Le porte della camera da letto si chiudono. Claudio e Raf-
faella, ora tranquillizzati, discutono di quella figlia un tempo
calma e tranquilla, ora ribelle e irriconoscibile. Torna a notte
fonda, partecipa a gare di pinne, finisce con tanto di fotografia
su tutti i giornali. Cos'è successo? Cos'è accaduto alla Puffina
di un tempo?
Nella camera vicina, Babi si spoglia e si infila a letto. La sua
guancia arrossata trova un fresco ristoro sul cuscino. Rimane
così, sognante per un po'. Le sembra di sentire ancora il rumo-
re delle piccole onde e il vento che le accarezza i capelli e poi
quel bacio, forte e tenero allo stesso tempo. Si gira nel letto.
Pensa a lui mentre infila le mani sotto il cuscino sognando di
abbracciarlo. Tra le lisce lenzuola piccoli granelli di sabbia la
fanno sorridere. Nel buio della stanza, lentamente sboccia la
risposta che i suoi genitori stanno tanto cercando. Ecco co-
s'è accaduto alla Puffina di un tempo. Si è innamorata.
211
.. i.
Babi non fa in tempo a salire le scale della |cuola che Pal-
lina le salta addosso.
"Be', com'è andata? Sei scomparsa..."
* "Bene, siamo stati ad Ansedonia."
"Fin laggiù?"
Babi annuisce.
"E l'hai fatto?"
, "Pallina!"
"Be', scusa, siete andati fin laggiù, sarete scesi in spiaggia,
Jio?"
"Sì."
"E non avete fatto niente?"
"Ci siamo baciati."
"Yahooo." Pallina le salta addosso. "Ma dai! Mortacci tua,
ti sei beccata il più fico di tutta la città." Poi si accorge che Ba-
bi è un po' giù. "Che c'è?"
"Niente."
"Dai, non dire bugie, tira fuori il problema. Forza. Confi-
dati con la tua vecchia e saggia amica Pallina. L'avete fatto,
vero?"
"Noooo! Ci siamo solo baciati, ed è stato bellissimo. Però..."
"Però...?"
"Però non so come siamo rimasti."
Pallina la guarda perplessa. "Ma ha provato a..." Spinge il
pugno due volte verso il basso in maniera eloquente.
Babi scuote la testa sbuffando: "No".
"Allora è veramente preoccupante."
"Perché?"
"Gli interessi."
"Dici?"
"Sicuro. Di solito se le fa tutte la prima sera."
"Ah, grazie, sei rincuorante."
"Vuoi la verità, no? Be', scusa, devi essere felice. Non ti
212
preoccupare, se è solo questo il tuo problema, devi aspettare
la seconda sera, vedrai!"
Babi le da una spinta. "Stupida... A proposito Pallina, ti
hanno sequestrato la Vespa..."
"La mia Vespa?" Pallina cambia espressione. "Chi è stato?"
"I miei."
"Quella simpaticona di Raffaella. Un giorno le dovrò fare
un discorsetto. Lo sai che l'altra sera ci ha provato?"
"Mia madre? E con chi?"
"Con me! Mi ha baciato mentre dormivo nel tuo letto cre-
dendo che fossi tu!"
"Giura?"
"Sì!"
"Pensa che mio padre ha preso il tuo portachiavi creden-
do fosse il mio."
"E non si è accorto della p?"
"Sì! Gli ho detto che da piccola lui mi chiamava sempre
Puffina."
"E ci ha creduto?"
"Ormai mi chiama solo così."
"Peccato! È un bel tipo tuo padre, ma è un po' troppo far-
locco."
Entrano in classe così. Una bionda e slanciata, l'altra bru-
na e piccoletta. Bella e preparata la prima, buffa e ignorante
la seconda, ma con una grande cosa in comune: la loro amici-
zia. Più tardi Babi è lì, sognante a fissare la lavagna, senza ve-
dere i numeri scritti sopra, senza sentire le parole della pro-
fessoressa. Pensa a lui, a cosa starà facendo in quel momento.
Si domanda se stia pensando a lei. Cerca di immaginarselo,
sorride intenerita, poi preoccupata, infine vogliosa. Può esse-
re qualunque cosa. A volte è tenero e dolce, poi all'improvviso
selvaggio e violento. Sospira e guarda la lavagna. È molto più
facile risolvere quella di equazione.
Step si è alzato da poco. Si infila sotto la doccia e si lascia
massaggiare da quel getto forte e deciso. Punta le mani contro
il muro bagnato e, mentre l'acqua gli tamburella sulla schie-
na, si mette a spingere in giù alternando le gambe, alzandosi
sui piedi, prima il destro e poi il sinistro. Mentre l'acqua gli sci-
vola lungo il viso ripensa agli occhi azzurri di Babi. Sono gran-
di, puliti e profondi. Sorride e pur avendo gli occhi chiusi la
vede perfettamente. È lì, innocente e serena di fronte a lui, con
quei capelli selvaggi nel vento e quel naso dritto. Vede quello
sguardo deciso, pieno di carattere. Asciugandosi, si ritrova a
213
pensare a tutto quello che si sono detti, a ciò che le ha rac-
contato. Lei, unico dolce orecchio quasi sconosciuto, silenzio-
so ascoltatore della sua antica sofferenza, del suo amore odia-
to, della sua tristezza. Si chiede se è pazzo. Ormai è andata.
Facendo colazione pensa alla famiglia di Babi. Alla sorella. Al
padre dall'aria simpatica. A quella madre dal carattere deciso
e duro, dai tratti simili a Babi, un po' sbiaditi dall'età. Sareb-
be diventata un giorno anche lei così? Le madri a volte non so-
no altro che la proiezione futura della ragazza con la quale ce
la spassiamo oggi. Si ricorda di una madre meglio di una fi-
glia. Finisce il caffè sorridendo. Suonano alla porta. Maria apre.
E Pollo. Gli lancia la solita busta sul tavolo, i suoi tramezzini
al salmone.
"Allora? Mi devi dire che hai combinato. Te la sei fatta o no?
Figurati quella... Con quel caratterino e quando te la da? Mai!
Dove cazzo siete andati poi. Vi ho cercato dappertutto. Oh, non
sai come sta Madda. È avvelenata! Se la becca, la sfonda!"
Step smette di fare la faccia divertita. Maddalena, è vero,
non ci ha pensato. Non ha pensato più a niente quella sera. De-
cide che non ci vuole pensare neanche adesso. In fondo non si
sono mai promessi nulla.
"Tieni." Pollo tira fuori dalla tasca un foglietto bianco ap-
pallottolato e glielo lancia. "Questo è il suo numero di telefono."
Step lo prende al volo. "Me lo sono fatto dare ieri da Pallina,
tanto sapevo che oggi me l'avresti chiesto..."
Step se lo mette in tasca poi va di là. Pollo lo segue.
"Allora Step, cazzo mi dici qualcosa o no? Ci sei andato?"
"Pollo, perché mi fai sempre queste domande? Lo sai che
sono un gentiluomo, no?"
Pollo si butta sul letto piegato dalle risate.
"Un gentiluomo... tu? Oddio, sto male! Che mi tocca sen-
tire. Porca puttana... Un gentiluomo." Step lo guarda scuoten-
do la testa poi, mentre si infila i jeans, anche lui si mette a ri-
dere. Quante volte non è stato un gentiluomo! E per un attimo
gli piacerebbe avere qualcosa di più da raccontare all'amico.
ife» B. -:%5 r-'f. ->
214
All'uscita della Falconieri nessun ragazzo vende i libri. È
una scuola troppo "su" perché anche l'ultima delle alunne com-
pri un libro usato. Babi scende gli scalini guardandosi intor-
no speranzosa. Gruppi di ragazzi in fondo alla scalinata aspet-
tano nuove prede o vecchie conquiste. Ma nessuno di loro è
quello giusto. Babi fa gli ultimi passi. Il rumore di una moto
veloce le fa alzare lo sguardo. Il suo cuore batte più veloce.
Inutilmente. Un serbatoio rosso passa sfrecciando tra le mac-
chine. Una giovane coppia abbracciata si piega contempora-
neamente a sinistra. Babi li invidia per un attimo. Poi sale in
macchina. Sua madre è lì, ancora arrabbiata per il giorno pri-
ma. "Ciao mamma."
"Ciao" è la secca risposta di Raffaella. Babi non riceve nes-
suno schiaffo quel giorno, non ce n'è ragione. Ma questo qua-
si le dispiace.
Step e Pollo sono attaccati alla rete. Seguono dai bordi del
campo l'allenamento della loro squadra. Vicino Schello, Hook
e qualche altro amico, la passione per la Lazio. Tifo sfrenato
tanto per fare un po' di casino. Step, senza farsi vedere, spo-
sta in giù la manica sinistra del giubbotto, scoprendo l'orolo-
gio. L'una e mezzo. Dev'essere uscita da poco. Se la immagi-
na sulla macchina della madre, in corso Francia, che torna a
casa. Più bella di un gol di Mancini. Pollo lo fissa.
"Che c'è?"
Pollo allarga le braccia. "Niente, perché?"
"Allora che cazzo guardi?"
"Perché, non posso guardare?"
"Sembri frocio... Guarda la partita, no? Ti ho portato fin a
qua e che fai? Ti metti a guardare la mia faccia?"
Step si volta verso il campo. Alcuni giocatori con delle ca-
sacche da allenamento sulle maglie della squadra si passano
215
veloci la palla mentre uno sfigato in mezzo cerca di prender-
gliela. Step si gira di nuovo verso Pollo. Lo sta fissando.
"Ancora! Ma allora non vuoi capire!" Step gli si butta ad-
dosso. Gli prende la testa con tutte e due le mani e ridendo glie-
la sbatte contro la rete. "Devi guardare là." Lo spinge più vol-
te: "Là, là!".
Schello, Hook e tutti gli altri si buttano addosso ai due, tan-
to per fare un po' di casino. Altri tifosi si spingono fra loro con-
tro la rete rumoreggiando. Qualcuno con un giornale arroto-
lato e un fischietto in bocca si finge un celerino prendendo tut-
ti a manganellate. Dopo un po' il gruppo si allarga, i tifosi cor-
rono in tutte le direzioni divertiti. Step sale sulla moto. Pollo
gli salta dietro e schizzano via slittando sul brecciolino. Step
si chiede se Pollo ha capito a cosa stava pensando prima.
"Oh, Step peccato..."
"Di cosa?"
"Ormai è troppo tardi, se no potevamo passare a prender-
le a scuola."
Step non risponde. Sente Pollo sorridere, dietro di lui. Poi
viene colpito da un pugno al fianco.
"E non fare il furbo con me, chiaro?" Step si piega in avanti
indolenzito. Sì, Pollo ha capito, e come se non bastasse ha an-
che dei cazzotti micidiali.
Il pomeriggio passa lento per tutti e due, anche se a loro
insaputa.
Babi prova a studiare. Si ritrova a sfogliare il diario, a cam-
biare la stazione della radio, ad aprire e chiudere il frigo cer-
cando di resistere alla tentazione di sgarrare la dieta. Finisce
davanti alla tivù a guardare uno stupido programma per bam-
bini mangiando un Danone al cioccolato, cosa che dopo la fa
stare ancora più male. Chissà se ha avuto il numero del mio
cellulare. Tanto qui non prende. Speriamo allora che abbia avu-
to anche quello di casa. Nel dubbio va di corsa a rispondere a
ogni squillo del telefono. Ma quasi sempre le tocca segnare sul-
l'agenda il cognome di un'amica di sua madre. Andrea Palombi
telefona a Daniela almeno tre volte. La invidia. Il telefono squil-
la di nuovo. Un tuffo al cuore. Fa di corsa il corridoio, alza la
cornetta, non può che essere Step. Invece è Palombi, la quar-
ta telefonata. Chiama Daniela scongiurandola di non starci
troppo. Ingiustizie del mondo. A Daniela quattro telefonate, a
lei nessuna. Poi si rallegra. Una cosa è certa, con tutte le cor-
se che ha fatto, ha bruciato almeno metà delle calorie.
216
Step mangia a casa con il suo amico. Pollo gli svuota pra-
ticamente mezzo frigorifero. Apprezza molto la cucina di Ma-
ria. Lei è tutta felice di vedere la sua torta di mele sparire tra
le fauci di quel giovane ospite. Step un po' meno, visto che do-
vrà sorbirsi le lamentele di Paolo, quando tornerà. La torta di
mele in realtà è stata fatta per lui. Più tardi Maria va via e lo-
ro due riposano un po'. Step si rilegge tutti i suoi fumetti di Pa-
zienza. Controlla le tavole originali delle quali va tanto fiero.
Poi sveglia Pollo mostrandogliele. Malgrado sia la quarantesi-
ma volta che le vede, lui le apprezza come se fosse la prima.
"Tre metri sopra il cielo" отзывы
Отзывы читателей о книге "Tre metri sopra il cielo". Читайте комментарии и мнения людей о произведении.
Понравилась книга? Поделитесь впечатлениями - оставьте Ваш отзыв и расскажите о книге "Tre metri sopra il cielo" друзьям в соцсетях.