sotto di te, poi se vuoi, scendi giù anche tu, buttandoti nella

mischia, osservata dagli altri, piccolo spettacolo colorato. Al-

cune ragazze agitano le braccia, un'altra saltella divertita scher-

zando con una sua amica. Con i loro piccoli top elasticizzati

bianchi e neri, con i loro calzoni stretti in vita e un po' corti. E

ombelichi scoperti e jeans colorati, leggermente slargati sul

fondo, avvolti da un lungo fazzoletto in vita. La solitària sul

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cubo, la convinta a occhi chiusi, il perbenino che tenta di ri-

morchiare. Un boro emulo di John Travolta con un cerchietto

in testa e una camicia larga. Una coppia tenta di dirsi qualco-

sa. Forse lui le sta proponendo un ballo più sensuale da fare a

casa, da soli, con una musica più dolce. Lei ride. Forse accet-

terà. Niente, nessuna traccia di Pallina, di Pollo, degli altri ami-

ci e soprattutto di lui, di Step. Che non siano venuti? Impossi-

bile. Pallina l'avrebbe avvisata. Poi Babi avverte qualcosa. Una

strana sensazione. Sta guardando nella direzione sbagliata. E

come guidata da una mano divina, dalla dolce spinta del de-

stino, si gira. Eccoli. Sono lì, nella stessa sala, seduti in un an-

golo in fondo alle Vetrine, proprio contro l'ultimo vetro. C'è

tutto il gruppo: Pollo, Pallina, quello con la benda, altri ragaz-

zi dai capelli corti e grossi bicipiti, accompagnati da ragazze

più piccole e carine. C'è Maddalena, con la sua amica dalla fac-

cia tonda. E poi c'è lui. Step sta bevendo una birra e ogni tan-

to guarda giù. Sembra cercare qualcosa o qualcuno. Babi sen-

te un tuffo al cuore. Che cerchi lei? Pallina forse gli ha detto

che sarebbe venuta. Torna a guardare giù. La pista sembra sfuo-

cata dietro il vetro. No, Pallina non può averglielo detto. Len-

tamente torna a guardarlo. Sorride fra sé. Che strano. È così

forte, con quell'aria da duro, i capelli corti sfumati dietro, il

giubbotto chiuso e quel modo di stare seduto, da padrone, tran-

quillo. Eppure qualcosa in lui è dolce e buono. Forse il suo

sguardo. Step si gira verso di lei. Babi si volta spaventata. Non

vuole farsi vedere, si mischia fra la gente e si allontana dal ve-

tro. Va in fondo al locale e paga un tipo che le consegna un bi-

glietto giallo e la lascia passare. Scende veloce le scale. Di sot-

to la musica è molto più forte. Al bancone Babi chiede un Bel-

lini. Le piace la pesca. Step si è alzato. È appoggiato al vetro

con tutte e due le mani. Muove su e giù la testa segnando il

tempo. Babi sorride. Da lì non può vederla. Arriva il Bellini e

in un attimo sparisce.

Babi, senza farsi vedere, gira da dietro intorno alla pista,

si porta proprio sotto a loro. Si sente stranamente euforica. Il

Bellini sta facendo effetto. La musica la prende. Si lascia por-

tare. Chiude gli occhi e piano piano, ballando, attraversa la pi-

sta. Muove la testa seguendo il ritmo. Felice e un po' ubriaca,

in mezzo a gente sconosciuta. I suoi capelli volano. Sale su un

bordo più alto della pista. Chiude le mani e comincia a balla-

re ondeggiando con le spalle, con la bocca chiusa e sognante

apre gli occhi guardando su. Attraverso il vetro i loro sguardi

si incontrano. Step è lì che la fìssa. Per un attimo non la rico-

nosce. Anche Pallina la vede. Step si gira verso Pallina e le chie-

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de qualcosa. Da sotto, Babi non può sentire, ma intuisce fa-

cilmente la domanda. Pallina annuisce. Step torna a guardare

giù. Babi gli sorride poi abbassa lo sguardo e torna a ballare,

rapita dalla musica.

Step si allontana veloce, senza preoccuparsi di nulla e di

nessuno. Pollo scuote la testa. Pallina salta addosso al suo uo-

mo, lo abbraccia con slancio e lo bacia sulla bocca. Il tipo toz-

zo e basso alla scala lascia passare Step senza pagare. Anzi, lo

saluta con rispetto. Step si ferma. Babi è lì, di fronte a lui. Un

boro dai capelli lunghi a caschetto le balla intorno interessato

all'acquisto. Vedendo Step si allontana com'era venuto, facen-

do il vago. Babi continua a ballare guardandolo negli occhi e

in quell'attimo lui si perde in quell'azzurro. Muti e sorridenti

ballano vicini. Respirando dei loro sguardi, dei loro occhi, dei

loro cuori. Babi si muove ondeggiando. Step le si fa più vici-

no. Ne può sentire il profumo. Lei alza le mani, le porta da-

vanti al viso e ci balla dietro, sorridente. Si è arresa. Lui la guar-

da incantato. È bellissima. Degli occhi così ingenui non li ha

visti mai. Quella bocca morbida, dal colore pastello, quella pel-

le vellutata. Tutto in lei sembra essere fragile ma perfetto. I

suoi capelli scendono liberi da sotto la fascia, ballano allegri

saltando da una parte all'altra, facendo il verso al suo sorriso.

Step la prende per mano, la tira a sé. Le accarezza il viso. So-

no vicini. Step si ferma. Trema all'idea. Un piccolo movimen-

to e magari lei, fragile sogno di cristallo, svanirebbe in mille

pezzi. Allora le sorride e la porta via. Rapendola a quella con-

fusione, a tutta quella gente scatenata, a quei tipi che si scuo-

tono frenetici, che sembrano impazzire al loro passaggio. Step

la guida attraverso quel groviglio di braccia agitate proteg-

gendola da spigoli umani, da pericolosi gomiti affilati di rit-

mo, da passi agitati da innocente allegria. Più in alto, dietro il

vetro. Gioia e dolore. Pallina guarda Babi sparire con lui, fi-

nalmente incoerente e sincera. Maddalena guarda Step spari-

re con lei, colpevole solo di non averla amata né di averglielo

mai lasciato credere. E mentre i due, freschi d'amore, escono

in strada, Maddalena si lascia cadere sul divano lì vicino. Di-

sillusa, da sola, così come da sola si è illusa. Rimane con un

bicchiere vuoto fra le mani e qualcosa di più difficile da riem-

pire dentro. Lei, semplice concime di quella pianta che spesso

fiorisce sopra la tomba di un amore appassito. Quella rara pian-

ta il cui nome è felicità.

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r

n .

*-fi.

Belli e fatti di jeans, meglio di una pubblicità dal vivo. So-

pra la moto blu scura come la notte, si confondono nella città,

ridendo. Parlando di tutto e di niente, sorridendosi negli spec-

chietti volutamente piegati all'interno. Lei poggiata sulla sua

spalla, si lascia portare così, sfiorata dal vento e da quella nuo-

va forza, la resa. Via Quattro Fontane. Piazza Santa Maria Mag-

giore. Angolo a destra. Un piccolo pub. Un tipo inglese alla por-

ta riconosce Step. Lo lascia passare. Babi sorride. Con lui si

entra in ogni posto. È il suo lasciapassare. Il lasciapassare per

la felicità. È così felice che non si accorge di ordinare una bir-

ra rossa, lei che odia perfino le chiare, così sognante che divi-

de con lui un piatto di pasta dimenticando l'incubo della die-

ta. Come un fiume in piena si accorge di parlargli di tutto, di

non avere segreti. Le sembra intelligente e forte, bello e dolce.

E lei che non se n'è accorta prima, stupida e cieca, lei che

l'ha offeso, aspra e cattiva. Ma poi si perdona. Ha avuto solo

paura. Giocano a freccette. Lei prende in alto il tiro a segno. Si

gira esultante verso di lui. "È già un bel risultato, no?" Lui le

sorride. Fa segno di sì. Babi lancia divertita un'altra freccetta,

ma i suoi occhi non si accorgono di aver già fatto centro.

Di nuovo rapita. Via Cavour. La Piramide. Testaccio. A tut-

ta velocità, assaporando il vento fresco di quella notte di fine

aprile. Step mette la terza poi la quarta. Il semaforo all'incro-

cio lampeggia giallo. Step l'attraversa. All'improvviso sente uno

stridio di freni. Gomme che bruciano sull'asfalto. Brecciolino.

Una Jaguar Sovereign viene da sinistra a tutta velocità, prova

a inchiodare. Step, colto di sorpresa, frena rimanendo impa-

lato in mezzo all'incrocio. La moto si spegne. Babi lo abbrac-

cia forte. Nei suoi occhi spaventati i potenti fari della macchi-

na che si avvicina.

Il muso della pantera selvaggia si ribella alla violenta fre-

nata. La macchina sbanda. Babi chiude gli occhi. Sente il rug-

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gito del motore frenante, il perfetto ABS controllare le ruote, le

gomme straziate dai freni. Poi più niente. Apre gli occhi. La

Jaguar è lì, a pochi centimetri dalla moto, immobile. Babi fa

un sospiro di sollievo e libera il giubbotto di Step dalla sua

stretta terrorizzata.

Step, impassibile, guarda il conducente della macchina.

"Dove correrai mai, coglione!" Il tipo, un uomo sui trenta-

cinque anni, con i capelli dal taglio perfetto folti e riccioluti,

abbassa il finestrino elettrico.

"Cos'hai detto, scusa ragazzino?" Step sorride scendendo

dalla moto. Conosce quei tipi. Deve avere la donna vicino e non

ci sta a fare brutta figura. Si avvicina alla macchina. Infatti at-

traverso il vetro vede delle gambe femminili accanto a lui. Del-

le belle mani incrociate su una pochette da sera nera, su un ve-

stito elegante. Cerca di vedere in viso la donna, ma la luce di

un lampione si riflette sul vetro nascondendolo. Ragazzino.

Ora vedrai che ti fa il ragazzino. Step apre la portiera al tipo

con educazione.

"Vieni fuori coglione, così senti meglio." L'uomo sui tren-

tacinque anni fa per scendere. Step lo prende per la giacca e

lo scaraventa direttamente fuori. Lo sbatte sulla Jaguar. Il pu-

gno di Step si alza a mezz'aria pronto a colpire.

"Step, no!" È Babi. La vede in piedi vicino alla moto. Il suo

sguardo dispiaciuto e preoccupato. Le braccia abbandonate lun-

go i fianchi. "Non lo fare!" Step allenta la stretta. Il tipo ne ap-

profitta subito." Libero e vigliacco lo colpisce con un pugno al

viso. Step va indietro con la testa. Ma è un attimo. Sorpreso, si

porta la mano alla bocca. Il labbro sanguina. "Brutto figlio di..."

Step si butta su di lui. Il tipo porta avanti le braccia, abbassa la

testa tentando di coprirsi, spaventato. Step lo prende per i ca-

pelli riccioluti, gli porta la testa verso il basso pronto a dargli

una ginocchiata, quando all'improvviso viene colpito di nuovo.

Stavolta in maniera diversa, più forte, direttamente al cuore.

Un colpo secco. Una semplice parola. Il suo nome.

"Stefano..."

La donna è scesa dalla macchina. La pochette poggiata sul

cofano e lei lì vicino, in piedi. Step la guarda. Guarda la bor-

sa, non la conosce. Chissà chi gliel'ha regalata. Che strano pen-

siero. Lentamente, apre la mano. Il tipo riccioluto e fortuna-

to si ritrova libero. Step rimane a guardarla in silenzio. È bel-

la come sempre. Un debole "Ciao" esce dalle sue labbra. Il ti-

po lo spinge di lato. Step indietreggia lasciandosi andare. Il

tipo sale sulla Jaguar e la mette in moto.

"Andiamo via, forza." - err-.Ii.-iiim ,; ì sdì

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Step e la donna si fissano per un ultimo istante. Tra quegli

occhi così simili, una strana magia, una lunga storia d'amore

e tristezza, sofferenza e passato. Poi lei risale in macchina, bel-

la ed elegante, così com'è apparsa. Lo lascia lì, sulla strada, con

il labbro sanguinante e il cuore a pezzi. Babi gli si avvicina.

Preoccupata di quell'unica ferita che può vedere, gli sfiora de-