"Grazie…"
"Prego! Forse non lo sai ma qualche tempo fa uno che ti assomigliava ha preso un elicottero, si è inventato delle cose assurde e quando un grattacielo si è illuminato mi ha chiesto di sposarlo!"
"Sì, è, ero… Sono io! Porca miseria…"
"Che cosa?"
"Ma lo sai che me l'ero dimenticato? E tu cosa mi hai risposto?"
"Di sì! Cretino!"
Alex si mette a ridere. "Amore, sono le diciannove, ti passo a prendere tra un'ora, ok? Prima Hammam Acquamadre, bellissimo, a via Sant'Ambrogio, e poi una bella cena leggera, prendo del giapponese e lo porto a casa con un fantastico Cerable freddo e musiche di Nick the Nightfly su Radio Montecarlo, con massaggino speciale. Che te ne pare? Posso rimediare allo stress che hai sopportato in questi giorni e alla mia completa assenza?"
"Bè, per fortuna che almeno lo ammetti…" Poi Niki ripensa a quello che ha provato durante i momenti più difficili della settimana e che gli vorrebbe raccontare. Ma le sembra completamente fuori luogo farlo adesso, per telefono. Ne parleranno più tardi.
"Ok, Alex. Ti aspetto. Tra un'ora, però non tardare… sul serio. Ne ho bisogno."
"Finisco qui in ufficio e arrivo. Va bene? Alle otto precise sotto casa tua. Ho il costume in macchina."
"Ok. A più tardi…" E dopo aver chiuso, Niki rimane per un po'"sul letto, fissando il soffitto e pensando a tutto quello che è successo in appena due mesi, a come la loro storia sia cambiata. Accende la radio, la mette su una stazione senza pubblicità, senza parole, vuole solo sentire della musica e rilassarsi.
Chiude gli occhi e torna laggiù, all'incidente in motorino. Sorride ricordando quel giorno… Avevano pure litigato per strada, in mezzo alla gente, dopo che lei risvegliandosi dalla botta aveva detto tra sé: "Un angelo…", vedendolo così, da terra, dopo l'incidente, ritrovandolo quasi avvolto dal sole, dal cielo, da nuvole leggere che in qualche modo lo "santificavano". E poi il passaggio a scuola e poi le prime telefonate e poi quella sera a casa sua, sul terrazzo dei gelsomini. La prima volta che avevano fatto l'amore, senza fretta, nell'aria di quella notte magica. E piano piano ripercorre ogni momento passato con Alex, le risate, la fuga a Fregene da Mastino, la gita in montagna, la volta che hanno seguito quella canzone di Battisti… come si chiamava? Ah sì. Perché no. E hanno cercato di fare tutto quello che diceva e ci sono riusciti, finire in montagna e tornare la sera stessa, sempre senza dire nulla ai suoi genitori. "Scusi lei mi ama o no? Non lo so però ci sto." E poi la fuga a Parigi, bellissima quella sorpresa… E quella notte aveva capito che Alex era l'uomo della sua vita… E poi il dolore del ritorno di Elena. Quella solitudine, quella rabbia, quell'impotenza di fronte alla fine della loro storia, e d'improvviso la rinascita, quella bellissima fuga all'Isola Blu, l'isola degli innamorati, quella lettera che aveva trovato al ritorno delle vacanze, e lei era partita, non appena aveva preso la patente di guida lo aveva raggiunto. E quei giorni vissuti su quell'isola erano stati una storia ancora diversa, come se avesse trovato un altro Alex, più sereno, più tranquillo, senza età, senza appuntamenti, senza fretta, un uomo tutto per lei. Tra le sue braccia all'alba, al tramonto, fuori dal tempo,
persi nell'amore. Ma quello era un sogno. Poi ci siamo svegliati. Siamo tornati nella realtà di ogni giorno. Due case, l'università, amici di età diversa, discussioni e riappacificazioni. Anche se ha continuato a farmi sognare. E Niki ricorda la loro ultima fuga, New York, la limousine, lui che l'aspettava all'aeroporto, i giorni passati a fare shopping nella Grande Mela. Poi quella gita in elicottero e la sorpresa di quel grattacielo illuminato di notte. Scusa ma ti voglio sposare. La felicità di quel momento, la confusione di quella gioia travolgente, il panico di quella notte, quella paura improvvisa che ti attanaglia, perdere il controllo della propria vita, trovarsi in una dimensione imprevista, troppo presto. Tutto troppo presto. E in un attimo rivede il susseguirsi dei giorni al loro ritorno, delle settimane, degli incontri, delle famiglie, delle decisioni da prendere, del doloroso allontanarsi dalle sue amiche, dalla sua vita, dall'università, dal poter perdere tempo… Senza fretta, come diceva sempre Battisti. "Tanti giorni in tasca, tutti lì da spendere!" E per non farsi riprendere dal panico, Niki si mette a pancia in giù, abbraccia il cuscino e, come se fosse un palloncino, uno di quelli che si vedono volare via verso il cielo perso da qualche bambino, appena comprato all'uscita della chiesa in una azzurra domenica mattina, con quella stessa voglia di allontanarsi dalla realtà, Niki si addormenta. Un sonno senza sogni. Un respiro corto, come costretto, di chi, per un attimo, vuole lasciar perdere tutto, riposarsi dai troppi pensieri, dai sensi di colpa e doveri, dalle attese e aspettative degli altri. E, poco a poco, il respiro si rasserena, come se ora fosse tornata su quell'isola. L'Isola Blu degli innamorati, il Giglio, dove c'è quel faro… Ma ora Niki è sola su quell'isola. Cammina tranquilla sulla spiaggia e d'un tratto vede qualcuno arrivare. No. Non è possibile. Si sveglia di botto, sorpresa, stupita, stravolta. Ma che ore sono? Guarda l'orologio. No, ma come? Le otto e un quarto… e l'Hammam? Controlla il telefonino. Le è arrivato un sms. È di Alex. "Amore scusami, sto facendo tardi. Per il bagno turco faremo un'altra volta, ma la cena sarà perfetta e mi farò perdonare con un dopocena… come vuoi tu."
Niki legge il messaggio e poi lo cancella. È scocciata. Va in bagno e comincia a truccarsi e piano piano però ritorna tranquilla, si rasserena. Le ha fatto bene quel breve sonno, e che strano sogno poi… Sorride. Chissà cosa vorrà dire. Nel sogno lavora l'inconscio. Mah. Stasera mi voglio mettere quel vestito blu che mi sono comprata. È un po'"da grande però mi piace. Si avvicina allo specchio
per controllare bene il trucco, per essere più precisa. E poi si mette a ridere. Un vestito da grande. Ma io sono grande!
Poco più tardi va a prendere qualcosa in cucina, ha sete. Sente Roberto e Simona in salotto. "Ma dobbiamo invitare anche loro, Robi? Non li vedi mai…"
"Che c'entra, sono i miei cugini, abitano fuori ma sono sempre i miei cugini! Siamo legatissimi. Passavamo le vacanze a San Benedetto del Tronto sempre insieme… Vedi un po'"tu."
"Ma così siamo arrivati a più di duecento… Siamo arrivati a un costo altissimo se pensi che vengono almeno cento euro a persona, fatti un po'"i calcoli…"
Matrimonio. Stanno parlando anche loro di matrimonio. Ormai è l'unico argomento di questa casa, e mentre è nel corridoio sente il suo telefonino suonare. Corre per non perdere la chiamata. Arriva in camera e fa appena in tempo a vedere chi è e poi rispondere.
"Alex! Che succede?"
Alex è a casa sua. Sta mettendo velocemente alcune cose nella sua sacca, una camicia, un maglione, calzettoni, mutande e poi il suo beauty già chiuso con dentifricio e spazzolino. "Amore, scusami… Succede che c'è un'urgenza a Milano."
"A Milano? E la cena antistress e il dopocena?"
Alex sorride. "Hai ragione, ma mi sto togliendo un sacco di lavoro proprio per essere più libero dopo. Ci sono gli americani che ci vogliono vedere. Andiamo su alle nove io e Leonardo… e basta…" Come se questo potesse tranquillizzarla. "Ritorno domani sera. Spostiamo tutto a domani sera, va bene?"
"No. Non va bene, Alex. Ma la nostra vita sarà sempre così? Vengo dopo americani, giapponesi, cinesi, russi e chissà quant'altri? Mi stai sposando per mettermi in un angolo?"
"Ma amore, che dici?"
"Dico che non sono al centro. Vengo dopo il tuo lavoro e chissà cos'altro. Oggi avevo bisogno di rilassarmi. Oggi più che mai…"
"Ma amore, hanno mandato un aereo privato a sorpresa…"
"E che me ne frega! Pensi che mi possa colpire che hai un aereo privato? Non hai capito nulla di me…"
"Ma no, non dicevo per quello. Nel senso che non lo sapevo neanch'io che saremmo partiti stasera…"
Troppo tardi. Niki ha chiuso. Alex ricompone subito il numero. Niki vede il telefonino suonare, legge il nome e chiude rifiutando la chiamata. Alex scuote la testa e riprova. Niki rifiuta
di nuovo. Niente da fare. Alex scende veloce da casa e sale sulla macchina di Leonardo che lo sta aspettando sotto.
"Allora? Tutto bene?"
"Macché, Niki si è arrabbiata."
Leonardo sorride e gli dà una pacca sulla gamba. "È sempre così le prime volte, poi si abituano. Devi portarle un bel regalo da Milano!"
"Sì, lo farò." Alex è agitato. Poi pensa a quel dvd che arriverà domani mattina a casa di Niki, e forte di quello si sente un po'"più tranquillo. Lo ha fatto con molto amore, ci ha lavorato a lungo, le piacerà di sicuro. È una sorpresa bellissima, di quelle che piacciono tanto a lei, fatta con il cuore e non certo con i soldi. E così si lascia portare da quella macchina verso l'aeroporto dell'Urbe. Li aspetta un aereo privato che li porterà a Milano per questo incontro importante. Alex si lascia scivolare sul sedile, si rilassa un po'. È stanco, molto stanco, ma presto le cose andranno meglio. Quest'incontro sarà decisivo e anche l'ultimo. Tutto sarà più facile, in discesa. Sì, sarà così. E invece Alex non sa una cosa. Dopo questa sera tutto sarà semplicemente diverso.
Centonove
Cristina e Mattia brindano alzando due calici di prosecco e guardandosi negli occhi. Intorno poca gente, quella di una serata infrasettimanale in una piccola trattoria del centro. Mangiano di gusto, ridono, parlano di tutto, si raccontano storie a vicenda. Mattia è divertente, spigliato, uno che dà sicurezza. Cristina sta bene. Lo guarda. Lo ascolta. Lo trova simpatico. Passano le ore e sembrano minuti. Un po'"si stupisce di se stessa. Di sentirsi così a suo agio. Di aver voglia di flirtare.
"Sai che sei magnifica?" e le sorride intensamente.
"Ma dai, dici a tutte così…"
"Tutte chi?" e Mattia si guarda intorno con aria curiosa. "Non vedo nessun'altra che meriti, qui. E nemmeno altrove. Guarda che mica sono un rimorchione, eh…"
"Ah, no?"
"No! Non è che se uno fa l'istruttore di fitness per forza fa sempre il cretino. Anch'io ho i miei gusti! E tu li rispecchi perfettamente…" e le sfiora la mano. Cristina prima la ritira un po', poi si lascia andare e accetta quel gesto. Mattia le sorride.
"Vuoi qualcos'altro? Magari un dolce?"
"Magari se hanno la crema catalana, sì… tu?"
"No, per carità… hai visto, ho preso solo bistecca e insalata. Seguo una buona dieta per restare in forma. Dissociata. Mai carboidrati a cena. Invece ho visto che tu sei una buona forchetta!"
Cristina lo guarda. "Sì, amo mangiare bene."
"Te lo puoi permettere, sei in perfetta forma. E poi le donne che amano mangiare amano anche godere…" e la guarda con aria maliziosa.
Cristina s'imbarazza. Per togliersi d'impaccio cerca il cameriere e lo chiama. "Scusi…"
"Sì…"
"Avete la crema catalana?"
"Purtroppo no, ma abbiamo sorbetto, torta alle mandorle, tartufo bianco, tiramisù e profitterol…"
"Mmm… allora no, niente dolce, ci porti due caffè, per favore."
"Benissimo." Il cameriere si allontana e sparisce dietro il bancone del bar.
"Ci sei rimasta male che non c'era la crema?"
"Un po'"sì… la catalana mi piace tantissimo…."
"Bè, cercherò di rimediare io…" e le stringe ancora più forte la mano.
Cristina fa una smorfia buffa. Non ci posso credere. Ma lo sto facendo davvero? Sono qui con un ragazzo stupendo che mi sta pure simpatico e dice che sono bella e che gli piaccio. E stiamo per andare via da questo ristorante e forse…
Il cameriere porta i caffè. Cristina e Mattia li bevono al volo. Poi Mattia si alza e va a pagare il conto. Qualche minuto dopo sono in macchina.
"Ti va se prima di riportarti a casa ti faccio vedere la mia? Non è molto lontano da qui, in zona Campitelli. È un appartamento che mi ha lasciato mia nonna, ci sto da due anni. Mi farebbe piacere offrirti il dolce…" e ride.
Cristina sembra un po'"perplessa. "Oh, ma dico davvero, eh, non pensare male! Ho una torta alla crema in frigo! Ne ho mangiata solo una fetta…"
Cristina sorride. "Ok, dai, va bene… basta che non facciamo troppo tardi…"
"Promesso. Guarda, giriamo qua e ci siamo quasi."
Centodieci
Niki è davanti allo specchio, ancora arrabbiata nera. "Non ci posso credere! Non ci posso credere!" Prende il telefonino e lo lancia contro l'armadio. Poi si siede al suo tavolo con le mani nei capelli che le cadono giù sul viso e comincia a piangere stanca, sfinita, esaurita. E proprio in quel momento dalla radio, dopo un po'"di pubblicità, parte la canzone She's the One. La loro canzone. Sua e di Alex quel giorno, quando si sono visti per la prima volta. Quell'incidente. E di nuovo le sembra tutto assurdo. Ma io ho vent'anni e sono qui a disperarmi per colpa della persona che sto per sposare, che preferisce andare a Milano a una riunione con degli americani sconosciuti piuttosto che passare la serata con me, ora che ne ho bisogno, che gliel'ho chiesto, che lo vorrei vicino come non mai. E lui che fa? Se ne frega, se ne va così, come se non ci fossero problemi, come se quello che gli ho detto non fosse importante.
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