La musica avvolge dei ragazzi che, parlando, battono quasi tut-
ti il tempo.
"Dani, ehi, quasi non ti riconoscevo."
"Non ti ci mettere pure tu, eh?"
"Parlavo del vestito, stai benissimo, sul serio..."
Daniela si guarda la gonna, Giulia già la conosce, c'è ca-
scata per un attimo.
"A Giuli!"
"Be', che ti arrabbi? Sembri la Bonopane, quella bora del-
la terza B che la mattina viene tutta infardata..."
"Come fai a essere sempre così simpatica, eh?"
"È per questo che siamo amiche." *
"Mai detto di essere tua amica!"
Giulia si sporge in avanti.
"Bacino, facciamo pace?"
Daniela sorride. Fa per andare verso di lei quando alle sue
spalle vede Palombi.
"Andrea!"
Lascia perdere la guancia di Giulia, sperando, prima o poi,
di centrare la bocca di lui.
"Come stai?"
Andrea rimane per un attimo incerto. '
"Bene, e tu?" *
"Benissimo."
Si scambiano un bacio frettoloso. Poi lui passa avanti a
salutare qualche amico. Giulia la raggiunge e sorride al suo
fianco.
"Non ti preoccupare, fa il classico public."
Rimangono a guardarlo per un po'. Andrea parla con al-
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cuni ragazzi, poi si volta verso di lei, la guarda di nuovo e alla
fine sorride. Finalmente ha realizzato.
"Cavoli! E sì che hai esagerato... Non ti aveva proprio ri-
conosciuto."
Babi attraversa il salotto. Alcune ragazze ballano fra loro.
In un angolo, un approssimativo dj, pseudoemulo di dj Fran-
cesco, tenta un rap di scarso successo. Una ragazza balla sca-
tenata, lanciando le braccia in alto.
Babi scuote la testa sorridendo.
"Pallina!"
Un viso leggermente tondo, incorniciato dai lunghi capel-
li castani e uno strano ciuffo laterale, si gira.
"Babi, uauuu!" Corre verso di lei e l'abbraccia baciandola,
sollevandola quasi. "Come stai?"
"Benissimo. Mi avevi detto che non venivi!"
"Sì, lo so, siamo stati a una festa all'Olgiata, ma non sai che
rottura! Stavo con Dema ma siamo scappati subito via. Ecco-
ci qua; perché, non sei felice?"
"Scherzi, felicissima. Hai preparato la lezione di latino?
Guarda che quella domani ti interroga, manchi solo tu per fi-
nire il giro."
"Sì, lo so, ho studiato tutto il pomeriggio, poi sono dovuta
uscire con mia madre, sono andata in centro. Guarda, ho pre-
so questa, ti piace?" E facendo una strana piroetta, più da bal-
lerina che da indossatrice, fa prendere aria a una divertente
tuta di raso blu.
"Molto..."
"Dema mi ha detto che ci sto benissimo..."
"Figurati. Tu sai la mia teoria, no?"
"Ancora? Ma se siamo amici da una vita!"
"E tu lasciami la mia teoria."
"Ciao Babi." Un ragazzo dall'aria simpatica, con dei ricciqti
bruni e la carnagione chiara, si avvicina.
"Ciao Dema, come stai?"
"Benissimo. Hai visto che carina la tuta di Pallina?"
"Sì. A prescindere dalla mia teoria, le sta molto bene." Ba-
bi le sorride. "Vado a salutare Roberta, che ancora non le ho
fatto gli auguri." Si allontana. Dema rimane a guardarla.
"Che voleva dire con quella storia della teoria?"
"Oh, niente, lo sai com'è fatta... È la donna dalle mille teo-
rie e nessuna pratica, o quasi."
Pallina ride, poi guarda meglio Dema. I loro sguardi si in-
contrano per un attimo. Speriamo che questa volta non abbia
proprio ragione.
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"Dai, vieni a ballare..." Pallinaka|s-ende per mano e tò'tra-
scina nel gruppo.
"Ciao Roby, tanti auguri!" -i'c f .< '* » ,"
"Oh, Babi, ciao!" Si scambiano due baci sinceri. *?
"Ti è piaciuto il regalo?"
"Bellissimo, sul serio. Proprio quello di cui avevo bisogno."
"Lo sapevamo... È stata una mia idea. Dopotutto continuavi
a saltare sempre le prime ore e poi non è che abiti molto lon-
tano, tu."
Alle loro spalle arriva Chicco Brandelli.
"Che le avete fatto?"
Babi si gira sorridente, ma vedendolo cambia espressione.
"Ciao Chicco."
"Mi hanno regalato una bellissima radiosveglia." '-
"Ah, molto carino, sul serio." i
"Sai, anche lui mi ha fatto un regalo bellissimo." «*
"Ah sì? E cosa?"
"Un cuscino tutto di pizzo. L'ho già messo sul letto."
"Stai attenta, sicuramente ti chiederà di collaudarlo" e fa-
cendo un sorriso forzato a Brandelli si allontana verso la ter-
razza. Roberta la guarda.
"A me il cuscino è piaciuto moltissimo. Sul serio..."
In realtà le piacerebbe anche collaudarlo con lui.
Chicco le sorride. "Ti credo, scusami."
"Ma... fra poco servono la pasta..." gli grida dietro Rober-
ta cercando in qualche modo di fermarlo.
Sulla terrazza, delle morbide poltrone, con cuscini chiari
ricamati a fiori, un pergolato dalle luci soffuse ben nascoste
dietro ciuffi di piante. Un gelsomino si arrampica lungo lo stec-
cato. Babi passeggia sul pavimento di cotto. Il vento fresco del-
la sera le agita i capelli, le accarezza la pelle portandole via un
po' di profumo e lasciando solo qualche lieve brivido.
"Cosa devo fare per farmi perdonare?"
Babi sorridendo fra sé si chiude la giacca, coprendosi.
"Cosa non avresti dovuto fare, per non farmi arrabbiare."
Chicco le si avvicina.
"È una notte così bella... è sciocco sprecarla per litigare."
"A me piace moltissimo litigare."
"Me ne sono accorto."
"Ma poi mi piace anche fare la pace... Anzi mi piace so-
prattutto quello. Invece con te, non so com'è, ma non riesco a
perdonarti."
"È perché sei combattuta. Un po' ti andava di stare con me,
un po' no. Classico! È una cosa tipica di tutte le donne."
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"Ecco, è quel 'tutte' che è la tua rovini? »j86si ;'4
"Mi arrendo..." -1"
"Ti è piaciuto il film l'altra sera?" "
"Se solo me lo avessero fatto vedere!"
"Ho detto che mi arrendo. Be', vorrà dire che ti manderò
la cassetta a casa. Così te lo vedi tranquilla, da sola, senza nes-
suno che ti disturba. A proposito, lo sai cosa mi hanno detto?"
"Cosa?" vr
"Che c'è molto più gusto quando sa di panna." u> J
Babi ridendo prova a colpirlo. ->'!*
"Porco!"
Chicco le ferma il braccio in alto. 'i
"Alt! Scherzavo. Pace?"
I loro visi sono vicini. Babi guarda i suoi occhi: sono mol-
to belli, quasi come il suo sorriso.
"Pace." Si arrende.
Chicco le si avvicina e le da un lieve bacio sulle labbra. Sta
per diventare qualcosa di più profondo quando Babi si stacca
e torna a guardare fuori.
"Che splendida notte, guarda che luna!"
Chicco sospirando alza gli occhi al ciclo.
Alcune nuvole leggere navigano lentamente nel blu del ciclo.
Accarezzano la luna, coprendosi di luce, schiarendosi a tratti.
"È bella, vero?"
Chicco risponde semplicemente "Sì", senza apprezzare ve-
ramente tutta la bellezza di quella notte. Babi guarda lontano.
Le case, i tetti, i prati ai bordi della città, le file di alti pini, una
lunga strada, le luci di una macchina, i rumori lontani. Se so-
lo potesse vedere meglio, si accorgerebbe di quei ragazzi che
si sorpassano, ridendo e suonando il clacson. Forse ricono-
scerebbe anche quel tipo sulla moto. È lo stesso che l'ha af-
fiancata una mattina mentre andava a scuola. E che si sta av-
vicinando.
Chicco l'abbraccia e le tocca i capelli.
"Sei bellissima stasera."
"Stasera?"
"Sempre."
"Così va meglio."
Babi si lascia baciare.
fi) >"
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*>*tu:.
Molto più lontano, nella stessa città.
In perfetta divisa bianca, con pochi capelli in testa e suda-
ticcio, un cameriere cicciotto passa tra gli invitati con un vas-
soio d'argento. Ogni tanto una mano spunta da un gruppetto
di persone e s'impadronisce di un cocktail leggero con dentro
qualche pezzo di frutta galleggiante. Un'altra, più veloce, po-
sa un bicchiere vuoto. Sul bordo, tracce di rossetto. Si può ve-
dere perfettamente dove la donna ha bevuto e che tipo di lab-
bra ha. Il cameriere pensa che sarebbe divertente riconoscere
le donne dai singoli bicchieri. Erotiche impronte digitali. Con
questo pensiero stuzzicante rientra in cucina, dove dimentica
ben presto quelle fantasie alla Holmes. La cuoca infatti lo sgri-
da ricordandogli di portare i vassoi con i fritti.
"Cara, stai benissimo."
Nel salotto, una donna dai capelli troppo colorati si gira
verso l'amica e le sorride, stando al gioco.
"Ma hai fatto qualcosa?"
"Sì, mi sono trovata un amante." f*
"Ah, sì? E che fa?" ?
"Il chirurgo plastico." f"
Ridono tutte e due. Poi, prendendo un carciofo fritto chft
si trova a passare di là, lei confessa il suo segreto. 1
"Mi sono iscritta alla palestra di Barbara Bouchet." ^
"Ah, sì? E com'è?" «
"Favolosa! Dovresti venire."
"Lo farò sicuramente."
E, pur volendo chiederle quanto costa al mese, pensa che
lo scoprirà a sue spese, nel vero senso della parola. Poi si im-
possessa di una mozzarella fritta e la manda giù serena, tanto
l'avrebbe smaltita presto.
Claudio tira fuori il pacchetto di Marlboro e si accende una
sigaretta. Manda giù il fumo, assaporandolo fino in fondo.
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"Ehi, hai una cravatta bellissima."
"Grazie."
"Ti sta veramente bene, sul serio." Claudio mostra orgo-
glioso la sua cravatta bordeaux poi, d'istinto, nasconde in bas-
so la sigaretta e cerca Raffaella. Guarda in giro, incrocia alcu-
ni visi appena arrivati, li saluta sorridendo poi, non trovando-
la, da un altro tiro più tranquillo.
"Molto bella, vero? È un regalo di Raffaella."
Un basso tavolino d'avorio, con sopra olive e pistacchi rac-
colti in piccole ciotole d'argento. Una mano affusolata dalle
unghie ben curate lascia cadere le bucce simmetriche di un pi-
stacchio.
"Sono preoccupata per mia figlia."
"Perché?"
Raffaella riesce a mostrarsi abbastanza interessata, quel
tanto da far continuare la confidenza di Marina.
"Frequenta un poco di buono, un nullafacente, uno che sta
sempre per strada."
"E da quant'è che si vedono?"
"Ieri hanno festeggiato sei mesi. L'ho saputo da mio figlio.
Sai cosa ha fatto lui, eh, sai cosa ha fatto?"
Raffaella lascia perdere un pistacchio troppo chiuso. Ora
è sinceramente interessata.
"No, dimmi."
"L'ha portata in pizzeria. Ma ti rendi conto? In una pizze-
ria in corso Vittorio."
"Be', ma questi ragazzi ancora non guadagnano, magari i
genitori..."
"Sì, ma chissà da chi nasce... Le ha portato dodici rose stri-
minzite, brutte, piccole, di quelle che appena arrivano a casa
perdono tutti i petali. Le avrà sicuramente comperate al se-
maforo. Stamattina in cucina allora le ho chiesto: 'Gloria, co-
s'è questo orrore?'. 'Mamma, non ti azzardare a buttarle eh?'
Figurati! Ma quando è tornata da scuola non c'erano più. Io le
ho detto che è stata Ziua, la nostra filippina, allora lei si è mes-
sa a urlare e se n'è andata sbattendo la porta."
"Su queste storie non devi assolutamente ostacolarla, se no
è peggio, che poi Gloria si ostina. Lasciali fare, vedrai che fi-
nirà per conto suo. Se c'è questa differenza... E poi è tornata?"
"No, ha telefonato che andava a dormire dalla Piristi, quel-
la bella ragazza biondina un po' tonda, la figlia di Giovanna.
Lui è l'amministratore della Serfim, lei si è rifatta tutta. Giu-
stamente, se lo può permettere."
"Sul serio? Ma non si vede niente..." wtv
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