Pietro allarga le braccia. "Che poi piangere a quarantanni per una… Boh! Per me è veramente assurdo."

Flavio si versa da bere. "Ma non ho capito cosa c'entra per te l'età. Venti o quaranta è lo stesso! Dipende cosa provi per una persona, che tipo di emozione o sentimento, quanto sei innamorato, non quanti anni hai!"

"Per me io ragiono bene. Io, a quarantanni piangere per una, lo trovo ridicolo. Hai capito?"

Flavio si innervosisce. "Ma non è una! È la sua donna, è la donna della sua vita, è sua moglie, è la madre dei suoi figli…"

Pietro fa il preciso. "Allora, per adesso devi usare il condizionale: sarebbe potuta essere la donna della sua vita, sua moglie e la madre dei suoi figli."

Poi indica la porta chiusa della camera di Alex. "Al momento non è niente e le percentuali che Alex possa davvero sposarsela sono obiettivamente bassissime…"

Flavio scuote la testa. "Mi fai schifo, e sei pure suo amico…"

"Proprio perché sono suo amico gli dico la verità! Non lo prendo in giro, non gli faccio credere, come vorresti fare tu, che le favole esistono… Esiste una realtà… E sai qual è la realtà?" Gliela indica con la mano. "Che lui ha quarantanni ed è chiuso in una camera a piangere e lei ha vent'anni ed è chiusa in un'altra camera,

ma a trombare… Questa non è una favola, né un incubo, è semplicemente realtà delle cose. E a volte può essere bella, a volte bellissima, a volte così così e a volte può fare schifo. Ma come te la rigiri te la rigiri, inizia e finisce, ed è la realtà."


Centoventuno


Olly, Diletta, Erica e Niki ora sono più tranquille davanti alle loro tazze vuote. E Olly ne va fiera. "Guardate, è proprio in momenti come questi che uno si deve rilassare…"

Erica non è d'accordo. "Sì, la tisana è stata inventata proprio per quando non ti sposi più." Diletta la guarda malissimo. "Tanto prima o poi proverai anche tu qualche sentimento vero, non potrai fare vita natural durante la cinica disincantata, prima o poi l'amore ti travolgerà e ti stravolgerà…"

Erica le sorride e allarga le braccia. "Ma io me l'auguro proprio… E magari tutto questo accadrà per merito di un gran figone dal sorriso smagliante e un fisico da urlo, insomma una specie di frullato misto tra Clive Owen, Brad Pitt, Matthew McConaughey, Ashton Kutcher e Woody Allen…"

"Woody Allen? E che c'entra Woody Allen?"

"Bè, dopo una bella scopata se un uomo ti fa anche ridere allora hai trovato il paradiso!"

"Erica!"

"No no…" Niki la giustifica. "Questa non era male. Secondo me anche lassù hanno riso…"

Diletta beve il fondo ormai freddo. "Sì sì, ridono… Ma dubito che la lascino passare…"

Erica alza le spalle. "E chi ha fretta! Ne parleremo più in là, c'è sempre tempo per ricredersi o per chiedere perdono. Guarda Claudia Koli… Prima recita nei film di Tinto Brass e poi si fa quasi suora. Fammi combinare quello che ha combinato lei e poi divento sul serio una santa!"

Olly guarda Niki. "A proposito di santi, i tuoi devono essere stati favolosi… Dopo tutta la preparazione, l'incontro con i genitori, i soldi in parte già sborsati per questo matrimonio da favola… non prendersela, non arrabbiarsi, non farti pesare la tua scelta… bè, non è da tutti, eh…"

Diletta su questo è molto curiosa. "Già, come l'hanno presa?"

"Oh, per adesso sono molto sereni…"

Olly annuisce. "Vedete che bello. E così che dovrebbe accadere in famiglia."

Niki alza il sopracciglio.

"Anche perché non gliel'ho ancora detto."

"Ah."


Centoventidue


Chiude piano piano la porta e poi cammina in punta di piedi, sperando che stiano già dormendo o almeno siano a letto. Niente da fare. Delle voci arrivano nitide dal salotto.

"Secondo me non lo vengono a sapere."

"Sì, ma se per caso succede?"

Niki si affaccia in salotto e vede Roberto e Simona seduti al tavolo con diversi fogli davanti. Simona insiste. "Che figura fai? Sai quanto ci tengono, sono paesani, il matrimonio per loro è tutto e tu non li inviti a quello di tua figlia, la loro amata nipote! Tu lo sai che poi non potrai più mettere piede al paese, vero? Ma che dico, nell'intera regione…"

Roberto annuisce. "Ok, allora li invitiamo. Quanti sono i Pratesi? Tre, giusto?"

"Sei! Il doppio! Cavoli! Quindi arriviamo a duecentoquaran- tuno invitati… Ma sono tantissimi!" Simona la vede sulla porta, si alza e le corre incontro. "Niki! Come stai, tesoro. Stamattina sei uscita presto, non hai fatto neanche colazione, ho visto."

"Sì, avevo lezione presto…" Simona la abbraccia. "Sarai distrutta…"

"Già."

Naturalmente, come tutte le mamme, si accorge subito che qualcosa non va, però fa finta di niente e lascia correre. Sa perfettamente che ci sono dei tempi, che a volte bisogna saper aspettare e che una figlia sentirà a un certo punto la voglia di aprirsi e parlare. "Siediti, Niki, se vuoi… noi continuiamo. Stavamo provando a calcolare la disposizione dei tavoli e il numero degli invitati."

Roberto si gratta la fronte. "Già, i Belli hanno detto che da parte loro sono almeno duecentocinquanta, noi siamo già quasi altrettanti… Quindi arriviamo a cinquecento e siccome il catering che hai scelto…"

Simona lo riprende. "Roberto…"

"Bè, sì, che avete scelto, tu e le sorelle e tua madre, insomma voi donne, è sicuramente buonissimo ma anche costosissimo…"

Simona interviene di nuovo. "E dai, Robi…" ma lo fa ridendo.

Roberto allarga le braccia. "Ma non sto dicendo nulla di male. È matematica. Sarà un catering fantastico e viene circa cento euro a persona, che moltiplicato per cinquecento…" Inizia a battere sulla calcolatrice che tiene sul tavolo vicino ai fogli. "Ecco, non mi viene neanche il risultato, esce fuori dal display, cioè si spaventa anche la calcolatrice." Poi Roberto si gira verso Niki. "Insomma, stavamo pensando io e tua madre… ma quelli che fuggono e scappano a sposarsi a New York, a sorpresa? Non è molto più bello?! Noi facciamo finta di non sapere niente e ti regaliamo il viaggio di nozze più bello del mondo, anzi proprio il giro del mondo tutto incluso, più gli extralusso di ogni tipo!"

"Roberto!" Questa volta Simona si arrabbia sul serio. "Ma sei proprio un cafone! Ma come fai a pensare al denaro di fronte al matrimonio di tua figlia? Cioè, preferisci risparmiare piuttosto che vederla mentre si sposa? Dovresti pagare il doppio pur di non perderlo!"

Roberto cerca di minimizzare. "Ma certo, ma dai, stavo scherzando…" Poi rivolto a Niki. "Amore, non ti preoccupare. Spendi tutto quello che vuoi, non risparmiare su niente." Niki li guarda, prima uno poi l'altro. Si morde il labbro e non sa bene come iniziare. Forse in questi casi è meglio una battuta. In realtà non lo sa bene. Non si è mai trovata in un caso simile. Alla fine però pensa che quella è la soluzione migliore, così sorride e si butta.

"Mi sa che risparmieremo su tutto."

"Bene!" fa Roberto, che chiaramente non ha capito. Simona invece si fa subito seria, anche se sa che in momenti come questo non bisogna perdere il sorriso. "Cosa vuoi dire, Niki, tesoro?"

Niki guarda bene la mamma cercando di capire se è arrabbiata. "Voglio dire che per adesso non dovremo spendere tutti questi soldi perché… Bè, perché abbiamo deciso che per ora è meglio non sposarci."

A Roberto cade letteralmente la mascella. "Ah, certo…" come se fosse abituato a notizie e soprattutto a cambiamenti di questo genere. "Avete deciso che per il momento è meglio così…"

Niki annuisce. "Sì." Simona la studia, la controlla. Roberto invece guarda i fogli, da una parte pensa a tutti quegli invitati e ai soldi risparmiati, dall'altra agli acconti già dati e quindi ai soldi

persi. Ma fa finta di niente, cerca di non far pesare questi suoi pensieri sulla situazione già tesa. "D'altronde se avete deciso così…"

Poi Simona fa un lungo sospiro e decide di togliersi questa curiosità. Tanto lo sa benissimo che è impossibile che certi ripensamenti vengano nello stesso esatto momento a tutti e due, soprattutto quando si tratta di cose così importanti e così difficili da decidere. "Scusa, Niki, se te lo chiedo… Ma è stata proprio una decisione comune… cioè presa proprio insieme… O è stato uno di voi due che per primo ha tirato fuori questa possibilità?"

"Perché me lo chiedi?"

"Bè, diciamo per curiosità."

"E cosa sarebbe meglio per te mamma?"

Simona sorride. "Ho capito, Niki. Mi hai già dato la risposta. Se sei felice di questa tua decisione, ne siamo felici anche noi… Vero, Roberto?"

Roberto guarda Simona poi Niki e poi di nuovo sua moglie. "Sì sì, certo. Siamo felici."

Niki si alza, corre verso di lei e l'abbraccia. La stringe forte. "Grazie, mamma. Ti voglio bene." Poi dà un bacio veloce a Roberto e fugge in camera sua.

Roberto si tocca la guancia, è ancora un po'"scosso. "Ma non ho capito… cioè, alla fine la decisione di non sposarsi più praticamente l'ha presa Niki?"

Simona gioca con gli anelli tra le dita. "Sì."

"Eh, ma tu come hai fatto a capirlo?"

Simona lo guarda e sorride. "Perché mi ha fatto una domanda. Se quella decisione l'avesse presa lui, lei comunque non avrebbe avuto colpa… e quindi non avrebbe chiesto cosa preferivo, avrebbe risposto: lo ha deciso lui."

"Ah…" In realtà Roberto non è proprio sicuro di aver capito. Ma poi gli viene in mente una domanda molto più semplice. Perché non farla a sua moglie, poi, d'altronde lei sa sempre tutto. "Ma secondo te, amore, è una decisione serena oppure c'è dietro qualcos'altro?"

Simona lo guarda con più attenzione. "Cioè? A cosa pensi?"

"Non so, ecco… Hanno litigato o magari c'è qualcuno di mezzo…"

"No. Niki non ha nessun altro."

Roberto la guarda. "Ma io non avevo parlato di Niki."

Questa volta Simona non sa proprio cosa rispondere. "Comunque non è quello il problema." Solo su una cosa è sicura. Lei non

ama dire bugie. Poi prende quel pacchetto e lo porta di là. Bussa alla porta della sua camera chiusa.

"Niki? Si può?"

"Sì, mamma."

Simona entra. Niki è distesa sul letto con le gambe poggiate al muro, rivolte verso l'alto. "Dimmi."

"Niente… Ti è arrivato questo, te lo metto qui." E lo poggia sul tavolo.

"Sì, grazie…" Rimane per un attimo sulla soglia prima di uscire. "Per qualunque cosa, tu lo sai che ci sono sempre, vero?" Niki sorride. E un po'"si vergogna. Mamma ha già capito tutto. "Ci sono sempre e comunque." Poi senza neanche guardarla o cercare la sua approvazione, Simona lascia la stanza. Niki rimane per un po'"immobile sul letto, in silenzio. Poi con una mossa agile e veloce ruota le gambe, fa una specie di salto all'indietro e scende dal letto. Si avvicina al tavolo. Guarda il pacchetto. C'è la sua scrittura, la riconosce. Alex. Niki lo soppesa un po', lo tiene così tra le mani. È leggero. E non le viene in mente cosa possa essere, ma in questo momento non ha neanche alcuna curiosità, solo voglia di piangere. E questo nessuno glielo può impedire.


Centoventitré


I giorni seguenti per Alex sono un grande sforzo. Grandissimo. Come se d'un tratto, mai come in questo momento, nulla avesse più ragione di essere. Non il successo, non il lavoro, non gli amici. Improvvisamente perso in quella città, la sua città, Roma. E non gli sembra neanche di conoscerla, le strade sembrano nuove, le stesse di sempre, come sconosciute ai suoi occhi, prive di colore, e i locali, i negozi, i ristoranti famosi, di colpo perdono interesse, ragione, perché. Andare in giro senza una meta, giornate intere senza guardare l'orologio, senza sapere dove andare, senza avere alcun traguardo, alcun perché, alcun dovere. E dentro di lui canta Battisti. E come stare in un frullatore con tutte le sue canzoni. "Che sensazione di leggera follia sta colorando l'anima mia. Senza te. Senza più radici ormai. Tanti giorni in tasca tutti lì da spendere. E se davvero tu vuoi vivere una vita luminosa e più fragrante… Luci ah, di solito così non si fa." Confuso. Di urla, di rabbia, di amore esploso, di dolore fisico, un cuore spaccato, un'amicizia ammaccata, un'emozione spezzata, un sentimento stravolto, accartocciato, tranciato. Così si sente. Con una musica continua nella sua testa e una fragilità interna, un sottile dispiacere, una lacrima improvvisa e la voglia di non parlare. Scorre la notte e quella luna immobile sembra sapere tutto ma non parla. Scorrono i giorni con quel sole che quasi acceca nella sua perfetta rotondità, nel suo doloroso distacco, nel suo ripetersi noioso. Giorno dopo giorno. Notte dopo notte. Tutto è noioso. Alex va in giro con la sua macchina.