Squilla il cellulare. Cristina si alza e lo va a prendere in camera. Lo stacca dal cavetto del caricabatterie.

"Pronto."

"Ciao, Cri, che combini di bello?"

"Mah, ho finito di mettere a posto e mi stavo rilassando…"

"Oh, non mi diventare una casalinga disperata, eh?"

"Un po'"mi ci sento…"

"No no… allora ti salvo io" e Susanna ride. "Ci siamo divertite l'altra sera, vero?! Quindi bissiamo! Usciamo di nuovo! Ti chiamavo per questo…"

"Ma mica torniamo a fare le sceme, no…"

"No, certo. Ti faccio una sorpresa… ricordi Davide, il mio istruttore di Kickboxing?"

"Quello bello?"

"Quello bello. Lui ha un amico, un altro istruttore della palestra, insegna spinning e altre cose. Uno simpatico. E attualmente è libero! Si chiama Mattia."

"E perché me lo racconti?"

"Perché stasera andiamo a cena con loro! Ho già fissato tutto!"

"Ma io non ne ho voglia… E poi nemmeno li conosco."

"Sì che ne hai voglia… appunto, c'andiamo a cena proprio perché tu li conosca, no? Anzi, per conoscere Mattia, perché Davide in effetti… spero sia territorio mio!"

"Ma Susanna!"

"Ma Susanna che? Mi devo forse sentire in colpa se voglio godermi un po'"la vita? Non ho capito… E poi che vuoi fare, la casalinga anche stasera? Quindi mi raccomando, bella in tiro e aspettami per le otto. Baci!" e butta giù senza lasciarle il tempo di replicare. Cristina guarda il telefonino e poi lo chiude. Certo che è proprio una forza della natura, Susanna. Ma in fondo mi fa bene. Se non mi costringesse lei a uscire, mi conosco, mi chiuderei qui in casa in tuta, spettinata, a mangiare cioccolata e deprimermi. Ma sì, ha ragione lei. Magari mi diverto anch'io. E poi in effetti che alternative migliori ho?


Centodue


"Allora, ragazze… Quando volete la rivincita noi siamo qui!" Luca prende in giro Barbara, Sara e Niki.

Marco si accoda. "Certo! In fondo ci siamo divertiti… volete sapere quale è stata la parte più bella? Quando ci avete sperato per un attimo! Ah! Ah!"

"Sì, troppo forte!"

Barbara gli dà una spinta. "Ma ringraziate Guido! Senza di lui vi avevamo stracciato, distrutti, annientati…"

"Sì, neanche se giocavate con la Nintendo Wii ci battevate!"

Sara è ancora più cattiva. "Ma che gli avete dato? L'avete drogato per forza… Sembrava Jesus dei fratelli Coen!"

"Ah sì, troppo forte quel film… Come si chiamava?"

Guido sorride divertito. "Ma come… Il grande Lebowski… Il mitico Drugo."

Niki lo guarda curiosa. "Te lo ricordi così bene?"

"L'ho visto un sacco di volte… E mi è molto piaciuto. E pieno di citazioni interessanti… "Questo non è il Vietnam, è il bowling, ci sono delle regole…" Bè, ragazzi, ci vediamo…"

"Sì, ciao, domani alle dieci per lezione?"

"Ok, se mi sveglio…"

"Pure."

E si salutano così, ognuno diretto al suo motorino con la propria ragazza dietro. Niki e Guido rimangono soli. Guido cammina vicino a lei con le mani in tasca. "Allora… Vediamo un po'… Pizza, pizza… C'è il Cassamortaro Caffè a corso Francia, dove la fanno molto buona, sennò da Baffetto e alla Montecarlo dietro corso Vittorio, oppure la Berninetta vicino a piazza Cavour, lì hanno anche dei fritti da sogno…"

"Sei stato un falso tremendo."

"Cioè?"

"Mi hai fatto credere che non sapevi giocare…"

"Io?" Guido si porta la mano sinistra al petto. "Ma ti pare che

cerco di imbrogliarti così?" Niki fa un sorriso forzato. "Sì, mi pare moltissimo!"

"Ma no, ti sbagli… È che dopo mi sono entrati dei colpi fortunati… Cioè, ho tentato e mi è andata bene… Sai come si dice: la fortuna aiuta gli audaci. Sono stato audace e la fortuna mi ha sorriso. Proprio come vorrei che facessi tu ora."

Niki sorride ancora più forzatamente. "Imbroglione che non sei altro."

"Ecco…"

"Che cosa?"

"Ho trovato dove ti porto! Stasera andiamo a mangiare alla Soffitta a via dei Villini, fa una pizza buonissima che ti portano a tavola su una pala di legno, la stessa che usano per infornare!"

"Non se ne parla."

"Cosa? Hai perso una scommessa e non vuoi pagare? Allora sei tu un'imbrogliona e pure delle peggiori. Anzi sei disonesta, avevi promesso… Non ci posso credere! Non ci posso credere!"

"Stai calmo… Guido! Come sei esagerato!"

"Non vuoi pagare la nostra scommessa… Che hai perso!"

Niki è arrabbiata nera ma capisce che le cose stanno proprio così e non può farci niente. Non doveva accettare. Ma chi poteva immaginare che riuscisse a fare sei strike di seguito! Era una scommessa impossibile. E invece l'ha vinta…

Guido se ne accorge. "Non pensavi che ce la facessi, eh… Non bisogna mai sfidare l'impossibile o non credere nelle possibilità… Come quella pubblicità dell'Adidas che mi piace da morire, "Impossible Is Nothing". E tu, proprio per questo hai perso… credo che sarebbe molto elegante pagare il tuo "debito"…"

"Ok. È giusto."

"Oh, bene. Allora a che ora ti passo a prendere?"

"Non stasera."

"Come? Ma che, ricominci?"

"No, perché…" sorride Niki, "pagherò la mia scommessa, ceneremo insieme, ma non stasera."

Guido si sente un po'"fregato. "Ecco, lo sapevo che sotto sotto c'era la fregatura."

"Non è vero, perché abbiamo detto che se perdevo venivo a cena con te… ma non avevamo stabilito quando. Come vedi non imbroglio."

"Infatti, molto di più… Sei astuta!"

"Mica tanto…"

"Perché ti sposi?"

"Cretino! Perché non avrei dovuto cadere nella tua trappola. Forza, riportami al mio motorino." Guido ride e sale sulla moto, poi l'aiuta a fare altrettanto e le passa il casco. "Solo una cosa, Niki…"

"Cosa?"

"Adesso mentre andiamo…"

"Bè?"

"Non mi stringere troppo!"

"Ma và, và!" Niki gli dà un pugno per scherzo sulla spalla.

"Ahia, ma non è valido neanche che mi meni…"

"Sì sì, guida Guido… Fai il tuo dovere, sennò salta pure l'ipotetica cena!"

"Ehi, già so che pizza ordinerai…"

"Quale?"

"La capricciosa… Ti si addice proprio…"

E continuano così, ridendo e scherzando, giovani e spensierati, chiacchierando del più e del meno nel traffico di un giorno qualunque, facendo amicizia e non pensando a niente, con quella leggerezza così rara a volte, che appartiene a un momento unico e irripetìbile, propria di quell'età, di quegli strani giorni che vengono poco prima che tutto accada. In ogni senso.

"Sul serio ti piace Vinicio Capossela? Non ti ci facevo."

"Perché?" Guido le sorride girandosi un poco. "Cosa ti fa capire se mi piace o meno uno come lui?"

"Devi avere una visione particolare della vita…"

"E io ce l'ho. Magari non sono riuscito a fartela vedere… "Bocca bacio di pesca che mangi il silenzio del mio cuore…" sono i versi di una sua canzone…"

"Uhm… E Paolo Nutini?"

"Non lo conosco."

"Allora non vai oltre quella visione particolare…"

"Però mi è piaciuto l'ultimo di Marco Carta."

"Appunto! Dobbiamo mangiare solo una pizza, vero?"

"Dipende…"

"Cretino, ok, due pizze! E comunque dicevo nel senso che non è previsto anche un concerto…"

"Ah no… Però se vuoi perdere un'altra scommessa qualsiasi per giustificare la nostra seconda uscita… In quel caso ti porterei a un concerto dei Negramaro."

"Ecco, questo mi potrebbe piacere già un po'"di più. C'è solo un piccolo problema."

"Cioè?"

"Io non scommetterò mai più con te."

Guido le sorride dallo specchietto. "Meglio."

"Cioè?"

"Così se verrai al concerto, se accetterai il mio invito per Capossela o i Negramaro, non sarà perché hai perso una scommessa. Ma solo perché hai semplicemente voglia di stare con me."

"O di vedere Capossela! Fammi scendere, và, che siamo arrivati. Il mio motorino è lì."

Guido fa una curva stretta e si ferma a un passo dall'SH di Niki. "Eccoci qua. Vuoi che domani ti passo a prendere? Abbiamo la stessa lezione…"

"No, grazie" Niki gli passa il casco. "Domani non vengo all'università."

"Allora potrei non andare neanch'io e magari potremmo tornare al bowling. Ti do molto volentieri qualche lezione! A volte è solo il fatto di capire bene il movimento e poi tac! Diventa un giochetto."

"Ti ringrazio ma ho un altro impegno."

"Vuoi che ti accompagno?"

"No, grazie. Dai, ci vediamo, ora devo proprio andare." Gli dà un bacio sulla guancia e si allontana verso il suo motorino. Si gira un'ultima volta. Guido è lontano. Lo saluta con la mano. Lui ricambia e sparisce in fondo al viale. Niki si china a togliere il blocco del motorino. Troppo forte. Vuoi che ti accompagno. Sì, come no! Domani ho le prove dell'abito da sposa… Già me lo vedo. Lui seduto su una poltrona con dello champagne e io che esco dal camerino ogni volta con un vestito diverso. Solo che non è Pretty Woman e nemmeno Il tempo delle mele. È il tempo… del mio matrimonio! Il mio matrimonio! E d'improvviso le prende uno strano panico e si accorge che i giorni stanno passando a una velocità incredibile, deve fare mille cose e soprattutto… quella scelta! E le manca l'aria.

Si gira intorno e vede ragazzi e ragazze che escono chiacchierando dall'università. Due poco più in là si baciano, appoggiati a un motorino come se nulla fosse, come se fossero soli su una spiaggia, come se non esistesse niente e nessuno. Si baciano con passione, senza smettere mai, fregandosene del mondo, con le mani perse tra i capelli, affamati d'amore, di una passione ribelle, sconsiderata, folle, senza pensare agli altri. Ma gli altri chi, poi? E in quell'attimo è ancora spaventata, con il fiato corto, la paura, il

panico, l'adrenalina a mille. Devo parlare con qualcuno. Ho paura. Aiuto.

"Ciao… scusa…"

Niki ferma una ragazza a caso.

"Sì?"

E in quello stesso momento Niki quasi se ne vergogna, arrossisce, ritrova il suo equilibrio. "Sai che ore sono? Mi si è fermato l'orologio…"

La ragazza guarda il suo. "Le tre e un quarto."

"Ah… grazie."

"Prego, figurati…" La ragazza la guarda un po'"meglio. "Scusa ma… tu non sei quella della pubblicità delle caramelle… Il sole… Come si chiamavano?"

"LaLuna…"

"Eh, sì…"

"Sì, sono io."

"E infatti dicevo che mi sembravi proprio lei… A volte il caso…" E rimangono così per qualche istante. Poi la ragazza riprende. "No, sai, perché io ci ho provato tanto, mi piacerebbe fare qualche lavoretto per potermi mantenere qui a Roma. Sono di Macerata. Studio Legge, voglio diventare avvocato, però se ci fosse l'opportunità non mi dispiacerebbe fare qualche pubblicità o magari del cinema. Potrei, no?"

Niki la guarda e le sorride felice. In fondo il panico le è passato e ora la fa ridere la situazione, è anche un po'"assurda. Essere riconosciuta per quelle foto, diventare famosa mentre dormi. Non è male. Poi guarda meglio quella ragazza che adesso le si presenta.

"Mi chiamo Paola."

"Niki… piacere. Guarda, se vuoi ti do questo numero dell'ufficio… C'è la loro responsabile casting, si chiama Michela, seleziona le ragazze per gli spot… Allora, scrivi…" e le dà il numero dell'ufficio di Alex, che ricorda a memoria. Mentre Paola lo salva sul telefonino, Niki pensa tra sé. È una bella ragazza, magari è un po'"bora, certo, però se non parla… fisicamente è molto carina, ha anche delle gambe magre e lunghe. Paola chiude il cellulare. "Ok, grazie…" Poi le sorride. "Ma scusa, non hai il telefonino?"

Niki alza le spalle. "Sì…"

"Allora potevi guardare lì che ore sono…"

"Ah già… Che sciocca, non ci avevo pensato."

Paola le sorride come a dire non fa niente. "Comunque mi ha fatto molto piacere conoscerti… Cioè, è stata una situazione

strana… Magari vorrà dire qualcosa, gli incontri secondo me non avvengono mai per caso."

"Già…" Niki ripensa al suo attacco di panico e un po'"se ne vergogna. "Bè, ora ti saluto, Paola."

"Sì… Ciao. Ah… Niki, giusto?"

"Sì."

"Bè, te lo devo proprio dire: sei stata bravissima in quello spot sul tram, su tutta Roma…"

"Ah… grazie."

"Bè, ciao…" Paola si allontana, si gira un'ultima volta e la segue per un po'"con lo sguardo. Niki tira via il blocco dalla ruota e lo mette nel bauletto. Bravissima io in quello spot? Ma se dormivo!? Secondo me mi confonde con qualcun'altra. La cosa più bella della pubblicità LaLuna è la mia naturalezza in quella foto. E sai perché? Perché me l'ha fatta Alex mentre dormivo… Alex. Ma non mi ha cercato mai, oggi? Ma come è possibile? Almeno informarsi, che ne so, su dove sono, cosa sto facendo… Intanto Niki prende il casco dal bauletto, poi tira fuori dalla borsa il telefonino e lo apre. Nooo! Sei chiamate perse! Ma come è possibile? Poi guarda meglio. Mannaggia, lo avevo lasciato su silenzioso. Ecco perché non mi cercava nessuno… Né Alex né gli altri, casa mamma papà le Onde! Guarda le chiamate perse. Cosa… E ti pareva. Olly. Chissà cosa vuole… e Alex… quattro telefonate! Cioè mi ha cercato quattro volte e io non ho risposto mai. Controlla meglio. Alle dodici e quindici e alle dodici e sedici, poi di nuovo quattordici e trenta altre due telefonate. Chissà cosa è successo, lo chiamo subito. Compone velocemente il numero e poi preme invia. Tuuu tuuu.