudine tra noi è un soggetto da evitare, tra le frasi di dolore e gioia, nei desideri, non ci si è concessa mai…

Poi Niki si è iscritta a Lettere, ha subito cominciato a studiare e ha già dato qualche esame. Alex invece ha ripreso a lavorare, ma il tempo passato sull'Isola Blu li ha come segnati, li ha resi magici, sicuri… Però Alex, dopo qualche giorno dal suo rientro, si è sentito strano nel ritornare alla solita, vecchia realtà. Allora ha deciso. Ha voluto lasciarsi tutto alle spalle, perché nessuna pagina di questa sua nuova vita potesse avere più il sapore del passato.

E così, quel giorno, quell'incredibile sorpresa.

"Alex, ma così sembriamo due pazzi…"

"Macché… Non ci devi pensare…"

"Ma come faccio a non pensarci?"

"Ecco, non ci pensare e basta. Siamo arrivati."

Alex scende dalla macchina e fa velocemente il giro.

"Aspetta che ti aiuto."

"E ti credo… Ti pare che scendo da sola così bendata! Magari scendo pure dalla parte sbagliata, poi attraverso la strada e…"

"Amore! Non lo dire neanche per scherzo… Comunque in quel caso non ti dimenticherei mai più."

"Cretino!"

Niki, sempre bendata, prova a colpirlo sulla spalla ma non vedendoci va a vuoto, poi ci riprova e stavolta lo prende in pieno sul collo.

"Ahia!"

"Ben ti sta…"

"Ma cosa?"

"Sì… Quando dici queste cattiverie."

Alex si massaggia la nuca sotto gli occhi sbalorditi del portiere. "Ma, amore, sei tu che l'hai detto…"

"Sì, ma tu dopo mi hai fatto quella battuta cretina!"

"Quale?"

"Lo sai benissimo… che non mi dimenticherai mai dopo che sono finita sotto una macchina…"

Alex la prende per mano e la conduce verso il portone.

"Hai capito cosa ho detto, Alex?"

Niki gli dà un pizzicotto.

"Ahia! Certo, amore…"

"Tu non mi devi dimenticare mai a prescindere…"

"Va bè, ma in quel modo comunque il ricordo si rafforza, ecco, se ora bendata vai sotto un motorino per esempio…"

"Cretino!" Niki prova a colpirlo di nuovo, ma questa volta Alex si abbassa veloce e si porta subito alle sue spalle per non prenderle più.

"Amore, stavo scherzando…"

Niki cerca di nuovo di pizzicarlo. "Anch'io!"

Alex tenta di sottrarsi alla sua mano, che però alla fine anche questa volta lo prende.

"Ahia!"

"Hai capito o no?" Niki ride e continua a provare a pizzicarlo mentre Alex la spinge in avanti con le mani sulle spalle e tenendosi sempre più indietro con il corpo.

"Buongiorno, signor Belli." Il portiere lo saluta divertito. Alex gli fa segno di stare zitto portandosi l'indice davanti alla bocca.

"Shhh!"

Niki si gira sempre bendata ma sospettosa.

"Chi era?"

"Un signore."

"Sì, lo so, l'ho sentito… e ti conosce! Ma dove siamo?"

"È una sorpresa! E sei anche bendata… Ti pare che ti dico dove siamo?! Ma scusa, eh… Ecco, fermati qui."

Alex la supera e apre il portone.

"Ferma, eh…"

"Sto ferma."

Niki sbuffa e incrocia le braccia sul petto, Alex entra e chiama l'ascensore, poi torna a riprenderla.

"Ecco, avanti, avanti così, attenta allo scalino, sempre dritta… Attenta!"

Niki si spaventa e fa un salto all'indietro.

"Che è?"

"Oh no, scusa, niente… Mi ero sbagliato!"

"Cretino! Mi hai fatto prendere un colpo, cretino!"

"Amore… Mi stai dicendo troppe parolacce… Mi tratti troppo male!"

"Ma se tu fai il cretino!"

Alex ride e sta per spingere il pulsante dell'ascensore, ma prima che le porte si chiudano entra anche un signore. Ha la faccia allegra, è cicciotto, sui sessant'anni. Rimane un attimo perplesso, guarda Alex divertito, poi Niki bendata, poi di nuovo Alex. Allora alza il sopracciglio e fa la faccia da uomo vissuto, ma molto vissuto.

"Andate, andate pure… da soli!"

Ed esce con il sorriso di chi sembra saperla lunga.

Alex scuote la testa e preme il pulsante. Le porte si chiudono. Niki è curiosa e leggermente agitata.

"Ma si può sapere cosa sta succedendo?"

"Niente, amore, niente, è tutto ok."

L'ascensore arriva al piano.

"Ecco, seguimi." Alex la prende per mano e la guida lungo il pianerottolo, apre la porta di corsa, fa entrare Niki e la chiude alle sue spalle.

"Ecco, vieni Niki… Vieni con me. Attenta, ecco, passa di qui."

La aiuta a superare un tavolino basso, un divano ancora col cellophane, un attaccapanni, un televisore imballato. Poi apre la porta di una grande stanza.

"Sei pronta? Ta ta…"

Alex le leva la benda dagli occhi.

"Non ci credo… Ma sono nella mia stanza!" Niki si guarda in giro.

"Come hai fatto a entrare in casa mia… Ma che sorpresa è? Erano i miei genitori quelli di prima? Ma avevano una voce… Non mi sembravano loro." Niki esce fuori dalla camera e le prende