Niki va alla radio e cambia stazione proprio mentre la canzone di Robbie Williams sta dicendo "When you said what you wanna say, and you know the way you wanna play, you'll be so high you'll be flying…". E ne mette un'altra."… e tu che sogni di fuggire via… di andare lontano lontano, andare lontano lontano…" Poster, Baglioni. Ecco. Ho bisogno proprio di questo ora, avrei bisogno di fuggire, di andarmene lontano, un anno in Inghilterra a studiare inglese senza telefonino, senza lasciare l'indirizzo a nessuno, puff, sparire, che bello sarebbe, come avrei bisogno di tutto questo. E si mette le mani con il palmo rovesciato sulla fronte, sugli occhi, e poi tira un lungo respiro cercando di rilassarsi. E un attimo dopo alla radio parte Jovanotti."… dolce fare niente, dolce rimandare, stare con i piedi penzoloni guardando il mondo girare, andare andare aspettare dolcemente l'ora di mangiare, guardare l'erba crescere e l'acqua evaporare, tranquillamente all'ombra di una fresca brezza farsi accarezzare, dare forma tonda a bolle di pensieri che scoppiano nell'aria non appena si fan troppo seri o troppo
pesi, starsene leggeri, trasformare le ore in mesi come foglia lungo il fiume dentro la corrente, dolcemente arresi, sììì, starsene così…" Niki sorride. Le è sempre piaciuta quella canzone, forse perché parla di ribellione e di indipendenza, di grandi spazi lontani. E proprio in quel momento sente un bip del telefono. Ecco, ti pareva. Si sente colpevole e siccome gli ho chiuso il telefono due volte ha pensato di scrivermi un sms. Ma se pensa di risolvere le cose così sta fresco. Niki prende il cellulare e apre il messaggio. Ma la vita è proprio così. Quando meno te l'aspetti, quando non ci pensavi più, quando non lo sai che è quello l'attimo giusto, qualcosa accade. Così, leggendo, arrossisce di colpo.
Centoundici
Olly balla in mezzo al corridoio. Sta bene. Le Onde sono sparpagliate qua e là. La festa in facoltà è riuscita molto bene, il dj è in gamba. Ormai è molto tardi. Sono venute un sacco di persone, qualcuna è fuori sul terrazzo a fumare o a bere. Olly si lascia andare, tiene il ritmo, sorride. Cerca di non pensare a Eddy, a quanto sia impossibile con il suo carattere. Eppure è capace anche di insegnarle la pazienza e a crederci davvero. E poi a Simone. A come l'ha salvata quel giorno, così, spontaneamente, mettendosi a lavorare con lei per quattr'ore filate. E a quella volta nel comprensorio di Chris, quando lo ha incontrato nel cortile. Chissà se l'ha capito. E ancora a Giampi. Non l'ha più cercato anche se ormai sa d'aver sbagliato con tutta quella sua gelosia. E la musica continua. E Olly si muove come fosse una danza tribale che libera la mente, che rilassa, senza bisogno di pasticche e aiuti esterni, senza artifici, solo lei e la canzone, Miles Away di Madonna, e la sua nuova felicità di ragazza che ha raggiunto un risultato importante, ha imparato una lezione e ha incontrato un amico. Un vero amico.
Gli studenti continuano a ballare in mezzo ai corridoi e ai saloni della facoltà. La musica è quella del momento, le migliori hit delle classifiche pop e disco. Erica fa il giro di una colonna e si nasconde.
"Ma che fai?" le chiede Olly.
"Shhh… non ci credo. È venuto!"
"Ma chi?"
"Lui!" e indica qualcuno col dito cercando di rimanere nascosta. Olly si sporge e guarda in giro. Ma non distingue nessuno di conosciuto in mezzo alla folla.
"Senti… io non vedo nessuno di particolare. Me lo dici? Sembri una di Distretto. Che è, segreto di Stato?"
Erica si sporge solo un po'. "Lo vedi quello alto, moro, strafigo, vestito troppo bene?"
Olly esce completamente da dietro la colonna e si mette in
punta di piedi per alzarsi al massimo. "No, ma che fai, così ti vede!"
"Ma chi mi vede? Nemmeno mi conosce!" e continua a guardare.
"Dai, guarda… lo vedi? Guarda guarda!"
Olly si sporge.
"Ma non così, non guardare!"
"Insomma devo guardare o non guardare? Comunque uno alto c'è… ma è vecchio!"
"Ma che vecchio! Non ha nemmeno quarantanni, è tipo Alex!"
Olly si gira e fissa Erica. "No, ma mica sarà… non me lo dire…"
"E non te lo dirò…"
"Ma è il tuo prof?"
Erica annuisce felice. "Sì! Lui! È venuto, capisci, è venuto! In aula c'aveva detto che non lo sapeva e invece è venuto!"
Olly lo riguarda. "A me non sembra "sto granché."
"Perché da quando sei single sei diventata acida! E non ti accorgi delle cose!"
"Mah. Sarà. Comunque che vuoi fare, stai nascosta lì dietro la colonna tutta la sera?"
Erica ci pensa su. "No… voglio andarci a parlare! Stasera mi sento in forma!"
"Ma perché, che vuoi fare, scusa?"
"Vado a ringraziarlo per il bel voto che m'ha dato all'esame!" E senza aggiungere altro esce da dietro la colonna e si butta in mezzo alla sala. Si fa spazio tra la calca e arriva davanti al professor Giannotti che si sta muovendo un po'"rigido, cercando di seguire il ritmo e spostandosi da un piede all'altro.
"Buonasera!"
Giannotti stringe un po'"gli occhi per mettere a fuoco. "Ah! Signorina, è lei. Come va? Si diverte?"
Erica balla meglio che può, cercando di muoversi sensuale e fluida. "Ma prof, dammi del tu! Siamo a una festa! In libertà! Mi chiamo Erica, ricordi?"
Il professore annuisce. "Sì, mi ricordo, hai fatto l'esame con me poco tempo fa e ora segui l'altro mio corso. Ti vedo sempre in prima fila, attenta a prendere appunti."
"È merito tuo! Sei così bravo!" e continua a ballargli davanti.
Dopo qualche minuto gli si avvicina all'orecchio. "Vuoi qualcosa da bere? Vado a prenderlo!"
Marco Giannotti la guarda. "Ma non prendere cose alcoliche…"
Erica sorride maliziosa. "Guarda, prof, che se beviamo un gin tonic va bene, no?" e si allontana senza lasciargli tempo di ribattere.
Olly da lontano osserva la scena. Scuote la testa e raggiunge Niki e Diletta che sono in un angolo a parlare.
"Ma lo sapete che Erica sta rimorchiando il professore?"
Diletta e Niki rimangono a bocca aperta. "Ma dove?"
Olly indica in mezzo alla sala. "Sta lì e balla con lui…"
"Ma che vuole fare?"
"Che ne so… ha detto che deve ringraziarlo per il voto d'esame, ma da come gli si muove davanti mi sa che andrà oltre…"
Intanto Erica si è fatta preparare dal baretto improvvisato due gin tonic e sta tornando in pista dal professore. Lo raggiunge. Gli porge uno dei due bicchieri. E lo invita con un gesto a brindare. Il professore la guarda stupito. Poi alza anche lui il bicchiere e ricambia il brindisi. Dopo alcuni minuti si allontanano dalla pista e si mettono a sedere su delle sedie di legno. Parlano. Scherzano. Giannotti è davvero divertente. Fa un sacco di battute ed Erica ride e lo ascolta ammirata.
"Comunque, signorina Erica, sei davvero forte… non me n'ero accorto…" e glielo dice avvicinandosi all'orecchio. Erica prova un leggero solletico. Si scosta un po'"e lo guarda. Gli sorride. Lui ricambia. E scatta qualcosa. Di nuovo. Indefinito. Diverso. Quello sguardo si prolunga. E poi poche parole. Lui che si alza, lei che lo segue. Olly da lontano la vede allontanarsi. Non è possibile. Ma se ne sta andando con lui… E avverte uno strano presentimento.
Centododici
Niki legge di nuovo il messaggio. "Non credi sia ora di pagare quella scommessa?"
E il cuore inizia a batterle veloce. No. Non è possibile. Guido. Proprio adesso, proprio stasera mi manda questo messaggio? Era destino. Niki risponde veloce.
"Sì. Hai ragione. Ci vediamo all'università tra mezz'ora."
E subito dopo si leva quel vestito blu da grande e torna ragazzina, improvvisamente giovane come non mai, e libera più di sempre. Si infila i jeans scuri e delle scarpe da ginnastica a stivaletto, un golf blu con la zip davanti e le tasche, il cappellino, la sciarpa e il giubbotto sopra.
"Ciao… io esco!" Correndo fuori saluta i suoi e si chiude la porta alle spalle. "Torno tardi…" E corre giù per le scale, fuggendo dalla pesantezza dei giorni passati, da quelle mille decisioni, da quegli invitati e quella festa e quel vestito e quelle sorelle e da lui… E da tutta quella responsabilità. Leggera come non mai.
Niki sale in macchina, accende lo stereo e parte a tutta velocità. Balla su Rihanna, Don't Stop the Music, libera, allegra, andando perfettamente a tempo, piegandosi di lato per seguire tutta la curva. Poi quando si raddrizza ha come un mancamento, le viene meno il respiro, si spaventa. Allora rallenta e accosta la macchina. Le ritorna in mente quel sogno interrotto a metà. Camminava tranquilla sull'Isola Blu quando d'improvviso qualcuno arrivava. Veniva verso di lei, sorridendo. E sì, ora se lo ricorda bene. Quel qualcuno era Guido. Con la sua Micra, Niki si ferma nel piazzale dell'università e spegne. Si guarda in giro. Non vede nessuno. Dovrebbe già essere arrivato. Forse anche questo è un segno del destino. Me ne vado. Ma proprio quando sta per riaccendere, una moto si ferma vicino a lei. La sua moto. Guido ha un bellissimo sorriso. E un secondo casco infilato nel braccio. Niki apre il finestrino.
"Ciao."
"Ciao, Niki… Ti va in moto o preferisci la macchina? Se vuoi ho la mia station, devo solo levare le tavole da sopra…"
Niki sorride. "In moto va benissimo." Scende dalla Micra e la chiude. C'è uno strano silenzio nella piazza, nessuno che passa, non un autobus, non una macchina, non un ragazzo. E più su Niki vede nel cielo una luna nascosta da nuvole leggere, come se non volessero mostrarle qualcosa, anche se è una bellissima notte. E per un attimo ha un piccolo ripensamento. Dove vai? Non andare, torna a casa, non è questa la soluzione. E quasi si risponde. Lo so, ma ho voglia. Voglia di che? Di tutto. Di libertà. E quasi si spaventa dei suoi pensieri. Di quello che non mi è permesso in questo momento. Poi guarda Guido che passandole il casco le sorride e allora le sembra tutto più tranquillo. Sì. Non è la soluzione ma questa uscita ci può stare benissimo. Sì, ho capito, Niki, ma cosa accadrà? Non lo so! Ma non ho neanche voglia di pensarci adesso. Per favore… Basta domande.
Ed eccone una semplice, da Guido. "Dove vuoi andare?" Niki sale dietro. "Ovunque. Voglio perdermi nel vento…" Guido rimane spiazzato. Poi incrocia il suo sguardo ed è un attimo. In quegli occhi vede la donna, la bambina, la voglia di libertà, la ribelle, la fragile, la forte, l'avventuriera. E ancora passione e vita e uno sguardo fermo, che quasi gli fa paura. Poi un sorriso più dolce e quella Niki che semplicemente gli chiede: "Andiamo?".
E in un secondo sono proprio come vuole lei, persi nel vento. Corre la moto, corre lungo il Tevere, veloce, senza nessun problema svicola facilmente tra il noioso traffico, tra autobus pesanti che lenti trasportano gente, incrociando solo semafori verdi, libera come il suo desiderio. E Niki si tiene a Guido che accelera così nella notte, si appoggia sulla sua schiena e rimane immobile a fissare tutto ciò che le sfila davanti, strano quadro cittadino, riflessi di luci, bar che stanno chiudendo, passanti alle fermate degli autobus. Poi si ricorda di qualcosa, si tira su… Fruga nella borsa, lo trova, lo guarda. Nessuna chiamata. E allora spegne il telefonino. Puff. E così è come se avesse staccato quell'ultimo sottile filo, come un semplice elastico che si accorcia di colpo dopo essersi rotto. Ora definitivamente libera si appoggia di nuovo a Guido e lo stringe più forte, lasciandosi portare da quella moto che sempre più veloce la allontana da tutto e tutti.
Centotredici
Poco più tardi. Viale Ippocrate 43. Sahara.
"Guarda, si fa così…" Guido infila le mani lavate da poco e comincia a portarsi del cibo alla bocca. "Questo è il modo di mangiare africano, questa è una vera splendida libertà… Mangiare con le mani!" E continua con la punta delle dita a raccogliere riso e a mischiarlo con ottima carne rossa, lavorata con pepe e spezie, e poi un po'"di fagioli scuri, un sorriso e quello strano cucchiaio umano fa il suo corso. "Prova… Prova anche tu!"
Niki non se lo fa ripetere due volte e, superato il primo sciocco e borghese imbarazzo, infila le dita e comincia a raccogliere quel riso caldo e lo intinge nella salsa lì vicino e poi lo porta alla bocca e le sembra ancora più buono di quello che immaginava. Forse è quel sapore di libertà, forse quella nuova stravaganza, quel rompere le abitudini, quell'infrangere costumi. Si lecca le dita, mangia l'ultimo chicco di riso rimasto su un dito e poi sorride, ingenua bambina sorpresa in quell'atteggiamento da affamata e sensuale, selvaggia. E arrossisce, abbassa lo sguardo e quando lo rialza ritrova lui che la guarda, incuriosito, attento a ogni passo di questa nuova Niki così diversa da sempre, così più grande, così libertina, così allegra e divertita.
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