"Grazie Dani, lo so."

Babi esce trascinandosi dietro Step. Lui fa un po' di resi-

stenza.

"No, voglio parlarle, voglio chiarire una volta per tutte que-

sta situazione!"

Ha di nuovo quel sorriso strafottente sul viso.

"Smettila di scherzare. Non sai mia madre che ti fa se ti

becca." Vanno in salotto. "Presto, esci di qua così non l'incon-

tri." Babi fa scattare la serratura della porta principale. Esce

sul pianerottolo. L'ascensore da direttamente sul cortile. Lo

chiama. Si scambiano un bacio frettoloso.

"Voglio un appuntamento con Raffaella."

Lei lo spinge dentro l'ascensore.

"Sparisci!"

Step preme il bottone T e con un sorriso segue il consiglio

di Babi. Proprio in quel momento, l'altra porta, quella secon-

daria, si apre. Entra Raffaella. Posa delle buste sul tavolo del-

la cucina. Poi ha come un presentimento, sente qualcosa nel-

l'aria, forse lo scatto dell'altra porta.

"Babi sei tu?" Va subito in salotto. Babi ha acceso la tele-

visione.

"Sì mamma, sto guardando la tivù." Ma un lieve rossore la

tradisce. A Raffaella basta quello. Si affaccia veloce alla fine-

stra che da sul cortile. Un rumore di un motore che si allonta-

na, delle foglie d'edera in un angolo che ancora si muovono.

Troppo tardi. Chiude la finestra. Nel corridoio incontra

Daniela.

"È venuto qualcuno, qui?"

"Non lo so mamma, io sono sempre stata in camera mia a

studiare."

Raffaella decide di lasciar perdere. Con Daniela è inutile

insistere. Va in camera di Babi, si guarda intorno. Tutto sem-

249

bra a posto. Non c'è niente di strano. Anche la coperta del let-

to è perfetta. Ma potrebbe anche essere stata rimessa a posto.

Allora, senza che nessuno possa vederla, la sfiora con la ma-

no. È fresca. Nessuno ci si è sdraiato sopra. Tira un sospiro di

sollievo e va in camera sua. Si leva il tailleur, lo attacca a una

stampella. Poi prende un golf d'angora e una morbida gonna.

Si siede sul letto e se li infila. Ignara e tranquilla, senza poter

mai immaginare che, proprio lì, poco prima c'è stata sua figlia.

Abbracciata a quel ragazzo che lei non sopporta. Lì, dove ora

è seduta lei, su quella coperta ancora calda di giovani e inno-

centi emozioni.

Più tardi torna anche Claudio. Discute a lungo con Babi

della giustificazione falsa, dei cinquemila euro spesi, del com-

portamento di quegli ultimi giorni. Poi si mette davanti alla te-

levisione, finalmente tranquillo, aspettando che sia pronto da

mangiare. Ma proprio in quel momento dalla cucina lo chia-

ma Raffaella. Claudio raggiunge subito la moglie.

"Che succede ancora?"

"Guarda..." Raffaella gli indica le due lattine di birra che si

è bevuto Step.

"Be', della birra. E allora?"

"Era nascosta nel secchio della spazzatura sotto degli

Scottex."

"Capirai, avranno bevuto della birra. Che c'è di male?"

"Quel ragazzo è stato qui oggi pomeriggio. Ne sono sicu-

ra..."

"Quale ragazzo?"

"Quello che ha picchiato Accado, quello per il quale tua fi-

glia non è andata a scuola. Stefano Mancini, Step, il ragazzo

di Babi."

"Il ragazzo di Babi?"

"Non vedi com'è cambiata? Possibile che non ti accorgi di

nulla... E tutta colpa sua. Va a fare le corse sulla moto, firma

giustificazioni false... E poi hai visto quel livido sotto l'occhio?

Per me la picchia pure."

Claudio rimane senza parole. Altri problemi. Possibile che

abbia picchiato Babi? Deve fare qualcosa, intervenire. Lo avreb-

be affrontato, sì, lo avrebbe fatto.

"Tieni." Raffaella gli da un biglietto.

"Cos'è?"

"La targa della moto di quel ragazzo. Telefoni al nostro ami-

co Davoni, gliela dai, risali all'indirizzo e ci vai a parlare."

Ora sì che l'avrebbe dovuto fare. Si attacca a quell'ultima

speranza. , * » «. «

250

"Sei sicura che è giusta?"

"L'ho letta davanti alla scuola di Babi l'altro giorno. Me la

ricordo perfettamente."

Claudio si infila quel biglietto nel portafoglio.

"Non te la perdere!" Quelle parole di Raffaella sono quasi

più una minaccia che un consiglio. Claudio torna in salotto e

si lascia cadere sul divano davanti alla tivù. Una coppia parla

dei propri affari davanti a una donna dai modi un po' troppo

maschili. Come fanno ad aver voglia di andare a discutere in

televisione davanti a tutti, lui non ce la fa neanche a casa sua,

da solo, nella sua cucina. E ora dovrà andare a parlare con quel

ragazzo. Picchierà anche lui. Pensa ad Accado. Forse finirà nel-

la stessa camera d'ospedale. Si faranno compagnia. Anche que-

sto non lo rallegra. Accado non gli è poi così simpatico. Clau-

dio tira fuori il portafoglio e va al telefono. Stefano Mancini,

Step. Quel ragazzo gli è già costato cinquemila euro e due bir-

re. Prende il foglietto con la targa della moto e compone il nu-

mero di telefono del suo amico Davoni. Poi, mentre aspetta

che dall'altra parte qualcuno risponda, pensa a sua moglie. Raf-

faella è incredibile. Ha visto una o due volte la moto di quel ra-

gazzo e ne ricorda perfettamente la targa. Lui che ha da un an-

no quella Mercedes, ancora non sa a memoria la sua.

"Pronto, Enrico?"

"Sì."

"Ciao, sono Claudio Gervasi."

"Come stai?"

"Bene, e tu?"

"Benissimo... che piacere sentirti."

"Senti, scusa se ti disturbo, ma avrei bisogno di un favo-

re." Per un attimo Claudio spera che Enrico non sia poi così

gentile.

"Ma certo! Dimmi tutto."

È proprio vero, quando non hai bisogno di un favore tutti

sono disposti a fartelo.

ti il ).

~ub ut

251

45. ""

V

*

Non capisce se è sogno o realtà quel leggero ticchettio sulla

tapparella. Forse il vento. Si muove nel letto. Lo sente di nuovo.

Poco più forte, preciso, quasi un segnale. Babi scende dal letto.

Si avvicina alla finestra. Guarda tra le piccole fessure lasciate

aperte. Illuminato dalla luce della luna piena c'è lui. Alza sor-

presa la tapparella cercando di fare meno rumore possibile.

"Step, che ci fai qui? Come hai fatto a salire?"

"Facilissimo. Sono salito sul muretto e mi sono arrampi-

cato lungo i tubi. Dai, andiamo."

, "Dove?"

"Ci aspettano."

"Chi?"

"Gli altri. I miei amici. Dai, non fare storie, forza! Che sta-

volta, se ci beccano i tuoi, davvero sono cavoli amari."

"Aspetta che mi metto qualcosa."

"No, andiamo qua vicino."

-*** "Ma non ho nulla sotto la camicia da notte."

"Dai cretino. Aspetta un attimo." Accosta la finestra, si sie-

de sul letto e si veste velocemente. Reggisene, mutandine, una

felpa, un paio di jeans, le Nike ed è di nuovo alla finestra.

"Andiamo, ma passiamo dalla porta."

"No, scendiamo di qui, è meglio."

"Ma che, stai scherzando? Ho paura. Cado di sotto e mi

ammazzo. Sai se i miei si svegliano con un urlo e il mio botto

che succede? Dai, seguimi... ma fai piano!"

Lo guida nel buio di quella casa addormentata, tra piccoli

passi su morbida moquette e maniglie abbassate dolcemente.

Toglie l'allarme, prende le chiavi e via. Un piccolo scatto alla

porta che si chiude dietro di loro, accompagnata fino all'ulti-

mo, per non far rumore. Poi giù per le scale nel cortile, sulla

moto, in discesa, con il motore spento per non farsi sentire.

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Superato il cancello, Step ingrana la marcia, mette la seconda

e da gas. Volano in avanti, ormai lontani e al sicuro, liberi di

andare ovunque insieme, per tutti addormentati e soli nei pro-

pri letti.

"Che c'è qui?"

"Seguimi e vedrai. Non fare rumore mi raccomando." So-

no in via Zandonai, sopra la chiesa. Entrano in un piccolo can-

cello. Percorrono una strada buia in mezzo ad alcuni cespugli.

"Ecco, passa qui sotto."

Step alza un pezzo di rete che è stata strappata alla base.

Babi si abbassa stando ben attenta a non rimanere impigliata.

Poco dopo camminano al buio su dell'erba tagliata corta di fre-

sco. La luna illumina tutt'intorno. Sono all'interno di un com-

prensorio.

"Ma dove stiamo andando?"

"Shh." Step le fa segno di stare zitta. Poi, scavalcato un pic-

colo muretto, Babi sente dei rumori. Risate lontane. Step le

sorride e la prende per mano. Superano un cespuglio ed ecco-

la che appare. È lì, sotto la luce della luna, azzurra e traspa-

rente, tranquilla, bordata dalla notte. Una grande piscina. Den-

tro ci sono alcuni ragazzi. Si muovono nuotando senza far trop-

po rumore. Piccole onde superano i bordi spegnendosi sull'er-

ba circostante. Si sente come uno strano respiro, quell'acqua

che va e viene, perdendosi nel vuoto di una piccola grata.

"Vieni." Alcuni ragazzi li salutano.

Babi riconosce i loro volti bagnati. Sono tutti gli amici di

Step. Ormai ha anche imparato qualche nome: il Siciliano,

Hook, Bunny. Sono più facili di quelle presentazioni normali

dove tutti si chiamano Guido, Fabio, Francesco. Ci sono per-

sine Pollo e Pallina che si avvicina al bordo nuotando.

"Cavoli, ero sicura che non saresti venuta. Ho perso la scom-

messa."

Pollo la tira via dal bordo. "Hai visto, che ti avevo detto?"

Ridono.

Pallina tenta di affogarlo, ma non ci riesce. "Ora devi pa-

gare."

Si allontanano schizzandosi e baciandosi. Babi si chiede

cosa avranno scommesso e le viene qualche vaga idea.

"Step, ma io non ho il costume."

"Neanch'io. Ho i boxer. Che t'importa, quasi nessuno ce

l'ha."

"Ma fa freddo..."

"Ho portato degli asciugamani per dopo, uno anche per te.

Dai, non farla lunga."

253

' Step si leva il giubbotto. Poco dopo, tutti i suoi vestiti so-

no per terra.

"Guarda che ti butto vestita ed è peggio. Lo sai che lo fac-

cio." Lei lo guarda. È la prima volta che lo vede spogliato. Pen-

nellate d'argento lunare ne mettono ancora di più in risalto i

muscoli. Addominali perfetti, pettorali squadrati e compatti.

Babi si leva la felpa. Il suo soprannome è giusto, pensa. Meri-

ta proprio 10 e lode. Poco dopo sono tutti e due dentro l'acqua.

Nuotano vicini. Un brivido la fa tremare un po'.

"Brr, fa freddo."

"Ora ti scaldi. Stai attenta a non andare sotto con gli occhi

aperti. È piena di doro. È la prima piscina aperta della zona,

lo sai? È una specie di inaugurazione. Tra poco arriva l'estate.

Bella, no?"

"Bellissima."

"Vieni qua."

Si avvicinano al bordo. Ci sono delle bottiglie che galleg-

giano un po' dovunque.

"Tieni, bevi."

"Ma io sono astemia."

"Ti riscalda." Babi prende la bottiglia e ci si attacca. Sente

quel fresco liquido leggermente agro e frizzante scenderle lun-

go la gola. È buono. Si stacca dalla bottiglia e la passa a Step.

"Non è male, mi piace."

"Ci credo, è champagne." Step da un lungo sorso. Babi si

guarda in giro. Champagne? Dove l'hanno preso? Sicuramen-

te hanno rubato anche quello. "Tieni." Step le ripassa la botti-

glia. Lei decide di non pensarci e ne beve un altro sorso. Cal-

cola male e ne beve un po' troppo. Quasi si strozza e lo cham-

pagne con tutte le sue bollicine le sale su per il naso. Si mette

a tossire. Step scoppia a ridere. Aspetta che si riprenda. Poi

nuotano insieme verso l'angolo opposto. Un cespuglio più gros-

so lo protegge dai raggi della luna. Fa filtrare solo alcuni ri-

flessi d'argento. Ben presto si spengono fra i suoi capelli ba-