Bussano. "Si può?"
"Avanti."
Compare sulla porta Raffaella. "Noi si andrebbe…" E sorride piegando di lato la testa.
"Arrivo."
"Ok. Ti aspetto di là."
Alex si alza dalla poltrona e prende la giacca. "Noi si andrebbe…" È carina come frase. Noi si andrebbe. Suona in un italiano un po'"sdrucciolevole, però ha il suo perché… cioè, rende. Ehi, si infila la giacca ed esce dalla sua stanza, ma non è che la fregatura è proprio questa Raffaella?
Novantatré
Niki cerca di districarsi tra gli studenti accalcati sulla porta dell'aula. "Scusate, permesso, mi hanno tenuto un posto avanti!"
In realtà non è vero. O meglio, lei lo aveva detto a Barbara, spera solo che se ne sia ricordata. Ma non appena riesce a superare un po'"di gente e ad arrivare all'inizio dei banchi, tutti insieme si alzano e vanno verso l'uscita, quasi travolgendola.
"Che succede? Che succede?" E quasi inciampa, strattonata, spinta, fino a che, proprio mentre sta per cadere a terra, una mano la prende da sotto l'ascella e la tira su, rimettendola in piedi, facendole ritrovare l'equilibrio. Allora si gira sollevata. "Grazie" e incontra quel sorriso. È Guido.
"Figurati… Ti avevo visto. Ci sono due che hanno iniziato a fare a botte per i posti…"
"Ma che, sono matti?"
"Sì, oltretutto c'è pure occupazione…"
"Di nuovo? E perché?"
"Boh, contro le nuove leggi per i tagli del ministro e in più perché dovrebbe passare di nuovo il Papa. Ma perché ci tiene tanto a venire all'università? A me sembra solo una rottura di scatole…"
Finalmente più tranquilli riescono a raggiungere l'uscita. Niki gli sorride. "Non è vero, la lezione di Letteratura italiana è bellissima, cioè il prof sembra un poeta quando fa quelle citazioni e poi attraversa i tempi, fa dei collegamenti assurdi, è un grande per me…"
""Per conservare a lungo l'amore del proprio amante è indispensabile che la speranza e il timore siano sempre presenti." Emilie du Châtelet. Vedi, io ne faccio di continuo e non è che tu mi apprezzi così tanto…"
"Non è vero! Sono qui con te…"
"Che c'entra, questo è perché ti ho salvato. Anzi, mi viene un dubbio, non è che volevi essere travolta per poi uscire su tutti i giornali con tanto di foto e nome?"
"Ma figurati… Io?"
"Qui tutti vogliono apparire! Sai che pagherebbero questi per non stare qui a studiare ma al GF…"
"Al GF?"
"Sì, nella casa del Grande Fratello… o a fare la Talpa o ancora meglio all'Isola dei Famosi! Insomma tutti quei reality che per un
attimo ti fanno sentire ricco e famoso e quindi lasci la moglie o il marito, cambi lavoro, esci di lì che pensi che puoi spaccare il mondo e invece basta qualche mese e non sei più nessuno, cioè sei di nuovo quel qualcuno che eri ma che non ti bastava essere…"
"Ehi… filosofia pura!"
Guido sorride. "Eh, già… L'essere e l'apparire della società moderna di Guido Desio. Non sarebbe male come trattato, eh?"
"No, è vero. Però tu mi sembri un po'"troppo preparato su tutti questi reality, hai fatto qualche provino?"
"No, però li ho vissuti tutti sulla mia pelle, la mia ex voleva entrare a tutti i costi al GF e siccome l'hanno scartata sul finale, ha fatto una storia pazzesca, le è presa la depressione e ha voluto provare anche con la Talpa, la Fattoria e l'Isola dei Famosi… Morale? Alla fine non sentendosi importante per il pubblico, ha voluto esserlo per uno più grande, il professore… Ma tu ti rendi conto… No, dico, ti rendi conto? Oh, sembrerà assurdo ma dalle ragazze uno si può aspettare di tutto, proprio perché le tentazioni della società sono infinite…"
"Ed ecco che riesce il trattato Desio. In realtà io credo che valga anche per alcuni uomini…"
"Più per le donne…" Guido sorride ma Niki si accorge che per la prima volta in realtà tra quelle parole c'è nascosta un'amarezza, un sincero dispiacere, il sapore del fallimento. Aveva puntato su di lei. Non c'è niente di più terribile quando credi in una persona, in amore soprattutto, e allora ti butti, non pensando più a niente… E in un secondo Niki ha mille immagini. Lanciarsi da un trampolino in avanti a occhi chiusi… in una piscina senz'acqua. E quello strano esercizio che fanno in palestra dove uno si butta all'indietro e l'altro alle sue spalle deve prenderlo… Chiudi gli occhi e ti lasci andare per dimostrare di aver fiducia, e metti caso che quello che ti sta dietro si sposta all'improvviso? Metti caso che qualcuno lo chiama… "Ehi, amico, vieni qui un attimo…" e quello se ne va così, senza avvertire, levando le mani mentre tu ti stai lasciando andare. Niki socchiude gli occhi… Mamma mia, che botto! In realtà qualcuno ha fatto cadere giù una panca di legno rovesciandola per terra. Un ragazzo si rialza massaggiandosi il sedere.
"Ahia, che male, oh… Ho fatto un botto assurdo!"
"T'ho visto… Stavi sulla finestra poggiato con i piedi sulla spalliera e sei scivolato giù!" Così s'allontana con due amici, ridendo, soprattutto perché quel capitombolo non è toccato a lui!
Anche Guido ride. "Ti sei spaventata, eh!"
"Sì… Mamma mia che volo che ha fatto… Se capitava a me ci rimanevo…"
"Oh no… Ti vedo atletica." Guido le guarda il corpo ma in modo carino. "Sul serio. Anzi ti vorrei sfidare… Ti va?"
"A cosa?"
"È una sorpresa… Ti va o no?"
Niki ci pensa un po'"su. In effetti oggi non ha prove matrimonio e la lezione è saltata. Magari potrebbe andare a casa a studiare… Guido capisce che è un po'"perplessa. "Dai, non è una cosa pericolosa… Ci sono pure Barbara e Luca e Sara e Marco. Insomma, dai, ci divertiamo e non rischi nulla."
Niki si lascia convincere. "Ok." E si mettono così a camminare verso l'uscita dell'università parlando di tutto e di niente. Non rischi nulla. Cosa voleva dire?
Novantaquattro
Pomeriggio. Un tiepido sole illumina i vialetti di Villa Borghese.
Alcuni ragazzi corrono ascoltando musica in cuffia. Un gruppetto di bambini gioca mentre le madri, poco più in là, li controllano e parlano tra di loro di argomenti comuni. Una giovane coppia si bacia seduta su una panchina.
"Che bella giornata, eh, amore?"
"Si, bellissima…"
"Tu come stai, hai avuto altri fastidi?"
"No, tutto sotto controllo. Poi hai sentito la Rossi, quando le abbiamo portato gli esami del sangue, ha detto che è normale… che anzi me la cavo bene come sintomi… sai, mi sento bene. Pensare che ho dentro di me una vita mi emoziona moltissimo… Non credevo fosse così… "
Filippo tira un calcio a un sasso che però si sposta dì poco. Allora lo rincorre e ci riprova, stavolta va meglio e il sasso schizza via. In pochi istanti inizia un dribbling immaginario finché il sasso non finisce dentro un'aiuola.
"Goal! Visto, amore?" Filippo torna indietro sorridendo. "Sono un mito. Il tuo campione!"
"Bravo! Pensa se un giorno tu fossi qui a fare la stessa cosa, ma con tuo figlio che ti rincorre e vuole giocare con te. Non sarebbe bello?"
Filippo le torna accanto e l'abbraccia. Continuano a camminare. "Ma non so, non c'ho pensato… Sai, per me è stata una sorpresa enorme… qualcosa che non avevo programmato…"
"Figurati io! Però dobbiamo pensarci. Anche se abbiamo ancora tempo, dobbiamo decidere… dirlo ai nostri genitori… pensare se ce la sentiamo di…"
"Guarda!" Filippo si ferma di colpo e indica qualcosa. "Laggiù! Ci sono Pier e Fabrizio!" e comincia a correre verso due ragazzi che stanno palleggiando al centro di un viale. Filippo li raggiunge, li saluta, indica da lontano Diletta che intanto sta arrivando e fa ciao con la mano, poi comincia a giocare con loro.
Diletta lo guarda. Scuote un po'"la testa. Ma che fa? Perché non vuole parlarne? Che crede, che sia facile per me? Che non sia spaventata, confusa, insicura? Ho bisogno di lui, di decidere con lui Un figlio ti cambia la vita. Specie se sei così giovane. Ma un figlio è anche qualcosa di bellissimo, è lo scopo per cui siamo qui, è il nostro ponte verso il futuro. Poi si guarda intorno. Vede una ragazza con una carrozzina che passeggia tranquilla e parla col suo bimbo, anche se sa che non può certo seguire i suoi discorsi. Ma quel contatto è importante, è il loro legame e allora lei continua a parlare. E Diletta sorride. Prova una gran tenerezza. Poi si gira di nuovo verso Filippo. Lo vede giocare, si diverte, scherza. Sembra proprio un bambino.
Novantacinque
"Ho passato tutte le vacanze estive all'Elba con i miei…"
"Ah, deve essere bellissimo… Non ci sono mai stata!"
"Ma dai, una come te che ama il surf sarà andata in Toscana. Però c'è uno spot all'altezza di Civitavecchia dove si vedono delle mareggiate pazzesche… Tipo Mercoledì da leoni…"
"Sì, va bè, onde così non ci sono nel nostro mare." Le uniche Onde che conosco così, potenti e belle, sono le mie amiche, pensa Niki.
"Allora diciamo… un Giovedì da cani! Però qualche bella onda c'è! Una volta ci dobbiamo andare…" Niki continua a camminare, intanto però sorride dentro di sé. Ci dobbiamo andare. E quando? Tra poco mi sposo. Sarà più complicato, temo. Guido la guarda. "Ma anche con gli altri, eh…" e non capisce le sue vere perplessità. "Facciamo un gruppo una sera e andiamo tutti insieme. Di notte fare surf è stupendo."
"Ma non è pericoloso?"
"Ma no, puntiamo i fari delle macchine verso il mare ed è una fìcata. Adrenalina a mille. Se poi c'è la luna piena e le stelle… Bè, ti innamori…"
Niki alza il sopracciglio.
Guido sorride di nuovo."… del mare. E per sempre. Non ne potrai fare mai più a meno. Non capisco quelli che si drogano. Di fronte alla natura a volte io mi emoziono così tanto che quella, sì, è una vera droga. Sai, sono stato in Brasile, a Fortaleza, dove ci sono queste dune bianche alte come montagne. A volte al tramonto si fa come una specie di pellegrinaggio, si sale a piedi su questa montagna bianca. C'è gente di ogni paese e si arriva in cima per vedere il sole rosso che piano piano si immerge nel mare. Tutti si siedono su queste grandi dune e incrociano le gambe. Bè, è uno spettacolo unico."
"Ti credo… Solo da come lo racconti si sente quanto ti è rimasto nel cuore."
"Le onde lì erano uno spettacolo, e anche la sabbia. Pensa che tutte le sere si andava su a vedere questo tramonto e a volte alcuni di noi si portavano delle tavolette corte di legno e surfavano sulla sabbia, sulla parete più ripida, tornando giù a valle."
"Ma dai…"
"Sì. Io l'ho fatto. È pericoloso, però…"
"Perché?"
"Perché se cadi non ti fermi più, fino a quando non sei alla fine della duna, tanto rotoli veloce e tanto è ripida…"
"E a te è successo?"
"Sì… Ma ero quasi arrivato alla fine… È stato un volo incredibile, più scena però che altro… non ho avuto problemi."
"Eh, a proposito di problemi…" Niki si mette le mani sui fianchi. "Tu l'altra sera me ne stavi per creare uno enorme con quel tuo messaggio…"
"E perché? Non avevo scritto niente di male…"
"Ma non dovevi scrivere proprio."
"Perché… non siamo amici?"
"No, e lo sai… O almeno non ancora, e comunque non sarebbe stato semplice spiegare al mio uomo quel messaggio."
"Capirai! Pensa se c'era una frase come questa. "Non posso respirare se sei lontana"… È Keats! Doveva prendersela con lui!"
Niki scuote la testa. "Allora potevi mandarmi direttamente quella stupenda di Oscar Wilde: "Resisto a tutto tranne alle tentazioni"."
"Ecco… Oscar Wilde mi è sempre piaciuto. E sai perché? Perché non si nascondeva e diceva la verità."
Arrivati all'uscita dell'università, Guido si ferma davanti alla sua grossa Harley Davidson e apre un gancetto che tiene fermo il casco. "Ecco, tieni…"
Niki se lo infila e Guido, mentre si sistema il suo, sale sulla moto e allarga il braccio sinistro, così che lei ci si poggi sopra e salga. Poi accende e dà un po'"di gas. Subito la marmitta si fa sentire potente e decisa nel grande piazzale Aldo Moro. Qualche ragazzo che chiacchiera seduto sul motorino si gira a guardare. Qualcun altro sorride vedendo sfrecciare quella splendida 883 che scodinzola veloce nel traffico e sparisce nei sottopassaggi verso piazza del Popolo.
Guido si gira verso di lei. "Niki, se hai paura abbracciami…"
Niki sorride e incrocia i suoi occhi nello specchietto. "Te l'ho già detto. Non ho paura!"
Guido sorride. "Sicura?" Poi dà improvvisamente gas. La moto balza in avanti e Niki per non cadere è costretta ad abbracciarlo. Si tiene al suo giubbotto e lo stringe forte, mentre lui accelera e imbocca a tutta velocità una curva scendendo sulla strada del Muro Torto.
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