me. Lo chiamerò più tardi. Improvvisamente si ricorda che
non può farlo. Non ha il suo cellulare. Non sa neanche dove
abita. La campanella dell'uscita suona. Le prime classi com-
paiono in cima alla scala. Cominciano a scendere le ragazze
più piccole. Un'altra campanella. È il turno delle seconde e
poi le terze. Ragazze più grandi. Una la guarda incuriosita.
Babi si porta il dito sulle labbra, facendole segno di stare zit-
ta. La ragazza guarda altrove. Sono tutte abituate a segreti di
ogni tipo. Finalmente è il turno della sua classe. Sua madre è
ancora distratta, forse alle prese con un'unghia spezzata. È
quello il momento di andare. Babi esce dal suo nascondiglio
e si mischia alle altre ragazze. Ne saluta qualcuna poi, senza
farsi vedere, controlla la macchina. Raffaella non si è accor-
ta di nulla. Ce l'ha fatta.
"Babi!"
Pallina le corre incontro. Le due ragazze si abbracciano.
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Babi la guarda preoccupata- "Com'£ andata, hanno Sfcò-
perto qualcosa?"
"No, tutto sotto controllo."
"Tieni, questi sono i compiti che hanno dato oggi. Ci sono
anche le interrogazioni. Tutto preciso, potresti prendermi co-
me tua segretaria. Be', ti sei divertita?"
"Moltissimo." Babi infila il foglio nella borsa e sorride al-
l'amica.
"Lasciami indovinare." Pallina la fissa un attimo. "Cola-
zione da Euclide di Vigna Stelluti. Cappuccino e maritozzo con
panna."
"Ci sei quasi. Stesse cose ma a quello sulla Flaminia."
"Chiaro! Molto più riservato. Preciso. Poi fuga a Fregene e
sesso sfrenato sulla spiaggia, giusto?"
"Toppato!" Babi si allontana sorridendole.
"Fregene o il resto?"
"Ti dico solo che una cosa l'hai toppata."
Sale in macchina mentendo all'amica e lasciandola lì, di
fronte alla scuola, piena di curiosità. In realtà le ha sbagliate
tutte e due.
"Ciao mamma."
"Ciao." Raffaella si lascia baciare sulla guancia da Babi. La
situazione sembra tranquilla. "Com'è andata scuola?"
"Bene. Non mi hanno interrogato."
Arriva anche Daniela.
"Possiamo andare. Giovanna ha detto che torna per conto
suo da adesso in poi."
La Peugeot parte. Quella notizia ha riempito tutte di gioia.
Non dovranno più aspettarla. Mentre sono ferme al semaforo
di piazza Euclide, Babi sente improvvisamente qualcosa che
la punge. Senza farsi vedere si infila la mano nella camicetta.
Imprigionata nel reggisene c'è una piccola spiga dorata. La li-
bera e la mette in mezzo al diario. Poi la fissa per un attimo.
Quel piccolo grande segreto. Step le ha toccato il seno. Sorri-
de e proprio mentre scatta il verde, lo vede. È lì, fermo sulla
destra della piazza. Sventola ridendo una bandiera inglese, la
sua bandiera. Ma quando gliel'ha rubata? Poi si ricorda la co-
sa più importante. Step è come Pollo, anche lui ruba. Non ci
ha mai pensato prima. Si è messa con un ladro.
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La prima "a" è troppo dedotta, la seconda con la stanghetta
troppo lunga, poi troppo bassa, poi troppo sottile tutta la scrit-
ta. Babi riprova a imitare la firma della madre. Riempie alcu-
ni fogli del quaderno di matematica.
"Dani? Questa secondo te può sembrare la firma di mam-
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ma?
Daniela guarda quell'ultima scritta. Rimane per un po' pen-
sierosa. "Il cognome mamma lo fa più lungo. No, non lo so. C'è
qualcosa di strano. Ecco. La "g" è troppo magra, le hai fatto la
pancia troppo piccola. Mamma inizia sempre il cognome con
la G molto più grossa. Guarda." Apre il suo diario e mostra al-
la sorella una firma di quelle vere. "Vedi?"
Babi la fissa per un attimo paragonandola con quella che
ha fatto lei. "A me sembrano identiche. È perché lo sai." Se ne
va più tranquilla in camera sua.
"Fai come vuoi. Per me la "g" è troppo piccola. Poi non
capisco perché mi chiedi sempre che ne penso se poi fai co-
me ti pare."
Chiude la porta.
Babi prende il diario alla pagina della giustificazione. Do-
ve c'è il motivo dell'assenza, scrive: "ragioni di salute". In fon-
do è vero. Sarebbe stata male all'idea di non fuggire con Step.
Poi viene il momento della firma. Ritorna seria. Ne prova an-
cora una su un foglio lì vicino. Sotto a decine di Raffaella Ger-
vasi. Quest'ultima le viene ancora meglio. È perfetta. Però, può
falsificare anche degli assegni, comprarsi FSH 50. Capisce di
aver esagerato. In fondo non ha bisogno di soldi, solo di esse-
re giustificata. Prende la penna e si butta decisa. Comincia con
la R e via giù, scivolando il più naturalmente possibile fino a
quell'ultimo puntino sulla "i". Poi, ancora tremante per la con-
centrazione, la fatica di copiare, di scrivere perfettamente ugua-
le a sua madre, guarda la scritta. È venuta ancora meglio. In-
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credibile. Forse, il cognome è un po' tremolante. La confron-
ta con le altre firme di sua madre sul diario. Nessuna grossa
differenza. Nessun segno impreciso. Un'altra cosa poi gioca a
suo favore. Alla prima ora ha la professoressa di matematica,
la Boi. Occhiali spessi, una faccia larga sempre sorridente. An-
che quella volta quando si è scusata con la classe per aver per-
so i compiti e le ha pregate di non farne parola con nessuno.
Quel giorno Pallina era sicura di aver preso almeno sette. È
per questo che secondo lei la Boi se li era persi. L'ha fatto ap-
posta per non darle soddisfazione. Pallina crede che tutti i pro-
fessori ce l'abbiano sempre con lei e con i suoi voti. Babi chiu-
de il diario. Ora è più tranquilla. Quella firma la controllerà
solo la Boi e non si accorgerà di sicuro che è falsa. Comincia
a studiare. Poi ha una strana sensazione. Si guarda intorno ma
non nota nulla. Continua a fare i compiti. Se fosse stata più at-
tenta a guardare l'orario, avrebbe capito cosa la preoccupa. Al-
la seconda ora c'è la Giacci.
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Più tardi, quando i suoi genitori sono usciti, Step la pas-
sa a prendere. C'è tutto il gruppo giù che l'aspetta: Schello,
Lucone, Dario e Gloria, il Siciliano, Hook, Pollo e Pallina e
altri tipi su una Golf con un paio di ragazze. Vanno con le
moto verso Prima Porta, poi prendono a destra verso Fiano.
Quando arrivano Babi è tutta infreddolita. Il posto si chiama
II Colonnello ed è molto lontano. Babi non capisce perché
hanno scelto un posto come quello per mangiare. Sono due
grandi sale con il forno a vista e dei normalissimi tavoli. For-
se si spenderà poco, pensa. Un giovane cameriere arriva per
prendere le ordinazioni. Sono quindici e tutti cambiano idea
continuamente tranne lei che ha scelto fin dall'inizio un'in-
salata mista con poco olio. Il povero cameriere è distrutto.
Cerca ogni tanto di ricapitolare i primi per passare poi ai se-
condi ma quando è il momento dei contorni qualcuno ha già
cambiato idea di nuovo.
"Senti capo, fai due pappardelle al cinghiale."
"Anche per me." Si aggiunge subito qualcun altro e un altro
ancora. E subito dopo altri due decidono di prendere la polenta,
o la Carbonara. È il gruppo più indeciso che Babi abbia mai vi-
sto. Come se non bastasse, Pollo cerca di dare una mano ripe-
tendo ogni volta tutte le ordinazioni e creando ancora più con-
fusione. Alla fine tutti ridono divertiti. È diventato una specie di
gioco. Il povero cameriere si allontana sempre più confuso. L'u-
nica cosa certa è che deve portare quattordici medie chiare e
una... cosa ha ordinato quella bella bionda dagli occhi azzurri?
Ricontrolla il blocchetto pieno di cancellature ed entra in cuci-
na ricordandosi di portare anche una Diet-Coke.
La cena prosegue nel massimo della confusione. Ogni vol-
ta che viene portato un piatto, dal prosciutto alle ovoline alla
bruschettà, è una specie di arrembaggio, tutti ci si buttano so-
pra e dopo un attimo è tutto sparito.
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Delle ragazze dagli occhi troppo truccati ridono divertite.
Babi guarda Pallina cercando un po' di comprensione. Anche
lei, però, sembra ormai essersi integrata perfettamente nel
gruppo. È arrivata la sua insalata mista con poco olio. La si-
tuazione non è proprio delle più allegre. Poi è la volta del rac-
conto del Siciliano. È la triste storia di un certo Francesco Co-
stanzi. Ha avuto la cattiva idea di infastidire la sua ex donna.
Neanche la donna, pensa Babi, la sua ex. Roba da pazzi.
Ma tutti ascoltano interessati e nessuno sembra muovere
questo appunto. Quindi pensa Babi, forse ha ragione lui. La
pazza sono io.
"Allora sapete che faccio?" Il Siciliano manda giù un sor-
so di birra. "Vado insieme a Hook da Marina che stava a casa da
sola."
Dall'altra parte della tavolata Hook con la benda sull'occhio
sorride. È al centro dell'attenzione e si sta prendendo giusta-
mente la sua fetta di gloria. Il Siciliano continua.
"Allora la faccio telefonare a questo coglione di Costanzi.
Lei lo chiama e gli dice se passa a salutarla. E sapete cosa fa
l'infame?"
Babi guarda stupita il gruppo. Sembra che non lo sappia-
no veramente. Azzarda lei la risposta.
"C'è andato." Il Siciliano si gira verso di lei. Sembra un po'
infastidito.
"Brava Babi. Proprio così. Ci va 'sto infame!" Lei sorride.
Poi incrociando lo sguardo scocciato di Step allarga le brac-
cia. Il Siciliano non se ne accorge e continua divertito il suo
racconto. "E ora viene la parte migliore. Quando questo arri-
va, Marina lo fa salire. Com'è entrato, io e Hook gli saltiamo
addosso e lo immobilizziamo. Poi, non sapete che ridere, lo
spogliamo e lo leghiamo a una sedia. Oh! Dovevate vedere la
faccia che c'aveva. Nudo come un verme. Poi prendo un col-
tello da cucina e glielo metto là in mezzo alle gambe. Inizia a
urlare. Secondo Hook perché il coltello era gelato! Poi entra
Marina. L'avevamo fatta vestire tutta di pizzo trasparente. Be',
le metto la musica e inizia a fare uno spogliarello. Io dico al ti-
po: oh, se vedo che ti piace e il coso da qualche segno di vita ti
giuro che te lo taglio. Oh, Marina rimane in reggisene e in mu-
tandine e il tipo non si muove, non so se m'avete capito, è co-
me morto l'affare."
Tutti ridono come pazzi. Una ragazza in fondo al tavolo
quasi si strozza. Anche Step sembra divertirsi. Babi non crede
alle sue orecchie.
"Zitti, zitti..." fa il Siciliano. "A un certo punto sentiamo il
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rumore della porta. Non sono i genitori di Marina? Io e Hook
ci fiondiamo fuori e quelli non beccano il tipo nudo sulla se-
dia con Marina mezza spogliata? Vi giuro, una scena da mo-
rire, da sentirsi male. Dovevate vedere le loro facce."
"E che gli hanno fatto al tipo?"
Babi guarda Pallina. Ha anche il coraggio di fare queste
domande.
"Boh, non lo so. Noi siamo scappati. So solo che adesso
l'infame sta con una e ha seri problemi a farsela... Dopo la pro-
va che gli abbiamo fatto passare, sembra che ci ha perso l'abi-
tudine. Se vede una che si spoglia il coso non gli si tira più su."
È l'apoteosi. Tutti cominciano a ridere come pazzi. Poi non
si sa come accade. Un pezzo di pane vola. Subito dopo è una
pioggia, una vera e propria battaglia di avanzi di carne, pata-
te, birra. Si tirano di tutto. Le ragazze sono le prime ad ab-
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