"Forte tua madre! Bel caratteraccio... ma arriva sempre do-
ve vuole."
"Be', le cose non stanno proprio così. Ha dovuto pagare."
"Quanto?"
"Cinquemila euro. In beneficenza..."
Step fa un fischio. "Cazzai Bell'atto di bontà..." Segue un
silenzio imbarazzato. "Pronto, Babi?"
"Sì, sono qui."
"Credevo fosse caduta la linea."
"No, stavo pensando alla Giacci, la mia professoressa. Ho
paura che la storia non finisca qui. L'ho ripresa davanti a tut-
te e me la vuole far pagare a ogni costo!"
"Più di cinquemila euro?" ,. ". ,,. ,.
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r
"Quelli li ha sborsati mia madre, chiaramente... sono una
specie di donazione. Ora se la prenderà con me. Che palle! Pen-
sa che sono messa così bene con i voti, la maturità sarebbe sta-
ta una passeggiata."
"Allora non puoi proprio venire?"
"No, scherzi, se telefona mia madre e non mi trova, succe-
de veramente il finimondo."
"Allora passo io da te." Babi guarda l'orologio. Sono quasi
le cinque. Raffaella sarebbe tornata molto più tardi.
"Va bene, vieni. Ti offro un té."
"Non ci sarebbe una birra?"
"Alle cinque?"
"Non c'è niente di più bello di una birra alle cinque, e poi
c'è un altro fatto, io odio gli inglesi." Attacca.
Babi scende veloce dal letto. Si infila le scarpe.
"Dani, faccio un salto giù all'alimentari, ti serve qualcosa?"
"No, niente. Chi viene, Step?"
"Ci vediamo fra poco." Compra due tipi di birra, una latti-
na di Heineken e una di Peroni. Fosse stato vino ne avrebbe
capito qualcosa di più. Ma di birra non ne sa proprio niente.
Risale veloce a casa e le mette nel freezer. Poco dopo suona il
citofono.
"Sì?"
"Babi, sono io."
"Primo piano." Spinge due volte il pulsante del citofono e
va alla porta. Non può fare a meno di controllarsi nel riflesso
di un quadro. È tutto a posto. Apre la porta. Lo vede salire su
facendo i gradini di corsa. Rallenta solo all'ultimo proprio per
permettersi quel sorriso che a lei piace tanto.
"Ciao." Babi si accosta alla porta facendolo passare. Lui la
supera poi tira fuori da sotto il giubbotto una scatola.
"Tieni, sono dei biscotti inglesi al burro. Li ho presi qua vi-
cino, sono favolosi."
"Biscotti inglesi al burro... Allora qualcosa degli inglesi ti
piace..."
"Veramente non li ho mai mangiati. Ma mio fratello ne va
pazzo. E lui è fissato con torte di mele e cose simili, quindi de-
vono essere sicuramente buonissimi. A me piace solo la roba
salata. Anche a colazione, magari mi faccio un toast o un tra-
mezzino. Ma i dolci, quasi mai."
Lei sorride. Leggermente preoccupata di quanto siano di-
versi anche nelle cose più semplici.
"Grazie, li mangerò subito." In realtà è a dieta, e quei pic-
coli rettangoli al burro friabili sono roba da cento calorie l'u-
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no. Step la segue, anche lui è leggermente preoccupato. Quei
biscotti non li ha comprati per strada, li ha presi a casa sua.
Poi, pensandoci meglio, si tranquillizza. In fondo sta facendo
un favore a Paolo. Un po' di dieta non gli fa sicuramente ma-
le. Daniela esce apposta dalla sua camera pur di vederlo.
"Ciao Step."
"Ciao." Lui le da la mano sorridendole, sembra non aver
fatto caso più di tanto al fatto che lei sappia il suo sopranno-
me. Babi fulmina con lo sguardo la sorella. Daniela, capendo-
la al volo, finge di prendere qualcosa e torna subito in camera
sua. Poco dopo l'acqua bolle. Babi prende una scatola colora-
ta di rosa. Poi da un cucchiaino lascia scivolare piccole foglie
di té nel pentolino. Lentamente, un leggero profumo si sparge
per la cucina.
Poco dopo sono in salotto. Lei con una tazza di té alla ci-
liegia fumante tra le mani, lui con tutt'e due le birre, risolven-
do così ogni possibile dubbio. Babi prende un album di foto-
grafie dalla libreria e gliele mostra. Forse è l'Heineken, oppu-
re anche la Peroni, fatto sta che si sta divertendo. Ascolta i suoi
racconti coloriti che seguono ogni volta una foto diversa, un
viaggio, un ricordo, una festa.
Questa volta non si addormenta. Foto dopo foto la vede
crescere così, sfogliando quelle pagine incellofanate. Le vede
spuntare i primi denti, spegnere una candelina, andare in bi-
cicletta e poi, eccola lì, poco più grande, sulle giostre, con la
sorella. Sulla slitta con Babbo Natale, allo zoo con un cuccio-
lo di Icone tra le braccia. Piano piano vede il suo viso dima-
grire, i suoi capelli diventare più chiari, il suo piccolo seno cre-
scere, e all'improvviso, dietro quella pagina, lei è donna. Ora
non è più un semplice maschietto imbronciato con un bikini
e le mani sui fianchi. Un piccolo due pezzi copre il corpo ab-
bronzato di una bella ragazza, dalle gambe lisce, ora magre e
più lunghe. I suoi occhi chiari adesso sono in grado di capire,
la sua innocenza una scelta. Seduta su un pattino, le spalle ma-
gre, forse ancora troppo spigolose, compaiono dorate tra gli
ultimi ciuffi di capelli sbiancati dal mare. Sullo sfondo bagnanti
sfuocati non sanno neanche di essere stati immortalati.
A ogni pagina che sfogliano lei sembra assomigliare sem-
pre più all'originale che gli sta seduto accanto. Step incuriosi-
to dai racconti segue quelle foto, sorseggia la seconda birra, fa
ogni tanto qualche domanda. Poi all'improvviso Babi, che sa
già cosa l'aspetta, cerca di saltare una pagina.
Step, divertito da quelle sue mille piccole versioni, è più ve-
loce di lei. .*( u wjuuu i», .Vtf.u.ii^t .M,-,-
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"Eh no, voglio vedere."
Lottano per fìnta, solo per abbracciarsi un po' e sentirsi più
vicini. Poi lui, dopo aver vinto, scoppia a ridere. Buffa e smor-
fiosa con gli occhi storti, è lì sorridente in mezzo alla pagina.
Quella foto a Babi non è mai piaciuta.
"Strano, è quella che ti assomiglia di più." Lei, finta offe-
sa, gli da una botta. Poi mette a posto l'album, prende la sua
tazza, le due lattine di birra ormai vuote e va in cucina. Step,
rimasto solo, gironzola per il salotto. Si ferma davanti ad al-
cuni quadri di autori a lui sconosciuti. Su un largo tavolo dal-
le corte zampe piccole scatole e portaceneri d'argento, senza
un ordine preciso, avrebbero fatto comunque la felicità dei suoi
amici.
Babi lava la sua tazza e butta le due lattine di birra vuote
nel secchio sotto il lavandino coprendole con il cartone del lat-
te finito e degli Scottex accartocciati. Non devono restare trac-
ce. Quando torna in salotto Step è sparito sul serio.
"Step?" Nessuna risposta. Va verso la sua camera. "Step?"
Lo vede. È in piedi vicino alla scrivania che sfoglia il suo
diario.
"Non è carino leggere le cose degli altri senza il permesso."
Babi gli strappa il diario dalle mani. Lui la lascia fare. Ormai
ha letto quello che gli interessa. Lo memorizza.
"Perché, c'è scritto qualcosa per cui potrei arrabbiarmi?"
"Ci sono cose mie."
"Mica ci saranno messaggi o scritte su quel farlocco con la
BMW?"
"No, quella è una storia così, un piccolo flirt." Gioca di-
vertita sulla pronuncia esagerata della parola straniera.
"È un piccolo flirt" le fa il verso Step.
"Certo, non è come la tua storia con quella furia scatenata."
"Ma di chi stai parlando?" Step fa finta di non capire.
"Dai, hai capito perfettamente a chi mi riferisco! A quella
brunetta, la picchiatrice che ieri ho messo al suo posto. Non
mi dirai che quella mi è saltata addosso solo per sport. Fra voi,
altro che flirt..."
Step ride e le si avvicina, la bacia, trascinandola con sé sul
letto. Poi comincia ad alzarle la maglietta.
"Dai no, fermo. Se arrivano i miei e ci beccano si arrab-
biano, se poi ci beccano in camera mia così, succede il fini-
mondo."
"Hai ragione." Step la prende e la solleva con facilità, abi-
tuato a bilancieri ben più pesanti di quel morbido corpo. "An-
diamo di là che è meglio." Senza darle il tempo di rispondere,
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si infila nella camera dei genitori e chiude la porta. Poi l'ada-
gia sul letto, e baciandola nella penembra della camera, si sten-
de vicino a lei.
"Sei pazzo, lo sai vero?" gli sussurra all'orecchio. Lui non
risponde. Un piccolo raggio dell'ultimo sole filtra dalla tappa-
rella abbassata e illumina la sua bocca. Lei vede quei denti bian-
chi e perfetti sorridere e schiudersi prima di perdersi in un ba-
cio. Poi, senza sapere neanche come, si trova fra le sue braccia
senza più niente sopra. Sente la sua pelle sfiorarla, le sue ma-
ni impadronirsi dolcemente del suo seno. Babi ha gli occhi chiu-
si, le sue labbra morbide si aprono e chiudono con un ritmo co-
stante, cambiando di poco ogni tanto, piccola fantasia in quei
baci. Improvvisamente si sente più tranquilla, più libera. La ma-
no di Step silenziosa si impadronisce della sua cinta.
Sfila il passante. Nel buio della camera Babi sente il fru-
sciare del cuoio, il rumore della cinghia metallica. È attentis-
sima, pur continuando a baciarlo. Quella camera sembra so-
spesa nel vuoto. Solo il lento ticchettare di una sveglia lonta-
na, il loro respiro vicino, ora affannato d'amore. Poi una pic-
cola stretta. La cinta si stringe di più e quel chiodo lascia il ter-
zo buco dai bordi scuri, il più rovinato, il più usato, frutto del-
la sua dieta faticosa. E in un attimo i suoi Levi's si aprono. Pri-
gionieri bottoni d'argento, al tocco fatato di quel pollice e in-
dice, tornano liberi. Uno dopo l'altro, sempre più giù, perico-
losamente. Lei trattiene il respiro e qualcosa in quei baci in-
cantati improvvisamente accade. Un piccolo cambiamento
quasi inawertibile. Quella morbida magia sembra svanire. An-
che se continuano a baciarsi, è come se tra loro ci sia una si-
lenziosa attesa. Step cerca di capire qualcosa, un accenno, un
segno del suo desiderio. Ma Babi è immobile, non fa traspari-
re nulla. In effetti non ha ancora preso una decisione. Nessu-
no è mai arrivato fino a quel punto. Sente i suoi jeans aperti e
la mano di lui sul bordo della gamba. Continua a baciarlo, sen-
za voler pensare, senza sapere bene cosa fare. In quel momento
la mano di Step decide di rischiare. Si muove piano piano, de-
licatamente, eppure lei la sente lo stesso. Socchiude gli occhi
quasi in un sospiro. Le dita di Step sulla sua pelle, sopra quel
bordo orlato di rosa, le sue mutandine. Quell'elastico si allon-
tana leggermente dalla sua pelle e subito dopo gli sfugge di ma-
no per tornare veloce al suo posto. Un secondo tentativo più
deciso. La mano di Step sotto i jeans si impadronisce del suo
fianco e lì, spavalda e padrona, passa sotto l'elastico. Scivola
giù, verso il centro, accarezzandole la pancia, sempre più giù,
fino a bordi riccioluti, a confini inesplorati.
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Ma ecco che qualcosa accade. Babi gli blocca la mano. Step
la guarda nella penembra.
"Che c'è?"
"Shh." Babi si alza su un fianco, con le orecchie tese oltre
la stanza, oltre la serranda, giù nel cortile. Un rumore im-
provviso, una sgasata a lei nota. Quella retromarcia. "Mia ma-
dre! Presto sbrighiamoci." In un attimo sono di nuovo più o
meno a posto. Babi tira su la coperta del letto. Step finisce di
infilarsi la camicia nei pantaloni. Bussano alla porta della ca-
mera. Rimangono per un attimo immobili. È Daniela.
"Babi guarda che è tornata la mamma." Non fa in tempo a
finire la frase. La porta si spalanca.
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