E finalmente si spalanca la porta, ad altissimo volume attacca il disco "Zazuera… Zazuera… AEIOU ipsilon!". E su queste note esce Pietro che comanda un trenino di persone. "Brazil… parapa- rapapappapa!"

Canta ad alta voce, felice e allegro come non mai. Dietro di lui, con le mani appoggiate ai fianchi, una ragazza di colore, una venezuelana appena più chiara e altre tre ragazze italiane. "Attaccati in

tondo, dai, vieni con noi! Non ti avevamo festeggiato abbastanza l'altra volta!" E il trenino sfila davanti ad Alex allegro e divertito, un succedersi di capelli ricci scuri e poi lisci e biondi e perfino rossi. Nell'aria si mescolano profumi, dal dolce al più secco ma tutti perfettamente e piacevolmente desiderabili.

Alex fulmina con gli occhi Flavio, che allarga le braccia. "Mi ha detto di non dirti niente, che avresti gradito questa sorpresa."

"E certo!" E come se non bastasse in fondo a quel trenino, con una strana fascia colorata che gli ferma i capelli e un boa azzurro intorno al collo, c'è Enrico.

Alex è sbalordito. "Pure tu?"

"Sì! Sono troppo felice. Ho trovato la babysitter… E poi ha ragione Pietro e anche con Flavio l'abbiamo detto. Dobbiamo essere felici per te! L'hai detto pure tu, no? Sei tu che ti sposi! Dobbiamo festeggiarti come si deve… Anche perché noi l'abbiamo già fatto… E non corriamo rischi. Pe pe pe pe pe pe pe pe…"

E scompare così, scodinzolando come un perfetto carioca dietro quel trenino multiforme, multicolore e multietnico… E soprattutto perfettamente bilanciato in tema di curve, come quelle sulle quali poggia felice le sue mani Enrico.

"Zazuera… Zazuera" e spariscono dietro l'ultimo pilastro in fondo al salotto.

Drin drin. Suona il telefonino di Alex, che se lo sfila dalla tasca della giacca e vede sul display il nome. "Non ci credo! Niki! Ma che tempismo ha…" Apre il cellulare. "Amore, ti stavo per chiamare."

"Ma come mai stai sempre per chiamarmi e ogni volta, anche se di qualche secondo, riesco a precederti?"

Alex ci pensa su. "Hai ragione… Deve essere qualcosa che dipende dalla nascita, tu devi avere dentro di te un orologio biologico da far invidia a quelli svizzeri, oppure, cosa ancora più semplice, sei in totale sintonia con i miei pensieri… solo che sei più veloce di me!"

"Uhm…" Niki ci pensa un po'"su. "Non so com'è, ma dietro tutti i tuoi complimenti io quasi sempre ci vedo una fregatura."

"Amore! Che brutto… Mi togli la gioia di sottolineare, di gridare al mondo la fortuna di avere vicino a me in questo momento una donna così perfetta… E tra un po'"per sempre!" Per un attimo Niki ha come un sobbalzo, un brivido, sente il respiro mancarle. Paura. Quelle parole. Per sempre. Ma in un secondo ritrova il suo equilibrio, un respiro lungo e riparte come se nulla fosse. "Sì sì…

Ecco, quando dici così al posto della fregatura subentra la presa per i fondelli."

"Amore, so che potresti non crederci, ma lo penso sul serio.

Chi o cosa potrebbe spingere un uomo a chiedere la mano di una donna se non semplicemente tutto quello che provo per te…" Non fa in tempo a finire che sbuca dalla porta del salotto il trenino colorato. "Zazuera… Zazuera…" E passa vicino ad Alex, che subito si allontana cercando più tranquillità in cucina. Ma a Niki, come al solito, non sfugge niente. "Alex, ma dove sei? In discoteca?"

Ad Alex viene quasi da ridere. "No… A casa di Pietro."

"Ma come, mi avevi detto che era triste, che urgeva che tu scappassi da lui, che ti aveva chiamato Flavio, che non sapevi cosa stava succedendo…"

"Sì, infatti."

Pietro sbuca davanti a lui e gli suona in faccia una lingua di Menelicche. "Peee…"

Alex prontamente lo caccia fuori e chiude la porta, ripiombando in un silenzio quasi assoluto.

"Cos'era questo suono?"

"Boh… Non so. Forse un allarme… Ora mi sono spostato."

"Allora?"

"Allora niente, sono arrivato qui e pensavo che fosse come ti avevo detto, e invece era uno scherzo, mi hanno preparato una sorpresa…"

"Che genere di sorpresa?"

"Eh, che genere… Ma niente, un po'"di gente, dello champagne, qualcosa da mangiare, musica… Una piccola festa per festeggiare la notizia del nostro matrimonio,"

"Quindi ci sono delle ragazze…"

"Ma sì, credo che siano quelle dello studio di Pietro… Non lo so, ero appena arrivato quando mi hai chiamato."

"Uhm." Niki ci pensa un po'"su. "Uh uh… Giusto. Ho parlato proprio oggi con le mie amiche, qualche idea sul mio addio al nubilato…"

"Amore, ma che c'entra, questo mica è un bachelor party, è troppo presto…"

"Ah, allora posso venire…"

Alex rimane interdetto, come preso in contropiede dalla domanda. Guarda attraverso il vetro che collega la cucina con la sala da pranzo. Pietro sta ballando strusciandosi tra la ragazza di

colore e la bellissima venezuelana. Ma è in momenti come questi che non bisogna farsi prendere alla sprovvista. "Ma certo, e perché non dovresti venire… se ti va?!"

Niki resta un attimo a pensarci. "Uhm…"

Alex trattiene il fiato. Poi finalmente Niki decide. "No no… Domani ho lezione presto la mattina… Però non fare tardi, eh… E non ti distrarre troppo e non bere troppo… E non combinare niente che poi non potresti raccontarmi…"

"Amore… Sono d'accordo su tutto tranne che sull'ultima."

"Cioè?"

"Se poi ti racconto tutto… È come avere il permesso di fare tutto!"

"Certo, come no! Provaci… raccontamelo e poi ne riparliamo!"

E con quest'ultima minaccia Niki chiude la telefonata. Alex scuote la testa allegro e divertito. È proprio bello avere una ragazza così, e sono proprio felice di sposarmela. E quando ti senti in perfetta sintonia, che puoi dire tutto, che puoi non nasconderle niente, ti senti leggero, senza preoccupazioni, potendo essere te stesso. Ecco, non c'è niente di più brutto, invece, di quando ti devi piegare, ti devi sforzare di essere come in realtà non sei. In realtà questo con Elena un po'"accadeva. Certo, Elena era una donna eccezionale, con lei ho passato dei momenti davvero bellissimi. Il sesso per esempio era pazzesco, pieno di fantasia, di malizia, anche di perversione certe volte. Elena sapeva spingersi molto, le piaceva arrivare agli estremi, condire il sesso di fantasia. Come la volta che ha voluto vedere per forza Lucia y el sexo e ha voluto che ci andassimo da soli e che avessimo gli ultimi posti in quel cinema… Me lo ricordo ancora, si era vestita con una gonna, una camicetta e una giacca e aveva indossato delle calze a rete… E basta. E mentre le scene del film scorrevano sullo schermo, lei era stata come trascinata via da quello che succedeva e allora aveva preso la mia mano e… E basta, Alex! Ma perché mi stanno tornando in mente queste cose? Ma che c'entra? Era strana, Elena, e infatti dopo hai scoperto quanto lo era e cosa ti nascondeva! Perché ti vengono questi pensieri proprio adesso? Credi che la bellezza del desiderio fisico con Niki possa venir meno perché lei non ha le stesse fantasie di Elena? Insomma, dilla tutta Alex, perché lei in fondo non è "porca"? E può essere, Alex. Starà a te la capacità di inventare, di cambiare, di alimentare il vostro desiderio, il tuo e il suo, mentre prima eri tu in qualche modo quello sedotto… ora dovrai anche sedurre. E magari ti piacerà di più… Oppure lei, Niki, piano piano

cambierà, diventerà più donna, più adulta, si vestirà di pelle, metterà degli stivali su fino al ginocchio… Alex si ritrova a disegnare nella sua mente una Niki sensuale. Ed eccola apparire diversa, i suoi capelli sono corti, a caschetto, una specie di Niki- Valentina di Crepax, tutta in nero, il suo sedere è nudo sotto una giacca di pelle, ha degli strani oggetti tra le mani… E audace, lussuriosa, è vogliosa, si appoggia sui mobili della cucina… Si gira verso di lui, ha gli occhi truccati di nero, le labbra con un rossetto più cupo, forte ma non volgare, sorride e aspetta maliziosa che Alex si avvicini, intanto si piega leggermente in avanti…

"Alex, ma che stai facendo?" Pietro fa di nuovo capolino nella cucina. "Stai ancora al telefono? E dai! Guarda che questa festa è tutta per te… Divertiti stasera, che poi chissà quando potrai concederti altre libertà di questo genere!"

Alex sorride, esce dalla cucina e subito si accoda al trenino colorato che non si è mai fermato. Enrico gli fa posto, lo fa entrare davanti a lui.

"Vieni, dai!"

Così continua la festa. Anche Flavio, sul divano, sembra allegro, chiacchiera con una brasiliana cercando di farle capire come si dicono delle parole in italiano che a lei sembrano proprio sfuggire.

"Tu, paracula!"

"E che vol dì, che ho bel culo?"

"No… Che sei furbetta."

"Furbetta?"

"Che sei dritta!" Flavio si porta il pollice sullo zigomo e fa un taglio in giù. "Tu dritta… capito?"

"No!" La brasiliana si alza e, ballando davanti a lui, gli mostra tutto ciò che ha addosso e che muove perfettamente a tempo. "Io non dritta… Io tutta curve!"

Alex scuote la testa e ammira i fianchi morbidi e senza un filo di grasso della bellissima venezuelana, che si gira e gli sorride. Sì, sarà pure bella, questa è la mia festa e mi voglio divertire, ma Niki- Valentina? Chi se la dimentica più… E continua a ballare allegro e sereno, sapendo che il suo vero sogno proibito lo aspetta a casa.


Settantaquattro


Olly arriva qualche minuto in ritardo. Le porte a vetri si aprono, le signorine all'ingresso la salutano. Sale le scale dell'atrio due gradini per volta, percorre il lungo corridoio ed entra nell'ufficio marketing. Saluta le ragazze e i ragazzi che sono già al lavoro. Va alla sua scrivania, si siede. Fa un lungo sospiro. Guarda fuori dalla finestra. È una giornata un po'"nuvolosa ma non piove ancora. E forse non lo farà. Olly accende il suo portatile. Oggi deve finire di riordinare uno degli archivi di indirizzi per la nuova campagna pubblicitaria. Si tratta di un semplice lavoro di archiviazione per ordine alfabetico, inserendo anche alcuni nuovi nominativi. Olly sbuffa e apre il file Excel. In quel momento entra Simone. La vede al tavolo. Si sistema un po'"i capelli e gli occhiali e si avvicina a lei.

"Ciao, come va?"

"Non va…"

"Eh, lo so… dai, ormai sei qui da più di un mese e se Eddy non ti ha buttata fuori vuol dire che ti ritiene ok…"

"Sai che consolazione. Non mi rivolge mai la parola e tra un mese lo stage finirà e io non ho imparato nulla di disegno di moda…"

"Va bè, ma sai come si dice, no? Per imparare a scrivere indossa un paio di scarpe e vai a camminare… cioè, si parte da lontano…"

"E questa dove l'hai sentita?" Olly continua a battere sulla tastiera senza guardare Simone. Poi si accorge di essere stata scortese. Alza lo sguardo. "Scusami, non ce l'ho con te… è che va tutto storto. Anche l'amore."

Simone la guarda. Decide di non approfondire. La vede strana. "E invece coi tuoi disegni come va?"

"Boh, li guardo solo io… non me li considera nessuno. Li tengo ancora qui, nel cassetto…"

"Dai, fammi vedere gli ultimi."

Olly piega la testa di lato, svogliata. Sbuffa. "No, ma dai…"

"Su, non farti pregare…" Simone si sposta, fa il giro del tavolo e apre il cassetto.

"No, dai…" Olly prova a fermarlo. Ma Simone è più veloce. Prende la cartella e la apre. Dà un'occhiata.

"Ma sono bellissimi, Olly!"

"Eh… lo dici solo tu."

"No, sono obiettivo… fidati…"

Olly lo guarda. E sorride. Certo che questo ragazzo è proprio tenero. Fa di tutto per essere gentile con me. Però sto così male. Penso di continuo a Giampi. Non si è più fatto vivo. Non risponde nemmeno ai miei sms e alle e- mail. Anche su Facebook mi ignora e in chat quando siamo entrambi on line, cambia subito lo status in assente. Sul profilo poi ha messo: "Deluso dall'amore". Bello. Mi sento uno schifo.

"Ti va un caffè, Olly? Anche se sei entrata in ritardo, cinque minuti in più, in meno… dai, scendiamo…"

Simone la prende per mano. Lasciano la stanza. Arrivano veloci giù nell'atrio. Entrano nel bar e mettono due cialde di caffè, trovate in una scatola, nella macchinetta espressa. Aspettano qualche secondo e poi tolgono da sotto i bicchierini di carta. Prendono due bustine di zucchero di canna e due cucchiaini.

"Davvero, Olly, devi crederci un po'"di più nel tuo lavoro…"

Olly beve il primo sorso e poi soffia nella tazza perché brucia. "Sei troppo buono. L'unica persona che conta qui, Eddy, li ha definiti prima da asilo e poi da seconda elementare."

"Vedi? Hai fatto un passo avanti! Ora saremo almeno almeno in prima media!" Simone finisce di bere tutto d'un sorso il suo caffè. Lascia solo un po'"di zucchero sul fondo e lo raccoglie con il cucchiaino.