bio completo dell'olio".
Mariolino, il suo assistente, è un ragazzo dall'aria non mol-
to sveglia. Per lui Sergio è un genio, un idolo. Un dio dei mo-
tori. Quando lavorano Mariolino mette sempre su il disco di
Battisti. Io tu noi tutti. Quando nella canzone Sì, viaggiare ar-
riva il pezzo che dice "quel gran genio del mio amico, lui sa-
prebbe come fare, lui saprebbe come aggiustare, ti regolereb-
be il minimo alzandolo un po'" Mariolino fa un enorme sorri-
so. "Cazzo Se', sta proprio a parla' de te, eh?" Sergio continua
a lavorare poi si passa una mano tra i capelli rendendoli an-
cora più unti.
"Certo, mica ce la può avere con te. Tu con un cacciavite
in mano fai solo danni, altro che miracoli."
Un vecchio Free blu spinto da un giovane farlocco oc-
chialuto si ferma davanti al garage. Sono arrivati tutti e due.
Il Free ha la ruota posteriore bloccata. Il farlocco si toglie gli
occhiali e si asciuga la faccia sudata. Sergio prende in con-
segna il motorino. Deciso e sicuro sfila il copritelaio. Sem-
brerebbe un chirurgo se non fosse che non indossa i guanti
e che le sue mani sono tutte sporche d'olio. Inoltre un buon
chirurgo non si sceglierebbe mai un secondo come Marioli-
no. Il farlocco è lì davanti. Guarda preoccupato quel lento
meccanico sezionare il suo Free. Come il familiare di un pa-
ziente, preoccupato però non di quanto sia grave la sua ma-
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lattia, ma, molto più materialmente, di quanto possa costa-
re l'intera operazione.
"C'è da cambiare il variatore, non è uno scherzo."
La moto di Step frena davanti al garage. Un'ultima sgasa-
ta fa sentire quanto quella VF 750 non abbia affatto bisogno di
cure. Sergio si asciuga le mani con uno straccio.
"Ciao Step, che c'è? Qualche problema?" Step sorride. Bat-
te la mano affettuosamente sul serbatoio della sua Honda.
"Questa moto non conosce quella parola. Siamo venuti a
ritirare il catorcio di Pollo." Pollo si è intanto avvicinato alla
sua moto. Il vecchio Kawa 550. La tragica "cassa da morto".
"È tutto a posto. Ho dovuto cambiare i pistoni, le fasce e
tutto il blocco motore. Ma alcuni pezzi te li ho presi usati." Ser-
gio elenca altri lavori molto costosi. "E poi gli abbiamo fatto
un cambio completo dell'olio." Pollo lo guarda. Con lui non at-
tacca. Sergio non ci prova nemmeno. "Ma quello non te lo met-
to in conto. È un regalo."
Un anno prima Sergio aveva avuto una violenta discussio-
ne e da allora aveva imparato a trattare con quei due.
È primavera. Step gli porta la sua Honda appena compra-
ta per fare il tagliando. "C'è anche da dare una guardata alla
cupoletta laterale che vibra..."
Qualche giorno dopo Step torna da Sergio per ritirare la
moto. Paga il conto senza fare discussioni, compreso il cam-
bio dell'olio completo. Ma quando prova la moto, la cupoletta
vibra ancora. Step torna lì con Pollo e glielo fa presente. Ser-
gio gli assicura di averla aggiustata. "Se vuoi comunque te la
metto a posto di nuovo, solo che devi prendere un altro ap-
puntamento e naturalmente pagarmi il lavoro." Come se que-
sto non bastasse, Sergio commette un errore enorme. Si avvi-
cina a Step, gli batte con la mano sulla spalla e soprattutto se
ne esce veramente male.
"E poi tu chissà come la porti quella moto. Per quello l'hai
sfasciata di nuovo la cupoletta."
Step non ci vede più. La sua moto è insieme a Pollo l'uni-
ca cosa alla quale tiene veramente. Inoltre odia quelli che ti
parlano toccandoti.
"Ti sbagli. È molto facile sfasciare i pezzi laterali di una
moto. Stai a guardare eh..."
Step va in fondo alla fila delle moto davanti al garage. Da
un calcio violento alla prima. Una Honda 1000, rossa e pesan-
te si abbatte su quella che gli sta a fianco, una 500 Custom te-
nuta perfettamente. Anche questa va giù, su una suzuki 750 e
poi giù ancora, su un SH 50 bianco e leggero. Moto costose e al-
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la moda, motorini nuovi e modelli passati si abbattono uno sul-
l'altra con un rumore di ferraglia terribile, finendo a terra, so-
spinti da quell'onda di distruzione, tipo un piccolo grande do-
mino, giocato ad alto prezzo. Sergio prova a fermarle. È tutto
inutile. Anche l'ultimo Peugeot cade a terra lateralmente rovi-
nandosi la fiancata. Sergio rimane esterrefatto. Step gli sorri-
de. "Hai visto come è facile?" Poi, prima che Sergio possa dire
qualcosa, Step continua: "Se non mi aggiusti subito la moto, ti
do fuoco al garage". Dopo nemmeno un'ora la cupoletta è a po-
sto. Non vibrò mai più. Step naturalmente non pagò nulla.
Il farlocco aspetta silenzioso in un angolo guardando preoc-
cupato il suo Free a motore aperto. Sergio entra per prendere
le chiavi del Kawa di Pollo.
"Va bene ragazzo. Lasciamelo pure. Vediamo un po' che si
può fare." Quest'ultima espressione preoccupa ancora di più
il farlocco. Pensa giustamente che il suo Free sia ormai a una
fase terminale.
"Quando posso passare?"
"Anche domani." Il giovane occhialuto a questa notizia si
riprende un po'. Sorride e si allontana stupidamente felice. Ser-
gio consegna le chiavi a Pollo. Il Kawasaki improvvisamente
torna a ruggire. Il fumo esce potente dalle marmitte. I giri sal-
gono veloci. Pollo da gas due o tre volte, poi sorride felice. Step
lo guarda. È proprio un bambino. Pollo sorride un po' meno
quando Sergio gli fa il conto. Ma se l'aspettava. Ha grippato, e
cambiare pistoni e tutto il resto non è certo uno scherzo. Pol-
lo arriva per un pelo a pagare il conto. Sergio si mette i soldi
in tasca. Naturalmente non emette fattura.
"Mi raccomando Pollo, adesso è come in rodaggio. Vacci
piano." Pollo lascia la manopola del gas.
"Cazzo è vero, non ci avevo pensato. Stasera c'è la gara e
io non ho la moto lo stesso. Tutto questo casino non è servito
a niente."
Pollo guarda Step.
"Però tu potresti..."
Step, capendo al volo dove vuole arrivare, ferma subito l'a-
mico.
"Alt. Frena. La mia moto non si tocca. Ti presto quello che
vuoi, ma la moto no. Una volta tanto stai a guardare, eh."
"Sì, e che faccio?"
"Fai il tifo per me. Io stasera corro." V
Sergio li guarda con un senso di invidia. .f
"Sul serio andate alla serra?"
"Vieni, no? Ci diamo un appuntamento e andiamo insieme."
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"Non posso. A proposito, c'è sempre Siga?"
"Come no, sta sempre lì."
"Be', salutatemelo tanto. Gliene ho fatti fare di soldi, eh?"
"Be', come vuoi. Se ci ripensi sai dove trovarci."
Pollo e Step salutano, poi mettono la prima. Pollo sgasa
più volte per riscaldare bene il motore. Poi sentendo quel bel
rumore profondo e sicuro si piega e da gas facendo una pin-
na. Step lo segue, alza la ruota davanti e dando gas si allonta-
na con l'amico per la strada principale. Sergio rientra nel ga-
rage. Guarda le vecchie foto che ha appeso al muro. La sua
moto, le corse. Era imbattibile. Ora sono altri tempi, sono pas-
sati tanti anni, è tardi. Si ricorda cosa disse una volta un suo
amico: "Crescere vuoi dire non prendere più i duecento". For-
se è vero. Lui è cresciuto. Ora ha delle responsabilità. Una fa-
miglia e anche un figlio. Sergio si avvicina alla vecchia radio
sul tavolaccio nero d'olio. Rimette la cassetta. Ha solo quella.
Sono anni che ascolta sempre le stesse canzoni.
Probabilmente mio papa e mia mamma, chi lo sa, deside-
ravano non me, ma un altro bambino, pensa Sergio.
Poi guarda Mariolino. È lì, piegato sul motorino rimasto
aperto in mezzo al garage. Non è solo questione di cellule, pen-
sa Sergio. Mariolino si gira verso di lui.
"A Se', ma che c'ha 'sto Free?"
"A Marioli', non lo vedi che quel ragazzo è un gaggio? L'ha
messo sulla bicicletta e gli si è bloccata la ruota. Questo Free
non c'ha un cazzo, sposta la levetta del variatore e fagli un bel
cambio d'olio completo e poi vedi che parte che è una scheggia."
Mariolino si piega sul Free. Ci mette qualche minuto pri-
ma di trovare la levetta. Sergio scuote la testa. È proprio vero,
quando hai un figlio non vai più a duecento all'ora. Quando
quel figlio poi è Mariolino non vai più da nessuna parte. Ser-
gio prende il giubbotto e se lo mette sulla tuta. Decide di ri-
schiare e uscire lo stesso. "Torno fra poco."
Mariolino lo guarda preoccupato.
"Dove vai papa?"
"A comprare il meglio di Battisti. È uscito oggi. È ora di
cambiare cassetta."
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17.
ii ,:
In piazza Euclide, davanti all'uscita della Falconieri, di-
verse macchine sono ferme in doppia fila. Dietro di loro altri
automobilisti, pieni di impegni e privi di figlie che vanno a
quella scuola, si attaccano ai clacson: il solito terribile concerto
postmoderno.
Alcuni ragazzi con dei Peugeot e degli SH 50 si fermano pro-
prio davanti alla scalinata. Anche Raffaella arriva in quel mo-
mento. Trova un piccolo buco dall'altra parte della strada, di
fronte al benzinaio prima della chiesa, e ci si infila con la sua
Peugeot 205 quattro porte. Palombi la riconosce. Memore del-
la sera prima, decide che è meglio allontanarsi.
Raggiunge il gruppo di ragazzi ai piedi della scalinata. Ar-
gomento del giorno: la festa di Roberta e imbucati vari. Qual-
che ragazzo racconta la propria versione dei fatti. Deve essere
vera a giudicare dai segni delle botte che ha preso. Se non al-
tro c'è stato e gliele hanno date, il resto può forse anche esse-
re inventato. Brandelli raggiunge il gruppo.
"Ciao Chicco, come va?"
"Bene" mente spudoratamente. Il suo amico però gli cre-
de. Ormai Chicco è diventato un esperto in fatto di bugie. Ne
ha provate di tutti i tipi quella mattina quando suo padre ha
visto com'era ridotta la BMW. Peccato che suo padre non sia ab-
boccone come l'amico. Non ha minimamente creduto alla sto-
ria del furto. Quando Chicco poi ha deciso di raccontargli la
verità, suo padre si è addirittura arrabbiato. In effetti a ripen-
sarci bene tutta la storia è assurda. Quei tipi sono assurdi, pen-
sò Chicco. Distruggermi la macchina in quel modo. Anche se
mio padre non ci crede, gliela farò vedere. Troverò quei teppi-
sti, scoprirò i loro nomi e li denuncerò. Ecco che farò! Bene!
Tanto prima o poi li incontro, sono sicuro.
Chicco si blocca. I suoi desideri si sono immediatamente
avverati. Ma lui non sembra più esserne così felice. Step e Pol-
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lo compaiono a tutta velocità dalla curva con le moto piegate
vicine. Scalano superando in velocità una macchina. Poi si
fermano a qualche metro da Brandelli. Chicco, prima che Step
lo riconosca, si gira su se stesso. Sale sulla Vespa, l'unico mez-
zo che ormai ha a disposizione, e si allontana veloce. Step si
accende una delle sigarette fregate a Martinelli e si rivolge a
Pollo.
"Ma sei sicuro che è qui?"
"Come no. L'ho letto sulla sua agenda. Ci siamo dati ap-
puntamento ieri sera per andare a pranzo insieme."
"Mortacci tua. Ma se non c'hai un euro. E fai pure lo splen-
dido?"
"Ma che vuoi? Ti ho portato pure la colazione. Allora stai
zitto!"
"Sì, per due miseri tramezzini."
"Ah, miseri? Ogni giorno due tramezzi, alla fine del mese
sono una cifra. Comunque non ti preoccupare, mi ha invitato
lei, sono suo ospite, non pago."
"'Mazza che culo, hai trovato pure quella ricca che offre.
Come?"
"Carina. Mi sembra pure simpatica. È un po' strana ma-
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