"Non giurare."
Un fischio lungo e deciso. Tutti si voltano. È Siga. Al cen-
tro della strada c'è un uomo basso sui trentacinque anni. Ha
un giubbotto di pelle nera. È rispettato da tutti anche perché
si dice che lì sotto nasconda una baiaffa. Alza le braccia. È il
segnale. La prima corsa, quella delle camomille. Step si volta
verso Babi.
"Vuoi venire dietro di me?"
"Vedi, è proprio vero. Sei pazzo."
< "No, la verità è un'altra. Sei tu che hai paura."
"Non ho paura!"
"Allora fatti prestare la cinta da Pallina, no?"
: "Sono contraria a queste corse da deficienti."
Un SH blu si ferma lì davanti. È Maddalena. Saluta Pallina
con un sorriso, poi vede Babi. Le due ragazze si guardano ge-
lidamente. Maddalena alza il giubbotto.
"Mi porti Step?" Mostra la doppia cinta di Camomilla.
"Certo piccola. Chiudi FSH."
Maddalena lancia uno sguardo di soddisfazione a Babi,
poi la supera per posare FSH poco più avanti. Step si avvici-
na a Babi.
"Peccato, ti saresti divertita. A volte la paura è proprio
una brutta cosa. Non ti fa vivere i momenti più belli. È una
specie di maledizione se non sai vincerla."
"Te l'ho già detto, non ho paura. Vai a fare la tua corsa se
ti diverte tanto."
"Farai il tifo per me?"
,< "Me ne vado a casa."
» "Non puoi, dopo il fischio nessuno si può muovere."
Pallina le si avvicina.
"Sì, è così. Dai Babi. Resta qui con me. Ci vediamo questa
corsa e poi ce ne andiamo via insieme."
Babi annuisce. Step le si avvicina e con un'agile mossa le
tira via la bandana che lei porta al posto della cintura. Babi
non fa in tempo a fermarlo.
"Ridammela." > <* , , > -"ru*? '
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Cerca di prendergliela. Step la tiene in alto con la mano.
Allora Babi cerca di colpirlo in piena faccia, ma Step è più ve-
loce. Le blocca la mano a mezz'aria e la stringe forte. Gli oc-
chi azzurri di Babi diventano lucidi. Le sta facendo male. Or-
gogliosa com'è, non dice una parola. Step se ne accorge. Al-
lenta la stretta.
"Non ci provare mai più."
Poi la lascia andare e monta sulla moto.
In quel momento arriva Maddalena e sale dietro di lui. Si
mette al contrario come dice il regolamento e passa la sua cin-
ta Camomilla. La moto balza in avanti appena in tempo per-
ché lei riesca a chiudere la cintura all'ultimo buco. Maddale-
na porta le mani indietro e si regge ai suoi fianchi. Poi alza il
viso. Babi è lì che la guarda. Le due ragazze si scambiano un
ultimo sguardo.
Poi Step pinna, Maddalena chiude gli occhi stringendosi
ancora di più a lui. La cinta tiene. Step torna su due ruote e
accelera per portarsi al centro della strada, pronto per la cor-
sa. Alza il braccio destro. Al suo polso, splendente e beffarda,
sventola la bandana di Babi.
Improvvisamente tre moto comparse dal nulla si portano
al centro della strada. Tutti hanno dietro una ragazza seduta al
contrario. Le camomille si guardano intorno. Una folla di ra-
gazzi e ragazze è davanti a loro. Le guardano divertiti. Alcune
le conoscono e le indicano gridando i loro nomi. Altri le salu-
tano con la mano cercando di attirare la loro attenzione. Ma le
camomille non rispondono. Hanno tutte le braccia indietro e
si stringono al guidatore per la paura dello stacco alla parten-
za. Siga raccoglie le scommesse. I signori della Jaguar punta-
no più di tutti. Uno di loro scommette su Step. L'altro su quel-
lo vicino a lui con la moto colorata. Siga raccoglie i soldi e se
li ficca nella tasca davanti del giubbotto, quella a sacca. Poi al-
za il braccio destro e si mette il fischietto in bocca. C'è un atti-
mo di silenzio. I ragazzi sulle moto sono tutti rivolti in avanti,
pronti a partire. Le camomille sono sedute dietro, girate. Han-
no gli occhi chiusi. Tutte tranne una. Maddalena vuole gustar-
si quel momento. Adora le corse. Le moto rombano. Tre piedi
sinistri spingono la pedalina in giù. Con un unico rumore en-
trano tre prime. Sono pronti. Siga abbassa il braccio e fischia.
Le moto schizzano in avanti, quasi subito su una ruota sola,
veloci e rombanti. Le camomille si stringono forte ai loro uo-
mini. Rivolte con la faccia verso terra, vedono la strada scor-
rere sotto di loro, dura e terribile. Con il fiato sospeso, il cuo-
re a duemila, lo stomaco in gola. Trascinate da dietro a cento,
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centoventi, centoquaranta. Il primo a sinistra rompe. Scende
sulla ruota davanti, toccando terra con una botta forte, spin-
gendo sugli ammortizzatoli. La forcella trema, ma non accade
nulla. Quello vicino a lui da troppo gas. La moto si impenna,
la ragazza, sentendosi quasi in verticale, urla. Il ragazzo, spa-
ventato, forse anche perché ci sta insieme, toglie il gas frenan-
do. La moto torna giù delicatamente. Un bestione di Kawasaki
di circa trecento chili plana con dolcezza come a comando, ab-
bassa il muso, toccando terra, come un piccolo aereo senz'ali.
Step continua la gara, giocando con il freno e con il gas. La sua
moto, proiettata in avanti sempre alla stessa altezza, sembra
immobile, retta da un filo trasparente nel buio della notte. Vo-
la così, attaccato alle stelle. Maddalena guarda la strada scor-
rere, le strisce bianche quasi invisibili si mischiano l'una con
l'altra e quel grigio asfalto sembra un mare che morbido, liscio,
senza onde, naviga silenzioso sotto di lei. Step arriva primo fra
le urla di gioia degli amici presenti e la felicità del signore che
ha scommesso su di lui, non tanto per i soldi vinti, quanto per
aver battuto l'amico che l'ha portato in quel posto.
Bario, Schello e qualche altro amico si precipitano a far-
gli i complimenti. Una mano fraterna non ben distinta in mez-
zo al gruppo gli offre una birra ancora fredda. Step la prende
al volo, da un lungo sorso, poi la passa a Maddalena.
"Sei stata brava, non ti sei mai mossa. Sei una camomilla
perfetta."
Maddalena da un sorso, poi scende dalla moto e gli sor-
ride.
"Ci sono momenti in cui bisogna star fermi e altri in cui bi-
sogna sapersi muovere. Sto imparando, no?"
Step sorride. È troppo forte quella ragazza.
"Sì, stai imparando."
La guarda allontanarsi. È anche una bonazza. Arriva Pol-
lo che salta dietro la sua moto.
"Dai, cazzo, andiamo da Siga. Andiamo a vedere quanto
hai vinto!"
"Non molto, mi davano favorito!"
"Cazzo, non sei più una bella giocata. Dovresti perdere qual-
che gara, così sali di quota. Magari fai anche una bella caduta
e poi giochiamo tutto sull'ultima dove vinci. Classico no? Co-
me i pugili americani in certi film."
"Sì, però la caduta la faccio con la moto tua!"
"Allora no! L'ho appena rimessa a posto."
"Step! Step!" Lui si volta. È Pallina da sopra il muretto vi-
cino alla rete che lo chiama. "Bravo! Sei bravissimo." " " .. i
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Step le sorride. Poi vede Babi che le sta lì vicino. Alza il
braccio destro mostrando la sua bandana blu.
"È stata solo fortuna!" urla Babi da lontano.
Step mette la prima, e con dietro Pollo fa una gincana fra
la gente e si allontana per ritirare il meritato guadagno.
Davanti a Babi e Pallina si ferma Maddalena. Ha una ra-
gazza bionda, un po' tonda dietro all'sH. La sua amica tiene i
piedi sui pedali ed è seduta in pizzo, ma la ruota posteriore è
lo stesso quasi a terra. Maddalena mastica una Vigorsol con la
bocca aperta.
"Non è solo fortuna. È soprattutto coraggio, fegato. Si
può sapere che ci fate voi due fifone in un posto come que-
sto?"
La tipa tonda di dietro sorride.
"Già, oltretutto come mai andate in giro senza divise? Non
siete due di quelle idiote della Falconieri? Anzi, battonieri...
Non è così che la chiamano? Dicono che siete tutte mignotte!"
Pallina si aggiusta il cappello.
"Senti tendina! Ma che, ce l'hai con noi? Se c'è qualcosa
che ti rode dillo e basta. Non la fare tanto lunga."
Maddalena spegne TSH.
"C'è che hai la cinta da camomilla e non te lo puoi per-
mettere." i
"E chi lo dice?" i-
"Allora come mai non hai corso?"
"Non ha corso il mio uomo. Io corro solo con Pollo. Per-
ché forse non lo sai," Pallina si rivolge alla ragazza tonda die-
tro a Maddalena, "ma io, sto con Pollo."
La ragazza fa una smorfia. Sta rosicando. Pallina gliel'ha
detto apposta. Sa che è interessata all'acquisto.
Maddalena indica Babi.
"E lei? Lei che ci sta a fare qua? Non porta neanche la cin-
ta. Che, non lo sai che questo posto è riservato alle camomil-
le? O corri o te ne devi andare."
Babi si gira verso Pallina sospirando.
"Ci manca solo la boretta di turno."
Maddalena si irrigidisce.
"Che hai detto?" ,>
Babi le sorride.
"Ho detto che sto aspettando il mio turno." >
Maddalena rimane impassibile. Forse non ha sentito stfl
serio. Babi apre il giubbotto di Pallina.
"Forza, dammi questa cinta." *
"Cosa? Ma che, stai scherzando?" ,, , ì
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"No, avanti, dammela. Se è così emozionante essere una ca-
momilla, voglio provare." Le sfila il passante. Pallina la ferma.
"Guarda che, se te la metti e poi ti scelgono, devi correre.
Una volta è venuta qui una ragazza che s'era messa la cinta di
Camomilla per caso, perché le piaceva. Be', l'hanno fatta sali-
re su una moto e ha dovuto correre per forza."
Babi la guarda interrogativa.
"Be'? E com'è andata a finire?"
"Bene, non si è fatta niente, non è cascata. Ma mi sa che la
conosci pure. È Giovanna Bardini, quella della seconda E."
"Ma chi, quella farlocca? Allora lo possono fare proprio
tutti."
Pallina le passa la cinta.
"Sì, ma non so se hai notato... Giovanna adesso usa sem-
pre le bretelle."
Babi la guarda. Pallina fa una smorfia buffa. Poi scoppia-
no tutte e due a ridere. In realtà cercano solo di sdrammatiz-
zare il momento. Maddalena e l'amica le guardano annoiate.
Babi si infila la cinta.
"Ah, che ficaia! Adesso pure io sono una camomilla."
Un boro terrificante inchioda con la moto lì davanti. Ha la
parte bassa dei capelli praticamente rasata e un collo taurino
gli spunta impavido da un giubbotto verde militare coi risvol-
ti arancioni.
"Forza camomilla, tu lì sopra. Monta dietro."
Babi si indica incredula.
"Chi, io?"
"E chi se no? Dai, datti una mossa che fra poco si co-
mincia."
"Ciao Madda." Il boro, oltre all'aspetto terrificante, ha an-
che un altro punto a suo sfavore. È un amico di Maddalena.
Babi si avvicina a Pallina.
"Be', ciao, io vado. Poi ti racconto com'è."
"Sì, certo."
Pallina sta ferma di fronte a lei, preoccupata.
"Senti Babi... mi dispiace."
"Ma no, che dici. Penso che è una ficata fare la camomilla
e lo voglio provare. Tu non c'entri niente."
Pallina l'abbraccia e le sussurra all'orecchio: "Sei una capa".
Babi le sorride, poi si dirige verso il boro con la moto. A un
tratto si ricorda quella frase. L'ha già sentita proprio quella
mattina e le ha procurato una bella nota. Che porti sfiga? Man-
naggia a Pallina, alle camomille e a quando si mette in testa di
fare la capa. , , > .,..,,.**>»--...-«u », j»^. -,» , >- -
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Il boro da gas senza problemi di consumo. Babi invece ha
qualche problema per salire sulla moto all'indietro. Il boro l'aiu-
ta. Babi si slaccia la cinta. Il tipo la prende, se la mette intor-
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