trova lì per terra e glielo tira dietro. Sentendo il rumore, Step
si abbassa istintivamente.
"Ehi, ho capito perché sei così arrabbiata, ho dimenticato
di farti lo shampoo. Va bene, adesso torno, eh?"
"Vattene! Non ci provare..."
Babi chiude veloce la porta trasparente della doccia. Step
guarda le sue piccole mani attaccate al vetro.
"Tieni!" Le lancia lo shampoo da sopra, attraverso il vetro
aperto in alto della doccia.
"Mi sa che preferisci fartelo da sola... Come tante altre co-
se... del resto!" Poi con una risata sguaiata esce dal bagno.
Alla parola polizia, nel salotto c'è un fuggifuggi generale.
La rissa finisce subito. Lucone, il Siciliano e Hook, dal passa-
to più burrascoso, sono i primi a raggiungere la porta. Alcuni
invitati rimangono a terra sanguinanti. Roberta, in un angolo,
piange. Altri ragazzi vedono degli energumeni uscire con ad-
dosso i loro piumini, gli Henri Lloyd, qualche Fay e giacche
costose. Bunny, con uno strano rumore d'argenteria, si allon-
tana più pesante del solito. Corrono giù per le scale, veloci, fa-
cendo tremare la ringhiera dove si attaccano per aiutarsi in
curva. Rovesciano i vasi costosi degli eleganti pianerottoli.
Sfondano le buche delle lettere con dei cazzotti precisi, dritti
per dritti, urlando e, dopo aver rubato qualche sella di moto-
rino, si dileguano nella notte.
5$
-ti
"ff
"Big." Raffaella posa decisa le carte sul panno verde, guar-
dando soddisfatta la sua avversaria. Una donna dagli occhiali
spessi almeno quanto la sua lentezza.
"Mettile giù, mia cara..."
Quasi le cadono dalle mani. Raffaella se ne impadronisce
velocemente.
"Questa l'attacchi qui, questa così e quest'ultima qua. Que-
ste le paghi tutte."
Fa un conto mentale veloce, poi segna il risultato parziale
su un foglio. Si alza e si mette dietro le spalle di Claudio im-
padronendosi anche del suo gioco, e dopo qualche scarto si-
curo lo convince a battere. Pure il loro compagno fa gin. Raf-
faella segna felice i punti. Se non fosse per l'under che si è fat-
to fare Claudio, li avrebbero blizzati anche in seconda. Pren-
de le carte e comincia a mischiarle, veloce. La donna dagli oc-
chiali spessi gira la vela. Anche in quello non è da meno. E len-
tissima. Raffaella non sopporterebbe di perdere, non tanto per
il punteggio, è abbastanza avanti, quanto perché le carte toc-
cherebbero a lei. Nei tavoli vicini, una linea perdente ormai da
troppo decide di cambiarsi dando la colpa così di tutte quelle
cocotte negative alla sfortuna. Qualcun altro rimette il porta-
cenere appena svuotato dalla padrona di casa dov'era prima,
alla sua destra. Un avvocato si versa un whisky, esattamente fi-
no alla fine dei disegni sul vetro. La misura giusta per vincere
rimanendo più o meno sobri. Alcune coppie all'apparenza più
innamorate di altre si scambiano un saluto affettuoso prima
di riprendere le carte in mano. In realtà, è più una specie di ri-
tuale magico che un disinteressato volersi bene. Qualche cop-
pia se ne va, giustificandosi con un'alzataccia dell'indomani
mattina o con i figli che non sono ancora rientrati. In realtà, o
lui è stato poco bene ultimamente, o lei si è annoiata quella se-
ra. Fra queste ci sono anche Marina e Filippo. Salutano tutti,
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ringraziando la padrona di casa, mentendo sulla splendida se-
rata. Marina bacia Raffaella poi, con un sorriso più lungo del
solito, ricorda la loro segreta promessa circa le fìglie.
Dal portone 1130 della Cassia esce un gruppo di invitati.
Commentano l'accaduto. Un ragazzo sembra avere più cose da
dire di tutti. Sicuramente ha ragione, a giudicare dal suo lab-
bro gonfio. Dopo diverse, stupide, inutili domande, la polizia
è andata via da casa di Roberta. L'unica che sapeva qualcosa,
una certa Francesca, vedendo che la festa stava degenerando
si è allontanata in fretta, portando via con sé la sua borsa svuo-
tata e i nomi dei colpevoli.
Nel caos generale, Palombi e Daniela, insieme ad altri in-
vitati, sono fuggiti. Babi, completamente bagnata, ha perso sua
sorella. In compenso Roberta le ha trovato un paio di panta-
loncini che le vanno benissimo e la felpa di suo fratello più
grande nella quale ci sta quasi due volte.
"Dovresti andare più spesso vestita alle feste così, sei affa-
scinante."
"Chicco, ancora hai voglia di scherzare?" I due escono dal
portone. "Mi sono persa mia sorella e ho rovinato il vestito di
Valentino."
Mostra un'elegante busta di plastica con sopra un nome di-
verso da quello del vestito bagnato ma ugualmente famoso.
"E come se non bastasse, se mia madre mi becca che tor-
no a casa con i capelli bagnati, sono guai." Le maniche della
felpa le coprono le piccole mani. Babi se le rimbocca, tiran-
dosele su fino al gomito. Dopo appena un passo tornano giù
dispettose.
"Eccolo, è lui." Da dietro i cassonetti della spazzatura Schei-
Io indica deciso Chicco Brandelli. Step lo guarda.
"Sei sicuro?"
"Sicurissimo. L'ho sentito con le mie orecchie."
Step riconosce la ragazza che sta con quell'infame, anche
se il suo travestimento è perfetto. Non ci si dimentica facil-
mente di una donna che insiste tanto per fare la doccia con te.
"Andiamo ad avvisare gli altri."
Babi e Chicco svoltano in una stradina.
"Piuttosto, tu perché non sei intervenuto quando quel de-
ficiente mi ha messo sotto la doccia?"
"Che ne sapevo io, in quel momento ero andato di là a chia-
mare la polizia."
"Ah, sei stato tu?"
"Sì, la situazione stava degenerando, tutti che si mena-
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vano... Hai visto ad Andrea' Mannelli che labbro gli hanno
fatto?" <r> !'~
"Sì, poveraccio." <P*'
"Poveraccio? Quello ci va a nozze, figurati. Chissà che rac-
conterà adesso. Da solo contro tutti, l'eroe della serata. Lo co-
nosco come le mie tasche. Eccola, è questa."
Si fermano davanti a una macchina. Le frecce lampeggia-
no mentre le sicure salgono insieme. È un tipo di allarme ab-
bastanza comune, a differenza della BMW: ultimo modello, nuo-
vissimo. Chicco le apre la portiera. Babi guarda gli interni per-
fetti, in legno scuro, i sedili in pelle.
"Ti piace?"
"Molto."
"L'ho presa per te. Sapevo che ti avrei riaccompagnato a
casa stasera."
"Sul serio?"
"Certo! In realtà era tutto studiato. Quel gruppo di defi-
cienti l'ho chiamato io. Pensa, tutto quel casino è stato fatto
perché io potessi rimanere solo con te."
"Be', allora la storia della doccia te la potevi risparmiare,
almeno anche i vestiti erano all'altezza della situazione."
Chicco ride e chiude la portiera di Babi; poi fa il giro, sale
in macchina e parte.
"Tutto sommato, mi sono divertito stasera. Se non fosse
stato per quelli, sarebbe stato il solito mortorio."
"Non credo che Roberta sia dello stesso avviso." Babi po-
sa educatamente ai suoi piedi la busta plastificata. "Le hanno
distrutto la casa!"
"Capirai, che sarà, qualche piccolo danno. Dovrà ripulire i
divani e mandare in tintoria le tende."
Un rumore forte e sordo, cupo, di ferro, rompe l'atmosfe-
ra di eleganza e di armonia all'interno della macchina.
"Che è successo?" Brandelli guarda nello specchietto late-
rale. Improvvisamente compare la faccia di Lucone. Si sbelli-
ca dalle risate. Dietro di lui, Hook monta in piedi sul sellino
della moto e da un altro violento calcio alla macchina.
"Sono quei pazzi! Presto accelera." Chicco scala e comin-
cia a correre. Le moto leggere prendono subito velocità e gli
stanno addosso. Babi preoccupata si gira a guardare dietro.
Sono tutti lì, Bunny, Pollo, il Siciliano, Hook, con le loro mo-
to potenti, e in mezzo c'è Step. Il giubbotto di pelle si gonfia
aprendosi e mostrando il suo petto nudo. Step le sorride. Ba-
bi torna a guardare avanti.
"Chicco, corri più veloce che puoi, ho paura!" 4 < a.
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Chicco non risponde e continua a guidare spingendo sul-
l'acceleratore, giù, per la discesa della Cassia, nel freddo della
notte. Ma le moto sono lì, ai fianchi della macchina, non si scol-
lano. Bunny accelera, Pollo stende la gamba e con un calcio
spacca il fanale posteriore. Il Siciliano da un calcio alla portie-
ra laterale sinistra, ammaccandogliela tutta. Le moto si piega-
no a tutta velocità, allontanandosi e avvicinandosi alla mac-
china, colpendola con forza. Rumori sordi e impietosi arriva-
no alle orecchie di Chicco.
"Cazzo, me la stanno distruggendo!"
"Chicco non ti azzardare a fermarti, che quelli distruggo-
no te."
"No, ma gli posso dire qualcosa." Preme il pulsante del fi-
nestrino elettrico, aprendolo per metà. "Sentite ragazzi" urla
mentre cerca di mantenere la calma e soprattutto la strada.
"Questa macchina è di mio padre e se..." Uno scaracchio lo
centra in piena faccia.
"Yahooo, preso, cento punti!" Pollo monta in piedi dietro
a Bunny, alzando le braccia al cielo in segno di vittoria.
Chicco, disperato, si asciuga con un panno di renna più co-
stoso e più vero dei guanti di Pollo. Babi guarda schifata quel-
lo sputo ostinato, che si stacca con difficoltà dalla sua faccia,
poi preme il pulsante richiudendo il finestrino prima che la
mira di Pollo centri qualcos'altro.
"Cerca di arrivare in centro che magari incontriamo la po-
lizia."
Chicco butta dietro il panno e continua a guidare. Arriva-
no altri rumori di carrozzeria abbozzata e fanalini rotti. Ognu-
no di questi, pensa, sono centinaia di euro di danni e lunghe
sgridate di mio padre. Allora, preso da una rabbia improvvisa,
Chicco comincia a ridere, come un pazzo, quasi in preda a una
crisi isterica.
"Vogliono la guerra? Bene, l'avranno! Li ammazzo tutti, li
schiaccio come topi!"
Da un colpo al volante, la macchina sbanda a destra, poi
di colpo a sinistra. Babi si attacca alla maniglia della portiera,
terrorizzata. Step e gli altri, vedendo la macchina che gli va
contro, allargano frenando e scalando contemporaneamente.
Chicco guarda nello specchietto retrovisore. Il gruppo è lì,
dietro di lui, sempre attaccato.
"Avete paura, eh? Bene! Beccatevi questo." Spinge di bot-
to il freno. Entra I'ABS. La macchina si ferma quasi. Quelli con
le moto laterali la schivano allargando. Schello, che sta pro-
prio in mezzo, cerca di frenare ma il suo Vespone con le ruo-
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te lisce si mette in derapata e sbandando finisce contro il pa-
raurti. Schello cade a terra. Chicco riparte sgommando a tut-
ta velocità. Le moto, che sono rinite davanti alla macchina, si
scansano per paura di essere investite. Gli altri si fermano a
soccorrere l'amico.
"Che figlio di puttana!" Schello si rialza, ha tutti i pantalo-
ni sdruciti all'altezza del ginocchio destro. "Guardate qui."
"Capirai, col volo che hai fatto ti è andata fin troppo bene.
Hai solo un ginocchio sbucciato."
"Che cazzo me ne frega del ginocchio, quello stronzo mi
ha rovinato i Levi's, me li sono comprati l'altroieri."
Tutti ridono, divertiti e sollevati, per l'amico, che non ha
perso la vita e nemmeno la voglia di scherzare.
"Yahooo, li ho fottuti, li ho fregati quei bastardi!"
Chicco sbatte felice le mani sul volante. Butta di nuovo uno
sguardo allo specchietto retrovisore. Solo una macchina lon-
tana. Si rassicura. Non c'è più nessuno. "Stronzi, stronzi!" sal-
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