"Eccolo, eccolo, è lì…" E indica un giornale dimostrandosi più lucido del suo cliente, malgrado la serata passata in discoteca, che lo ha portato direttamente in edicola senza passare da casa. E nemmeno da un qualsiasi materasso. Purtroppo.
Alex si ferma all'Euclide di Vigna Stelluti ed esce poco dopo con un vassoio di pastarelle mignon. Ne ha prese venti, comprese quelle al marron glacé con tanto di castagna e panna che piacciono molto a sua madre, Silvia.
Alex sorride mentre sale in macchina. E l'unica che si commuoverà, sono sicuro, le scenderà una lacrima, io l'abbraccerò e dopo lei, proprio per superare l'ostacolo, si mangerà uno di quei mignon alla castagna, senza dire nulla, pluff, lo farà sparire in silenzio. Però sotto sotto sarà contenta, lo so. Le ha sempre fatto strano vedere che proprio io, il suo primo figlio, tra tutti quelli delle sue amiche e perfino le mie due sorelle minori, fossi l'unico a non essere ancora sposato. E con quest'ultima considerazione Alex guida sereno verso casa dei suoi. Mette un cd, una compilation che gli ha fatto Niki. Ecco, questa è la canzone giusta. Home di Michael Bublé. Ti fa sentire in perfetta sintonia con il mondo.
Ma come ho fatto a non pensarci prima? Sono così felice di questa decisione. Poi sorride tra sé, quanto sei cretino Alex. Mica stavi con Niki, prima. E improvvisamente gli attraversa la mente un pensiero, un'ombra, come un fulmine a ciel sereno. Dov'è ora? Come sta vivendo questo momento? È felice della mia scelta? Cioè della nostra scelta? Perché è anche nostra, vero? Mica solo mia… O vive come se questo fosse un giorno qualunque della settimana? E la vede all'università che ride, si muove tra i ragazzi della sua età che la guardano, parlano di lei al suo passaggio, poi insieme a un professore all'uscita da una lezione, poi il tipo la guarda un po'"troppo a lungo. Poi la immagina da qualche altra parte, magari in fila alla posta vicino a qualcuno che fa l'idiota con lei. Poi, come se fosse già passato del tempo, eccola più adulta, vestita da donna, con un tailleur, seria, in un alimentari, che sta facendo la spesa, oppure in un ufficio a concludere un lavoro con un collega che le fa un po'"il filo. La vede tranquilla, serena, posata, del tutto donna, piena di sicurezza. E questi pensieri lo rasserenano, senza un vero perché, senza una ragione hanno scacciato la gelosia. Ma non sa che a volte le sensazioni possono essere giuste, e che presto dovrà fare i conti proprio con queste paure. Ed entra fin troppo tranquillo nel giardino della villa dei suoi genitori.
Sessantuno
Dal grande salotto che si affaccia sul verde, uno splendido roseto attraversa il giardino d'inverno insieme a un bellissimo pergolato, e poco più avanti anche una vite.
"Mamma, papà, ci siete?"
Luigi, il papà, sta mettendo a posto una pianta ribelle.
"Alex, che piacere vederti!"
"Ciao…" Si scambiano un bacio. "Mamma?"
"Eccola… Sta arrivando."
Tra le siepi poco lontane compare improvvisamente Silvia, accompagnata da Margherita e Claudia, le sorelle di Alex con i rispettivi mariti, Gregorio e Davide.
"Ciao, mamma!" Alex esce e va verso di loro.
"Ciao! Sei arrivato! Hai visto, son venute anche le tue sorelle… Non riusciamo mai a stare tutti insieme."
Alex sorride salutando. "Hai ragione, mamma. È che il lavoro di questi ultimi tempi mi ha preso molto…"
"A proposito, non ci hai detto che cosa sei andato a fare a New York." Gregorio, il marito di Margherita, commercialista, sembra sapere il fatto suo. "Aprite una succursale anche lì? Oggi conviene con il dollaro…"
"No, non è per quello, non era un affare di lavoro…"
Davide abbraccia Claudia, la sorella maggiore. "Un affare di cuore? Sai che noi pensiamo di andarci per Pasqua a New York?"
"Sul serio? Allora vi do qualche buon indirizzo." Poi Alex pensa a Mouse. Subito Gregorio e Margherita si accodano. "Certo, se riusciamo a lasciare le bambine a qualcuno veniamo anche noi… tu ce la terresti, mamma?"
"Non so, vediamo… Quando è quest'anno Pasqua? Forse siamo invitati dai Pescucci." Alex ascolta tutte queste chiacchiere e ripensa a quanto è stato gentile Mouse. No no, non lo posso punire così.
Silvia controlla il marito. "Luigi… Quanto ti manca?"
Il papà di Alex fissa l'ultimo ramo e stringe il cordoncino verde
che serve per tenere le piante. "Fatto! Eccomi, cara, pronto per qualsiasi avventura."
"Dobbiamo semplicemente sederci a tavola."
"Bè, dipende da cosa si mangia. A volte può essere anche un'avventura pericolosa…"
"Spiritoso… Dina, la nostra cameriera sarda, è diventata bravissima!"
"Sì, amore." Luigi abbraccia Silvia. "Non parlavo di lei… Ma di te!"
Lei si sfila dal suo abbraccio. "Quanto sei cattivo… Ti ho sempre preparato piatti eccellenti. E infatti eri in superforma prima che ci sposassimo e poi non hai fatto altro che ingrassare. Solo ora che cucina lei sei un po'"dimagrito. Vedi… Dovevo abbandonare prima la cucina…"
"Ma amore! Scherzavo… E poi non è vero, ero in forma anche prima, mangiavo tanto ma facevo anche molto più moto…" E la lascia cadere lì, una sciocca allusione.
Silvia arrossisce un po'"e cambia prontamente discorso. "Allora, ho fatto preparare tutto al patio nuovo… Con il tavolo in ceramica che ci è arrivato direttamente da Ischia."
"Che bello!"
"Ma non farà freddo?"
"Ho costretto vostro padre a comprare quei cosi di metallo con sopra l'ombrello che riscaldano…"
"Funghi, mamma, si chiamano funghi."
"Va bene, insomma abbiamo messo questi funghi a gas e vedrete che staremo benissimo…"
In un attimo arrivano tutti al patio e prendono posto.
"In effetti si sta benissimo." Alex versa subito dell'acqua nel bicchiere della madre seduta accanto a lui, le sorelle aprono i tovaglioli, li mettono sulle gambe, mentre i mariti si occupano del vino. Arrivano i primi antipasti portati da Dina.
"Buongiorno a tutti…"
Silvia spezza il pane nel proprio piattino a sinistra.
"Ho messo un po'"di musica…" Luigi arriva sorridente e prende posto a capotavola. Proprio in quel momento dalle piccole casse, nascoste in alto negli angoli del patio, parte un pezzo di musica classica. Vivaldi. Le Arie d'opera.
"È l'ideale per una bella giornata come questa. No?" e apre il suo tovagliolo mettendoselo tutto soddisfatto sulle gambe. "Allora, ti sei divertito a New York?"
"Oh, moltissimo…"
"Chi eravate?"
"Io e Niki…"
Margherita guarda Claudia e poi quasi sottovoce: "Ehi, però… dura con la ragazzina". Claudia sorride ma poi le fa "Shhh…", preoccupata che Alex possa sentire. Silvia, anche se ha captato qualcosa, fa finta di niente. "Ah, bene, e dove siete stati?"
Alex inizia il racconto indicando strade e teatri, nuovi negozi e ristoranti mentre una dopo l'altra arrivano le prime portate, il risotto all'arancia e le penne melanzane e ricotta salata, il tutto innaffiato da un buon vino bianco.
"È un Southern dell'89, vi piace?"
"Uhm, delicatissimo…"
Alex continua il racconto soddisfacendo le curiosità di tutti, descrivendo con attenti particolari lo spettacolo Fuerzabruta, in cui il pubblico diventa attore protagonista, complice, calato com'è nel pieno dell'azione, con le acrobazie acquatiche degli artisti sulle teste degli spettatori, sopra una membrana che si riempie d'acqua e che sostituisce la parete del teatro, e balletti e musica e luci… E le sorelle sono entusiaste e non vedono l'ora di andare a New York e Margherita insiste.
"Allora, mamma, me la puoi tenere Manuela? Ti prego, è una vita che non vado a New York… Dopo il racconto di Alex sento il richiamo della Grande Mela!"
Silvia sorride. "Vedremo…"
Anche Alex sorride e continua il suo racconto, compresa la splendida cena all'Empire State Building, omettendo naturalmente l'elicottero e soprattutto la sorpresa della scritta. Margherita, la più grande delle due sorelle, ha ascoltato divertita tutti i suoi racconti, poi improvvisamente stringe gli occhi, stupita di non averci pensato prima. "Ma come mai siete andati a New York? Sì, insomma, come mai questo viaggio improvviso, così, senza una ragione di lavoro…"
Alex sorride. Ormai sono arrivati alla fine del pranzo. Il momento è giusto, manca solo una cosa. "Dina, scusi… Ho portato un pacchetto, l'ho messo nel frigo, lo può portare a tavola? Grazie…"
Dina scompare. Alex si versa un po'"di vino. Lo gusta di nuovo. "È vero, papà… Questo Southern è veramente squisito." E crea ancora più attesa, una strana suspense. Si sentono quasi scalpitare sotto il tavolo le eleganti scarpe delle due sorelle. La mamma è più
tranquilla. Curiosa ma tranquilla. Gli uomini sereni in attesa. Finalmente torna Dina, che poggia al centro del tavolo le paste mignon e se ne va di nuovo in cucina.
"Uhm, che buone…" fa la mamma. "Ci sono anche quelle alla castagna che mi piacciono così tanto."
"Già" dice Alex. Poi si pulisce la bocca. Sorride all'intera tavolata e con una pacatezza davvero invidiabile fa l'annuncio.
"Ho deciso di sposarmi."
Le due sorelle deglutiscono quasi insieme, il padre sorride sorpreso, i due mariti, sapendo tutto quello a cui andrà incontro, lo guardano allegri in maniera cortese, ma pensano, o meglio ricordano, i vari passaggi del loro incubo personale. La mamma è, come Alex sospettava, la più sorpresa. "Alex! Sono proprio felice per te!"
E poi lo sommerge di domande. "Ma lo hai detto ai suoi?"
"Sì."
"E come l'hanno presa?"
"Benissimo, ma che domande mi fai!"
"Bè, sai… la differenza di età…"
"Ma l'avevano già accettata!"
"Sì, ma magari non pensavano che tu facessi così sul serio!" Tutti ridono.
"E poi, sai, quando tocca alla figlia femmina… Sì, insomma… È sempre più delicato" interviene il papà guardando Margherita e Claudia e soprattutto i rispettivi mariti. Alex sorride.
"Eh già… Pensa che quando gliel'ho detto il padre è caduto dalla sedia…"
La mamma preoccupata: "E si è fatto male?".
Margherita interviene. "Ma mamma, è un modo di dire!"
"No no… È caduto sul serio! Non se l'aspettavano proprio secondo me… E vedere una figlia a quell'età che si sposa, che va via di casa, bè, deve fare un certo effetto…"
E proprio in quel momento la mamma di Alex si commuove, allunga una mano, prende un pasticcino alla castagna e in un sol boccone lo fa letteralmente sparire. Alex se ne accorge e sorride di nascosto. Poi la mamma ne sceglie un altro, questa volta allo zabaione e panna, ancora più dolce, e gli fa fare la stessa fine. Allora Alex inizia a preoccuparsi. Cavoli. Ma si è davvero commossa! Non pensavo così tanto. Allora si alza e l'abbraccia. La mamma chiude gli occhi e si lascia stringere dal figlio. Lei sorride, le sorelle la prendono in giro.
"Buuu… Con noi non hai fatto così!"
"Sì, non te ne importava niente…"
"Ti volevi liberare di noi e basta… Ecco la verità!"
"Per te noi eravamo come le due sorellastre, Genoveffa e Anastasia, mentre Alex è la tua Cenerentola."
Alex torna a sedersi al suo posto.
"Bè, più che Cenerentola speravo di essere il principe azzurro!"
"Sì, per Niki casomai!"
"Ah, noi vogliamo fare da testimoni…"
"Scusate, l'avete già fatto una per l'altra…"
"Ma uno dei testimoni per noi eri sempre tu!"
"Me l'avete chiesto voi!"
"Ci sembrava carino, magari ci rimanevi male che a te non ti si sposava nessuno!"
"Pure!"
"E comunque vorremmo consigliare la sposa."
"Sì, vorremmo decidere con lei per il catering!"
"E il vestito…"
"Ah già, e le bomboniere!"
"Ah sì, quelle sono importanti!"
"E avete deciso dove vi sposate?"
"E quando?"
"E i fiori per la chiesa?"
"E i nomi dei tavoli? Sì, come fate il tableau?"
"E gli invitati… Quanti saranno?"
"Deve essere una cosa in grande…"
"Eh…"
A quel punto Alex incrocia gli sguardi di Davide e Gregorio, che lo sostengono con un sorriso, se non altro per solidarietà, e lui, non sapendo cos'altro fare, allunga la mano e precede sua madre. "Scusa, mamma…" E si mangia quell'ultimo pasticcino con la castagna rimasto.
Sessantadue
Girano per il grande salotto vuoto.
"Ma è bellissimo… Sul serio… Ci verrei a vivere io qui…"
Pietro guarda Enrico sorpreso. "Ma che, mi stai a prendere per il culo?"
"No, assolutamente, mi piace da morire, un loft così al borghetto Flaminio… è un sogno. Mi sembra anche silenzioso, è grande, ha un sacco di stanze." Enrico gira per la casa sinceramente impressionato. "E poi si affaccia sul verde… è in città ma sembra in campagna."
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