più in giù sulla sinistra e lo saluta. "Ciao ciao!" sembra dire dalla sua postazione sbracciandosi senza però proferire parola. Poi fa un gesto come a dire: ci vediamo dopo. Alex si insospettisce, e curioso, supera a destra il giovane Allevi e si sporge avanti per vedere con chi sta parlando Niki. Appena in tempo. Una ragazza le fa ok con le dita, le sorride e poi continua ad ascoltare il professore. Niki la guarda ancora una volta, poi riprende a seguire anche lei la lezione. Che carina. È una sua amica. E io chissà che pensavo… Ma cosa dovevo pensare… Che sciocco. E in quel momento, come se tutti quei suoi dubbi avessero improvvisamente preso peso e forma, come se si fossero avvicinati curiosi per spiarla ancora più da vicino, Niki si gira, guarda dietro. Alex al volo ritorna alle spalle del supertricotico studente, si nasconde del tutto diventando una specie di statua, perfettamente allineata con il giovane che gli sta davanti, manco fosse la sua ombra. È preoccupato, quasi non respira. Poi piano piano si sporge a destra. Niki è di nuovo voltata, guarda avanti e segue il professore.
"Ma non si è fermato qui il nostro François de La Rochefou- cauld, ha aggiunto che c'è un'unica specie d'amore, ma ne esistono mille copie diverse."
Alex sospira. Meno male. Non mi ha scoperto.
"Capo? Capo?"
Ad Alex quasi gli prende un colpo. Nella sua fila, nascosto sotto il banco e appoggiato con una mano sulla sedia, c'è uno strano ragazzo. Ha un giubbotto militare, delle stellette messe a caso sulle spalline, capelli lunghi un po'"mossi, rasta, e una fascia rossa che li tiene raccolti. Il ragazzo sorride. "Scusa, capo, non te volevo spaventà… Che, vuoi del fumo? Hashish, marijuana, ecstasy, coca… c'ho tutto…"
"No grazie."
Il tipo alza le spalle ed esce dall'aula sparendo così come era improvvisamente apparso. Alex scuote la testa. Ma che risposta gli ho dato? No, grazie. Ma che ci sto facendo qui? E così esce dall'aula quatto quatto, cercando di non farsi notare. Meglio che vado in ufficio, và… E si dirige spedito verso la macchina. Saltella felice nel viale, di nuovo sereno. E non sa quanto le cose sarebbero potute andare diversamente se fosse rimasto lì fino alla fine della lezione.
Venti
Olly sta facendo delle fotocopie. È passato ormai un po'"di tempo da quando ha iniziato lo stage. E si sta già annoiando. Solo ogni tanto, quando incontra Simone per i corridoi, l'umore cambia. Quel ragazzo è sbadatissimo, una frana, però è buffo, gentile e sincero. Ed è l'unico che le racconta come funzionano davvero le cose in azienda. L'unico da cui ricevere qualche dritta.
La stanza dove si trova la piccola scrivania assegnata a Olly è grande e ben illuminata. Ha messo sul suo tavolino alcuni pupazzetti e la foto delle Onde. Quella di Giampi ha preferito di no. Per una sorta di pudore o chissà cosa. In uno dei cassetti tiene i fogli da disegno. Ogni tanto a fine pomeriggio, quando ha sbrigato le mansioni spicce che le assegnano, sempre poca roba e sempre poco attinente alle sue vere aspirazioni, si trattiene un po'"e si mette a disegnare cercando spunto da quello che vede intorno. In fondo lavora nella sede centrale di una casa di moda. Ecco, questa è la mia gavetta. E si ricorda di un'intervista in tv a Ligabue. La colpì molto. Diceva: "Ho verificato che il successo non è come te lo aspetti, non corrisponde alla famosa equazione successo = felicità. Ti risolve un sacco di problemi, ci sono molte cose fiche, ma non è quello che credi. E in qualche modo, per giustificare che tutto sommato forse un po'"me l'ero meritato, ho fatto anche Una vita da mediano. Per dire: guardate che il successo non mi è caduto addosso dal niente. Ho scritto quella canzone in un momento in cui sentivo il bisogno di giustificare il mio successo, che poi è una stupidaggine anche quella lì. Però è anche una fase che dovevo attraversare". Olly sorride. Eh, anche se sono stonata, speriamo sia così anche per me. Ma ora non mi sento nemmeno mediana. Sono proprio in panchina!
Alcune ragazze stanno scrivendo al computer, una telefona per fare un ordine, un'altra digita sul palmare. C'è fermento per i preparativi della nuova sfilata interna per gli acquirenti. Simone ha spiegato a Olly che l'azienda ha rivoluzionato il concetto di distribuzione rispetto a quanto accade di solito nell'alta moda. Invece di costringere
i clienti a comprare grandi quantitativi di capi con mesi di anticipo, hanno creato degli showroom in tutta Italia che vengono visitati regolarmente dai negozianti, che comprano così i capi via via, in piccole quantità, e hanno modo di tenere in negozio solo le ultimissime novità, cambiandole spesso, come fa d'abitudine il pronto moda. Il tutto invece è applicato all'alta moda. Ovviamente lo showroom più importante è l'azienda stessa. Ed è per questo che c'è fermento: domani arriveranno i dettaglianti per l'appuntamento quindicinale.
All'improvviso entra Eddy. Le ragazze si ricompongono e si mettono in silenzio, dopo averlo salutato. Non succede quasi mai che passi di persona. Olly le imita.
"Buongiorno. Che si fa, si dorme? Voglio rivedere la cartellonistica per domattina."
Una ragazza apre velocemente il portatile sul suo tavolo, lo invita ad avvicinarsi e gli mostra qualcosa. "Ecco, i cartelloni sono già stati stampati. E come ci aveva detto il direttore sono questi… vede…"
Eddy guarda impassibile il monitor. Non dice una parola. Non tradisce un'espressione. Olly lo osserva. È un po'"distante ma non tanto da non farle provare rabbia. Quell'uomo le suscita un fastidio istintivo. è più forte di lei.
"Che schifo… e noi domattina facciamo la sfilata con appesa intorno "sta roba?"
La ragazza deglutisce. Evidentemente sa bene cosa sta per succedere. "Bè… sì, signor Eddy… il direttore aveva detto…"
"Lo so cosa aveva detto. Il punto è che a rivederli oggi questi cartelloni fanno schifo. Schifo! Mai che vi inventiate qualcosa di nuovo, provocatorio, diverso. Mai che sappiate stupirmi."
"Ma al direttore piacciono…" il tono di voce della ragazza diminuisce sempre più.
"Ah, non ho dubbi. Lui firma carte. Lui mette i soldi. Ma chi è il creativo qui, eh? Chi è il creativo qui?" e alza la voce. Tutte le ragazze e due ragazzi più in là rispondono in coro, quasi a comando: "Lei". Proprio in quel momento entra Simone che si accorge della presenza di Eddy e si blocca sulla porta.
"Ecco. Appunto. Io. E io dico che mi fanno schifo. E che se non piacciono a me la sfilata non si fa. A meno che voi bravi uomini e donne marketing, gli operativi, i tecnici del settore, quelli che mandano avanti le cose, non vi inventiate qualcos'altro per domattina. E soprattutto che sia qualcosa che mi convinca. Da abbinare a questo schifo."
"Ma il direttore…"
"Col direttore ci parlo io. Voi fate il mestiere per cui vi pagano. Sempre troppo, tra l'altro."
Due ragazze si scambiano uno sguardo e strabuzzano gli occhi. Una fa un leggero segno con la mano cercando di non farsi vedere da Eddy. Come a dire: "Eeeh, sai quanto ci pagano".
Eddy si volta e sta per andare via quando la nota. Olly è rimasta tutto il tempo in piedi davanti alla sua scrivania.
"Oh, guarda… c'è asilo nido." Olly si sforza di non reagire. Eddy le si avvicina. "Allora come va? Eccitante fare fotocopie?"
Olly lo guarda e abbozza un sorriso di circostanza. "Bè… sì… cioè… preferirei fare altro, come disegnare, ma mi accontento… pur di stare qua…"
Eddy la squadra. Poi si gira e guarda gli altri ragazzi. "Capito gente? Lei pur di stare qua fa le fotocopie!" Poi guarda il tavolo. Vede il portatile. La cornice con la foto. La guarda di nuovo. "E come vanno i disegni da asilo nido? Siamo passati almeno alla prima elementare?"
Olly fa un sospiro. Si piega. Apre il cassetto. Prende la sua cartellina. Sistema alcuni disegni sul tavolo e si rimette impettita in piedi. In silenzio. Eddy la guarda. Poi abbassa gli occhi sulla scrivania. Scruta un po'"i fogli. Ne prende uno. Mantiene la stessa espressione impassibile di poco prima. Lo rimette giù. Guarda Olly. La fissa. Olly trema. Ha il fiato cortissimo. Il cuore le batte a duemila. Le sudano le mani ma cerca di restare calma.
"Diciamo seconda elementare, và… Vedi mai che a fare le fotocopie stai davvero migliorando?" e si gira, senza dirle altro, senza aspettare una sua risposta. Così com'era entrato. Lascia la stanza. E tutti ricominciano a respirare, come sollevati. Due ragazze sbuffano, un'altra si riattacca al telefono, un ragazzo si scervella per inventarsi qualcosa.
Simone si avvicina a Olly.
"Cavoli!" le dice stupito.
"Cavoli che? Sto ancora tremando!" dice Olly che solo ora, piano piano, rimette a posto i fogli.
"Guarda che è pazzesco!"
"Ma cosa? Che mi umili sempre così?"
"Umiliarti? Ma non te ne sei accorta che ti ha fatto un complimento? Guarda che è rarissimo!"
"Ah, perché quello era un complimento?"
"Ti assicuro di sì. Eddy va saputo interpretare. Lui è un artista, parla una lingua tutta sua."
"Ah… e dove lo vendono il traduttore?"
Ventuno
La lezione è appena finita, Niki sta rimettendo il quadernone e gli evidenziatori dentro lo zaino quando qualcuno le si siede accanto. "Allora, ti è piaciuta la lezione?"
Niki si gira sorpresa. È Guido. Guarda per un attimo in fondo all'aula, come se sapesse. Poi torna a occuparsi dei suoi appunti. "Oh, sì… Mi piace moltissimo questo prof."
"Ah sì? E come ti sembra, uno sincero, falso, delicato, insensibile, un opportunista, un altruista o un donnaiolo?"
Niki ride. ""Donnaiolo", ma che termini usi?"
"J. M. Coetzee scrive che "solo gli uomini detestano i donnaioli, per gelosia. Alle donne piacciono i donnaioli. Donna e donnaiolo sono inseparabili"."
"Bè, comunque credo che Trasarti ami le Lettere, sia una persona gentile e sensibile e forse, forse… per come si muove, per quanto è femminile nell'animo, sì, insomma potrebbe anche essere gay… Oh, comunque sia, lo dico come un complimento, eh…"
"Oh, bene. Lascia, te la porto io…" Guido si mette a tracolla la borsa di Niki.
"Ma no, ce la faccio."
"Ma ho piacere a portartela."
"Allora ok" Niki alza le spalle poco convinta, "come vuoi…"
Guido la precede sorridendo.
"Dove ti accompagno?"
"Io devo andare su in istituto per segnarmi all'esame e vedere un po'"quali sono i prossimi."
"Ok, perfetto, non ci crederai ma è la stessa cosa che dovevo fare io."
"Infatti non ci credo."
Guido si ferma e la guarda alzando un sopracciglio. "Perché non mi credi? Perché la mia allegria e la felicità nel vederti possono far pensare ad altro?"
"Forse."
"Lo sai che mi sono segnato anch'io a Lettere e magari devo fare lo stesso tuo esame?"
"Forse. Però prima che io segno i miei esami, tu mi dici quali hai già intenzione di fare, ok?"
"Ok ok." Guido scuote la testa. "Quello che hanno detto i miei amici nuoce alla mia persona…"
"O forse alla tua immagine."
"La mia immagine?"
"Vuoi la verità? Però non ti devi offendere."
"Ok."
"Giura."
"Giuro."
"La tua immagine, il tuo modo di fare…"
"Cioè?"
"Si vede subito che sei… Che sei…"
"Sono?"
"Tanto per usare i tuoi termini, un donnaiolo… Studi le frasi a effetto per fare colpo, ti vesti per non essere dimenticato, sei gentile e cortese con tutte per vedere chi ci casca…"
"Ah sì? E non può essere che ti sbagli?"
"Dici?"
"Certo, lo saprò, no? E poi che c'è di male a essere gentili con le donne? A farle sentire bellissime? Considerate? Al centro dell'attenzione? Io non sono un donnaiolo. Forse sono l'ultimo dei romantici."
Niki lo guarda e sorride. "Ecco, se questa te la risparmiavi eri andato benino…"
"Ah, sì?" Anche Guido sorride. "Allora te ne dico un'altra. Il professor Trasarti è sposato, e l'altro anno è stato con una del corso, Lucilla, e sembra pure che l'abbia fatta lasciare con il suo ragazzo e che l'abbia messa incinta e costretta ad abortire."
"Sì, bum, non ci credo."
"Bè, sì, forse la storia del figlio… In effetti quest'ultima cosa potrebbe non essere vera."
"E tutto il resto?"
"Il resto è vero, quella ragazza si chiamava Lucilla, era fidanzata e ha avuto una storia con quel prof per tutto l'anno."
"Sì, e tu come lo sai?"
"Facile. Ero il suo ragazzo." Guido sorride, allarga le braccia e poggia la borsa di Niki su un muretto. "Ora scusami ma mi sono ricordato che ho un appuntamento. Il donnaiolo ti saluta."
"Scusa ma ti voglio sposare" отзывы
Отзывы читателей о книге "Scusa ma ti voglio sposare". Читайте комментарии и мнения людей о произведении.
Понравилась книга? Поделитесь впечатлениями - оставьте Ваш отзыв и расскажите о книге "Scusa ma ti voglio sposare" друзьям в соцсетях.