Davide solleva le spalle. "Boh, non so… Per me un mito è sempre stato Bruce Springsteen. Si è sposato con la modella Julianne Philipps, una fica da paura, e poi dopo qualche anno si è messo con la sua corista, Patti Scialfa, nulla di che… Sai cosa ti insegna questa storia?"

"Cosa?"

"Che l'amore è il vero segreto del matrimonio."

"Ammazza come sei filosofo stamattina. Bè, invece di sparare cavolate… spara a un cinghiale, và!"

E così ridendo raggiungono gli altri. Luigi sta scegliendo uno tra i suoi bracchi.

"Tieni, Roberto, te lo affido, lui è Edmond, il più amato tra i miei cani… Ma soprattutto il più bravo. Per me è come un figlio, ci sono attaccatissimo, mi ha sempre dato grandi soddisfazioni. Se c'è un cinghiale lui lo stanerà! Forza, miei prodi… A caccia!"

E così i quattro avanzano nel bosco. Roberto è leggermente in difficoltà perché i pantaloni e il giubbotto gli stanno un po'"stretti, mentre gli stivali che gli hanno prestato gli vanno larghi. Tiene il fucile come gli altri e cerca di imitarli in tutto e per tutto. A un certo punto gli si avvicina Davide.

"Ehi…"

"Eh?"

"Se non lo lasci andare, penso che Edmond abbia difficoltà a stanarti qualsiasi cosa…"

Solo adesso si accorge che gli altri hanno liberato i loro bracchi. "Ah sì, certo… Ma la mia è una tecnica inglese…"

"Cioè?"

"Lo si innervosisce, lo si tiene, gli si fa desiderare la caccia da morire per motivarlo ancora di più… E poi… Lo si molla!" E così libera dal collare Edmond e lo fa partire come una saetta nella macchia più vicina.

"È vero, però… Ma anche per la sicura c'è una nuova tecnica?"

Solo ora Roberto si accorge di non averla tolta dal fucile e capisce anche che non è il caso di esagerare. "No… no… Ancora non era iniziata la caccia per me…" Poi fa l'occhietto. "Mi muovevo in sicurezza…" e lentamente si allontanano dal centro di partenza, i cacciatori si perdono lungo diversi sentieri, cercano tra i cespugli, nelle frasche che si spandono su per la collina come una grande macchia d'olio verde, ognuno dietro al proprio cane che fugge come impazzito, annusa nervoso il terreno, corre di qua e di là seguendo chissà quale traccia. Roberto, fuori forma, arranca dietro Edmond che sale su per il sentiero e infine stana un enorme cinghiale nascosto dietro una macchia scura. Roberto arriva appena in tempo, vede Edmond poi il cinghiale poi Edmond poi di nuovo il cinghiale… e alla fine spara.

"L'ho preso! L'ho preso!"

Subito Davide, Gregorio e per ultimo Luigi accorrono da punti diversi, attraversano veloci la sterpaglia fino ad arrivare dove si trova Roberto.

"L'hai preso? Dov'è?"

"Sì, dov'è?"

"Lì!"

E tutti guardano quel grosso cespuglio che si muove. Da lì dietro lentamente appare Edmond, fa due o tre passi e poi stramazza a terra, ferito. "L'hai preso, sì che l'hai preso… Ma il mio cane!"


Ottantaquattro


La porta si apre. Alex e Niki rientrano a casa di lui. Dove tutti e due, piuttosto nervosi, si muovono velocemente. Si capisce che hanno già discusso in macchina. Niki posa la sua borsa sul divano. Alex si gira.

"Niki… Mettila per terra. Chissà dove l'hanno posata Said e Kalim mentre la spostavano."

"Mamma mia! Ti sta prendendo il virus… Se si sporca qualcosa, si lava! Ma uno deve vivere, capito, vivere… Non può stare imbalsamato come in quella casa…"

Alex si gira scocciato. "Ah, certo… Grazie a tuo padre ci è mancato poco che venisse imbalsamato anche Edmond!"

"Meglio, così faceva pendant con Eleonora…"

"Ma dai, è una ragazza simpatica…"

"Eh! Come si vede che voi uomini non capite niente in fatto di donne…"

"Pure io?" La guarda allusivo. "Attenta perché ti stai dando la zappa sui piedi… Ricordati che sei stata scelta da me… e che ti voglio tanto sposare!"

"L'erba voglio non cresce neanche nel giardino del re."

"Va bene… e ti vorrei tanto sposare!" si corregge subito Alex.

Niki sorride. "E comunque io sono l'eccezione che conferma la regola, uno strano caso in cui un uomo ci prende e sceglie una donna valida! Ma inizio a pensare che ti meritavi una come Eleonora…"

"Cioè?"

"Esauriti quei quattro discorsi base, entra in loop, dice sempre le stesse cose… Ah" fingendo in falsetto di farle l'imitazione, ""mi sono comprata un bellissimo giubbotto di Prada, voglio andare a Parigi per la settimana della moda, non si può mancare all'inaugurazione del nuovo Just Cavalli…" Ma dai, non ha detto altro, tu vuoi fare la pubblicità, lei conosce solo le marche, sareste perfetti… Ha pure la tua età!" Niki fa un sorrisetto per sottolineare quest'ultima cosa. "E i tuoi sarebbero tutti felici…"

Alex si siede esterrefatto sul divano. "Allora, primo: è più piccola di me di dieci anni…"

"Certo, come no, questo è quello che dice lei…"

"La conosco da quando ero bambino."

"Allora se li porta malissimo."

"Mamma mia, come sei perfida, e secondo: i miei genitori sono felici se sono felice io…"

"Sì, ma le tue sorelle se è felice anche Eleonora."

Alex scuote la testa. "Le mie sorelle sono amiche di Eleonora. Punto uno. Io non ho interesse per lei. Punto due. Perché insisti tanto su di lei? Sei forse gelosa?" Poi la guarda con malizia. "Se è così, tu noti qualcosa di particolare che temo a me sinceramente sfugga…"

"Senti, Alex, cosa staresti insinuando? Che io ho qualcosa in meno di lei?"

"Io? Ma io non insinuo niente! Sei tu che stai rompendo con la storia di Eleonora! Quando fai così mi fai uscire pazzo!"

"Sapessi come divento pazza io a passare del tempo con le tue sorelle! Ho pure acconsentito a farle partecipare alle scelte per il mio matrimonio! Ti rendi conto? Per il mio matrimonio… decidono loro!"

"Ma chi te l'ha chiesto?"

"Tua madre!"

"No, mia madre ha detto che loro potrebbero darti una mano perché, essendosi già sposate, conoscono i vari posti e tutte quelle scocciature che hanno affrontato e che magari ti faranno evitare. Quindi ti ha voluto aiutare. E poi, se non volevi potevi dire semplicemente no grazie!"

"Sì… e succedeva il finimondo!"

"Hai una visione distorta delle cose!"

"Sì, e tu della tua famiglia."

Alex sta per rispondere ma si accorge di come tutto stia prendendo la direzione sbagliata. Le parole diventano pericolose a volte, prendono il sopravvento, dicono più di quello che veramente vorrebbero dire. E allora piano piano si calma, resta in silenzio, e per la prima volta vede Niki diversa. Un'altra donna, più grande, determinata, decisa, che usa parole in qualche modo taglienti. Lei, lei che è sempre stata carina, gentile, generosa, anche nei momenti in cui era in difficoltà, anche quando lui era tornato con Elena senza dirle la verità lei glielo aveva fatto notare, con semplicità, così come fa sempre, senza un filo di cattiveria, ma con

ingenuità e purezza, con lo stupore di chi veniva ferito senza aver mai potuto immaginare che questo accadesse. E improvvisamente Alex realizza. Oddio, ma che succede? È forse colpa mia? Sono io che la sto portando a tutto questo? Sto forzando le cose? E in quell'attimo, guardandola mentre lei ancora respira veloce, con quegli occhi leggermente stretti, ancora arrabbiata, si accorge di quanto l'ama, di come vorrebbe solo vederla felice, di come anche quelle parole, forse sbagliate, comunque le appartengono e anche per questo gli piacciono, non son giuste, è vero, ma amare significa prendersi le colpe anche degli errori altrui… Così tanto significa amare? Se lo domanda, e poi con il sorriso del cuore si risponde: sì, e anche di più. E per la prima volta si sente davvero grande, cresciuto e sicuro della sua scelta.

E in quello stesso istante anche Niki realizza. Guardando il viso di Alex, i suoi occhi all'inizio dispiaciuti e poi di colpo sorridenti, quasi a sottolineare la sensazione dell'amore, quell'amore che riesce a superare ogni difficoltà umana.

"Amore…" E corre verso di lui, si butta tra le sue braccia e lui la stringe. Niki nasconde il suo viso nel petto, con i capelli scompigliati. "Scusami, amore… Non so neanch'io cosa stavo dicendo."

Alex le sorride, poi la scosta leggermente da sé e la guarda. Ha gli occhi lucidi, sta quasi piangendo. All'improvviso le spunta una lacrima a sorpresa e Alex con il pollice la porta via, lontano. Niki fa il broncio. Piano piano, delicatamente, quasi spaventata. "Uffa… Mi metto a piangere per qualsiasi cretinata!"

"Ma non è una cretinata… Vieni, siediti qui accanto a me…"

Niki fa una smorfia e alla fine ubbidisce. "Però non mi trattare da bambina…"

Alex ora è tranquillo. "Siamo tutti bambini… Dipende solo dal momento. A volte dovremmo essere più grandi, a volte restare ragazzini, tutto sta a non confondere un momento con l'altro…"

"E questa volta io l'ho confuso."

"No. È normale che tu sia un po'"spaventata, la pressione a volte gioca brutti scherzi… Come capita a me nel lavoro… O meglio, come capitava. C'è stato un momento che ho realizzato. L'importanza di vivere. Di saper vivere. Ti ricordi, te l'avevo detto… "La felicità non è un punto d'arrivo ma uno stile di vita." Ogni giorno facciamo, corriamo, siamo in ansia per qualcosa per cui non vale la pena, e nel frattempo non ci accorgiamo delle cose belle che ci stanno vicine e che ci stanno scappando… Ecco, una sei tu."

"Ma io non sto scappando, Alex!"

Alex sorride. "Non oggi… Quel giorno ti stavo perdendo e ho saputo mollare tutto per farti capire quanto eri importante per me… Andare sull'isola in quel faro è stata la miglior dimostrazione."

Niki lo guarda. "Mi perdoni?"

"Sei matta, non c'è nulla di cui devi farti perdonare!"

"Come no… le cose brutte che ho detto sui tuoi…"

"In parte vere…"

"E sulle tue sorelle…"

"Verissime!"

"Ora stai esagerando al contrario, Alex!"

"Senti, Niki" le si avvicina e le prende le mani tra le sue. "Questo è il nostro matrimonio… Nessuno e niente si deve intromettere nelle nostre scelte e decisioni. Ci fanno piacere, ci piacciono? Sono scelte giuste! Se non hai voglia di uscire con le mie sorelle, se non ti interessano i loro consigli, i posti che conoscono, se vuoi fare tutto da sola… glielo dico io!"

Niki si allontana improvvisamente. "Pensi che io non ne sia capace?"

"Ma no, Niki! Ti pare… Lo facevo solo perché con la tua educazione ti sei trovata in qualcosa di più grande di te e ora vuoi semplicemente dire basta e non trovi il modo… Amore, noi dobbiamo essere… ecco, una "squadretta"! Sai quante volte a me capiterà di non farcela e allora dovrai magari occupartene tu? È normale."

"Ok" Niki si alza dal divano. "Di questa cosa me ne occupo io. Vuoi qualcosa da bere?" Alex sorride vedendo che d'un tratto Niki è diventata padrona della situazione. E anche di casa sua. Alex decide di approfittarne. "Sai cosa mi piacerebbe molto? Un Mojito! Trovi tutto quello che ti serve in frigo." E si appoggia allo schienale del divano, ora più rilassato. Poi gli viene un dubbio. "Amore, ma lo sai fare un Mojito?"

"Certo, che ci vuole…" E Niki sparisce in cucina.

Alex accende il computer sul tavolo e comincia a controllare se c'è posta dall'ufficio o nuove riunioni in vista. Niki apre il frigorifero e trova una marea di roba. Ma quante cose compra Alex quando fa la spesa! E come si fa questo benedetto Mojito! Non le resta che una cosa da fare. Prende il cellulare dalla tasca e chiama subito Erica. Spento. E ti pareva! Lei che ama bere e va in discoteca… stacca il telefonino. Chissà cosa starà facendo! Prova il numero di Olly. Aspetta un attimo come sospesa… "Tre. Il cliente

da lei chiamato…" Chiude. Niente da fare. Anche lei spenta! Ma che fanno le Onde… Si sono prese una vacanza, nel momento del bisogno ti lasciano affogare. Prova l'ultima. Compone veloce il numero. Oh, meno male. Squilla. Libero.

"Pronto, Diletta!"

"Ehi, Niki! Ma che succede? Perché parli a bassa voce?"

"Niente, niente, non ti preoccupare… È un'emergenza."

"Ih! Qualcosa di grave?"

"No… Di alcolico. Come si fa un Mojito? Non ne ho assolutamente idea…"

"Un Mò che?"

"Capirai! Un Mojito, e dai, ce lo siamo bevute quella volta alla festa! Ti ricordi? Insieme al Cuba Libre, alla Caipiroska e alla Cai- pirinha, come anche gli shottini… Quei cocktail buoni che preparano! E dai, il Mojito!"

"Sì sì, buonissimo… Però non so come si fa!"

"Oh, allora fà una cosa, cercalo su Google… E mandami via sms tutta la spiegazione di cosa ci si mette dentro, dosaggio e ingredienti, chiaro?"