Raffaella lo guarda dubbiosa. "Sì… Certo… Magari non proprio un'amatriciana!"
Alex solleva le spalle. "Sì… ma lui però è già sposato!"
"Giusto!"
"E allora ci porti anche dello champagne!"
"Scusate un attimo, faccio una telefonata." Alex si alza ed esce dal ristorante. Si mette a camminare per il piccolo viale proprio lì davanti e compone il numero di Niki. Tuuu tuuu. Libero. Alex guarda la città sotto di lui. Autobus pieni di gente si allontanano
lungo la strada che costeggia il fiume, macchine procedono in fila sulle tangenziali più lontane, in fondo, cime di monti innevate chiudono questa bellissima cartolina. Alex guarda il cellulare. Niente. Non risponde. Chiude e riprova. Guarda l'ora. Che strano, ormai dovrebbe aver finito lezione. Magari è in motorino. Poi si porta di nuovo il telefonino all'orecchio e aspetta ancora per un po', fiducioso. Il suo sguardo cade sulla targa della strada. Alex sorride. Un giorno devo portare Niki quassù. Il viale degli innamorati.
Novantanove
Il telefono di Niki vibra silenzioso nella borsa poggiata sulla panchina, alle spalle della pista dove i sei stanno giocando. La palla rotola veloce al centro perfetto della pista fino ad arrivare sui quattro birilli rimasti e li butta tutti giù.
"E vai! Di nuovo strike!" Niki saltella dalla felicità e abbraccia Sara e Barbara. "Oh, ragazze, li stiamo distruggendo!"
"Sì, siamo troppo forti…"
Luca aspetta che il meccanismo carichi di nuovo i birilli in fondo alla pista.
"Non ci sperate, ora recuperiamo…"
Poi, convinto e concentrato, lancia la palla. Un tiro veloce, sicuro, preciso, prende il primo birillo centrale e con lui fa saltare tutti quelli dietro.
"E vai! Questa volta abbiamo fatto noi strike e al primo colpo!" Sbatte il palmo della mano sulla destra di Marco e poi su quella di Guido. "Oh belle…" rivolto alle tre ragazze, "strike al primo colpo vale doppio, no? Non ci provate…"
"E chi ci prova?" Niki controlla il punteggio fino a quel momento. "Anche se ne fate quattro di seguito siete sempre sotto…"
Marco scuote la testa e si avvicina a Sara. "Oh, la prossima volta giochiamo in coppia… Noi avremmo vinto su tutti!" L'abbraccia e le dà un bacio in bocca. Ma Sara si stacca. "Non cercare di corrompermi… Non attacca!"
Luca stringe forte Barbara, poi alza il mento verso Marco. "E comunque a parità di giocate fatte, Barbara e io se avessimo giocato in coppia a questo punto saremmo in testa… Anzi in superte- stissima, abbiamo il massimo degli strike! Brava, amore!" E anche lui la bacia. Questa volta Barbara però prosegue nel bacio e poi sorride morbida e innamorata. "L'avevo detto io che volevo fare la sfida tra le coppie… È che loro sono invidiosi… Sapevano già che li avremmo fatti a pezzi!"
E continuano a ridere e scherzare così, divertiti e leggeri di sfida e d'amore.
Guido guarda Niki e allarga le braccia.
"Non sarebbe stato male fare coppia con te… Vai fortissima!"
"Sì… Mi piacerebbe poter dire la stessa cosa di te. Invece… Mi avresti fatto perdere."
Guido sorride. "Guarda che io l'ho fatto apposta…" Ma poi si avvicina e le dice sottovoce: "Sbagliavo ogni volta per farti vincere… Anche perché c'è una cena in palio, paga chi perde… E io non ti farei mai pagare".
"Eh, già, non puoi provarlo però."
"Perché non verresti a cena con me?"
"Anche… Ma soprattutto perché state perdendo."
Guido le si avvicina ancora di più. "Te l'ho detto, stiamo perdendo perché io ti voglio far vincere."
"Ok… Non ci credo."
"Allora facciamo così. Se adesso io ogni volta che tiro faccio strike… tu vieni a cena con me. Ok?"
"Ok."
"Prometti."
"Promesso."
"Ho la tua parola?"
"Quanto la fai lunga. Te l'ho già detto, sì, certo! Tanto non ce la fai…"
Guido la guarda ancora un po', la scruta negli occhi. Si piega di lato. "Ok, mi hai convinto. Ragazzi… Ora faccio un tiro perfetto… Siete pronti? Lo volete vedere un tiro perfetto?"
"Sì, magari…"
"Ecco, sarebbe ora!"
Guido fa qualche passo indietro, infila le tre dita nella palla da bowling, poi la prende con la sinistra, l'accarezza un po'"e alla fine parte deciso e convinto, fa due passi, poi si ferma e quasi si inclina lanciando la palla, facendola scivolare al centro della pista e lasciandola andare così, con una piccola spinta verso i birilli. Guido si gira verso Niki e sorride. Alza il sopracciglio. Lei per un attimo lo fissa. Poi torna a guardare la palla che tranquillamente, non troppo forte, non troppo lenta, continua la sua corsa fino ad arrivare al primo dei birilli e farlo cadere giù e poi i due dietro e gli altri quattro e i sei e perfino gli ultimi agli angoli, che dopo aver ondeggiato un po'"cadono giù, rimbalzano uno sull'altro sparendo nel buio.
Guido aspetta che Niki si giri verso di lui. Lui non ha mai guardato la corsa di quella palla, era già convinto e sicuro del risultato e con un sorriso lo conferma. "Strike…"
Gli amici gli saltano intorno e lo abbracciano.
"Bravo! Grande!"
"Bellissimo tiro!"
"E meno male, oh! Ma che t'è successo? Te sei svegliato…"
"Sì, gli hanno dato il viagra del bowling."
Guido guarda Niki che è evidentemente scocciata. "Diciamo che sono più motivato…" Luca lo ascolta curioso. "Cioè?"
"Ho riflettuto in generale sulla condizione maschile… Donne militari, donne poliziotto, donne carabiniere, donne belle come la Carfagna e giovanissime come la Meloni, ministri… Il nostro Paese ci sta lasciando troppo indietro, uomini in difficoltà. E allora ho pensato: almeno a bowling dobbiamo vincere… no?" Poi si avvicina a Niki e le sussurra: "Anche perché mi tocca una piacevolissima ricompensa, giusto?".
Niki gli fa una smorfia. "Hai fatto solo uno strike… Te ne mancano ancora cinque, tante sono le mani della partita… Mi sembra presto per cantare vittoria."
"Sì, ma sai, io sono ottimista di natura. Pensa che loro avevano detto che non saresti venuta, e invece…"
"E invece?"
"E invece sei qui che ti diverti un sacco, giochi benissimo e mi fai un enorme favore…"
"E quale?"
"Hanno voluto scommettere cento euro che non venivi, quindi quando ti porterò a cena… Saremo ospiti loro! Cosa c'è di più bello?"
Niki sorride e scuote la testa. "Bè, bravo… Cento euro te li ho fatti guadagnare… Non volendo! Quindi cinquanta in realtà spetterebbero a me…"
"Se tu fossi stata d'accordo! Ma non lo eri… o no?"
Niki sorride. "No, in effetti no… E poi dici che mi porterai a cena… Abbiamo scommesso che sarà solo se farai strike per tutti e cinque i tiri, no?"
"Hai ragione. Che fretta c'è allora di preoccuparti? Tanto secondo te non ce la faccio, no?"
E Niki sente una strana fitta allo stomaco.
Luca e Marco gli si avvicinano. "Tocca di nuovo a te, Guido!"
"Dai, che se fai un altro buon tiro recuperiamo…"
"Ok…" Guido sceglie la palla, poi si mette in posizione, sta per tirare quando si ferma e guarda Niki. "A proposito… Ma tu preferisci pesce o carne?"
"Ma che dici… Tira, và!" Poi Niki un po'"preoccupata incrocia il suo sorriso. "E comunque mi andrebbe di più una pizza!"
Cento
"Allora, vorrei un successo mondiale!" Leonardo gli sorride pulendosi la bocca e continua a parlare. "Un filmato che sorprenda, che stupisca, che commuova e faccia ridere… Avete capito cosa intendo, insomma?"
"Sì" Alex annuisce, "stai parlando di un miracolo…"
"No, sto parlando di quello che uno come Alessandro Belli sa fare. Sai cosa mi piace di te? Che vedi cose dove gli altri vedono il buio. Che da un foglio bianco crei un'emozione, guardi dalla finestra e vedi il mare o le montagne…"
"Veramente di fronte alla mia hanno messo la pubblicità di Calzedonia e quello è proprio un bel vedere…" Alex ride e mangia un pezzo di filetto. Poi si gira divertito verso Raffaella. "Guardare ma non toccare. Anche quello è fonte d'ispirazione…"
"Ah, certo. Sai che prima di diventare copywriter ho fatto una pubblicità?"
"Cioè?"
"Sono stata modella di una campagna importantissima… Mi è piaciuto molto lavorare con il mio corpo…"
"E qual è?"
Raffaella prende un pezzetto dei suoi gamberi con le dita e lo mangia. "Non te lo dico… Anzi no! Voglio proprio vedere se mi riconosci… Te ne faccio vedere qualcuna e tu mi dici quale sono io."
"Ok." Alex mangia veloce un altro po'"di filetto. "Sì sì, ok…"
"Sì, mi diverte questo gioco… Comunque la pubblicità è molto bella, non mi si vede in viso sennò mi riconoscevi subito…"
"Ah già…"
"Posso assaggiare un po'"del tuo?" Raffaella si sporge con la forchetta nel piatto di Alex senza aspettare la risposta. "Mi sembrano buone…"
"Certo…"
Raffaella riesce a infilzare una patata e la porta alla bocca. Poi
sorride ad Alex. "Infatti, proprio come sospettavo… Buonissime! Ehi, cucinano bene qua, direttore… Complimenti per la scelta!"
Leonardo versa un po'"di champagne a Raffaella, poi ad Alex e infine a se stesso. "Sono proprio contento che vi piaccia… La vita di qualità ogni tanto fa fare cose di qualità!"
Alex lo guarda sorpreso. "È tua, vero?"
Leonardo è un po'"imbarazzato. "Sì… cioè, l'ho letta da qualche parte e l'ho rivisitata…"
Raffaella alza il calice. "Allora… Come dice Alex, al nostro miracolo!"
Alex sorride, si pulisce la bocca e solleva il suo, il direttore si unisce al brindisi. "Cin cin!"
Raffaella guarda Alex fisso negli occhi. "Non lo sai? Bisogna guardarsi mentre si brinda, sennò non si è sinceri…" Poi, quasi per smorzare il momento, assaggia le puntarelle nel piatto di contorno. "Uhm, anche queste sono favolose… Non tutti le sanno fare! Vanno macerate al punto giusto, c'è chi mette la salsa lì per lì e non si amalgamano bene… Cioè, direttore, sul serio, questo posto è un mito! Quando facciamo la proiezione per gli americani sarebbe bello mettere uno schermo sospeso qua fuori…" Indica al di là del vetro il panorama su tutta Roma.
Leonardo è d'accordo. "Sì."
"Avrebbe un effetto pazzesco…" Raffaella continua, "a prescindere dal filmato che sarà comunque bello…" e rassicura Alex. "Gli americani impazziscono per queste cose, per loro il packaging in tutte le sue espressioni, dalla tavola, alla scatola, alla presentazione dell'idea stessa, è fondamentale."
Alex alza le spalle. "Questo è un po'"un peccato perché è la teoria dell'apparire e non dell'essere… Quella che sta combattendo Barack Obama."
"Sì…" sorride Raffaella. "Ho lavorato con gli americani, ti fanno sempre credere che accettano un cambiamento ma poi dipende di quale cambiamento si tratta. Per l'apparire e l'essere, con tutte quelle che possono essere le capacità di Obama, ci vorrà comunque tempo… Anche se ha detto: "America, questo è il nostro momento. Questo è il nostro tempo. Il tempo di voltare pagina rispetto alla politica del passato. Il tempo di apportare una nuova energia e nuove idee alle sfide che abbiamo di fronte. Il tempo di offrire una direzione nuova al Paese che amiamo". Li ha molto impressionati, comunque ci vorrà tempo… Ehi! Ma in queste puntarelle c'è una marea di aglio… Meno male che non devo
baciare nessuno…" E ammicca ad Alex. "Tra sposati e quasi sposati non rischio nulla… no?"
Leonardo la guarda sorpreso. "Ehi, mai essere troppo sicura… Mai dire mai…"
Alex le sorride. "Non contate su di me. Se cado prima di partire… sarà dura arrivare al traguardo."
Raffaella è curiosa. "Perché, la vedi come una maratona? Allora è faticosa…"
"No. Lo vedo come un giro del mondo… in mille giorni di te e di me, tanto per rimanere in tema… senza però lasciarsi mai."
"Bello…"
"Sì… molto bello."
Leonardo ci pensa su. "Ehi, potrebbe essere uno slogan di…"
Alex lo fulmina con gli occhi.
Leonardo allarga le braccia. "Ok ok, come non detto."
"Bè, allora vado sul sicuro…" scherza Raffaella. "Questa me la posso finire!" E con la forchetta comincia a infilzare le puntarelle rimaste.
Alex fa un sorriso, poi senza farsi vedere controlla il telefonino che ha messo silenzioso. Niente. Nessuna chiamata. Niki non mi ha cercato. Bè, avrà da fare.
Centouno
Cristina chiude lo sportello della lavastoviglie che parte subito con il lavaggio leggero. Poi finisce di sistemare la cucina e va a sedersi sul divano. Certo che la casa è davvero silenziosa. Si rialza e va ad accendere lo stereo. Dentro è rimasto un vecchio cd di Elisa. La musica si diffonde nella stanza. Però anche prima, a dire la verità, era così. Flavio stava fuori tutto il giorno. Ci vedevamo solo la sera, mai alla stessa ora, e il sabato e la domenica, sempre con mille cose da fare. Sì. Ma ora è proprio la sera che mi sento sola. Ho questo grande appartamento a disposizione, posso fare quello che voglio, entrare, uscire, cenare all'ora che mi pare, cucinare quello che mi va, dormire sul divano oppure no, mettere a posto o no, insomma, non devo rendere conto a nessuno. Non devo nemmeno giustificarmi se ho voglia di piangere. Lo faccio e basta, e nessuno se ne accorge. Ho passato anni a coordinarmi con un'altra persona, a comprimere il mio spazio per darne anche a lui, insomma a vivere in due con tutto quello che comporta. Ci si mette insieme per non sentirsi soli, per condividere gioie e difficoltà, e alla fine che succede? Tutto si spegne. E il "persempre" scritto tutto attaccato di cui parlava Richard Bach in quel libro, com'era, Nessun luogo è lontano, va a farsi benedire. E ora libertà. Tanta. Mi sento così confusa.
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