Erica toglie la chiave dal quadro della macchina. Esce e chiude. E porta con sé quel pensiero un po'"triste, un po'"arrabbiato. Ma sincero.
Cinquantotto
Infila la chiave nella toppa. Entra senza far rumore. Tanto non indossa quasi mai i tacchi. Ama le ballerine, Diletta. E stasera per vedere le sue amiche se ne è messe un paio azzurre con dei pallini marroni e un fiocchetto in tinta. Richiude la porta alle sue spalle. Attraversa il corridoio ed entra in camera. Nessuno l'ha sentita. Guarda il grande orologio appeso alla parete sopra il letto. L'una e dieci. Certo che hanno fatto tardi a parlare. Diletta ripassa mentalmente tutte le parole dette poco prima a casa di Olly. Non è possibile. Ma è vero? Sì. E per un istante ha paura. Paura che tutto finisca. La sua amica si sposa. E dopo? Come potrà essere tutto come prima? Le torna in mente una canzone di Renato Zero. "Che fai se stai lì da solo, in due più azzurro è il tuo volo, amico è bello, amico è tutto, è l'eternità, è quello che non passa mentre tutto va, amico, amico, amico, il più fico amico è chi resisterà. Chi resisterà?" Già… Chi? Si sposa. Diletta ripete quelle parole una, due, tre volte. Si sposa. Cioè diventa grande, matura, donna. Avrà un marito, una famiglia, dei figli. Studierà poi lavorerà e ci sarà sempre meno tempo per me, per noi. Ma non avrà paura anche lei a fare un passo così a vent'anni? Diletta si spoglia piano e si mette il pigiama. Poi si siede sul letto a gambe incrociate. E d'improvviso sorride. Pensa a se stessa, alla sua situazione. A tutte le paure che ha avuto di notte, quando si svegliava di colpo con gli occhi sbarrati e il cuore le batteva forte. La voglia di scappare, di cercare un'altra soluzione. Definitiva. Assoluta. Senza appello. E poi no, di nuovo pensare che era assurdo, che non ce l'avrebbe mai fatta a scappare così dal suo futuro. Ma la paura poi ritornava. Forse si sente cosi anche Niki, anche se fa di tutto per non darlo a vedere. Poi si guarda allo specchio davanti al letto. Di colpo si vede un po'"più grande. L'espressione degli occhi diversa, più intensa. Stasera però si sente quasi più sollevata. Ma che dico? Se ha paura lei, allora io che dovrei dire? Se lo fa lei, se Niki è capace di fare un passo del genere, allora anch'io ce la posso fare. Poi un altro pensiero. "Il più fico amico è chi resisterà." E chi sarà? Ma perché deve sposarsi così presto? È un passo importante. Troppo. Verrà fagocitata da cose più grandi di lei. Perderà la leggerezza, la possibilità di fare quel che le piace. Altre esperienze, studiare all'estero, che ne so, tutto quello che fai quando non sei sposata. Quando sei libera di scegliere senza dover rendere conto a nessuno. Quando davanti a te ci sono solo possibilità e strade nuove. Eppure questo non ce l'ho fatta a dirglielo. Da una parte sono contenta per lei, l'ho vista felice. Ma dall'altra ho paura e anche rabbia. Sì, rabbia, perché come la metti la metti, finisce comunque qualcosa d'importante. Un'epoca. Una vita. Noi com'eravamo. E lei è la prima ad andarsene in qualche modo. Un po'"si vergogna d'averlo pensato. Le Onde. Sempre insieme, qualsiasi cosa accada. E ora c'è una nuova sfida da affrontare insieme. Diletta prende il cellulare che ha appoggiato accanto a sé. Apre il menu messaggi. Seleziona nuovo. Inizia a digitare veloce usando il T9. "Ma tu che ne pensi?" e invia in doppia copia. Dopo trenta secondi il display si accende e il telefono vibra. Olly è sempre la più veloce a rispondere. Diletta apre la bustina lampeggiante. "Boh, m'ha fatto un effetto… cioè mi ha sconvolta! Un po'"mi fa rabbia… Non ce l'ho con lei, ma mi fa rabbia pensare che le cose cambino…" Dopo qualche secondo arriva anche la risposta di Erica. "Per me è pazza, sposarsi a vent'anni… solo a pensarci mi fa una paura…" Sì. Tutte e tre in sintonia e con gli stessi dubbi. Allora risponde. "Sì, anche per me è così. Ma la proteggerò con tutto il mio amore… di Onda. Notte." E poi Diletta sfila le gambe e alza la coperta. Spegne il cellulare, lo appoggia sul comodino e si mette sotto, coprendosi fino agli occhi come quando era piccola. Il suo letto di bambina. Un po'"corto ma sempre suo. Si gusta coi piedi ogni angolo. Sicurezza. Il rifugio dove nessuno può entrare. E si sente protetta, per un attimo lontana da quella strana sensazione che la notizia del matrimonio di Niki ha portato.
Cinquantanove
Niki entra in casa e quasi travolge Simona saltandole addosso.
"Sono la persona più felice del mondo!"
"Oddio, e che è successo?"
Poi saltellando per la cucina prende la mamma e se la trascina dietro.
"C'è papà?"
"Sta di là, è andato in bagno."
"E Matteo?"
"No, sta a casa di Vanni."
Niki pensa tra sé. Meglio. Così intanto lo dico ai miei e basta. Si butta sul divano. Simona si siede davanti a lei su un puf. "Allora? Non mi puoi anticipare qualcosa intanto che arriva papà? Sono troppo curiosa…"
Niki sorride e scuote la testa. "Niente da fare. Lo aspettiamo…"
La madre la guarda curiosa, ma non è preoccupata. E così felice, deve essere per forza una buona cosa, qualunque essa sia. "Ho capito… Hai vinto all'Enalotto!"
"Mamma, ma come sei venale! Comunque…" Niki le fa un sorriso incredibile. "Quasi!"
"Aiuto! E che è? Allora mi devo veramente preoccupare… Ho capito: ti hanno preso per un lavoro dove ti danno un sacco di soldi…" Poi ci pensa un po'"meglio e diventa di colpo triste. "E ti devi trasferire in America! Dimmi che non è questo, ti prego, dimmi che mi sto sbagliando."
Niki sorride. "Ti stai sbagliando."
Simona sorride, ma subito dopo cambia di nuovo espressione, è ancora preoccupata. "Non mi stai dicendo una bugia, vero? Non è questo?"
Niki la rassicura. "No, mamma, te l'ho detto, non è questo."
"Giura."
"Giuro."
"Guarda che io e te ce lo siamo sempre dette…" E Niki le fa il
verso, mentre ripetono insieme la solita frase: "Dobbiamo dirci tutto, ma proprio tutto tutto!". E scoppiano a ridere. Proprio in quel momento nel salotto arriva Roberto.
"Allora, che succede? Ve la state divertendo, eh. Beate voi… Cuor contento il ciel l'aiuta." Simona batte sul puf vicino a lei. "Vieni, Robi, mettiti qui, Niki ci vuole raccontare una cosa importante…"
Roberto le si siede vicino e vedendola così allegra la butta lì. "Ho capito. Hai vinto all'Enalotto! Si cambia vita!"
Niki rimane sbalordita. "Mamma! Papà! Ma la vostra è una fissa…"
Simona guarda il marito. "Gliel'ho chiesto anche io se aveva vinto all'Enalotto."
"Ah…"
"E lei mi ha risposto… quasi!"
Roberto sorride. "Uhm, brava, allora deve essere qualcosa del genere… Magari ce ne viene in tasca qualcosa pure a noi!"
Niki sorride, non sanno che stanno per spendere un sacco di soldi. Altro che Enalotto! Poi li guarda. Sono lì davanti a lei che sorridono allegri, curiosi. Oddio, e se ci rimanessero male? Se non fossero felici? Se mi mettessero il muso per la mia scelta? Se me lo volessero impedire? Se mi ricattassero, della serie "Fai quello che vuoi, non possiamo costringerti, ma una cosa è certa, ci hai deluso…"? E in un attimo ripercorre tutte le prove fatte per quel discorso, ormai almeno mille volte da quando è tornata da New York.
La sera a letto. Mamma, papà, mi sposo… No, non va bene. Mamma, papà, io e Alex abbiamo deciso di sposarci. No, non è vero. Lui ha deciso e io ho detto sì. La mattina nel bagno davanti allo specchio. Mamma, papà, Alex mi ha chiesto di sposarlo. E ancora… Alex e io ci sposiamo. E con tutti i toni, le sfumature, le facce e le smorfie possibili e immaginabili. E, dopo tutte quelle prove, guardarsi allo specchio e ammettere: non ce la farò mai. E infatti non glielo devo dire io ma lui!
Niki li guarda e poi sorride. Tanto, pensa tra sé, è un problema suo. "Ecco, aspettate qui…" Ed esce dal salotto.
Roberto e Simona rimangono in silenzio a guardarsi. Roberto la fissa con curiosità e malizia. "Tu ne sai qualcosa, non è vero?"
"Ti giuro di no… Ma scusa, te lo direi."
"Uhm, non è niente di buono mi sa…"
"Ma se è così felice dobbiamo esserlo pure noi!"
"Mmm, quel che rende felice un figlio a volte è una tragedia per i genitori…"
"E mamma mia che pesantezza!" Simona gli tira un colpetto sulla spalla.
Un istante dopo nel salotto rientra Niki accompagnata da Alex.
"Eccoci qui…"
"Ma dov'era? Nascosto in camera tua?"
"No… È solo che… non trovava posteggio." Si era preparata la scusa. Almeno quella. Poi Alex e Niki si guardano sorridendo. In realtà Niki lo aveva "posteggiato" sul pianerottolo perché voleva prima preparare tutto, far sistemare i suoi genitori e finalmente dare quella notizia.
Niki guarda un'ultima volta Alex che prende fiato, tira un bel respiro, e poi fa ai suoi genitori un bel sorriso. Stringe forte la mano di Niki e butta fuori tutto di botto.
"Io e Niki vorremmo tanto sposarci… Spero che siate felici di questa nostra decisione…" Proprio in quel momento Roberto, che si stava sistemando meglio sul puf, mette male la mano e scivola per terra.
"Papà!" Niki scoppia a ridere. "Non prenderla così!"
Simona aiuta il marito a rialzarsi. "Non volevo, te lo giuro…"
Simona lo lascia e corre verso la figlia. "Ma è bellissimo, tesoro!" E l'abbraccia.
"Oh, mamma, come sono felice. Non sai quante volte ho provato questo discorso di notte nel mio letto, in bagno."
Alex annuisce. "Già, poi però alla fine l'ho fatto io!"
"E certo, e chi doveva farlo sennò!" Roberto si avvicina ad Alex. "Vieni qui, abbracciamoci." Si stringono così, in un abbraccio molto rude e maschile. Roberto dà qualche pacca sulla spalla di Alex. "Bene, sono proprio felice per la mia figliola." Poi abbraccia anche Niki.
"Oh, papà… Ti voglio tanto bene."
Simona, in maniera più contenuta, abbraccia a sua volta Alex. Poi si stacca e tutta felice annuncia: "Dobbiamo festeggiare. Abbiamo una bottiglia che sta già in frigo e tenevamo proprio per una grande occasione. E quale migliore di questa?".
Subito Roberto si accoda a lei. "Ti seguo, amore… Vengo a prenderla con te!"
Alex e Niki, rimasti soli nel salotto, si abbracciano felici.
"Hai visto, Niki, ci facciamo sempre un sacco di problemi e invece spesso le cose sono molto più facili del previsto…"
"Dici?"
"Certo! Non lo hai visto come erano felici i tuoi genitori?" "Mio padre dopo la notizia è caduto per terra." "Ma è solo scivolato dal puf. Dai, poteva succedere anche se gli raccontavi un'altra cosa."
"Tu non lo conosci. Per me deve essere sconvolto."
Roberto e Simona sono in cucina. Tutti e due poggiati con la schiena al lavabo che guardano nel vuoto davanti a loro. Roberto è a bocca aperta.
"Non ci credo, non è possibile, dimmi che sto sognando… Dimmi che è solo un terribile incubo dal quale ci risveglieremo. Non ci posso credere. La mia bambina…"
Simona gli dà una gomitata scherzosa. "È anche mia… Anzi è prima mia. E poi tua!"
"Guarda che l'abbiamo fatta insieme."
"Sì, ma io l'ho tirata su i primi nove mesi da sola!" Roberto si gira verso di lei.
"E tutte le volte che mi svegliavo nella notte perché lei urlava e tu eri distrutta e non volevi andare a consolarla, chi la cullava, eh? Chi ci andava?"
Simona gli prende la mano. "Tu. È vero, anche tu hai fatto molto per lei."
"Abbiamo fatto entrambi sempre tutto per lei… E chi se la prende ora? Lui."
Simona sorride. "Dai, piantala. Torniamo di là. Sennò si preoccupano."
"E soprattutto Niki capisce."
"Ha già capito."
"No…"
"Ma allora tu non la conosci tua figlia." Simona prende una bottiglia di ottimo champagne, poi i flùte nell'armadio in cucina, e torna sorridente in salotto.
"Eccoci qua… Non trovavamo i bicchieri!"
E si siedono tutti e quattro mentre Roberto stappa la bottiglia e versa da bere, cercando di non sembrare sconvolto.
Sessanta
Domenica, una giornata tranquilla, un cielo azzurro con qualche nuvola leggera. Sono le tredici, qualcuno è appena uscito dalla messa, una ragazza sta passeggiando con il suo alano nero: è grosso, la trascina per andare a curiosare più avanti. Un signore è in fila davanti al giornalaio.
"Mi dà "Messaggero" e "Repubblica"…"
Un altro, infastidito perché si sente superato, dice di fretta: "È uscito l'ultimo di "Dove"?".
"Guardi un po'"lì sotto… Dovrebbe essere davanti. Altrimenti deve ancora uscire."
Il signore non lo trova. Il giornalaio, un ragazzo con tanto di piercing al sopracciglio, si spinge in avanti cercando di leggere le copertine delle riviste messe al contrario.
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