"Troppo buono! È vero…" Si versa un po'"di birra e poi la versa anche a Guido e bevono e ridono, mentre Niki mangia. Poi Guido le prepara una ingera. Ci mette sopra un po'"di zighinì accompagnata da berbere.
Niki lo assaggia. "Aiuto! Ma pizzica da morire."
"Ma no, dai, che esagerata che sei!" E lo assaggia anche lui. "Ah! È vero! Brucia!" E continuano così, dopo aver bevuto tantissima acqua ed essere rimasti per un po'"con la lingua di fuori. Poi provano del pollo saka- saka e del pollo alle arachidi e infine un pezzetto con del dongo- dongo.
"Uhm, buono questo…" A Niki piace moltissimo. "Se non altro è delicato… E poi non brucia!" E proseguono a lungo, con Sahmed il cuoco che ogni tanto compare e gli spiega ogni piatto, il tipo di sapori, da cosa proviene e con che cosa è fatto. "E poi non potete perdere queste, eh… È il piatto più famoso!" E finiscono per mangiare delle banane fritte con patate dolci e un po'"di manioca bollita, il tutto accompagnato da una vaschetta di crema dolce di origine francese, proprio come Camille, la donna che Sah- med ha conosciuto in viaggio e che adesso sorride dalla finestra della cucina. E poi con un buon bicchiere di Chablis e un piccolo dolce cotto con l'olio di palma si conclude il loro viaggio attraverso l'Etiopia, la Somalia e l'Eritrea e sfrecciano di nuovo per le strade romane.
Corso Trieste, via Nomentana e ancora avanti, viale XXI Aprile e poi XXIV Maggio fino ai Fori Imperiali e poi dritto per il Campidoglio e il teatro Marcello e ancora più avanti fino ad arrivare a via Locri.
"Shhh…"
"Che c'è?"
"Piano, fai piano…" Guido apre lentamente la grande porta in ferro battuto.
Niki gli stringe un po'"il braccio. "Ma ho paura…"
Guido sorride. "Non ti succede niente, ma te lo voglio far vedere assolutamente…" Ed entrano così, qualche passo silenzioso nell'erba alta, tra piante lussureggianti e grossi fusti e poi quelle fredde lastre.
"Ma Guido… Siamo in un cimitero…"
"Sì, acattolico." La prende per mano e procedono così, silenziosi nel buio della notte tra antiche croci e foto sbiadite e scritte in inglese e brevi epitaffi. "Eccola…" Si fermano stupiti e Guido è emozionato nel mostrargliela. "Quando stavo al liceo, e magari avevo litigato con mio padre per l'ennesima volta, prendevo il motorino e mi fermavo qui con il mio libro e una birra magari… al sole… sulla tomba di Keats."
Niki guarda meglio quella lapide.
"Vedi, cosa ha voluto scritto? "Qui giace uno il cui nome fu scritto sull'acqua." Pensa…" Le sorride Guido. "Era amareggiato nei confronti dei suoi nemici… E guarda qui però come qualcuno ha risposto…" E si sposta poco più in là, davanti a una lastra marmorea, e legge. ""Keats! Se il tuo caro nome fu scritto sull'acqua, ogni goccia è caduta dal volto di chi ti piange…" Bella, vero? Qualcuno ha voluto farlo sentire amato. Forse uno sconosciuto… Chissà. La cosa più strana è che a volte uno non si rende conto di
quanto sia amato da chi gli sta intorno e magari l'artefice di questa scritta non gli aveva detto mai niente, magari si erano conosciuti per caso o incontrati di sfuggita o non si salutavano neanche…" E continuano così a camminare tra cipressi centenari, su quel fresco prato verde mentre alle loro spalle la piramide Cestia in stile egizio svetta bianca dietro le mura romane. E gatti si muovono veloci nella penombra tra lapidi piene di scritte in tutte le lingue del mondo. Niki e Guido oltrepassano Shelley, il poeta inglese che affondò con il suo vascello al largo della costa Tirrenica, e il cui corpo arrivò spinto dalle onde sulla spiaggia vicino a Viareggio. E poi ancora lo scrittore Carlo Emilio Gadda e William Story, sepolto sotto la sua scultura, l'Angelo del Dolore, che finì poco prima di morire.
"Questo posto è magico… protestanti, ebrei e ortodossi, suicidi e attori non potevano essere sepolti in terra consacrata e allora venivano seppelliti fuori dalle mura. E succedeva di notte. Si dice che il primo a essere sepolto qui fu uno studente di Oxford nel 1738. Un sacco di non cattolici morivano in città. Ho letto che è stato anche aggiunto alla World Monument Fund Watch List, che comprende i cento siti più a rischio. Oggi è gestito da una commissione volontaria di ambasciatori stranieri a Roma. Ma mancano i soldi. E rischia di chiudere… Assurdo, no? Guarda che bella questa statua…"
"Sì, è vero."
"Pensa, Niki, che una band metal finlandese, i Nightwish, l'ha messa sulla copertina di un loro disco…"
"Ma dai, che strano, chissà come gli è venuta un'idea del genere. Più che altro chissà come mai tu sai tutto questo…"
Guido sorride. "A volte le cose più diverse riescono a rapirci, ad attirare la nostra curiosità, e il bello secondo me è quando questo avviene senza un secondo fine…"
Niki rimane molto colpita da questa frase, dalla serenità con la quale Guido l'ha detta, senza enfasi, senza importanza eccessiva, con naturalezza, senza un secondo fine appunto. E lo guarda per la prima volta con occhi diversi, cammina davanti a lei ma riesce a vederne il sorriso ricamato dalla luna sul suo profilo, i ricci un po'"ribelli e le labbra carnose già sul punto di dire qualcos'altro. "Qui c'è anche quel famoso attore, Renato Salvatori, quello di Poveri ma belli., troppo carino quel film. E troppo bravo lui. C'è una scena dove fanno addirittura il bagno nel Tevere… Pensa quant'era pulito e com'erano diversi i tempi."
"E certo, c'era solo il bianco e nero…"
Guido sorride. "Già…" E si ritrovano davanti a quella lapide. ""Uno straccetto rosso, come quello arrotolato al collo ai partigiani e, presso l'urna, sul terreno cereo, diversamente rossi, due gerani. Lì tu stai, bandito e con dura eleganza non cattolica, elencato tra estranei morti…" Le ceneri di Gramsci. È stato Pasolini a scrivere questi versi. Pensa che Gramsci è stato sepolto in questo cimitero acattolico perché allora la sua cultura veniva ritenuta "straniera" rispetto a quella dominante… Assurdo, no?" Guido la guarda con particolare intensità. "E la cosa alla quale non saprei mai rinunciare. La mia libertà…"
E rimangono per un attimo così, nel silenzio della notte. Ora la luna si è liberata da quelle nuvole e domina la città con il suo occhio vigile, anche se chiuso quasi per metà. Si guardano sorridendo e c'è come una nuova intesa tra loro, come se avessero finalmente deciso di smettere il loro sciocco conflitto, l'abbandono delle armi, un silenzioso patto sigillato con un semplice sguardo. E improvvisamente sul fondo del cimitero, tra l'erba alta e canne mosse da un leggero vento notturno, una luce fioca. Da dietro un grande cipresso compare una donna dal passo lento con un vestito lungo e i capelli sciolti bianchi che selvaggi le scendono giù, coprendole il viso. Protegge con una mano la debole fiamma di una candela, mentre ai suoi piedi uno stuolo di gatti affamati la segue speranzoso. Guido ferma Niki che subito, spaventata, gli stringe il braccio.
"Che succede?"
"Shhh… Guarda, guarda laggiù."
"Dove?" chiede Niki a bassa voce.
"Tra quegli alberi. La vedi quella donna?"
"Sì. È una barbona?"
"No, è una donna ancora innamorata. La prima volta l'ho vista che avevo forse sedici anni, ha deciso di venire qui a vivere malgrado fosse ricca e avesse un sacco di proprietà. Tradita dal marito ha perso la ragione, è impazzita, ama l'amore più di ogni altra cosa e così è diventata colei che si occupa di Keats, l'unico che non l'ha mai delusa…"
"Non ci credo, te la stai inventando, è una leggenda…"
"Te lo giuro! "Non posso esistere senza di te. Mi dimentico di tutto tranne che di rivederti: la mia vita sembra che si arresti lì, non vedo più avanti. Mi hai assorbito." E ancora: "Sposa ancora inviolata del silenzio, figlia del lento tempo e della quiete, narratrice silvana che più dolce della rima sai favole narrare…". È Keats. Non credi che una donna impazzita per amore possa aver scelto di dedicare tutta la sua vita a un poeta come lui? Cosa c'è di più bello? Lei ha rinunciato alle cose pratiche, alla moda, alle sue inutili proprietà, per ritrovare qui il sentimento, essere devota alla poesia e all'amore… Guarda…" La donna finisce di versare in alcuni piattini il cibo per i gatti, poi si avvicina alla tomba di Keats, ai suoi piedi mette un piccolo fiore ancora fresco e subito dopo una candela. Lo fa con cura e rimane lì, sognante, ricordando chissà quale verso, fedele al ricordo di quell'uomo che ha saputo amare l'amore. E lentamente i gatti la circondano, le girano intorno, si strusciano alle sue gambe, fanno le fusa, alzano la coda. E il cibo, più che l'amore, a renderli fedeli, e quella semplice donna ormai anziana li accarezza, poi prende una sedia pieghevole e si mette lì, davanti a quella candela, avvolta in uno scialle e senza nessuna fretta.
Niki stringe il braccio di Guido. "Andiamo via, per favore…"
"Perché?"
"Mi sembra un momento così particolare, qualcosa di suo, qualcosa di personale, al quale noi non siamo stati invitati."
Guido annuisce e senza dire alcuna parola, così come sono arrivati su quel prato verde, su quel manto che riveste defunti famosi e non, i loro passi scivolano via veloci.
E sono di nuovo in moto, attraversano così la città, con calma, senza programmi, lungo una notte misteriosa come un'elegante signora che a un ballo pieno di gente, ammirata e desiderata da tutti, improvvisamente fa perdere le sue tracce. Poco dopo, tra i rami verdi, nella penombra, davanti allo scorrere del fiume, tra i leggeri riflessi di una luna nascosta, due birre si urtano. Dlin.
Guido le sorride. "A quello che vuoi tu… Alla tua felicità."
Niki ricambia il sorriso. "Anche a te." E butta giù un lungo sorso di quella Corona. Felicità. La mia felicità. Qual è la mia felicità? E quasi persa in quella riflessione, senza più confini, senza più solida realtà, in silenzio, dà un altro sorso e poi un altro, fino a fermarsi. Rimane in silenzio, ad ascoltare il rumore del Tevere. Un pezzo di legno, forse un piccolo ramo d'albero, affiora tra lo spumeggiare dell'acqua, nella corrente veloce, appare, scompare, balla tra le onde, si immerge, ritorna su e con una piroetta improvvisa, agile ballerino, continua lontano la sua danza, perdendosi nella silenziosa musica del fiume. Ecco. Così mi sento. Come quel pezzo di legno, in balìa delle onde, Niki perde il suo sguardo in
quell'acqua scura, spaventata dalla forza della natura, ancora di più dal momento che sta vivendo. Che faccio della mia vita? Perché sono qui? E lo guarda. Silenzioso, Guido beve la sua birra. Poi, come sentendosi osservato, lentamente si gira e le sorride.
"Hai espresso il tuo desiderio?"
Niki annuisce. Poi abbassa lo sguardo. Lui allora le si avvicina, le si siede accanto. Si leva il giubbotto e glielo poggia sulle spalle. "Tieni. Ho visto che tremavi un po'. Fa freddo. È l'umidità del fiume."
Niki alza lo sguardo e incrocia i suoi occhi. "Grazie."
Rimangono così, in quel silenzio, senza imbarazzo. Finendo di bere.
"Ehi, ho un'idea." Guido nella penombra sorride.
"Dimmi…"
"Facciamo una bella cosa. Mettiamo una frase nella bottiglia e lasciamola andare nel fiume, destinata a chi la troverà, ti va? Come in quel film…. Le parole che non ti ho detto con Kevin Costner e Robin Wright Penn…"
E stavolta è lei a stupirlo. Lei, che ha amato quella lunga lettera, l'ha imparata a memoria per non perderla più. Lei, che ora si lascia andare… chiude gli occhi e declama: ""Per tutti coloro che amano, hanno amato e ameranno. Alle navi in navigazione e ai porti di scalo, alla mia famiglia e a tutti gli amici ed estranei: questo è un messaggio e una preghiera. Il messaggio è che i miei viaggi mi hanno insegnato una grande verità: io ho già avuto quello che tutti quanti cercano ma che soltanto pochi trovano, la sola persona al mondo che ero destinata ad amare per sempre. Una persona ricca di semplici tesori, che si è fatta da sola e che da sola ha imparato. Un porto in cui mi sento a casa per sempre e che nessun vento, nessun problema potranno mai distruggere. La preghiera è che tutti al mondo possano conoscere questo genere d'amore ed essere da esso sanati. Se la mia preghiera sarà ascoltata saranno cancellati per sempre tutti i rimpianti e tutte le colpe e avranno fine tutti i rancori…"".
"Sì" si stupisce Guido. "Ma ti ricordi tutto! Sì, dicevo proprio quello."
Niki non riesce a crederci. È il suo preferito. Lo ha visto tantissime volte. L'amore che non finisce, l'amore che sopravvive anche alla scomparsa di lei… L'amore oltre la morte. Eros e Tha- natos. E il fatto che lui abbia parlato proprio di quel film le provoca una strana fitta. Ora lo guarda meglio, è lì che ha strappato
"Scusa ma ti voglio sposare" отзывы
Отзывы читателей о книге "Scusa ma ti voglio sposare". Читайте комментарии и мнения людей о произведении.
Понравилась книга? Поделитесь впечатлениями - оставьте Ваш отзыв и расскажите о книге "Scusa ma ti voglio sposare" друзьям в соцсетях.